da Dottor Manhattan » gio ago 02, 2012 19:52 pm
da giubi_pd » gio ago 02, 2012 20:07 pm
da il.bruno » gio ago 02, 2012 20:51 pm
da marcov » gio ago 02, 2012 20:55 pm
da giorgiolx » ven ago 03, 2012 20:45 pm
da marcov » ven ago 03, 2012 21:10 pm
da celaf » ven set 07, 2012 17:14 pm
da grizzly » ven set 07, 2012 17:54 pm
da giudirel » lun set 10, 2012 6:26 am
da Sbob » lun set 10, 2012 14:06 pm
da pesa » mar set 11, 2012 11:12 am
da VYGER » mar set 11, 2012 13:00 pm
da il.bruno » mar set 11, 2012 13:14 pm
da pesa » mar set 11, 2012 13:53 pm
il.bruno ha scritto:non bisogna nemmeno dimenticare che il patrimonio genetico e lo sviluppo della persona non sono legati da regole meccaniche.
ci sono gli epigenetici, per cui in funzione delle sollecitazioni dell'ambiente esterno alcuni geni si attivano maggiormente di altri durante la vita dell'organismo, in modo diverso per ciascuno in funzione delle sollecitazioni.
ho visto di recente un confronto tra i geni di due gemelli omozigoti a 3 anni, per i quali i fenomeni epigenetici non avevano ancora attivato i geni in modo molto diverso, e il confronto tra i geni di due gemelli omozigoti anziani, per i quali i geni erano stati attivati durante la loro vita in modo completamente diverso.
da Sbob » mar set 11, 2012 13:54 pm
pesa ha scritto:l'evoluzione della specie però passa attraverso la selezione. che ovviamente agisce a livello di singolo individuo: la probabilità di ciascun individuo di avere una progenie dipende dalla sua "fitness". cioè da quanto "funziona bene".
da pesa » mar set 11, 2012 13:57 pm
VYGER ha scritto:C'è da aggiungere una secondo me significativa intuizione di G.Bateson: una popolazione, con caratteristiche fenotipiche abbastanza omogenee dovute a pressione ambientale su un patrimonio genetico differenziato, modifica in controrisposta l'ambiente nel quale vive; e questo fa sì che, sul medio periodo specie e ambiente si adattino reciprocamente; di qui l'apparenza lamarkiana degli esiti del processo evolutivo; è chiaro che nel lungo termine l'equilibrio può rompersi, sia per eventi esterni [il meteorite dei dinosauri] che per eccessiva pressione della popolazione sull'ambiente che può estremizzarlo fino a renderlo inadatto per la propria sopravvivenza.
da pesa » mar set 11, 2012 14:46 pm
da il.bruno » mar set 11, 2012 15:09 pm
pesa ha scritto:il.bruno ha scritto:non bisogna nemmeno dimenticare che il patrimonio genetico e lo sviluppo della persona non sono legati da regole meccaniche.
ci sono gli epigenetici, per cui in funzione delle sollecitazioni dell'ambiente esterno alcuni geni si attivano maggiormente di altri durante la vita dell'organismo, in modo diverso per ciascuno in funzione delle sollecitazioni.
ho visto di recente un confronto tra i geni di due gemelli omozigoti a 3 anni, per i quali i fenomeni epigenetici non avevano ancora attivato i geni in modo molto diverso, e il confronto tra i geni di due gemelli omozigoti anziani, per i quali i geni erano stati attivati durante la loro vita in modo completamente diverso.
dipende da cosa intendi per "sviluppo della persona":
se parli di mente e delle funzioni "alte" di sua pertinenza è difficile essere in disaccordo con quanto dici. se non altro perchè la complessità del fenomeno ne rende impossibile una riduzione meccanicistica.
lo sviluppo "organico" invece segue regole che definire meccaniche tutto sommato non mi parrebbe sbagliato.
la faccenda dei geni dei gemelii: è come dire che se continui a bere latte anche in età adulta continuerai a far funzionare un certo gene (che serve a metabolizzare il lattosio), altrimenti no.
ma ciò non ha molto a che fare con l'evoluzione.
da pesa » mar set 11, 2012 15:50 pm
il.bruno ha scritto:se pensiamo ad esempio allo sviluppo muscolare, è difficile scindere l'aspetto di predisposizione genetica dall'aspetto dell'allenamento che una persona ha durante la sua vita, e quindi della "sollecitazione" dei geni che hanno a che fare con i muscoli.
quanto alle conseguenze sull'evoluzione, potrebbe averne in modo indiretto, nel senso che se una mutazione non viene "sollecitata" nella vita dell'individuo, l'organismo non ha modo di trarne i vantaggi conseguenti e quindi nemmeno i vantaggi riproduttivi rispetto agli altri individui della specie.
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