da troll » gio mar 24, 2005 21:37 pm
da yinyang » mer mar 30, 2005 13:11 pm
da Fokozzone » mer mar 30, 2005 13:47 pm
Booo ha scritto:
1) La scienza esercita le sue leggi anche quando nessuno la osserva.
2) Mentre siamo noi gli implementatori di morale/religione/etica. Quindi senza attori la commedia non va in scena.
3)La scienza è l'unica chance che ha l'uomo per trovare un senso all'esistenza del tutto in questo mondo. In fondo gli scienziati se la tirano molto meno dei preti!
da Fokozzone » mer mar 30, 2005 13:57 pm
da Pierluigi Vesica » gio mar 31, 2005 12:17 pm
Fokozzone ha scritto:Sono convinto che ciò che può salvare la ricerca, sia il fatto di comportarsi davvero da scienza. Mi spiego: il fine a cui deve tendere è la verità, ovviamente ristretta al proprio campo di osservazione.
Ciò che la snatura, invece, è di asservirla, fin dal suo nascere, ad altri fini come il lucro, il potere, l' aggressività. Quando la ricerca è troppo ristretta al conseguimento di un' obiettivo di utilità immediata, spesso porta a risultati anemici e a forzature, come uno che cercasse di attivare una funzione di una macchina col manuale in una lingua straniera che non conosce. Il grande scienziato sa leggere il manuale e attiva facilmente quella funzione, perché per lui è un sotto-caso del problema che sta studiando nel suo complesso.
Fokozzone
da Booo » ven apr 01, 2005 6:48 am
Fokozzone ha scritto:Sul punto 1) bisogna correggere il tiro: è la realtà fisica che si comporta alla sua maniera, non la scienza che esercita le sue leggi. Ti pare che la pera cada perché esiste la legge della gravitazione universale? Allora prima di Newton le pere galleggiavano nell' aria?
Le leggi scientifiche sono un modello della realtà, un ente di ragione che cerca di descrivere sinteticamente il comportamento della realtà. Nell' elaborazione del modello, tuttavia, lo scienziato esercita una capacità creativa, come dimostra il fatto che molte leggi fisiche non sono nate perfette, ma sono state affinate col tempo. Significativo anche il fatto che Galileo (:wink: eh Alfa!) avesse falsificato i suoi dati sperimentali pur di far passare la sua teoria che, in base alla propria intuizione creativa, era migliore di quella di Copernico (oggi sappiamo che in proposito avevano torto entrambi)
il punto 2) è egualmente discutibile: le leggi etiche sarebbero quelle che permettono all' uomo di vivere bene in quanto uomo. Non sono dunque arbitrarie, ma partono dalla conoscenza dell' uomo, sia che quest' ultima venga studiata tramite riflessione, sia che venga appresa per rivelazione divina nel caso si creda a un Dio creatore.
il punto 3) può essere accettabile a patto di credere fermamente e ciecamente che la realtà sia unicamente e puramente materiale. Anche in questo caso la scienza stessa avrebbe dei problemi nelle radici: la logica (definibile come la parte comune delle teorie) non è autoconsistente .(Goedel 1937)
Fokozzone
da Buzz » ven apr 01, 2005 8:10 am
da ivalle » ven apr 01, 2005 9:57 am
Booo ha scritto:1) Chiaro che spesso le leggi sono un modello approssimato della realtà. Ma il moto della terra intorno al sole sarebbe descrivibile nei termini previsti dalla relatività generale anche se Einstein non fosse mai esistito. Presumibilmente non sarebbe mai esistita una formulazione matematica di tale moto, ma tutto sarebbe continuato ad andare come se ci fosse sempre stata.
da Booo » ven apr 01, 2005 10:45 am
ivalle ha scritto:Le leggi della fisica sono sempre un modello approssimato della realtà.
Il moto della terra intorno al sole non sarebbe descrivibile nei termini previsti dalla relatività generale se Einstein (o chi per lui) non fosse mai esistito.
La relatività generale è il modello creato da Einstein per descrivere alcuni fenomeni fisici, ma non è la realtà.
Come ogni altro modello fisico, rimarrà valido fino a quando qualcuno proporrà un modello migliore e sarà in grado di provarne la validità con evidenza sperimentale.
da yinyang » ven apr 01, 2005 11:01 am
Booo ha scritto:Ma la cosa più bella della scienza è che è sempre pronta a mettere in discussione se stessa. Non ci sono dogmi e misteri. Solo problemi ancora da risolvere!
da Booo » ven apr 01, 2005 11:09 am
yinyang ha scritto:e aggiungerei che se per la scienza non ci sono dogmi (misteri si?)
non si può dire altrettanto per chi la scienza la pratica o la propugna
da ivalle » ven apr 01, 2005 11:22 am
Booo ha scritto:E' una bella domanda: tutto va come se o tutto va esattamente così?
da BBB » ven apr 01, 2005 12:00 pm
da Booo » ven apr 01, 2005 14:18 pm
ivalle ha scritto:Però la presunzione di molti ricercatori di poter dare "sbirciatina nella mente di Dio", mi sembra un po' ingenua.
Quando Schroedinger, Heisenberg, Pauli & co. dimostarono che le teorie relativistiche descrivevano bene i fenomeni a livello macroscopico, ma presentavano dei limiti se applicate allo studio della particelle, ad Einstein non resto che dire che si rifiutava di credere che Dio giocasse a dadi.
da ivalle » ven apr 01, 2005 15:10 pm
Booo ha scritto:Il senso della frase di Einstein è che presumibilmente sfugge ancora qualcosa che possa rendere pienamente comprensibili gli apparenti paradossi della meccanica quantistica. Non è ingenuità o presunzione, ma il dediderio di dare una spiegazione a dei fenomeni apparentemente inspiegabili.
da tispa » dom apr 03, 2005 1:23 am
da Booo » dom apr 03, 2005 14:48 pm
tispaccolafaccia ha scritto:altrochè scienza!
altrochè progresso !
non c'è bisogno di pensare alle manipolazioni genetiche per rendersi conto che l'EDEN promesso dalla scienza è un inganno, una fandonia,......
da Booo » dom apr 03, 2005 15:01 pm
ivalle ha scritto:Quelli che tu definisci "i paradossi della meccanica quantistica" sono il maggior risultato della fisica contemporanea, e tu li ritieni "fenomeni apparentemente inspiegabili"!?
Per me rappresentano la fine dei tentativi dell'uomo di voler ricondurre ogni aspetto della realtà fisica ad un'unica legge.
Il principio di indeterminazione pone dei limiti a ciò che può essere osservato (e quindi conosciuto), ma dall'accettazione di questi limiti (quindi non dal tentativo di un loro superamento) nasce una nuova teoria sulla materia.
Trovo questi concetti più "moderni", anche per implicazioni filosofiche che se ne possono trarre, rispetto alla concezione classica per la quale la conoscenza non ha limiti e tende asintoticamente verso una rappresentazione sempre più affidabilie della realtà.
da troll » lun apr 04, 2005 6:44 am
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