Fine stagione?

Fine stagione?

Messaggioda ncianca » lun feb 24, 2014 10:47 am

Sabato abbiamo passeggiato su e giù per la Valleille e ho buttato un occhio un po' su tutte le cascate fino all'area Stella Artice, Inachevée Conception, etc. Ora, premetto che non sono ancora un espertone, ma mi è sembrato che tutte le frange e colonne fossero davvero un po' al limite. Alcune, come Hard Ice In The Rock hanno evidenti linee di frattura, a detta di chi l'ha salita, risaldata, però... Complessivamente tutte ancora molto ciccie, ma tutte anche martoriate dai passaggi (davvero tanti quest'anno) e dagli sbalzi termici (a fine gennaio avrei giurato che fosse finita la stagione).

Comunque...

Mentre facevo sicura al socio sul primo tiro di Stella Artice, decine di altri climber affollavano Inchevée e Jedi Master. Sopra di loro due stalattiti di dimensioni ENORMI, praticamente identiche in dimensione e sicuramente identiche in apparenza. Su di una c'era una cordata (secondo tiro di Inachevée), subito dietro un'altra alle prese con il traverso, sotto gente in coda anche per Jedi (!!!), e poi altri in arrivo. Insomma solito affollamento e noi momentaneamente soli su Stella ;-)

Ad un certo punto giro lo sguardo e vedo una delle due frange, ringraziando iddio non quella con sopra i climber, staccarsi completamente, senza preavviso, senza fare rumore e venire giù. In quel momento secondo me c'era davvero tanta gente nell'area. Solo un miracolo ha fatto sì che non ci fosse nessuno nell'area dell'impatto. Quello sì che ha fatto rumore. Attimo di silenzio e poi solite battute di rito per allontanare la paura. The show must go on.

Io mi sono silenziosamente cagato in mano. Ho subito concluso, da ignorante, che quel giorno sarebbe venuto giù tutto. Difetto dei fisici (so' fisico). Vedi una cosa un volta, stabilisci la legge. Ho raggiunto il socio in sosta e poco sotto ho sentito un rumore di assestamento tipo raudo. L'altra volta che erò lì c'era molta più acqua che scendeva dalle frange sopra la sosta, ma nessun rumore. Sabato era tutto bello secco e asciutto, ma ogni due o tre minuti un rumorino la colonna lo faceva. L'ho guardata bene anche da dietro. Ho concluso che non veniva da lì, ma da una frangia sospesa a sinistra della colonna. Quindi tutto ok per partire. Parto e grazie ai numerosi agganci riesco a spicozzare il meno possibile. L'unico danno che faccio è piantare le viti. Ad ogni vite dico alla cascata, "scusa, scusa, ancora una e me ne vado". A metà colonna d'istinto voglio buttare il piede sinistro in un bel buco ed ecco che vedo la frattura. Dico al socio di starsene nella grottina e ritiro la zampa. La frangia è grossa e in caso di crollo prende chi sta per arrivare alla prima sosta. Guardo se ho qualcuno sotto. Ora mi trovo nella stessa condizione del socio ispanico quando in gennaio si è fatto lo stesso scrupolo e poi è caduto per fortuna senza conseguenze gravi. Lezione imparata, urlo qualcosa a chi è sotto e deve ancora partire, forse mi sentono forse no, forse non devono neanche fare Stella, e vado avanti come se niente fosse. Quando poi ci caleremo farò un po' di bonifica, ma quella frangia non mi sono sentito di toccarla. È ancora lì. Ci siamo calati tutti a sinistra e via verso la seconda cascata della giornata.

Ora... forse tutto ciò è normale amministrazione. I crolli, i rumori di assestamento, etc. Per me era la prima volta e ho dichiarato la mia stagione finita. Almeno su tutto ciò che è freestanding o appeso. Usciti dalla seconda cascata al sole era oggettivamente da maglietta. Mi sono chiesto come facesse a resistere il ghiaccio sull'altra sponda della valle affollatissimissima e in pieno sole già da qualche ora.

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Re: Fine stagione?

Messaggioda Ziggomatic » lun feb 24, 2014 14:10 pm

Certo non sono un veterano, nè del forum nè delle cascate ma per quanto mi riguarda la stagione del ghiaccio si è interrotta già da un po', almeno in Valleille. Troppa gente nel we per troppo poche cascate praticabili, almeno secondo i miei personali parametri che in questo tipo di attività, presuppongono margini di sicurezza piuttosto ampi. All'ultimo giro, all'inizio del mese, avevamo troppa neve sopra la testa e si vedevano crepe un po'ovunque. Ci siamo accontentati di un tiro su Stalattite di cristallo.
Pare che le temperature nei prossimi giorni scenderanno un pochino, ma temo che la stagione non sia recuperabile....
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Messaggioda windtito » lun feb 24, 2014 15:21 pm

Non sono molti in grado di fare "Jedi Master" M11, si presuppone che questi sappiano quello che fanno e sanno valutare il pericolo.


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202615429458446&l=7dcacf3089

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Messaggioda Ziggomatic » lun feb 24, 2014 15:46 pm

windtito ha scritto:Non sono molti in grado di fare "Jedi Master" M11, si presuppone che questi sappiano quello che fanno e sanno valutare il pericolo.


Non ne dubito.
Immagino che tu sappia che, su roba del genere, le condizioni del ghiaccio sia il penultimo dei problemi...
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Messaggioda windtito » lun feb 24, 2014 16:10 pm

Ziggomatic ha scritto:
windtito ha scritto:Non sono molti in grado di fare "Jedi Master" M11, si presuppone che questi sappiano quello che fanno e sanno valutare il pericolo.


Non ne dubito.
Immagino che tu sappia che, su roba del genere, le condizioni del ghiaccio sia il penultimo dei problemi...


non sono daccordo, le condizioni del ghiaccio sono sempre al primo posto assime alla valutazione di tutti gli aspetti che concorrono al pericolo come innevamento , cambio di tempertura ecc. Alla base di una prestazione difficile cè sempre uno studio attento di tutti i fattori di rischio......

le cascate di ghiaccio fanno parte dell'alpinismo + estremo e si presuppone che chi le fa lo sia ...... invece sempre + spesso si vede in giro gente senza adeguata esperienza alpinistica che affronta cascate anche impegnative come se fosse in falesia .... a mio modesto parere questo e' il problema non le frange sospese o le candele spezzate/appese. Un vero chiacciatore dovrebbe saper valutare tutti gli aspetti e agire di conseguenza , in ultimo anche rinunciare.
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Messaggioda ncianca » lun feb 24, 2014 16:13 pm

windtito ha scritto:le cascate di ghiaccio fanno parte dell'alpinismo + estremo e si presuppone che chi le fa lo sia ...... invece sempre + spesso si vede in giro gente senza adeguata esperienza alpinistica che affronta cascate anche impegnative come se fosse in falesia .... a mio modesto parere questo e' il problema non le frange sospese o le candele spezzate/appese. Un vero ghiacciatore dovrebbe saper valutare tutti gli aspetti e agire di conseguenza , in ultimo anche rinunciare.

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Messaggioda undertaker777 » lun feb 24, 2014 16:19 pm

dare consigli, se richiesti, è cortesia, però...

non sempre insegnare dall'alto agli altri cosa e come, è la mossa più intelligente


cmq liberi di fare i grilli parlanti, mi eclisso
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Messaggioda PIEDENERO » lun feb 24, 2014 16:24 pm

ncianca ha scritto:
windtito ha scritto:le cascate di ghiaccio fanno parte dell'alpinismo + estremo e si presuppone che chi le fa lo sia ...... invece sempre + spesso si vede in giro gente senza adeguata esperienza alpinistica che affronta cascate anche impegnative come se fosse in falesia .... a mio modesto parere questo e' il problema non le frange sospese o le candele spezzate/appese. Un vero ghiacciatore dovrebbe saper valutare tutti gli aspetti e agire di conseguenza , in ultimo anche rinunciare.

Hai ragione su tutta la linea e condivido al 100%.


Alcune considerazioni da parte di un vecchio fifone più che di un veterano
Io vedo in giro tanta ignoranza nel senso corretto del termine, cioè gente che ignora ed in questi casi, per la maggiore, ignora i pericoli oggettivi. E tu, ponendoti il dubbio me lo stai confermando. Ti stai chiedendo ?ma è tutto normale??
A mio modestissimo avviso non è assolutamente normale, cioè non lo dovrebbe essere, ma il fatto di trovare molta gente in una situazione di anormalità ti fa apparire tutto normale.

Non conosco le ?regole? delle cascate, mi bastano i racconti dei ?soci? che le frequentano, ma per analogia ho conosciuto quelle dello sci alpinismo che ho praticato per un po? di anni. Ebbene da quel ho capito, molte delle cose che insegnano non servono a niente ma soprattutto l?ambiente dove queste attività vengono praticate ha tante di quelle variabili che non è possibile riuscire a prevederne gli effetti. O meglio sarebbe possibile ma questo implicherebbe un?esperienza enorme (anni e anni) e continue rinunce (chi è disposto magari dopo mesi di attesa, due ore di auto e un?ora di cammino?) . Solo forse chi abita in quelle zone e osserva il territorio quotidianamente e da anni potrebbe essere in grado di valutare con un buon margine di sicurezza.
Noi che viviamo ad una, due ore di auto da quei luoghi e che li frequentiamo magari per poche ore all?anno non possiamo sicuramente avere un?idea delle condizioni in cui si trovano neve o ghiaccio. Ci affidiamo allora, ma non è detto, alle nozioni teoriche che ci insegnano o quel poco che siamo in grado di constatare. È un?illusione.
Però le cascate fanno figo la neve fresca è una figata.
Ora, le varie attività di cui si parla, roccia compresa, hanno componenti di rischio, lo sappiamo e siamo liberi di accettarle o meno, ci mancherebbe ma io ho sempre avuto l?impressione che molti di quelli che praticano non cela ?contano giusta? che siano, in buona fede, superficiali e pressappochisti.

C?è una tendenza alla sottovalutazione dei rischi che è sconcertante.

Il libero accesso alla montagna è un diritto, ma ha dignità solo se accompagnato da un lungo percorso di autodisciplina e consapevolezza.
Libertà in montagna è, dunque, libertà di movimento arricchita dall?esercizio della consapevolezza: che vuol dire preparazione, disciplina, consapevolezza del limite, e, solo secondariamente, raggiungimento di una prestazione. Libertà è anche quella di rinunciare, avere il coraggio di tornare indietro se i presupposti non sono sufficienti alla progressione.
Per questi motivi l?attività alpinistica è e deve rimanere libera, pura e consapevole, e non deve essere confusa con l?attività sportiva ispirata invece a criteri di pratica ?sicura?..........


I pericoli e i rischi vengono dalla disparità tra persona e montagna, come per mari e deserti. Sono elementi costitutivi dell?alpinismo e fondanti la libertà di scelta. Vanno legati all?esercizio della responsabilità e la domanda che dobbiamo porci è: quale rischio mi posso permettere in questa situazione? La valutazione e la successiva accettazione del rischio, oltre che aspetto costitutivo dell?esperienza alpinistica, sono elementi positivi e consentono il percorso di evoluzione personale.
Il diritto al rischio è valido solo quando è frutto di una scelta consapevole e rispettosa degli altri,?..


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Messaggioda Ziggomatic » lun feb 24, 2014 16:26 pm

windtito ha scritto:le cascate di ghiaccio fanno parte dell'alpinismo + estremo e si presuppone che chi le fa lo sia ...... invece sempre + spesso si vede in giro gente senza adeguata esperienza alpinistica che affronta cascate anche impegnative come se fosse in falesia .... a mio modesto parere questo e' il problema non le frange sospese o le candele spezzate/appese. Un vero chiacciatore dovrebbe saper valutare tutti gli aspetti e agire di conseguenza , in ultimo anche rinunciare.


Tutto vero, per carità...
Intendevo dire che lì di ghiaccio ce n'è qua e là, trattandosi di un vione di misto... e quello che c'è, così come e messo, può comodamente venir giù anche con condizioni potenzialmente ottimali.
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Messaggioda Pié » lun feb 24, 2014 16:29 pm

bah under..
mi sembra che ncianca abbia descritto in maniera molto lucida una determinata situazione, che sappiamo benissimo tutti come poteva evolversi. Situazione che lo ha portato a fare sue considerazioni..

non mi sembra che nessuno voglia insegnare a nessuno..

detto questo, e detto da un cretino qualunque, per me anche i "forti" possono fare minchiate ed errori di valutazione. un po' di umiltà da parte di tutti non guasterebbe..
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Messaggioda undertaker777 » lun feb 24, 2014 16:48 pm

parlavo per quelli che sanno quello che fanno, ma a volte no, perchè le minchiate l'hanno fatte tutti, ma proprio tuttitutti (anche se quella volta è andata di culo... e l'altra anche... e...)
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Messaggioda Pié » lun feb 24, 2014 16:55 pm

undertaker777 ha scritto:parlavo per quelli che sanno quello che fanno, ma a volte no, perchè le minchiate l'hanno fatte tutti, ma proprio tuttitutti


anch'io.. avevo capito male, scusa :wink:

già.. ed aggiungo che su cascata ci vuol una buona dose di fortuna per scampare ai propri errori e tanta umiltà per capire dove si è sbagliato.. ma il trovarsi in un ambiente affollato non credo che aiuti il processo di apprendimento.
volevo scriverlo prima ma non volevo esser pedante..
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Messaggioda ncianca » lun feb 24, 2014 17:42 pm

Tra i sudditi che hanno una mente semplice si diceva sempre, ischerzando (credo...), "you have to be prepared to die". Infatti cadono come mosche. Detto ciò, come sempre i sudditi riassumono in modo sconcertante una verità non discutibile, ovvero che a fare quello che facciamo, su ghiaccio, su neve, su roccia, si può allegramente morire. Noi siamo italici e leggiamo le lunghe trombonate filosofiche dei nostri tromboni se non siamo noi stessi a strombettare (eccomi!). Hanno ragione anche loro, ma forse preferisco la versione semplice degli anglosassoni, più elegantemente elaborata nel démodé Rock Warrior's Way. Meno ipocrita, meno altisonante, ma più diretta. Il divertimento e/o il successo passa attraverso l'accettazione di un rischio mai calcolabile. Illudersi che esista un margine di sicurezza accettabile è, appunto, pura illusione. Alla fine è una linea sottile quella che separa una giornata di divertimento dall'essere ricordato come un minchia di calibro maximo. Sono troppi i super big che sono caduti per errori banali per concludere che certe cose le fa solo chi sa cosa sta facendo. In questo senso condivido quello che intende undertaker77. Vero anche quello che osserva quel vecchio fifone di PN. La gente non sa più quando sta andando. È un fenomeno che si nota ovunque. Forse il mio intervento è altamente retorico in questo senso. Lo so che non è normale, ma rimango lo stesso di sasso quando assisto a certe cose. In sosta mi sono a lungo consultato con il socio. Si tratta di valutare le condizioni di quello che si sta salendo, ma anche quelle proprie mentali. Il tutto sulla base di esperienze dirette ed indirette. Importante è saper dire basta. Quest'anno ho provato qualche cascata in più del solito, ma ne ho finite davvero poche. Sono più le volte che mi sono calato dicendomi, "mobbastaveramenteperò", che le volte che sono arrivato alla fine. E lo stesso ci avrei potuto lasciare le penne in qualunque momento. Sono pienamente consapevole di questo. Sono pienamente consapevole che sulla roccia, con o senza spit, poco cambia. Sono pienamente consapevole di viaggiare su quella linea sottile che ho descritto poco sopra. Sono pienamente consapevole di essere per questo un emerito c******e. Inutile illudermi di avere sempre tutto sotto controllo. Sono però anche consapevole che se non fosse così non sentirei di vivere appieno la mia esistenza. Pace e bene a voi rampicanti.

Ciao!

Nic
Ultima modifica di ncianca il mar feb 25, 2014 7:31 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda A.D.V. » mar feb 25, 2014 3:03 am

PIEDENERO ha scritto:
ncianca ha scritto:
windtito ha scritto:le cascate di ghiaccio fanno parte dell'alpinismo + estremo e si presuppone che chi le fa lo sia ...... invece sempre + spesso si vede in giro gente senza adeguata esperienza alpinistica che affronta cascate anche impegnative come se fosse in falesia .... a mio modesto parere questo e' il problema non le frange sospese o le candele spezzate/appese. Un vero ghiacciatore dovrebbe saper valutare tutti gli aspetti e agire di conseguenza , in ultimo anche rinunciare.

Hai ragione su tutta la linea e condivido al 100%.


Alcune considerazioni da parte di un vecchio fifone più che di un veterano
Io vedo in giro tanta ignoranza nel senso corretto del termine, cioè gente che ignora ed in questi casi, per la maggiore, ignora i pericoli oggettivi. E tu, ponendoti il dubbio me lo stai confermando. Ti stai chiedendo ?ma è tutto normale??
A mio modestissimo avviso non è assolutamente normale, cioè non lo dovrebbe essere, ma il fatto di trovare molta gente in una situazione di anormalità ti fa apparire tutto normale.

Non conosco le ?regole? delle cascate, mi bastano i racconti dei ?soci? che le frequentano, ma per analogia ho conosciuto quelle dello sci alpinismo che ho praticato per un po? di anni. Ebbene da quel ho capito, molte delle cose che insegnano non servono a niente ma soprattutto l?ambiente dove queste attività vengono praticate ha tante di quelle variabili che non è possibile riuscire a prevederne gli effetti. O meglio sarebbe possibile ma questo implicherebbe un?esperienza enorme (anni e anni) e continue rinunce (chi è disposto magari dopo mesi di attesa, due ore di auto e un?ora di cammino?) . Solo forse chi abita in quelle zone e osserva il territorio quotidianamente e da anni potrebbe essere in grado di valutare con un buon margine di sicurezza.
Noi che viviamo ad una, due ore di auto da quei luoghi e che li frequentiamo magari per poche ore all?anno non possiamo sicuramente avere un?idea delle condizioni in cui si trovano neve o ghiaccio. Ci affidiamo allora, ma non è detto, alle nozioni teoriche che ci insegnano o quel poco che siamo in grado di constatare. È un?illusione.
Però le cascate fanno figo la neve fresca è una figata.
Ora, le varie attività di cui si parla, roccia compresa, hanno componenti di rischio, lo sappiamo e siamo liberi di accettarle o meno, ci mancherebbe ma io ho sempre avuto l?impressione che molti di quelli che praticano non cela ?contano giusta? che siano, in buona fede, superficiali e pressappochisti.

C?è una tendenza alla sottovalutazione dei rischi che è sconcertante.

Il libero accesso alla montagna è un diritto, ma ha dignità solo se accompagnato da un lungo percorso di autodisciplina e consapevolezza.
Libertà in montagna è, dunque, libertà di movimento arricchita dall?esercizio della consapevolezza: che vuol dire preparazione, disciplina, consapevolezza del limite, e, solo secondariamente, raggiungimento di una prestazione. Libertà è anche quella di rinunciare, avere il coraggio di tornare indietro se i presupposti non sono sufficienti alla progressione.
Per questi motivi l?attività alpinistica è e deve rimanere libera, pura e consapevole, e non deve essere confusa con l?attività sportiva ispirata invece a criteri di pratica ?sicura?..........


I pericoli e i rischi vengono dalla disparità tra persona e montagna, come per mari e deserti. Sono elementi costitutivi dell?alpinismo e fondanti la libertà di scelta. Vanno legati all?esercizio della responsabilità e la domanda che dobbiamo porci è: quale rischio mi posso permettere in questa situazione? La valutazione e la successiva accettazione del rischio, oltre che aspetto costitutivo dell?esperienza alpinistica, sono elementi positivi e consentono il percorso di evoluzione personale.
Il diritto al rischio è valido solo quando è frutto di una scelta consapevole e rispettosa degli altri,?..


http://www.banff.it/giudizio-per-cause- ... -montagna/






Mi permetto di intervenire per esprimere quello che è il mio punto di vista (che si trova in perfetta sintonia con quanto detto da PN).

Pratico da un po' di anni lo scialpinismo.Ci dedico molta passione e molto tempo.
Negli ultimi anni ho assistito all' "esplosione" del cosiddetto "freeride" e ho riflettuto molto su questo nuovo trend.

Se devo essere sincero,sento che cio' che faccio io sia radicalmente diverso dal freeride non solo per motivi tecnici/sociologici (di powder ne vedo poca e uso sci decisamente "anoressici") ma anche per gli stessi motivi che elencava PN nel suo post.

Ora,per carita',io mi muovo sulle mie montagne e non sono chissa' che sciatore,ma le poche volte che mi capita di preparare/organizzare una cosiddetta "linea"(che comprende comunque anche una salita di tipo apinistico) mi sembra di instaurare un rapporto diverso con l' attivita' in se' che mi accingo a fare,rispetto ad altre declinazioni dello sci fuoripista in generale.
Mi succede spesso di studiare ed osservare queste "vie" durante l' autunno e l' estate col binocolo,spesso (quando le condizioni non mi sembrano ottimali) pello solo fino all' attacco per poi ritornare giù;non mancano di certo i famigerati "fiaschi" dove si abbandona il tutto a meta' per motivi metereologici/fisici ecc.
A tutto questo si aggiungono le necessarie considerazioni sulla stabilità del manto nevoso.

Lo scialpinismo,le cascate,come si diceva all' inizio,fanno parte di una frangia dell' alpinismo che,in certi frangenti,puo' certamente dirsi estrema.

Tuttavia credo che a volte si voglia vendere più l' "esperienza",intesa come miscuglio omogeneo di sensazioni e concetti (abbastanza semplicistici) che possono essere inquadrati all' interno di una determinata attività (alla quale poi,a volte,viene anche appiccicata la fastidiosa etichetta Extreme),tralasciando certi aspetti che saranno di sicuro meno vendibili o appetibili ai consumatori come "il brivido della powder" o "la salita della via X"

La fatica,la rinuncia quando necessaria (che rimane la colonna portante,a mio parere,di ogni tipo di sano,onesto alpinismo) e una riflessione su cio' che si affronta in quel determinato momento,il tutto magari supportato da un' adeguata conoscenza del luogo e dell' ambiente sono aspetti "scomodi" di queste attività che spesso vengono messi da parte.

Io la vedo così
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Messaggioda windtito » lun mar 03, 2014 20:19 pm

A riprova di quanto da me detto sula mentalita' da falesia , sabato un ragazzo stava facendo sicura alla base di Inachevèe conception . Chi conosce la cascata sa' che la via nel primo tratto è sotto un enorme tetto pieno di frange sospese pericolosissima se si sta sotto e non sui lati . Nonostante questo il ragazzo era proprio in linea con il salitore e sotto le frange. la sfiga che ci vede benissimo il primo ha fatto staccare un piattello di ghiaccio di una 10 cm che dopo un volo di almeno 20m ha colpito perfettamente in testa il ragazzo. Peccato che il ragazzo non prortava il casco ma una berretta sotto il cappuccio , per cui dalla botta si e' accasciato per terra sanguinante .
Spero sinceramente che si sia risolto solo con qualche punto in testa .... ma secondo voi questo e' un alpinista ?
Fa sicura in linea sotto al suo compagno , sotto le frange sospese, non porta il casco .... poi e' ovvio che succedono gli incidenti ...

scusate ance io faccio cazzate , ma la sicurezza deve prescindere da tutto...
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Messaggioda rf » lun mar 03, 2014 21:11 pm

windtito ha scritto:...
Spero sinceramente che si sia risolto solo con qualche punto in testa .... ma secondo voi questo e' un alpinista ?

a milano si dice che è un pirla, su questo non ci piove (anzi, ci cade ghiaccio duro in testa)


windtito ha scritto: scusate ance io faccio cazzate , ma la sicurezza deve prescindere da tutto...


ecco, qui invece mi discorso un po' fuori dal coro, non tanto per parere personale, quanto per approccio "culturale". Parto sempre dal principio che la mia libertà finisce dove comincia quella degli altri. Ma premesso ciò (cosa che contempla socio di cordata, amici, familiari e, non ultimi, eventuali soccorritori) uno sarà libero di andare a cacciarsi nei guai senza che gli si debba dare dell'incosciente e bla e bla e bla?

Mi spiego: se uno va a tentare una cascata (o una qualunque scalata, di quelle da notizia) assurda in capo al mondo, e muore (qualunque sia il motivo), era conscio di ciò che rischiava e bla e bla e bla. Pace all'anima sua, i migliori se ne vanno per primi e buona notte al secchio.

Se uno è un poveretto che prende 900 euro al mese, ha un w-e buono nel quale giocarsi il suo momento di gloria a 70 km da casa (per dire, non c'è nessun riferimento) con attrezzatura da proletario (quale è), va e ci rimane, era un incosciente, non sapeva cosa stava facendo e bla e bla e bla. Il momento di gloria è relativo a sé stessi, non alla performance assoluta. Come per quel tale in val di mello che pare abbia fatto piedi di piombo slegato, per intenderci.

in sintesi: non stiamo esagerando con 'sta menata della sicurezza? Io faccio una battaglia (per modo di dire) sulla CULTURA, uno deve sapere cosa sta facendo o cosa vuole provare. Poi, anche se l'obiettivo è troppo ambizioso, uno ha il diritto di provarci. E nessuno deve rompergli le balle. Se ce la fa, poi diventa uno grande e rispettato. Es perfetto: Hansjorg Auer, che se invece fosse andata male sarebbe stato descritto come un mezzo deficiente aspirante suicida e bla e bla e bla.

Se invece rimane appeso a un chiodo urlando "aiuto, voglio la mamma", deve anche sapere che magari nessuno va a prenderlo, se non a pagamento, secondo me!

Per finire, sempre nei limiti di cui sopra, uno sarà libero di essere incosciente? No?

Se "no", perché no?



ps: anche, con l'"H"
Ultima modifica di rf il lun mar 03, 2014 21:35 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda dieguitos » lun mar 03, 2014 21:25 pm

windtito ha scritto:A riprova di quanto da me detto sula mentalita' da falesia , sabato un ragazzo stava facendo sicura alla base di Inachevèe conception . Chi conosce la cascata sa' che la via nel primo tratto è sotto un enorme tetto pieno di frange sospese pericolosissima se si sta sotto e non sui lati . Nonostante questo il ragazzo era proprio in linea con il salitore e sotto le frange. la sfiga che ci vede benissimo il primo ha fatto staccare un piattello di ghiaccio di una 10 cm che dopo un volo di almeno 20m ha colpito perfettamente in testa il ragazzo. Peccato che il ragazzo non prortava il casco ma una berretta sotto il cappuccio , per cui dalla botta si e' accasciato per terra sanguinante .
Spero sinceramente che si sia risolto solo con qualche punto in testa .... ma secondo voi questo e' un alpinista ?
Fa sicura in linea sotto al suo compagno , sotto le frange sospese, non porta il casco .... poi e' ovvio che succedono gli incidenti ...

scusate ance io faccio cazzate , ma la sicurezza deve prescindere da tutto...



Ma tu eri lì?


Premesso che non mettere il casco mentre si fa sicura sotto una cascata di ghiaccio non è mai una buona idea.... direi una stupida idea... ma quel giorno erano ben altri i pericoli a cui si sarebbe dovuto dare la giusta importanza.

Ho visto dei pazzi partire per stella artice con una valanga dietro l'altra per poi fare dietro front dopo che una della tante li ha investiti in pieno e noi da lontano a urlargli di andarsene. Ho visto un sacco di gente avvicinarsi a Inachevèe, a la memoire du Buquetin e Cogne B&B nonostante le numerose valanghe che si stavano abbattendo sul Valeille e attorno a quei settori.

Non è anche questa imprudenza o incoscienza?



Purtroppo sabato, io e i miei compagni, nonostante aver fatto tutte le cose come vanno fatte (viaggiando a centro valle e attaccando appunto Inachevèe di buon mattino, essendo una delle poche "sicure" almeno fin sotto il tetto) abbiamo commesso un unico imperdonabile errore: sottovalutare l'eccessivo innevamento.... E a pochi metri dal sentiero dei ciaspolari, ormai sicuri di essere "fuori dai pericoli" abbiamo assaggiato la devastante violenza di cosa può fare lo spostamento d'aria di una valanga.
L'onda d'urto ci ha scaraventati sul greto del torrente e due di noi (me compreso) siamo rimasti sepolti dalla neve fresca sollevata dal "soffio".

Fortunatamente ci siamo tirati fuori da soli e a differenza di quanto detto dagli organi di stampa, il soccorso l'abbiamo allertato per paura che altri possano essere stati coinvolti.


Quel mattino due di noi sarebbero volentieri tornati indietro ma si sono fatti sopraffare dalla volontà e dall'esperienza degli altri due.

Non sottovalutiamo allora questo aspetto dell'andare in montagna, al di là della mentalità da falesia, pensiamo con la nostra testa e sappiamo rinunciare, anche se il compagno in quel momento vorrebbe fulminarti perché magari ha solo quel giorno a disposizione.


Meditate...........
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Messaggioda ncianca » lun mar 03, 2014 21:43 pm

dieguitos ha scritto:...

Vero che i giornalisti scrivono cazzate per deontologia, però (http://www.lastampa.it/2014/03/01/edizioni/aosta/cinque-persone-travolte-da-slavine-a-la-thuile-e-a-cogne-sono-tutte-salve-j2Ta6wYHwF5iq2sBNqj6dJ/pagina.html):

"Se la sono vista brutta anche quattro valdostani, che verso le 12,30 sono stati travolti da una valanga sopra Lillaz, a Cogne. I quattro senza né Arva, né pala, né sonda, avevano appena scalato una cascata di ghiaccio, scendendo si è staccata una valanga che li ha presi in pieno, ma che ha lasciato loro viso e braccia scoperti. Sono usciti da soli, ma hanno comunque chiamato i soccorsi, uno di loro si è fatto male a un braccio. "Se fossero stati sepolti per intero ci avremmo messo giorni a trovarli - dicono i soccorritori -, nella zona la visibilità era pessima, e senza Arva era una morte quasi sicura". Nella zona c'erano 50 centimetri di neve fresca e le temperature non erano idonee a scalare cascate di ghiaccio. A Cogne il pericolo valanghe è 4-forte."
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Messaggioda windtito » lun mar 03, 2014 21:50 pm

dieguitos ha scritto:
windtito ha scritto:A riprova di quanto da me detto sula mentalita' da falesia , sabato un ragazzo stava facendo sicura alla base di Inachevèe conception . Chi conosce la cascata sa' che la via nel primo tratto è sotto un enorme tetto pieno di frange sospese pericolosissima se si sta sotto e non sui lati . Nonostante questo il ragazzo era proprio in linea con il salitore e sotto le frange. la sfiga che ci vede benissimo il primo ha fatto staccare un piattello di ghiaccio di una 10 cm che dopo un volo di almeno 20m ha colpito perfettamente in testa il ragazzo. Peccato che il ragazzo non prortava il casco ma una berretta sotto il cappuccio , per cui dalla botta si e' accasciato per terra sanguinante .
Spero sinceramente che si sia risolto solo con qualche punto in testa .... ma secondo voi questo e' un alpinista ?
Fa sicura in linea sotto al suo compagno , sotto le frange sospese, non porta il casco .... poi e' ovvio che succedono gli incidenti ...

scusate ance io faccio cazzate , ma la sicurezza deve prescindere da tutto...



Ma tu eri lì?


Premesso che non mettere il casco mentre si fa sicura sotto una cascata di ghiaccio non è mai una buona idea.... direi una stupida idea... ma quel giorno erano ben altri i pericoli a cui si sarebbe dovuto dare la giusta importanza.

Ho visto dei pazzi partire per stella artice con una valanga dietro l'altra per poi fare dietro front dopo che una della tante li ha investiti in pieno e noi da lontano a urlargli di andarsene. Ho visto un sacco di gente avvicinarsi a Inachevèe, a la memoire du Buquetin e Cogne B&B nonostante le numerose valanghe che si stavano abbattendo sul Valeille e attorno a quei settori.

Non è anche questa imprudenza o incoscienza?



Purtroppo sabato, io e i miei compagni, nonostante aver fatto tutte le cose come vanno fatte (viaggiando a centro valle e attaccando appunto Inachevèe di buon mattino, essendo una delle poche "sicure" almeno fin sotto il tetto) abbiamo commesso un unico imperdonabile errore: sottovalutare l'eccessivo innevamento.... E a pochi metri dal sentiero dei ciaspolari, ormai sicuri di essere "fuori dai pericoli" abbiamo assaggiato la devastante violenza di cosa può fare lo spostamento d'aria di una valanga.
L'onda d'urto ci ha scaraventati sul greto del torrente e due di noi (me compreso) siamo rimasti sepolti dalla neve fresca sollevata dal "soffio".

Fortunatamente ci siamo tirati fuori da soli e a differenza di quanto detto dagli organi di stampa, il soccorso l'abbiamo allertato per paura che altri possano essere stati coinvolti.


Quel mattino due di noi sarebbero volentieri tornati indietro ma si sono fatti sopraffare dalla volontà e dall'esperienza degli altri due.

Non sottovalutiamo allora questo aspetto dell'andare in montagna, al di là della mentalità da falesia, pensiamo con la nostra testa e sappiamo rinunciare, anche se il compagno in quel momento vorrebbe fulminarti perché magari ha solo quel giorno a disposizione.


Meditate...........


ciao, si io ero li, non era nostra intenzione fare tutta la cascata ma solo i primi due tiri sotto le frange pe revitare pericoli . Probabilmente noi eravamo la cordata arrivata appena voi siete scesi in doppia . Dopo l'incidente del ghiaccio in testa , siamo saliti sul primo tiro , ma appena ci siamo accorti del pericolo in quanto continava a scaricare , abbiamo desistito di abbandonare subito e ce ne siamo andati via velocemente . Hai ragione che sabato i peicoli eran ben piu seri che non mettere il caso, ma non volevo entrare nel merito della giornata e che indubbiamente con il senno di poi era meglio rimanere a letto . ma evidenziare che se manca la base ... e' ovvio che poi la gente attacca stela artice sotto una nevicata.
Ultima modifica di windtito il lun mar 03, 2014 22:16 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda dieguitos » lun mar 03, 2014 22:13 pm

ncianca ha scritto:
dieguitos ha scritto:...

Vero che i giornalisti scrivono cazzate per deontologia, però (http://www.lastampa.it/2014/03/01/edizioni/aosta/cinque-persone-travolte-da-slavine-a-la-thuile-e-a-cogne-sono-tutte-salve-j2Ta6wYHwF5iq2sBNqj6dJ/pagina.html):

"Se la sono vista brutta anche quattro valdostani, che verso le 12,30 sono stati travolti da una valanga sopra Lillaz, a Cogne. I quattro senza né Arva, né pala, né sonda, avevano appena scalato una cascata di ghiaccio, scendendo si è staccata una valanga che li ha presi in pieno, ma che ha lasciato loro viso e braccia scoperti. Sono usciti da soli, ma hanno comunque chiamato i soccorsi, uno di loro si è fatto male a un braccio. "Se fossero stati sepolti per intero ci avremmo messo giorni a trovarli - dicono i soccorritori -, nella zona la visibilità era pessima, e senza Arva era una morte quasi sicura". Nella zona c'erano 50 centimetri di neve fresca e le temperature non erano idonee a scalare cascate di ghiaccio. A Cogne il pericolo valanghe è 4-forte."




Non ho detto che hanno scritto cazzate, ho solo precisato che ci siamo tirati fuori da soli e cha alcuni hanno scritto o detto che eravamo stati soccorsi, tutto qua.

Per quanto riguarda il resto, come ho detto non siamo stati travolti dalla valanga (che ha scaricato a qualche centinaio di metri da noi) ma siamo stati spinti via dal soffio e la neve sollevata ci ha ricoperto (parzialmente) in quanto caduti al di sotto del livello del sentiero, sul letto del torrente.
Poi se vogliamo fare i pignoli il bollettino della sera prima parlava di 3 marcato e non di 4 come invece rettificato il giorno dopo.
Discorso diverso l'uso di ARVA, pala e sonda di cui ammetto la mancanza ma che sfido la maggior parte dei cascatisti dire che se ne fa uso in questa disciplina.
Sicuramente dal momento che non ne faccio a meno durante le uscite di skialp, dopo questa esperienza non esiterò e non mi farò alcun problema a portarlo con me.
Poi va beh, se non erano idonee le temperature sabato allora gli altri giorni era estate............

Ma non è questo il punto.


Ho solo voluto far riflettere su un aspetto che a volte può fare la differenza e cioè il pensare con la propria testa.
Ultima modifica di dieguitos il lun mar 03, 2014 22:51 pm, modificato 1 volta in totale.
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