BLOCCA !

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Messaggioda Serial Klimber » sab mar 28, 2009 9:46 am

LANCIA TORRE FUNGO


Sono emozionatissimo: la mia prima via di roccia.
Non un tiro di falesia ma una via di più tiri: ovvero, dopo la richiodatura delle grigne, più tiri di falesia uno dietro l?altro: con una sosta appesi alla parete lontani da terra, in una strana, innaturale, intimità con i miei compagni di cordata.
Chissà se qualcuno ci ha mai pensato: ma in sosta, come in poche altre situazioni della vita moderna, gli spazi e le distanze ?socialmente accettate? si riducono all?osso.
Si sta come d?autunno, sui castagni i ricci: uno attaccato all?altro (ma per fortuna non si cade!).
Si sta come in India: senza il senso del rispetto delle reciproche esigenze di aria e di distanza.
Si inizia a pensare alla fortuna di essere con compagni eterosessuali come te.
La cosa è un po? fastidiosa, se non ci hai ancora fatto l?abitudine.
In un metro lineare, tre puzzolenti uomini sudati attaccati agli stessi chiodi con un groviglio di cordini e fettucce che, agli occhi inesperti di un principiante come me, sembrano fragili, inestricabili e complicati oltre ogni ragionevole calcolo.
Sono in sosta: non una ?sosta? intesa come pausa tra un tiro e l?altro in falesia.
Sono ufficialmente in sosta: appeso ad una parete in attesa del prossimo momento in cui mi appenderò ad un altro chiodo.
Terrorizzato dalla leggenda che i fix tengano oltre 2000 kg, resto appeso e pendolante nonostante secondo i miei calcoli in tre pesiamo appena 200 kg circa.
Sono un arrampicatore svezzato o così mi sento.
Ma non ho alcuna autonomia: dopo il primo tiro, con i tendini e i muscoli che cantano melodie ecclesiastiche sconosciute in aramaico antico, c?è chi maneggia per me moschettoni e cordini e, magicamente, sono in sicurezza, dove erano settimane che sognavo di essere.

Forse, a rigor di logica, non sono neppure ancora un arrampicatore.
Sono forse più uno zaino con capacità di sgravare parte del proprio peso da chi lo deve recuperare: nulla di più.
Come uno zaino, un saccone da big wall dotato di braccine e gambette, vengo ancorato alle soste: liberato e aiutato a superare le asperità del terreno che in autonomia non so superare.

Ma non pensiamoci: perché non fa onore raccontare la propria esperienza come zavorra.
Pensiamo di essere climber.
A furia di pensarci, lo diventerò: ne sono sicuro.

Ed ora ? in piena riflessione esistenziale ? il primo riparte, mentre l?altro compagno gli dà corda: ho tutto il tempo per imparare ed assorbire ogni gesto, con già l?intenzione di trasformarlo in un automatismo che potrò e dovrò usare ? nelle mie smisurate ambizioni di sognatore ? chissà quante migliaia di volte.

Prima di potere raccontare ai miei bisnipoti davanti ad un caminetto, a 97 anni come Cassin, le gesta di un me-stesso-eroico-arrampicatore, sopravvissuto a chissà quali esperienze estreme di coraggio, tenacia e forza.

Non ho ancora incominciato il secondo tiro di corda e sono già proiettato in un futuro remoto in cui i tiri di corda alle mie spalle assommeranno a migliaia di kilometri.

Ed ora il vecchio lupo che conosce questa via come le sue tasche grida ?venite pure?.

Tocca a noi ?secondi?.
Si riparte: prima io e poi Vittorio che, se ragionasse come me, starebbe un po? cagandosi addosso, ad avere due metri sopra un potenziale sacco di 65 kg pronto a staccarsi dalla parete ed a finirgli addosso in ogni momento (elasticità della corda considerata).
Però, se Vitto sta facendo questi ragionamenti, dissimula bene l?apprensione: sembra invece tranquillo e per nulla preoccupato di avere me dinnanzi. Sembra perfino un po? annoiato dalla gita: la stessa gita che è per me già una racconto epico da srotolare a parenti amici e conoscenti la sera stessa.

Sono così eccitato che le forze non mi mancano affatto: affronto senza esitazione difficoltà che eccedono i miei limiti precedentemente testati e mi sento perfino pronto ad andare da primo di cordata.
Sì: primo-di-cordata.
Un vero arrampicatore.

Ma un conto è sentirsi.
Altro conto e provarci.
Quando anche solo compio il tentativo di immedesimarmi in colui che avanza lungo la parete su cui sto arrampicando senza quella cara, amorevole, rassicurante corda dinnanzi, giuro: mi gira la testa. Mi viene spontaneo ed automatico serrare le mani sugli appigli e spalmare il bacino alla parete come se fossi una pianta rampicante.
No, no: primo, ancora no. Devio prima perfezionare la tecnica dello zaino auto-progredente. Devo diventare prima uno zaino a peso zero.
Obiettivo ambiziosissimo.

Altro tiro.
Altro ancora.
Ancora un altro.
Ma quanti tiri è questa via? Sono già sceso e ne stiamo facendo un?altra?
Sono ipnotizzato: quasi in trance. Dove sono e chi sono?
Io faccio.
Quello che mi dicono: faccio.
Rifletterò domani. Magari già stasera.

E dalla cima, oltre al panorama, la sensazione meno piacevole: le vertigini!

Ma com?è possibile?!
Un alpinista con le vertigini?
Non esiste! Non può essere. Vergogna!
Eppure è così.
Eppure sono qui: in cima a non so più neppure quale delle tre guglie che oggi ci sarebbero in programma, attaccato ad un sasso piuttosto instabile come una cozza sarebbe attaccata allo scoglio: con la tenacia data dall?istinto di sopravvivenza.
Sono qui congelato come uno stoccafisso che ride: un pesce lesso che mostra i denti in una paresi flaccida coi sudori freddi perlati sulla fronte ai compagni di cordata che si complimentano per l?impresa (forse non hanno mai avuto uno zaino tanto efficace: sono un mito!).
Un ostrica semovente che sorride per nascondere la tensione di non avere più nessuna corda davanti: dannazione perché non hanno messo una bella pensilina in inox tubolare del 30 con corrimano fino alla calata?

I compagni sorridono e non so più neppure se è perché si legge sul mio pallore cadaverico il terrore o se sono felici delle mie prestazioni: adesso come adesso, propenderei per la prima ipotesi.
E che calata, mi aspetta!
Orco giuda!
Io lì, col culo di fuori mica mi ci butto!
A penzolare come una salame di 65 kg appeso ad un chiodo (e chi se ne frega se mi confermano giurando e spergiurando che sono due, i chiodi!).
Non mi venite a dire che le prove tecniche dimostrano la catena di sicurezza a cui mi affido potrebbe tenere un?elefantessa gravida che si agita per le doglie.
Non esiste: non ci sono leggi della fisica, test scientifici, prove tecniche che possano convincere la mia paura della propria insensatezza.
Ha ragione lei: e basta.
È lei che comanda.

Anche adesso che mi tengono le corde, da basso: calandomi con la velocità e la cautela con cui calerebbero la Venere di Milo dalle finestre del Louvre per un restauro, arrivo a terra e il sorriso si fa vero.
Sono contento davvero e non solo paralizzato.

Dopo tre rosari snocciolati nella durata di una calata di 25 metri (nuovo record mondiale di orazioni nella specialità ?velocità outdoor?) sono a terra: e non più incollato alla verticale.
Non posso fare come Wojtyla appena sceso da un aeroplano in terra straniera, ma la terra ? solida, larga, accogliente (più o meno) ? la bacerei, anche con la lingua, adesso.

E non siamo che all?inizio!
Non so più se per fortuna o per condanna.

Non c?è il modo di prendere una pausa? Un caffè: anzi un thé caldo da thermos! Giuro: è luglio, ma ce l?ho davvero il thé bollente!
Perché i miei soci sono già all?attacco della nuova via? Come fanno a non sentire la tensione, lo stress e la fatica che mi piegano?
Alla base della nuova guglia ? poco convinto, ci arrivo anche io.
La stanchezza mi crolla addosso: non posso più garantire che sarò uno zaino antigravitazionale.
Potrei anzi diventare il grado in più all?esperienza alpinistica dei miei compagni di cordata: la difficoltà ? fisica e psicologica ? in più da superare, da trascinare lungo la parete.

Non è così: l?orgoglio entra in circolo. Scaccia l?acido lattico dagli avambracci e l?espressione da bigolo dalla mia faccia e ridivento una specie ancora embrionale di arrampicatore.

Faccio le mie vie ed i miei tiri (e non posso giurare di ricordare quanti, in effetti).
Arrivo su; mi cago addosso; mi calo e torno giù.
E poi ricomincio.

E poi, d?improvviso, sono sul sentiero di ritorno alla macchina: è tutto finito.
Giustamente caricato come un somaro peruviano di tutte le corde e le attrezzature.
Un po? per fare il figo e mascherare la mia stanchezza, un po? per ringraziare tacitamente i miei compagni di cordata che, oltre ad avermi fatto da giuda a-gratis, continuano a complimentarsi per la mia ?prestazione? (magari le donne si complimentassero così: orgoglio e ormoni al top! ?): insomma, mi sono spontaneamente sobbarcato il carico di due mezze del 1972, ormai calibro 18 mm l?una e di una doppia serie completa di friend con le mezze misure, nut, cunei di legno, rinvii e chiodi da roccia che basterebbero per attrezzare a pioli il Capitan.

Arranco: orgogliosissimo.
Testa alta come un torero spagnolo.
Petto in fuori: sudori freddi ormai evaporati (ma li ho mai avuti? Nooo, dai! ? Era solo un?impressione!).
Già una storia da raccontare: se supererò l?esperienza sherpa, vivo.

Non è proprio come camminare in piano e a quei 30 kg di ferro preferirei sulla schiena un cadavere: giuro. Almeno non avrebbe punte e gobbe a triturarmi la schiena già a pezzi per la fatica.
Le ginocchia cigolano in discesa.

Dicono che per essere bravi arrampicatori si deve avere il mio fisico: asciutto e nervoso, senza muscoli appesi. Non aggiungono, però, che per fare i portatori qualche muscolo potrebbe essere utile.

A metà discesa sono gobbo come Quasimodo ma neanche a morire di stenti cederò un etto della zavorra sulla schiena ai compagni che mi vedono arrancare e mi dicono (santa verità) che non è il caso che mi porti tutto io ? loro con gli zaini vuoti.

Alla macchina arrivo prima di tutti: perché in discesa, se non hai più freni, vai veloce.
Arrivo con visioni mistiche in cui il babbo natale della coca-cola mi offre una lattina ghiacciata ed io lo ringrazio anche per avere sempre risposto alle lettere con ossequioso rispetto dei miei desideri.

Arrivo. Scarico la croce di legno. Tolgo la tunica. Per fortuna nessuno mi frusta né mi inchioda a nulla.
Entro nella macchina.
Dormo.

A casa, mi scaricano come i corleonesi scaricavano nei fossi a bordo strada i morti ammazzati.

Una fantastica esperienza: sono davvero contento.
Non vedo già l?ora della prossima via!



























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Messaggioda crodaiolo » sab mar 28, 2009 12:06 pm

Complimenti per il racconto Matteo (giusto?)
molto divertente... forse leggermente stereotipato. :roll:

Al di là di questo : spero ci sia poco di personale, poichè altrimenti c'è da chiedersi...
chi te l'ha fatto fare! :lol:

Personalmente il "sacco" (naja a parte) credo di non averlo mai fatto, tanto meno all'inizio,
dove ricordo bene quanto importante fosse il muoversi costantemente in un mix di entusiasmo, curiosità e soddisfazione (prima, durante e dopo...)
alimentati e mantenuti in essere da una sana dose di umiltà e (perchè no?) paura.

Affrontare vie di volta in volta alla propria portata senza cedere alla tentazione di scorciatoie (il farsi trascinare da gente più forte... [-X )
se da un lato ha ritardato il raggiungimento dei sogni,
dall'altro ha favorito un reale processo di apprendimento ed una presa di coscienza sui rischi e pericoli che l'attività su roccia, ahimè, comunque presenta.

Ciò nonostante le batoste (in senso stretto del termine) non sono mancate ... :(
Ma, proprio grazie al senso di consapevolezza andato via via sedimentandosi,
anche le più pesanti non sono riuscite ad incrinare quella insana grande passione...
che tuttora mi divora.
e dopo quest'ultima i-SPIR-ata espressione: se il drugo è in agguato ... 8-[
mi preparo al peggio :smt003
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Messaggioda n!z4th » sab mar 28, 2009 12:34 pm

con i tendini e i muscoli che cantano melodie ecclesiastiche sconosciute in aramaico antico


8O 8O 8O 8O 8O 8O


:lol: :lol:



ebbravo :mrgreen:
Michele
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Messaggioda scrausa » sab mar 28, 2009 13:17 pm

Complimenti Serial! Racconto godibilissimo e molto ben scritto. Gustose le citazioni qua e là. Bravo!

La prof. di lettere :wink:


p.s. Sapessi quante volte mi sento io uno zaino.... e neanche antigravitazionale :oops:
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Re: BLOCCA !

Messaggioda lamontagnadiluce » sab mar 28, 2009 20:37 pm

Serial Klimber ha scritto:Arrivo con visioni mistiche..


...che sono perdurate.... :roll: ...visto che...

LANCIA TORRE FUNGO....:roll:

...mi fà specie che quel precisino del Crodaiolo non se ne sia accorto... :roll: 8)


P.S.
BEL RACCONTO!! :wink:
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Re: BLOCCA !

Messaggioda crodaiolo » sab mar 28, 2009 20:54 pm

considerata la situazione...
Serial Klimber ha scritto:...Eppure sono qui: in cima a non so più neppure quale delle tre guglie che oggi ci sarebbero in programma...
e visto lo stato confusionale del novizio non ho voluto infierire ... :smt003

P.S. Io sarò "precisino"... ma tu sei oltremodo "inquadrato":twisted: :
nulla (per ora) impone di mantenere un unico ordine di percorrenza :roll:
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Re: BLOCCA !

Messaggioda lamontagnadiluce » sab mar 28, 2009 21:14 pm

crodaiolo ha scritto:... ma tu sei oltremodo "inquadrato"...


:roll:

...Sarà che ultimamente stò frequentando brutte compagnie...? :roll:


8)
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Messaggioda otttoz » sab mar 28, 2009 22:18 pm

Immagine

:D
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Messaggioda Slowrun » sab mar 28, 2009 23:03 pm

... bene Serial ... però se quel giro era una specie di iniziazione all'alpe ... il nik name mi delude un pò .... a meno che non ci hai fatto una ventina di giri :lol: :wink:

Sai che ti invidio un pò ... alcune sensazioni poi non si provano più, se ne provano altre a volte anche più belle altre volte più brutte ... ma comunque differenti .....

ps: appena puoi ascolta il consiglio del Crodaiolo, non farti portare a scalare .... vai a scalare !! io penso di aver fatto non più di 4 vie da secondo (top rope in falesia escluse :lol: ) il resto tiri alterni o da primo.
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Messaggioda arteriolupin » sab mar 28, 2009 23:34 pm

Bel racconto...

Hai saputo ricreare in una forma assolutamente personale e gustosa sensazioni "comuni", ben conosciute da chi va per crode.

Il pregio è nell'averle sapute ricreare a propria immagine...

Me le sono proprio gustate. Mi sono piaciuti, in modo particolare, i rimandi a differenti tipi di pesci o animali marini nel dissertare su un argomento legato alla montagna... Bravo, per un amante della montagna di laguna come me, mai lettura fu più appropriata...

Per il resto... Che dirti? La prima volta si sale sempre dietro qualcuno... Poi, non appena la "malattia" evolve, si passa subito al comando alternato. E' il segno che la "malattia" è entrata nella sua fase di incurabilità e può solo essere "controllata".
Mai malattia fu più bella e benvenuta...

Buon divertimento e continua a scrivere...
...Se tuti i bechi gavesse un lampion... Gesummaria che iluminasiòn!

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Messaggioda granparadiso » sab mar 28, 2009 23:48 pm

e bravo!
io posso solo farti i complimenti per la tua prima via...

fatti da uno che probabilmente non farà mai una sua prima via :wink:

bravo e buona fortuna per il futuro =D> =D> =D>
babbo....
è....
quindi le montagne tengono su il cielo!

(mio figlio dopo aver visto Bonatti e Messner)

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Messaggioda crodaiolo » dom mar 29, 2009 0:04 am

:? scusate, mi sbaglierò, ma...

pur non conoscendo il "nostro", io ho la netta impressione che il buon Serial Klimber
(anche se forse non in numero tale da giustificare il proprio nickname) di vie, ad oggi, ne abbia già masticate.

Il racconto l'ho visto appunto come una forma molto caricaturale di quel "rito di iniziazione" al quale, carico di aspettative, il neofita si sottopone...
crodaiolo
 
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Messaggioda granparadiso » dom mar 29, 2009 0:08 am

crodaiolo ha scritto::? scusate, mi sbaglierò, ma...

pur non conoscendo il "nostro", io ho la netta impressione che il buon Serial Klimber
(anche se forse non in numero tale da giustificare il proprio nickname) di vie, ad oggi, ne abbia già masticate.

Il racconto l'ho visto appunto come una forma molto caricaturale di quel "rito di iniziazione" al quale, carico di aspettative, il neofita si sottopone...



dici che ha studiato la "pacca"? :roll:
babbo....
è....
quindi le montagne tengono su il cielo!

(mio figlio dopo aver visto Bonatti e Messner)

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Messaggioda crodaiolo » dom mar 29, 2009 0:16 am

mah,
dico che comunque, (dopo la distribuzione seriale...:smt003 ) di là è già un successo... :roll:
http://www.fuorivia.com/forum/viewtopic ... 108#818108
:wink:
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Messaggioda primularossa » dom mar 29, 2009 10:41 am

crodaiolo ha scritto:mah,
dico che comunque, (dopo la distribuzione seriale...:smt003 ) di là è già un successo... :roll:
http://www.fuorivia.com/forum/viewtopic ... 108#818108
:wink:
bisognerebbe dare la possibilità,a questi poeti,di esprimersi e ritrovarsi tutti insieme,in un topic tutto suo,almeno anche altri POETI di questo Forum potrebbero aderire.....
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Messaggioda lamontagnadiluce » dom mar 29, 2009 11:06 am

arteriolupin ha scritto:.... La prima volta si sale sempre dietro qualcuno... Poi, non appena la "malattia" evolve, si passa subito al comando alternato. E' il segno che la "malattia" è entrata nella sua fase di incurabilità e può solo essere "controllata".
Mai malattia fu più bella e benvenuta...


NOTA STORICA

IL "MORBO" DI HECK

Tale patologia fu descritta per la prima volta nel bollettino del CAI del 1879.
L'affezione, come si usa in medicina,prende il nome dall'ammalato in cui venne riscontrata per la prima volta.


I primi sintomi della malattia si manifestano con inquietudine continua,apatia al lavoro,insonnia quando il cielo è sereno e accasciamento di tutti gli organi quando il tempo si intorbida.Il paziente non tollera che abiti leggeri e di forma ampia, ad eccezione dei piedi che non si trovano bene che entro forte calzatura provvista di chiodi.
Il buon padre di famiglia ammutolisce,diventa apatico,indifferente alle più serie faccende domestiche;l'uomo d'affari fugge il lavoro appena vede il cielo rasserenarsi; nelle osterie gli infermi si mettono in orgasmo quando uno più gravemente colpito favoleggia monti e valli.L'infermo ha l'occhio attonito, fisso sopra le alture; nel parossismo minaccia di dare l'assalto a ogni montagna.L'uomo vi è più soggetto della donna, ma quando essa è colpita diventa più smaniosa dell'uomo ammalato.Il male procede di consueto in modo cronico, negli ammalati attempati si manifesta con uno straordinario vigore e ardimento che fà singolare contrasto col peso degli anni.Le rovine morali cagionate da questo malore sono terribili; il figlio abbandona i genitori, il padre di famiglia respinge moglie e figli, quando essi, rimasti immuni dal male che lo travaglia, lo contraddicono;i più potenti vincoli della natura sono infranti senza rimorso.
Uomini gravi, impiegati incanutiti nei loro uffici, ministri di stato si abbandonano ai più pazzi tripudi.
La sede del male non è ancora ben constatata; si ritiene che risieda principalmente nei piedi, perchè a un paziente, essenda stata tagliata la gamba, ne fu liberato.Però questo fatto isolato non basta, perchè essendo morto l'individuo poco dopo l'operazione, può benissimo essere morto in conseguenza del male.
Di rado gli ammalati muoiono nel loro letto, è incontestabile che questa febbre è contagiosa, un individuo solo che ne era affetto ammorbò in un mese 40 sani.Al fine di porre un rimedio alla malattia si propose di fondare ospedali appositi,chiamati Club o Verein, ove fossero ricoverati gli infermi, ma il rimedio fu peggiore del male e il numero degli infelici invece di scemare aumentò enormemente.
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Messaggioda crodaiolo » dom mar 29, 2009 11:11 am

lamontagnadiluce ha scritto:IL "MORBO" DI HECK[/size]
Tale patologia fu descritta per la prima volta nel bollettino del CAI del 1879...
8O azz...
se erano avanti!
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Messaggioda primularossa » dom mar 29, 2009 11:31 am

E sìììì....è veramente una malattia,meno male che la cura la prendo con serietà ,se nò sarei svilito,se non peggio.Poi mi riconosco in questa nota,IL BUON PADRE AMMUTOLISCE DIVENTA APATICO E INDIFFERENTE ALLE PIU SERIE FACCENDE DOMESTICHE.....
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Messaggioda gug » dom mar 29, 2009 14:07 pm

...bel racconto, ma visto il titolo "blocca!" pensavo a una cronaca del Pippon Club! :wink:
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

Traguardi Effimeri
Link per raccolta topic del forum
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Buonggggiorno!

Messaggioda Serial Klimber » mer apr 01, 2009 11:07 am

Ciao a tutti!
scusate l'assenza ma ero (e sono) a letto con 38 ° di febbre (non so se Celsius, Farenight o farencazztutuldì).
Accendo ora il computer e ringrazio tutti dei messaggi: son contento che qualcuno abbia letto le mie righe e che abbiano fatto ridere qualcuno (cosa che mi prefiggevo).
Ovviamente, da quella prima via (preceduta solo da 3 - TRE di numero - tiri in falesia: un 4a e due 5b a Galbiate) del lontano (ma è lontano?) 2001 (...odissea nello strazio: tre mesi di mano rotta per incidente domestico...) di esperienze ne sono passate tante e credo di avere superato la fase zaino (già dalla via successiva a quella prima).
Solo oggi ho deciso di mettere per iscritto qualche storiella, perchè alcune son davvero esilaranti e vanno condivise (scusate la presunzione): motivi per ridere ce ne sono sempre pochi, no?.
Mi pareva ovvio iniziare dalla prima esperienza perchè i tiri in falesia non me li ricordo (a parte il primo: quando raggiunto il terzo spit mi hanno fatto scendere a mettere le scarpetta d'arrampicata e a togliere i sandali...)
magari, se fa piacere, continuerò a pubblicarli.
Per la trasversalità (ovvero per il fatto che pubblico su vari forum: planet; on ice; fuorivia) non so se questo crea inimicizie o ostacoli vari: però in qualche anno d'arrampicata ho conosciuto vari amici che partecipano tutti a vari e diversi forum. Mi faceva piacere far sorridere tutti loro.
Ovviamente, se ciò dovesse dare problemi, continuerò sulla mia strada fregandomene altamente e sono sicuro che sarete daccordo con me, uomini e donne di spirito libero.

Solo una precisazione: fino ad adesso - anche se non le ho contate - le vie, viette e vaccate che ho fatto saranno un bel po', visto che vad ad arrampicare almeno una volta la settimana (almeno) da anni e consumo le mie ferie per arrampicare. Il nick name è azzeccatissimo: sono MALATOOOOO! Aiutoooooooooo!


A presto!
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