Cosacco ha scritto:Vorrei aggiungere una piccola cosa come "turista":
Alla domanda perchè per le ferie estive preferisco, spesso, le zone come alta badia, per esempio, la risposta non è per il numero di impianti di risalita. Ma semplicemente perche la qualità degli alberghi e appartamenti è notevolmente migliore con prezzi più ragionevoli, sicuramente è una regione a statuto speciale e arriva più denaro ma il denaro non migliora la cortesia e la disponibilità della gente. Con questo intendo dire che spesso nella zona zoldana ecc. la proposto di alloggio è obbligata ad un lungo periodo, come se tutti potessimo permetterci di prendere la casa per 4 settimane, e il rifiuto di accettare il mio gatto ( grande appassionato delle vacanze in montagna).
Tutto questo sproloquio per dire che forse invece di pensare a nuovi impianti e piste da sci dovrebbero pensare a come accogliere meglio i turisti, i soldi sarebbe meglio darli all'albergatore per il rimodernamento dell'hotel-casa non toccare lo splendido paesaggio
Concordo.
Però oltre al beneficio innegabile dei maggiori contributi che ricevono, gli altoatesini sono aiutati nella loro funzione di albergatori anche da una mentalità mille anni luce distante da quella degli zoldani, o dei cadorini, o degli agordini, ecc.
Da sempre loro curano il loro terrritorio alla vecchia maniera (è anche vero che lo rovinano benissimo alla nuova maniera con le funivie, ma non è questo il punto di cui voglio discutere).
Per loro il lavoro di albergatore è consequenziale alla tradizione di curare la propria casa e i beni rurali (prati boschi, allevamento) con la massima dedizione, lavorando senza risparmio né orari. Essi nascono dunque imprenditori della loro amatissima proprietà e pochi di loro si lasciano sedurre da quei miraggi industriali che purtroppo spesso si rivelano effimeri (vedi Luxottica) e che li distoglierebbero dalle attitudini e dai mestieri della tradizione di cui essi sono fieri.
A questo punto, integrata così nell'ambiente l'attività di ospitalità viene facile e offre il massimo. Nessun bellunese potrebbe offrire di più a minor costo, perché il bellunese, per anni obbligato ad emigrare dall'assenza dei contributi che hanno invece permesso agli altoatesini di restare, ha perso l'attaccamento al prato, al bosco, agli animali e ai sudati lavori della tradizione, e dunque anche l'ospitalità che può offrire è limitata, condizionata e faticosa, e il servizio ne risente.
Comunque la strada dei comprensori sciistici è un rimedio peggiore del male, perché favorisce il turismo-cavalletta stagionale da rapina a scapito di uno più consapevole che possa comportare alla lunga una reale valorizzazione del territorio, rispettosa e ad ampio spettro.