Sarà che facevo sempre più fatica a tenere il passo degli altri in montagna, sarà che domenica 6 marzo in una discesa in sci fuori pista avevo il fiatone nel far curve su una neve bagnata e pesantissima.
Sarà mia figlia che sulla seggiovia, sempre la stessa domenica. mi ha obiettato con un ragionamento che va ben oltre i suoi 14 anni, che in questi momenti di difficoltà sul lavoro, in cui tutta la famiglia deve fare rinunce e sacrifici io continuavo a bruciare (letteralmente) oltre 2.500 ? l'anno.
Sarà che la pressione continuava a restare alta, nonostante la pastiglina del mattino.
Sarà la cabina armadio che puzzava di fumo e lo sentivo pure io.
Insomma ho smesso. Tranne una parentesi due domeniche fa. Una unica sigaretta, dopo la salita alla goulotte Cherè, di fronte a un tramonto incredibile come solo il Monte Bianco può regalare. Sulla terrazza del Cosmiques. Ma non è stata una ricaduta, semmai l'ultimo languido addio, come due amanti che all'ultimo incontro decidono di lasciarsi.
Dopo 44 giorni un primo bilancio.
Gambe e fiato vanno meglio, non sono ancora al massimo ma di certo non bastano un po' di curve sugli sci o un po' di dislivello a stroncarmi.
Mia figlia a scuola ha fatto un tema, parlando di come ha influito positivamente nella scelta del papà di smettere. Ha preso un bel voto.
La cabina armadio puzza molto di meno, tutto l'abbigliamento a lavare in tintoria o in lavatrice.
Ho risparmiato ad oggi 286 ?uro.
In compenso per il momento sono ingrassato di tre chili, ma rimedierò anche a quello.
Il lavoro va sempre male, ma sarebbe andato male anche se avessi continuato a fumare.
Ora che ho scritto questo pippone, se ricomincio son veramente un pirla.
