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[Raven]

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[elenapollo]

ho letto quel libro, alcuni anni fa, solamente perchè il mio professore di bioetica con il quale preparavo la mia tesi, me lo aveva messo tra la bibliografia.
ci ho messo pure tanto a leggerlo. inciampicavo su ogni parola. non lo capivo. mi sembrava una storia senza senso.
poi invece... ogni tanto mi sono ritrovata a pensarlo. lentamente ho scoperto che è uno dei libri di montagna più veri.
e che dumal è uno che ha veramente conosciuto la montagna, la sua identità più nascosta, quella che si rinchiude dentro e dietro le forme della roccia.


ora che sono tornata dai miei quindici giorni in abruzzo lo penso ancora di più.

ho incontrato la montagna nelle persone con le quli ho vissuto giorno dopo giorno, nella loro forza granitica, nel loro incredibile slancio verso l'alto, nel loro ritmo lento e costante che non ammette soste troppo lunghe.

ripenso ai giorni passati sulle tracce delle vie, in parete, lontano dalla gente, immersa in quella che credevo fosse la montagna e invece era solo la sua apparenza.

forse veramente adesso si sono aperte le porte dell'invisibile. forse adesso sto conoscendo il monte analogo e guardo alle corde e ai chiodi e mi chiedo se siano stati solamente il mezzo per arrivare ad amare la gente. forse senza aver passato tanto tempo lì, a scalare al gran sasso o in maiella, forse non avrei avuto il bisogno di andare giù a fare qualcosa per quella che avevo imparato a considerare "la mia gente" e forse non avrei mai saputo cosa volesse dire essere figli della montagna.


però adesso improvvisamente ha perso di senso tutto quel materiale...... e non sò se avrò più voglia di prenderlo in mano... ora no, non ne ho voglia. e questo mi sgomenta. mi ero abituata ad usare ogni attimo di tempo libero per scappare tra la roccia e questo nuovo "vento" che mi riporta in mezzo agli uomini quasi mi mette paura....

Giunto a trent'anni, Zarathustra lasciò il suo paese e il lago natio, e si ritirò sui monti. Là, per dieci anni, senza stancarsi, godette del suo spirito e della sua solitudine. Ma alla fine il suo cuore mutò, e un giorno si alzò con l'aurora, avanzò verso il sole e così gli parlo:
"O astro grande! Cosa sarebbe mai la tua gioia se non vi fossero coloro che tu illumini!
Vedi! Sono nauseato della mia saggezza, come l'ape che ha fatto troppa provvista di miele; ho bisogno di mani che si tendano verso di me.
Guarda...... Zarathustra vuole di nuovo essere uomo."

è storia conosciuta il nuovo ritorno di zarathustra sulla montagna, schifato dalle risposte che gli uomini gli avevano dato...

forse è questo che mi spaventa. essere di nuovo ferita.

ma io ho una carta vincente nel mazzo che zarathustra non aveva:


io ho il monte analogo!

non conosco il libro che citi, ma la storia di zarathustra si... hai sempre belle parole cara fata!

[Raven]

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[elenapollo]

non conosco il libro che citi, ma la storia di zarathustra si... hai sempre belle parole cara fata!

secondo me merita una lettura...

io l'ho covato per anni in un angolo del cervello prima di riuscire a "capirlo" e alla fine è stato all'improvviso che ho afferrato il suo senso....


le belle parole......


ieri ho sentito alcuni dei miei amici terremotati che vivevano nella tendopoli che mi ha ospitato. gli ho raccontato del ritrono a casa...... devastata dai ladri, porte scardinate, muri rotti, sporco ovunque, le mie cose sottosopra da un terremoto non naturale, un terremoto della dis-umanità..........

mi richiamano dopo un paio d'ore e mi dicono : visto che noi ancora non abbiamo una casa da rimettere a posto, ci siamo organizzati: la settimana prossima veniamo ad aiutarti a rimettere a posto la tua.....



eccole le belle parole!

si, hai ragione