pericolosità e difficoltà

Area di discussione su argomenti di montagna in generale.

Messaggioda Vigorone » ven set 14, 2007 14:15 pm

scheggia ha scritto:in termine oggettivo il sentiero non è pericoloso, non è pericolosa manco una atomica, pensa che bel sopramobile :wink:


...e dopo un po' anche fosforescente!

scheggia, ti quoto, la mia idea e' che quando trascuri e fai il figo parte la cazzata
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Quando ti metterai in viaggio per Itaca
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lentopede

Messaggioda lentopede » ven set 14, 2007 15:22 pm

No, io ho solo detto: "personalmente ritengo il sentiero (ovviamente non quello nei boschi) la situazione in assoluto più pericolosa in montagna". Dov'è l'avverbio oggettivamente?
E' ovvio che intendessi soltanto un particolare tipo di sentiero e se affrontato con leggerezza e scarsa concentrazione.
Nessuno si è mai sognato di dire che oggettivamente il sentiero è più pericoloso dell'arrampicata, ma soltanto che il sentiero con particolari caratteristiche, poiché obiettivamente facile, è una situazione troppo spesso sottovalutata sotto il profilo della pericolosità.
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Re: lentopede

Messaggioda scheggia » ven set 14, 2007 15:26 pm

lentopede ha scritto:No, io ho solo detto: "personalmente ritengo il sentiero (ovviamente non quello nei boschi) la situazione in assoluto più pericolosa in montagna". Dov'è l'avverbio oggettivamente?
E' ovvio che intendessi soltanto un particolare tipo di sentiero e se affrontato con leggerezza e scarsa concentrazione.
Nessuno si è mai sognato di dire che oggettivamente il sentiero è più pericoloso dell'arrampicata, ma soltanto che il sentiero con particolari caratteristiche, poiché obiettivamente facile, è una situazione troppo spesso sottovalutata sotto il profilo della pericolosità.


se sottovalutato e fatto da gente inesperta è così, ma dire che un sentiero è pericoloso ... :? ... tutto dipende dalla valutazione dei rischi generali che ci sono in montagna, ma quì si torna nel soggettivo :wink:
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Messaggioda il.bruno » ven set 14, 2007 15:30 pm

"... la situazione in assoluto più pericolosa ..." fa pensare ad una roba oggettiva ed inequivocabile, indipendente da altri fattori.

se non era quello il tuo pensiero, ci si era capiti male.
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Re: pericolosità e difficoltà

Messaggioda Enzolino » ven set 14, 2007 15:53 pm

lentopede ha scritto:Ho notato che sempre con maggior frequenza, anche da parte di esperti, in tema di montagna si tenda pericolosamente a confondere i due concetti.
Ciò che è difficile può anche non essere affatto pericoloso.
Viceversa, ciò che è tecnicamente facile può essere oggettivamente pericolosissimo.

Se a ciò aggiungiamo che molto spesso sui passaggi difficili tendiamo a essere concentratissimi, mentre sul facile tendiamo a rilassarci, ne consegue che, a maggior ragione, i due concetti debbono essere distinti con decisione, specie quando ci si rivolge ai neofiti.

Il recente tragico incidente sulla ferrata del Paterno, che ha determinato la morte del padre insieme al proprio figlio (sull'unico tratto di sentiero facile) sembra confermare questa tesi.

Per tali motivi, personalmente ritengo il sentiero (ovviamente non quello nei boschi) la situazione in assoluto più pericolosa in montagna. Chi non ci credesse, controlli il bollettino del soccorso alpino della provincia di Belluno degli ultimi tre anni: è impressionante il numero delle scivolate da sentiero con conseguenze drammatiche.

Cosa ne pensate?
Io considero la pericolosita' come il contributo di due fattori: le la gravita' delle conseguenze di un certo evento e la probabilita' che questo evento accada.

Se vado su gradi facili, e mi proteggo poco, le conseguenze di un volo saranno molto gravi, ma la probabilita' che questo accada sono basse.

Se vado su gradi difficili ma ben protetti, la conseguenze di un volo saranno poco gravi, ma la probabilita' che questo volo si manifesti sara' elevata.

Il gioco si fa interessante quando si aumenta sia la lunghezza del volo (e quindi la gravita' delle conseguenze) sia la difficolta' di una via. In tal caso, sia gravita' che probabilita' aumentano, e di conseguenza la pericolosita'.

Un modo per ridurre la pericolosita', comunque, e' bbassare la probabilita' che avvenga una caduta, aumentando le proprie capacita' ed esperienza.

Il discorso dell'attenzione e' importante, ma difficilmente quantificabile. :wink:
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Messaggioda il.bruno » ven set 14, 2007 16:07 pm

sergio-ex63-ora36 ha scritto:non si può dire in assoluto che un'attività sia più o meno pericolasa di altre se non in relazione ad un frequentatore (o ad una categoria di frequentatori)... :wink:

un modo c'è, ed è rapportare i casi di infortunio al numero di praticanti, o al numero di volte che l'attività viene praticata.
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Messaggioda quilodicoequilonego » ven set 14, 2007 16:08 pm

mi ero sbagliato

per rimediare propongo che, all'inizio di ogni sentiero venga messo il segnale pericolo di morte, con la scritta chi cammina sui sentieri muore
enzo
Avè rot le bale, basta spit 'n Dolomiti, tanto i cavan tuti...
In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
VIA TUTTTTTT
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Messaggioda gug » ven set 14, 2007 16:12 pm

In alpinismo esistono due tipi di rischi: i pericoli tecnici inerenti la progressione in se stessa, che dipendono dalla capacità dell'arrampicatore, e i pericoli oggettivi che esulano dalla capacità dello scalatore e sono intrinseci dell'ambiente che si affronta.
Per i primi esiste tutta una serie di artifici che vanno a formare la catena di sicurezza che, unita alla capacità tecnica dello scalatore, devono preservarlo da danni. Di solito questi sistemi funzionano in quanto gli incidenti dovuti a inefficienze di questa catena sono relativamente rari.
Per il secondo tipo di pericoli, invece, l'unico modo di evitare danni è l'esperienza dello scalatore nel tenersene alla larga: spesso ciò non avviene e molti incidenti avvengono per questo tipo di pericoli. Infatti gli incidenti su neve e ghiaccio sono molto più frequenti perchè in quel tipo di ambiente i pericoli oggettivi sono maggiori.
Nel caso di escursionisti su sentieri, spesso capita che questi sono esposti ad entrambi i tipi di pericolo e non hanno la capacità di mettere in atto la catena di sicurezza per evitare i pericoli tecnici, ne l'esperienza per evitare i pericoli oggettivi, perchè l'apparente facilità di progressione attira molti inesperti.
Secondo me questo è il motivo per cui ci sono molti incidenti in escursionismo: manca una "barriera" di ingresso che imponga di imparare e fare l'esperienza necessaria.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Re: lentopede

Messaggioda asalalp » ven set 14, 2007 16:22 pm

lentopede ha scritto:personalmente ritengo il sentiero (ovviamente non quello nei boschi) la situazione in assoluto più pericolosa in montagna.


Invece è proprio quello nei boschi che è pericoloso. Infatti è li che i cercatori di funghi escono dal sentiero, fanno 20 km dentro al bosco e poi non sanno più dove ca**o sono.

Un altro sentiero pericolosissimo è quello erboso affrontato dagli escursionisti con le scarpe da ginnastica o coi sandali.
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Messaggioda net-surfer » sab set 15, 2007 22:27 pm

L'attività più pericolosa è stare a letto, infatti a letto ci muore un sacco di gente... :roll: :roll: :D :D :D
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Messaggioda il mago di napoli » dom set 16, 2007 10:01 am

'na perla de saggezza....



serve a controbilanciare la "novità" dell'argomento...
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Messaggioda lentopede » lun set 17, 2007 18:50 pm

Enzolino ha molto brillantemente detto :"Io considero la pericolosita' come il contributo di due fattori: le la gravita' delle conseguenze di un certo evento e la probabilita' che questo evento accada".

Forse, parafrasando Enzolino, più che contributo di due fattori, potremmo meglio dire che il termine pericolosità in montagna può avere due significati non necessarimente coesistenti:
1 la probabilità che un dato evento negativo accada;
2 l'ipotizzabile gravità delle conseguenze di un certo evento.

E' chiaro che io intendessi riferirmi solo alle situazioni descritte dal 2° significato.

Se analizziamo la progressione su una via di arrampicata tecnicamente difficilissima e al limite delle nostre capacità fisiche e tecniche, si avrà pericolosità secondo il primo significato, ma magari non necessariamente per il secondo.

Se prendiamo un sentiero particolarmente esposto, quest'ultimo non sarà sicuramente pericoloso nella prima accezione del termine, ma lo sarà sicuramente nel secondo.

Quilodico, davvero bellissima la battuta sui cartelli "pericolo morte" sui sentieri.
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Messaggioda Lou » mer set 26, 2007 18:45 pm

effettivamente pericolosità e difficoltà non sempre coincidono. se posso fare 2 esempi dove mi è sembrato evidente citerei le montagne che conosco, ovvero 2 noti percorsi della val Veny:

bivacco Hess sentiero + pericoloso: tratto finale su ripido (50 o 55°?) canalone di detrito fine e instabile, con sentiero inesistente dove non è possibile usare le mani (non è roccia).

rifugio Borrelli sentiero + difficile. tratto di ferrata con camino di 6 m verticale; traverso esposto. però la roccia tiene

se conoscete questi itinerari penso che confermerete
meglio la croce sulle vette della croce sulle tette
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