da simon » mar feb 03, 2004 2:11 am
[incredibile, stasera al Tonale c'erano +5 gradi di temperatura a 2000 mt alle 10 di sera, e un vento teso, secco e mite, quasi surreale per la stagione]
veniamo a noi
L'orgoglio alpinistico sì, esiste e va sentito, ma non era quello che intendevo rimarcare nel mio post.
L'analogia con la guerra è sembrata eccessiva o bollata come retorica, ma io la trovo evidente: quando sei sotto tiro e col cuore in gola ti rintani dietro una sporgenza (il soldato investito dal fuoco nemico, l'alpinista da una scarica di sassi); quando pensi: se succede adesso sono morto (l'alpinista sotto una cornice o un seracco che può crollare, il soldato che disinnesca una bomba); quando stringi i denti e vai (il soldato che va all'attacco, e l'alpinista sul VI+ con l'ultimo chiodo 8 mt sotto), e molte altre situazioni si potrebbero trovare.
D'altronde anche le cifre parlano: per esempio, nessuno nega che gli USA siano ancora in guerra in IRAQ (ormai anche Bush lo ammette), e un soldato USA su 300 è morto. Non credo che il tasso di mortalità fra gli alpinisti sia inferiore (almeno tra coloro che lo praticano ad un certo livello), e se guardiamo, chessò, le spedizioni all'Everest, il tasso di mortalità è assolutamente impressionante.
Non è un caso che se stipulate una polizza di assicurazione sulla vita, tra le clausole c'è sempre che non risponde per una serie di circostanze, tra cui l'alpinismo è di solito al primo posto (sarà perchè inizia con la a). Possiamo dargli torto?
Invece il SSN (sistema sanitario nazionale) italiano, che è una forma di assicurazione collettiva, stranamente risponde degli infortuni e delle rogne che vi siete cercati da soli sulle montagne. E' una situazione che ha pochi eguali: in Svizzera x es. c'è la Rega che è privata e si fa pagare MOLTO SALATA (nessuno ama prodigarsi e rischiare la pelle per pochi soldi), negli Stati Uniti la Patrol del controllo piste arriva fino al recinto del comprensorio, se siete 5 mt più in là potete pure crepare...
Abbiamo diritto, in Italia, di usare risorse di denaro, mezzi, competenze per essere salvati dopo che ci siamo fracassati sul "supercouloir tal dei tali"? le stesse risorse che vengono utilizzate per curare una persona colpita da cancro alla prostata?? Mettere in pericolo le vite di chi ci viene a salvare??
SE riteniamo di avere diritto, almeno:
-non andiamo se danno rischio 3 o superiore
-non andiamo dove scarica sassi o ci sono seracchi pendenti
-partiamo alle 6 di mattina per non complicare le ricerche con l'oscurità
-di aprire vie nuove non se ne parla...
-le cascate di ghiaccio te le scordi...
-ecc.ecc.
Per rispetto della vita di chi ci dovrà venire a prendere, e di quello che ha il cancro alla prostata, ok??
SE INVECE vogliamo essere liberi, se pretendiamo di essere liberi, L'UNICA SCELTA VERAMENTE COERENTE E' (dato che quello che facciamo è assimilabile come rischio ad una guerra cui ci sottoponiamo volontariamente) RINUNCIARE AL DIRITTO DI ESSERE SOCCORSI.
Farci carico interamente delle conseguenze del nostro agire.
Uno in dialetto veneto ha scritto sopra che il cellulare va prima spento poi lasciato in macchina. Io, che sono meno virile, dico che lo porto solo per guardare l'ora, forse perchè spero che servirà a salvare la vita di qualcun altro, o forse sotto sotto la mia, perchè non so cosa mi passerà nella testa se sarò con una gamba maciullata in cima a una montagna.
Ma di sicuro partire convinti che "piuttosto che chiamare il 118 muoio lì" è l'atteggiamento più etico e coerente con quello che stiamo facendo.
Buzz, andresti SCULACCIATO PUBBLICAMENTE SOLO PER AVER PENSATO che forse su quel canale ti saresti avventurato se il cellulare prendeva. Un atteggiamento simile è INCOERENTE con ciò che fai e IRRISPETTOSO verso un sacco di cose.
E non credere che mi faccia dare del patetico senza reagire... quando hai citato almeno quattro brevetti commerciali di cui eri vestito, personalmente mi sono raffigurato uno di quei damerini dei depliant dello Sportler o del Cisalfa, e ho visto quanto siete PLAGIATI.
Per vendervi le loro cose, vi hanno fatto credere che l'alpinismo è uno sport come un'altro, che ha una mortalità e un tasso di tragedie simile al cricket, e voi poveri cristi invece andate alla guerra, credendo di andare ad una sfilata di moda...