da Luca A. » mar lug 21, 2015 16:54 pm
Aneddotica di un (quasi)vecchio (ex) frequentatore delle Pale:
la Bolver Lugli è stata attrezzata con soli cavi (no scale, no gradini, forse uno solo all'epoca) nel 1970 per celebrare il centenario della conquista del Cimone (avvenuta però da tutt'altra via). Nonché per assicurare alle Guide di San Martino con la loro clientela un più divertente e più diretto accesso dal paese alla spalla del Cimone da cui parte poi la via normale alla cima (perché l'accesso alla spalla "a piedi" tramite Val dei Cantoni è sproporzionatamente lungo e sproporzionatamente distante da San Martino rispetto all'esiguità arrampicatoria della via normale in sè stessa).
Oggi farebbe scandalo, ma allora era ritenuto "etico" attrezzare in quel modo una via preesistente, era la via "Hi.Gu.Si" (acronimo delle loro inziali), via di II° e III° aperta dai fratelli Langes negli anni 20.
Venne attrezzata da alcune Guide di san Martino, e intitolata al signor Bolver Lugli che era non un alpinista caduto in montagna né un eroe del VI° grado ma un notaio emiliano, se non erro, amico e cliente fisso delle guide e credo anche finanziatore in parte più o meno rievante del lavoro di attrezzatura.
Oggi tutti dicono "Ferrata Bolver Lugli" e la cosa ormai non è più terminologicamente rimediabile, ma forse in pochi ricordano che inizialmente le guide di San Martino ci tenevano molto che non venisse chiamata "ferrata" bensì "via Attrezzata" (e così dicevano anche i più vecchi cartelli in loco) per sottolineare che la via aveva una sua preesistenza e una sensatezza alpinistica precedente, diversamente da tante ferrate ampiamente artificiali e poco logiche. Ancora negli anni 80 qualcuna delle guide che aveva lavorato alla costruzione, se sentiva dire da qualcuno "ferrata Bolver Lugli" interveniva correggendo l'interlocutore e spiegava perchè e percome non si doveva dire "ferrata" ma "Via attrezzata".
"Quando saremo vecchi,
mi guiderai ai nostri antichi attacchi
e staremo lì a guardare in su".
(Dino Buzzati)