APPELLO AFFINCHE' LA REGIONE VENETO GARANTISCA UNA ADEGUATA ASSISITENZA AI PAZIENTI SEGUITI DAI SERVIZI DI SALUTE MENTALE , DELLE DIPENDENZE E DI NEUROPSICHIATRIA DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA
La Fp Cgil e Cgil Medici esprimono grande preoccupazione per la adeguatezza delle cure in Veneto.
I disturbi mentali, intesi sia come patologie psichiatriche quali ansia, depressione o disturbi bipolari, che neurologici, come Alzheimer e demenze, sono già nei Paesi ad alto reddito la principale causa di perdita di anni di vita per morte prematura e disabilità (17,4%), seguiti dal cancro (15,9%), dalle malattie cardiovascolari (14,8%), dagli infortuni (12.9%) e dalla malattie muscolo-scheletriche (9,2%).� �Secondo i dati forniti dall’OCSE, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, nel suo focus “Fare i conti con la salute mentale”, la depressione grave, il disturbo bipolare, la schizofrenia e le altre malattie mentali gravi riducono la speranza di vita in media di 20 anni rispetto alla popolazione generale. Il 5% della popolazione mondiale in età lavorativa ha una severa malattia mentale. Una persona su due, nel corso della vita, avrà esperienza di un problema di salute mentale e ciò ridurrà le prospettive di occupazione, la produttività e i salari. I costi diretti e indiretti della malattia mentale, secondo le statistiche OCSE, possono superare il 4% del Prodotto Interno Lordo (PIL). I costi indiretti includono le spese mediche, dovute a una maggiore necessità di assistenza sanitaria, e i costi per servizi sociosanitari come l'assistenza a lungo termine. La salute mentale inoltre può far lievitare il costo dei trattamenti per altre patologie, ad esempio la terapia del diabete è più costosa quando il paziente soffre anche di depressione e le persone con una salute mentale non buona hanno maggiori probabilità di soffrire anche di cancro e di malattie cardiovascolari. " Quotidiano sanità Fonte: articolo pubblicato su agenziafarmaco.gov.it 25 luglio 2015. Calcolando che un punto del PIL corrisponde in Italia a circa 16 miliardi il costo per la salute mentale è di circa 64 miliardi, se ne spendono circa 4 miliardi di euro. " Nel rapporto dell’Harvard School ripreso dall’Economista tra il 2011 e il 2030 il costo delle malattie mentali in tutto il mondo sarà di oltre 16 trilioni di dollari in termini di mancata produzione (in dollari 2010), più di patologie oncologiche, cardiovascolari, respiratorie croniche e del diabete.
Con una contrazione delle risorse per la salute mentale oltre a mettere a rischio l'adeguatezza delle cure si avrebbe un inevitabile aumento dei costi .
La domanda di salute mentale in Veneto è in continua crescita sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo ( nel 2015 nella regione veneto sono stati assistiti 70822 utenti ) a tale grave situazione non si può rispondere con un diminuzione del personale deputato: medici psicologi assistenti sociali infermieri educatori ed una contrazione delle risorse.
Ci preme ricordare purtroppo che i cittadini veneti per quanto riguarda l'erogazione delle risorse per la tutela salute mentale sono agli ultimi posti in Italia con il 2,91 % delle risorse, questi dati sono stati calcolati prima dei tagli accennati dianzi, sottraendo queste risorse la Regione Veneto rischia di essere la Regione che spende meno in Italia per la salute mentale dei suoi cittadini.
Senza delle adeguate risorse per la salute mentale dell'infanzia e dell'età adulta ed una adeguata prevenzione , ricordiamo che il 50% delle patologie psichiatriche esordisce prima dei 18 anni , anche le migliori progettualità sono destinate a fallire, comportando una sofferenza ai pazienti ed alle loro famiglie ed anche un aumento dei costi.
Riteniamo indispensabile lavorare su 5 punti:
1) Dipartimenti di Salute Mentale
E' indispensabile tutelare e mantenere un'assetto organizzativo rispettoso della complessità dei Dipartimenti di Salute Mentale che sono dipartimenti trans-murali che si occupano sia della parte ospedaliera che di quella territoriale del disagio mentale secondo il principio della competenza.
Viene in questo modo rispettato il modello scientificamente più evoluto della psichiatria che si è consolidato negli ultimi 40 anni a partire dalla legge 180 e che prevede la gestione della salute mentale da parte dei servizi sulla base dei tre assi fondamentali:
1°) Il rapporto con i pazienti e i loro familiari attraverso una Relazione di Cura declinata nei diversi modelli scientifici(psichiatrico, psicologico e socioriabilitativo) ad opera delle diverse figure coinvolte che operano in Equipe Multiprofessionali;
2°) La diversificazione e il radicamento delle strutture nel territorio di competenza, secondo moduli (servizi) superiori ai 100.000 mila e inferiori a 150.000 per coniugare la terapia e la riabilitazione all'individuo nel suo ambiente di appartenenza;
3°) La adeguatezza della proporzione tra curanti e pazienti che nei DRG nazionali e Regionali fissa dei limiti sui posti letto dei Reparti (1 ogni 10.000 abitanti) e sull'entità del numero di ospiti nelle CTRP e nelle altre strutture. Gli stessi DRG danno indicazione anche sul numero complessivo degli operatori della salute mentale in proporzione al numero di abitanti dei Dipartimenti di Salute Mentale.
Le recenti disposizioni (accorpamenti dei servizi in Dipartimenti di un milione di abitanti unitamente ai tagli delle diverse figure professionali) stravolgono completamente il criterio della proporzione e della territorialità e interrompono così il cuore della terapia psichica: nella sproporzione tra curanti e pazienti, nell'allontanamento dei curanti da un territorio aumentato a dismisura e nella riduzione della collegialità della presa in carico per la grave riduzione del personale in tutte le diverse figure professionali.
Un tale assetto organizzativo non può essere in grado di svolgere efficacemente un lavoro territoriale , in tale modo si aumenterà il carico ospedaliero e residenziale con un aumento dei costi e una diminuzione dell'inclusione sociale.
Riteniamo indispensabile un forte investimento sulla prevenzione e nel lavoro di rete e di collaborazione con i medici di medicina generale.
2) Personale
E' necessario un adeguamento quantitativo e qualitativo del personale operante nei Dipartimenti di salute mentale : Medici Infermieri, Psicologi, Assistenti sociale, Educatori professionali, Addetti all'assistenza , Tecnici della Riabilitazione. Va garantito un turnover rapido di tutte le figure professionali e sono necessari degli investimenti sulla formazione continua del personale, elemento indispensabile per incrementare la qualità dei servizi.
3) Strutture residenziali e semiresidenziali
Condividiamo la necessità di un lavoro di ridefinizione della residenziali e semiresidenzialità
E' importante articolare una risposta di tipo sia residenziale che semi-residenziale che sia in grado di garantire da un lato l'appropriatezza clinica e dall'altro sappia rispondere ai più variegati bisogni dell'utenza psichiatrica .
La residenziali psichiatrica spazia da situazioni di residenziali cosiddetta leggera , con alti livelli di autonomia dei pazienti e bassa attività assistenziale da parte dei servizi a Comunità che si occupano di pazienti con elevati bisogni assistenziali a cui le famiglie non possono rispondere.
Per tali pazienti se la quota sociale non può essere sostenibile per gli utenti e i Comuni , condividiamo la proposta del Sindaco dott Robertino Capozzo. Presidente del Comitato dei Sindaci dell'Alto Vicentino di chiedere un Livello di Assistenza Regionale Aggiuntivo ( LAR) dedicato alla residenziali della salute mentale , presente fra l'altro nella disabilità e nell'area anziani ed anche in altre Regioni.
Inoltre pensare ad una forma di contributo economico regionale per i pazienti ospitati dalle strutture riabilitative che afferiscono alla cosiddetta residenziali leggera incrementerebbe il turn ove delle strutture residenziali e comporterebbe una diminuzione dei costi.
4) Risorse
Data la grave situazione in cui si trovano i Dipartimenti di salute mentale dell'adulto e dell'infanzia, pensiamo fra l'altro al notevole incremento dei ricoveri di minori presso i SPDC, siano indispensabili ed urgenti l'erogazione di risorse adeguate ( almeno il 6% ) in modo da poter garantire i necessari interventi sia di tipo preventivo che di cura.
5) REMS
Infine per quanto riguarda le REMS rileviamo come la la legge 81/2014 non sia stata ancora “mentallizzata” da settori della magistratura (crescono misure provvisorie, scarsa propensione alle misure alternative, in alcune realtà vi è un eccesso di controllo sulle REMS), dagli stessi DSM, dalla politica ed è preoccupata della “lista d’attesa” per l’ingresso in REMS e delle proposte di modifica giacenti in Parlamento.
E’ necessario un progetto di formazione continua per gli operatori, per diffondere le buone pratiche e i diversi modelli adatti ai diversi contesti sviluppando scambi di esperienze e formazione congiunta con i DSM e la magistratura.
Ribadiamo che le REMS non sono l’alternativa all’OPG. L’alternativa al manicomio giudiziario è il progetto di cura e riabilitazione individuale (meglio se fondato sul budget di salute) nella rete dei servizi del welfare locale, con al centro il DSM. La REMS sta in questa rete, come risposta possibile ma non certo l’unica. Lo dimostra il sempre maggior numero di persone che vengono dimesse dalle REMS e che potrebbero non accedervi se seguite dai servizi nel territorio.
Ribadiamo che non possono essere assunti dal personale sanitario compiti di tipo custodiate e tanto meno di reclusione in quanto in contrasto con il mandato di cura e riabilitazione. Occorre superare la qualifica di “internato” e la pratica che ne discende come affermato dal Commissario Corleone nella sua relazione conclusiva.
Chiediamo alle associazioni scientifiche , alle associazioni dei famigliari , ai sindacati, agli Ordini Professionali , alle Conferenze dei Sindaci che condividono le nostre preoccupazioni di costituire assieme a noi un Gruppo di lavoro per la tutela della salute mentale delle Dipendenze e della Neuropsichiatria dell'infanzia e di organizzare nel più breve tempo possibile un incontro pubblico con l'assessore alla Sanità e il Direttore Generale alla Sanità della Regione Veneto nel quale presentare le proposte atte a garantire una adeguata assistenza sanitaria ai cittadini veneti.
Convochiamo pertanto una prima riunione il 15.9 alle ore 18 presso la sede della CGIL di Mestre Via Peschiera 4
Per ogni informazione scrivere a
categorie@veneto.cgil.itSEGRETERIA REGIONALE FP CGIL E FP CGIL MEDICI
Sootodimensionati saluti
TSdG