Un weekend all?insegna del bel tempo, con temperature miti e condizioni in quota eccellenti. Come non coglierlo? E per l?occasione si fa anche una bella combriccola: io, Mattia (Mat69), Angelo (Penna), Mirko (Molly) e Roberto (Everest). Dopo una sfilza di opzioni da decidere durante la settimana, la scelta cade sulla bella Eselgrat al Roseg: una cresta di misto con un bel tratto in roccia e neve. Validissima alternativa alla ?dirimpettaia? Biancograt al Bernina. In questo ultimo (forse) ricordo d?estate, siamo sulla lunga strada della Val Roseg superati dai calessi che ancora portano i turisti. La salita al rifugio è veloce e piacevole con questi magnifici panorami. Qui, una ventina di ultimi ospiti segna la chiusura stagionale. Un riposino e cena all?aperto all?ultimo sole. L?indomani la sveglia non sarà troppo presto: non ha senso arrivare all?attacco quando ancora è troppo buio, anche se una luna splendente ci farà risparmiare le batterie delle frontali per tutto l?avvicinamento. Questo non è né corto né lineare: morena, ghiacciaio, morena e rocce e ghiacciaio ben crepacciato. Con ottimo timing però siamo alle rocce con le prime luci. La mastodontica e affascinante parete nord del Roseg ci sovrasta. Gli amici ci sono passati sotto tre volte per salirla, ma Essa non ha voluto. La promessa si legge nei loro sguardi estasiati. Le rocce sono belle e la neve non è molta. I passaggi più impegnativi (IV) sono pure asciutti e addirittura spittati. Ormai è arrivato il sole e il panorama spazia di centinaia di chilometri. Davanti a noi solo due cordate, ma sempre a distanza: e pensare che d?estate qua c?è ressa? La cresta si rivela facile e divertente. Giunti alla fine delle rocce, la salita alla vetta, come da programma sarà una bella mazzata, ma la traccia è buona e la visuale dalla vetta sarà il meritato premio. Purtroppo Mirko e Roberto ci aspettano al colle. La vetta principale è tuttavia poco (mia trop!) oltre e la lasceremo per il ?ritorno?. Quei 16 metri non nascondo quasi nulla della meraviglia che si gode da quassù. E? però ora di scendere a valle. Purtroppo la discesa per la Capanna Coaz non pare in condizioni: il canale non banale e il ghiacciaio, al contrario del nostro di salita in ottime condizioni, sembra un vero labirinto. Ritornati sulle rocce, quindi, ci caliamo per le comode doppie non lungo la salita, ma su una linea diretta che consegna direttamente al ghiacciaio. Giunti al rifugio, le finestre sbarrate e i tavoli tolti dalla terrazza ci ricordano che ormai la stagione è proprio finita, nonostante questa giornata simil estiva. Ora questo torna ad essere il solo regno degli animali. Giunti in fondovalle i bramiti dei cervi (o rugli di orsi???) in amore (inquietanti!) che di continuo si odono provenire dal bosco sembrano volerci ricordare che ormai è ora di lasciare questo angolo di paradiso nella pace che si è guadagnato dopo mesi di affollamento e turismo. Ciao Roseg, buon ?letargo?.
Come sempre la montagna non è solo natura e contatto con essa. Non è solo introspezione nei tanti momenti di solitudine (mentre si sale in silenzio, mentre si contempla un panorama). Ma è anche e soprattutto condivisione ed amicizia. Bello assaporare questi sentimenti qua piuttosto che altrove. E? inutile dire che qua sono più intense. Chissà perché!? Grazie ai compagni di questa nuova emozionante salita.
Il fotoreport completo allo:
http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=6214
E qui il solito assaggio:
La Biancograt si tinge di rosso?
Spigolotto spittato
Doppie in cresta

Quanto monotona sarebbe la faccia della Terra senza le montagne (Emanuel Kant).
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