da èrman » sab apr 22, 2006 16:42 pm
Forse la domanda non è tanto intelligente ma comunque fa pensare soprattutto se leggiamo attentamente i racconti di Maestri e Fava che riporto sotto. Bisogna anche sapere che a quei tempi, sulle fisse, salivano a braccia ed il o i prussik servivano solo quale protezione. Anche nel '70, nonostante avessero già le jumars salivano a braccia e sulla corda fissa c'era un nodo più o meno ogni metro per aiutarsi. Su una corda da 12 millimetri di canapa non si va poi male se è asciutta,..
MAESTRI (Arrampicare è il mio mestiere): ?Il Torre è bianco, meravigliosamente bianco?...
?Cerchiamo di individuare la direzione e cominciamo a scavare un tunnel di circa sei metri di profondità, finché arriviamo alla neve dura?...
?Così lavorando a turno fino a sera, scaviamo un tunnel profondo quindici metri per due metri di larghezza e un metro e ottanta di altezza?...
?Saliamo insieme fino alla base del diedro poi, sempre usufruendo delle corde fisse, lo superiamo. Io salgo, assicuro Cesarino, il quale assicura Toni, mentre io salgo lungo le corde fisse per poi ripetere le operazioni precedenti??
??Al termine della neve si alza una serie di fessure. Prendiamo la principale, in parte libera e in parte ricoperta di ghiaccio. Scambiamo ancora una volta le posizioni e i sacchi, e cominciamo a salire. Le difficoltà si aggirano sul quarto e quinto grado, ci alziamo abbastanza velocemente?.
MAESTRI (Bollettino SAT ?59): ?Risaliamo velocemente usufruendo delle corde fisse: il primo diedro e poi il secondo arrivando dopo 11 ore alla piccola forcella a nord del Torre?.
FAVA (Patagonia: terra di sogni infranti): ?Attraversiamo in diagonale il nevaio pensile fin sotto il liscio diedro trasformato in un ampio camino dalla neve incrostata sulla roccia??
??Mi sembra che con quel mantello di neve assodata sulla parete, il Torre volenteroso ci abbia spianato molti ostacoli?.