Non so se faccio bene...

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Non so se faccio bene...

Messaggioda n!z4th » lun nov 06, 2006 21:52 pm

...a postare ciò che segue...

Dall'agenzia stampa quitidiana nazionale

Il Consiglio d'Europa ha chiesto alle autorita' irachene di non eseguire la condanna a morte inflitta ieri all'ex presidente iracheno Saddam Hussein.
''Saddam Hussein era un dittatore spietato che deve essere punito per i suoi crimini, ma giustiziarlo sarebbe inutile e sbagliato'', afferma in un comunicato Terry Davis, Segretario generale dell'organizzazione pan-europea.
''Un paese devastato dalla violenza e dalla morte non ha bisogno di altra violenza e ancora meno di un'esecuzione orchestrata dallo stato'', aggiunge Davis, prima di affermare che non si deve permettere a Saddam Hussein di ''diventare un martire''.
Il Consiglio d'Europa raggruppa 46 stati europei che hanno tutti abolito la pena di morte a eccezione della Russia, che tuttavia osserva una moratoria dalla sua adesione nel 1996.
Da Londra arriva intanto l'opinione del Premier Tony Blair in merito alla sentenza. Il primo ministro si dice contro la pena di morte ''sia su Saddam sia su qualsiasi altra persona'', pur evitando di entrare nel merito della sentenza capitale comminata all'ex dittatore.
''Siamo contrari alla pena capitale sia di Saddam Hussein che di qualsiasi altro uomo'', si ha ripetuto Blair nella sua conferenza stampa mensile, dichiarando: ''Siamo contro la pena di morte su Saddam e la sua condanna rappresenta un richiamo chiaro della barbaria di quello che fu il suo regime, e il processo ci da' la possibilita' di vedere ora quello che e' stato il passato dell'Iraq''. Ha poi aggiunto: ''Ora dobbiamo impegnarci col nostro aiuto ad aprire la strada verso un nuovo avvenire del paese e della gente irachena''. Per George W. Bush, invece, la condanna capitale per l'ex Rais rappresenta ''un grosso risultato per la giovane democrazia irachena e per il suo governo costituzionale''.
Dall'aeroporto di Waco, in Texas, da dove stava partendo per fare comizi in Kansas e Nebraska, il presidente Usa ha detto che questo ''importante risultato'' e' anche frutto del sacrificio dei militari americani. La condanna di Saddam e' ''una pietra miliare negli sforzi del popolo iracheno di rimpiazzare il regime di un tiranno con il potere della legge per la realizzazione di una societa' libera, giusta e unita''. Per il ministro degli Esteri italiano, Massimo D'Alema, l'esecuzione di Saddam Hussein sarebbe ''inaccettabile'' e potrebbe trascinare l'Iraq dentro ad una ''autentica guerra civile''. ''Uccidere Saddam sarebbe un errore'', ha detto D'Alema nel corso di una conferenza stampa a Parigi insieme al suo collega francese Philippe Douste-Blazy. ''L'applicazione della condanna a morte e' inaccettabile per due ragioni. La prima e' di principio, ed e' perche' l'Europa si oppone alla pena di morte e si batte perche' venga abolita in tutto il mondo. In secondo luogo, nella situazione difficile e drammatica dell'Iraq, la condanna a morte di Saddam Hussein potrebbe spingere il paese verso un'autentica geurra civile''. Anche il ministro francese Douse-Blazy ha sottolineato che l'Unione Europea e' favorevole ''alla abolizione universale della pena di morte'' ed ha chiesto che i paesi europei trovino ''rapidamente'' un'intesa per far conoscere alle autorita' irachene la loro posizione. La stampa di Teheran ha intanto accolto la sentenza di morte contro Hussein, ma lancia un'accusa agli Stati Uniti.
Avrebbero cercato di ostacolare che fosse processato per i suoi crimini di guerra anche contro l'Iran.
''Il cappio per il dittatore'' e ''un Iraq in festa'' sono alcuni dei titoli in prima pagina oggi sui quotidiani iraniani.
''Ancora una volta la storia ha denunciato i suoi tiranni.
Oggi e' il turno di Saddam Hussein'', ha scritto l'ex portavoce del ministro degli esteri Hamid Reza Asefi in un editoriale nel giornale campione di vendite ''Hamshahri''.
''La sentenza di morte inflitta a Saddam e' il minimo della pena che poteva ricevere per i suoi crimini che hanno provocato molteplici crisi nella regione, oltre ad aver diviso la gente irachena e le nazioni islamiche''.
Il quotidiano governativo dell'Iran scrive che ''tutto cio' che la nazione iraniana ed il mondo intero si aspetta sono delle serie investigazioni su tutti i crimini del dittatore, specialmente sulle pagine piu' nere del suo dossier, che e' rappresentato dagli otto anni di guerra contro la Repubblica islamica''.
Accusando poi gli Stati Uniti e le potenze occidentali di aver fornito a Saddam armi di distruzione di massa tra il 1980 ed il 1988, sempre lo stesso quotidiano afferma che le forze in Iraq guidate dagli Usa ''avrebbero cercato di bloccare la questione sulla guerra tra Iran e Iraq dall'esame della Corte.
Inoltre, il quotidiano sentenzia che la data del verdetto sia stata scelta per scopi politici interni degli Stati Uniti, visto l'avvicinarsi delle elezioni congressuali del partito repubblicano di Bush.
''La data scelta per l'annuncio del verdetto e' stata indetta per aiutare, in un certo qual modo, il partito politico dei Repubblicani nei confronti dell'elettorato americano, visto che il presidente Bush e la sua fazione politica necessitano di propaganda per ottenere voti'', cita il quotidiano riformista Aftab.
Questo avvisa che la sentenza di morte di Saddam per il suo ruolo nell'esecuzione dei 148 civili sciiti, avvenuta dopo un attentato assassinio nel 1982, potrebbe agitare nuove violenze settarie in Iraq.
''Il verdetto mostra la complessita' del ruolo americano in Iraq, e condannare Saddam senza esaminare le guerre contro l'Iran ed il Kuwait prolunghera' le tensioni'', non solo tra l'Iraq ed i suoi paesi confinanti''.
In Iraq, oppositori e nostalgici di Saddam Hussein hanno continuato a manifestare oggi, all'indomani della condanna a morte dell'ex Rais, segnando in maniera molto netta le divisioni tra le comunita' sunnita e sciita del paese.
''E' la fine di un dittatore'', grida Saad Ali Hassopun, 40 anni, sceso in strada a Samawa, citta' sciita del sud dell'Iraq, dove un migliaio di persone hanno espresso la loro gioia.
''La condanna a morte e' la decisione del popolo'', scandisce la folla in questa citta' situata a 270 km a sudest di Baghdad, dove gli abitanti hanno festeggiato la sentezza seguendo l'esempio di altre citta' sciite o curde.
''Le famiglie dei martiri hanno atteso a lungo questo giorno e non possono che gioire'', assicura Mohamed Hussein Jaber, un operaio di 45 anni.
Tuttavia ad Hawija, citta' sunnita di 300.000 abitanti a nord di Baghdad, gli abitanti hanno chiesto la liberazione dell'ex rais. Centinaia di persone, tra cui diversi studenti, hanno marciato nel centro della citta', situata 220 km a nord di Baghdad, brandendo ritratti di Saddam Hussein e striscioni a favore della sua liberazione.
''Continueremo a manifestare, non perche' siamo sunniti, ma perche' siamo iracheni. Abbiamo amato l'epoca in cui il moujahid governava'' afferma Abdallah Zamar Hassan, commerciante di 49 anni, assicurando ceh e' stato ''un periodo stabile e sicuro''.
''Un periodo cupo attende gli americani e i loro alleati iracheni'', aggiunge. Con Saddam sono stati condannati alla pena capitale anche Barzan al Tikriti, suo fratellastro ed ex capo dei servizi segreti, e Awad al Bander, ex presidente del tribunale rivoluzionario del regime. L'ex vice presidente Taha Yassin Ramadan e' stato condannato all'ergastolo, mentre tre funzionari locali del partito Baath hanno avuto 15 anni di carcere. Un solo imputato, Mohammed Azzam Ali, ex funzionario del Baath, e' stato prosciolto. L'accusa era di crimini contro l'umanita' per la strage di 148 sciiti del villaggio di Dujahil, avvenuta, secondo quanto ha dimostrato l'accusa, per rappresaglia in seguito ad un fallito attentato del 1982 contro l'allora presidente Saddam Hussein. Ora si attende l'esito del processo di appello.


:roll:

Di Giordano Bruno Guerri su Il Giornale

La premessa necessaria a quest'articolo è che sono contrario alla pena di morte, sempre e comunque. Superfluo spiegare perché. Ciò detto, si tratta di capire se abbia una giustificazione logica, e quale, la condanna di Saddam Hussein alla pena capitale: e se sia sensato che in Occidente si pensi che sarebbe meglio salvargli la vita, al di là dei sacri principi.

Analizzando il problema con fredda lucidità, Sergio Romano ne ha sottolineato tre aspetti. 1) Se la condanna di Saddam sia un passo avanti sulla strada di una migliore giustizia internazionale. 2) Se contribuisca alla conoscenza del regime del dittatore irakeno e dei metodi con i quali ha governato il suo Paese. 3) Se la sua morte sia utile alla pacificazione dell'Irak. A tutte e tre le domande è facile e ovvio rispondere no. Perché il processo avrebbe dovuto tenersi presso la corte internazionale dell'Aja; e perché ha riguardato un singolo episodio, per quanto grave, della lunga carriera sanguinaria di Hussein; perché è prevedibile che gli estremisti sunniti inaspriranno la loro lotta di fronte alla morte di un capo che diventerà un martire da vendicare con una guerra civile sempre più sanguinosa. Tuttavia ci sono altri argomenti, che vanno consideràti secondo altre logiche: storiche, religiose e geopolitiche.

Fa parte della storia di tutte le epoche e di tutti i luoghi che il dittatore, decaduto o sconfitto, venga ucciso: dai vincitori o dai suoi ex sudditi, o da entrambi di comune accordo, come in questo caso. Non sostengo sia un bene, ma è indubitabilmente così. E difficile pensare che un'eccezione a questa regola spietata possa avvenire proprio in un Paese ancora lacerato dalla guerra, dal terrorismo, dall'occupazione militare straniera proprio a causa di quel dittatore. È già molto, in quella situazione, che ci sia stato un processo. Sarebbe stato meglio, per la conoscenza della storia d'Italia e della giustizia, che Benito Mussolini fosse stato processato prima di venire - eventualmente - condannato a morte. Ma un dittatore catturato mentre fugge, o si nasconde, dopo la sconfitta, per la «legge» della «giustizia» sommaria - o come in questo caso, dopo un processo - non scappa alla fucilazione o all'impiccagione, oggi come sessanta anni fa: la storia non fa balzi in avanti, e il genere umano non è pronto ai grandi ideali durante le guerre, in cui il solo grande ideale è uccidere il nemico.

Un'altra considerazione che fa apparire inevitabile l'esecuzione di Saddam, riguarda il suo Paese, in particolare, e la religione che vi si pratica. Ricordiamo tutti - credo - con quale scandalo e sdegno abbiamo accolto poche settimane fa la notizia che proprio in Irak è stata lapidata una giovane donna colpevole solo di adulterio. Se tale è la considerazione in cui viene tenuta la vita umana in quello Stato, con quella religione, come è realisticamente pensabile che proprio Saddam possa sfuggire alla morte? E poi, se il mondo intero non si è ribellato in concreto alla lapidazione (niente è stato fatto, neanche dopo, oltre alle condanne generiche), con quale diritto ci ergiamo oggi a giudici dei giudici di un processo regolare? E concluso con una condanna per colpe vere e ben maggiori di quelle della poveretta? Non siamo capaci di opporci a crimini simili, che si ripetono ogni anno in molti Stati musulmani: come possiamo pretendere di salvare la vita a un uomo che ha portato sofferenze terribili e interminabili al suo popolo? Abbiamo già sperimentato come il mondo islamico reagisca con violenza estrema a quelle che considera offese alle proprie leggi religiose, identificate con quelle dello Stato. Cedere sulle vignette satiriche su Maometto è stato un errore; chiedere scusa, da parte di Benedetto XVI, per il suo discorso di Ratisbona è stato un errore. Non c'è dubbio alcuno che se l'Occidente riuscisse, in nome dei suoi principi, a salvare la vita di Saddam, questo atto verrebbe considerato la più impensabile e incredibile fra le debolezze del «debole» mondo cristiano. Se potessi gli salverei la vita, ma non c'è dubbio che - chiunque lo facesse, a partire dagli Stati Uniti - non riceverebbe in cambio la gratitudine del mondo islamico. Anzi, finirebbe per dare nuovo slancio al terrorismo nel nome di Allah. Lasciamo Hussein al suo destino.


:roll:

...ma la cosa mi tocca.
Ultima modifica di n!z4th il mar nov 07, 2006 2:03 am, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda n!z4th » lun nov 06, 2006 21:56 pm

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Messaggioda trek2005 » lun nov 06, 2006 22:21 pm

pena di morte inutile, meglio il carcere a vita, senza sconti, a perenne monito di quel che accade a chi segue linee di follia omicida...
la morte farebbe risorgere un fantoccio al ruolo di martire....
certo, un morto non parla e magari qualcuno, di quelli che gli voglio far la pelle, ha qualcosa da nascondere.....
chi combatte può perdere, chi non combatte ha già perduto....
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Messaggioda n!z4th » lun nov 06, 2006 23:14 pm

trek2005 ha scritto:pena di morte inutile, meglio il carcere a vita, senza sconti, a perenne monito di quel che accade a chi segue linee di follia omicida...
la morte farebbe risorgere un fantoccio al ruolo di martire....
certo, un morto non parla e magari qualcuno, di quelli che gli voglio far la pelle, ha qualcosa da nascondere.....


I risultati sarebbero 3 come minimo:

-Renderlo martire;
-Dar vita a una guerra civile;
-Uguagliarsi peccaminosamente a chi ha concesso la vita.

Di positivo?
io non ci vedo niente...a misura locale...nemmeno un deterrente alla criminalità...
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Messaggioda tommy~ » lun nov 06, 2006 23:37 pm

Bush (il più grande terrorista mondiale) ha detto:


"un grande atto di democrazia"





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Messaggioda n!z4th » lun nov 06, 2006 23:53 pm

ma anche voi avete la pagina web super dilatata in orizzontale?prima non era così...che è successo???

tommy purtroppo lui ha il potere di farlo senza che nessuno lo condanni...
è legittimato ad agire così.
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Messaggioda Danielrock » mar nov 07, 2006 0:02 am

tommy~ ha scritto:Bush (il più grande terrorista mondiale) ha detto:


"un grande atto di democrazia"





ABAUHBABUUBHUHAHUBAHUA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!



taglia qualche

BAHUA!!!!!!!


plissssss
Ultima modifica di Danielrock il mar nov 07, 2006 0:03 am, modificato 2 volte in totale.
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Messaggioda Danielrock » mar nov 07, 2006 0:03 am

8O 8O 8O 8O


nn si vedono piu le citazioni!! :? :? :?


o sono solo io che nn le vedo???? :? :? :? :?
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Messaggioda giudirel » mar nov 07, 2006 1:24 am

Mi sono vergognato vedendo il giornale di stamani.
Mi sono reso conto che non potevo che dare ragione a quel pazzo sanguinario di Saddam quando dice che è stato condannato da una giuria di leccapiedi in un processo farsa.
E pensare che lo si sarebbe potuto benissimo condannare dieci volte con un processo equo...
In quanto alla pena di morte...
Nessuno tocchi Caino!
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