da Luca A. » ven lug 20, 2012 9:13 am
Semel in vita (e con tanta umiltà e cautela essendo merendero ravanator di tracce di capre e non praticante pareti verticali) devo dissentire da Giudi (che però ha postato l'anno scorso... magari ora ha cambiato idea), o almeno dall'estrapolazione verso cui porta il discorso negli ultimo post.
Nessuno dice che si debba vietare a priori il salire su concrezioni ed eventualmente sforacchiarle; per il semplice fatto che quasi qualunque roccia (almeno tutte le sedimentarie) è una concrezione, e in discreta percentuale è anche roba fossile e allora si dovrebbe arrampicare solo su granito o su plastica.
E nessuno che sia intelligente può immaginare un ambiente sottratto completamente alla antropizzazione, e del resto buona parte degli ambienti più belli del mondo (immaginiamo certe valli dolomitiche, magari prima del massacro commerciale che sono oggi) sono tali proprio per la loro secolare ed equilibrata antropizzazione (dal pascolo, alla "coltivazione" delle foreste a tutta la gestione del territorio in generale che ne ha fatto dei gioiellini).
Non si può però dire che l'aver spalmato di sebo per decenni la Cassin al Medale sia un attentato ad un ambiente pregevole e pregiato, pur con tutto l'amore che si può avere per quel paretozzo che -a parte l'esser calcare e quindi tecnicamente concrezione- e a parte l'affetto di tanti, insomma naturalisticamente e ambientalmente l'è quel che l'è.
Scale di grigi, dice giustamente il Drugo.
Se a cavallo delle guerre i Detassis, Donini e soci facevano allegramente saltare a mazza e a dinamite pezzi di Brenta per far passare le Bocchette (e oggi sono considerati dei miti e non dei lanzichenecchi), oggi non lo si potrebbe tollerare e anche slabbrare una fessura del Basso a forza di chiodature e schiodature può ragionevolmente esser ritenuto non etico, con tutti i salcazzi e diaviolerie rock-friendly che ci sono oggi disponibili.
Esattamente trent'anni fa tornando dalla Normale del Cimon della Pala, la guida che mi aveva parancato trovò una nicchia con dei meravigliosi coralli fossili; senza batter ciglio ne ruppe un pezzo e me lo regalò per ricordo. Ce l'ho ancora in una vetrinetta ma oggi (non allora) riterrei questo gesto una roba quasi da denuncia, o comunque eticamente indecente.
Certo che oggi è viva la consapevolezza di quanto non siano rinnovabili certe risorse, e questa consapevolezza credo vada coltivata.
Penso che l'arrampicata e l'alpinismo, come la speleologia e la subacquea, avendo la possibilità tecnica di raggiungere posti e strutture naturali "di confine", "di nicchia", particolarmente fragili e non accessibili alle masse, ed essendo essenzialmente attività ludiche, nei casi dubbi dovrebbero eventualmente eccedere sul versante della prudenza piuttosto che della permissività.
Dopodichè, i casi dubbi sono quasi tutti e quindi non se ne esce facilmente se non appellandosi al senso di responsabilità delle persone, che è la cosa più inaffidabile del mondo.
Perché se siam tutti d'accordo che non si deve demolire a martellate un fossile di dinosauro e che invece ungere un po' di manate sudate il Medale non è tanto grave, queste stalattiti siciliane in che posizione intermedia si collocano?
Boh.
"Quando saremo vecchi,
mi guiderai ai nostri antichi attacchi
e staremo lì a guardare in su".
(Dino Buzzati)