Il problema un po' triste è che ha un po' ragione Crozza:
http://www.youtube.com/watch?v=GiZ6pg0nBEUE che esiste una grandissima quantità di lavoratori, che qualcuno si ostina a chiamare
atipici, anche se oramai poco ci manca che siano la maggioranza (i cosiddetti collaboratori coordinati e continuativi o a progetto e i prestatori di collaborazioni occasionali) di cui il sindacato si è fatto un baffo ritorto non riuscendo a capirne le istanze e tanto meno a interpretarne le aspirazioni.
Questi sindacati nei confronti di questa gente (a cui almeno in parte appartengo) hanno perso il treno e ho paura per sempre.
In testa ce l'hanno il concetto hai la partita IVA sei un padrone.
Verrebbe da parafrasare l'ortottero berciante e dire
sono morti se non fosse il fatto che c'è poco da ridere.
Quanto questa gente sarebbe disposta a farsi coinvolgere nei confronti di questioni come quella dell'articolo 18 che riferito al loro contesto riesce a sembrargli situata su una differente galassia? Soprattutto perchè le loro di questioni, quelle che vivono quotidianamente, sono sempre state ignorate dal sindacato?
Ci vogliamo raccontare che è stata una strategia padronale di
divide et impera? Ma anche sì... ma non la si è fronteggiata neanche minimamente e oramai i buoi son scappati da un pezzo.
Servirà a poco niente la processione di cui si millanteranno partecipazioni milionarie nel momento in cui alla fine non è più in grado di coinvolgere su certi temi che una minoranza.
In un mondo dove oramai il lavoro è mendico (perchè purtroppo così è) ed ha pochissimo potere contrattuale e l'impresa ne ha quasi altrettanto poco a fronte della
dittatura dell'azionariato e della mobilità e insanzionabilità del potere finanziario... lo
sciopero generale del 5 dicembre sarebbe ridicolo se non facesse invece piangere amaramente sulle occasioni perdute.
Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente.