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il sottosuolo è alimentato dalle piogge che lavano i campi coltivati, dove le multinazionali americane impongono i pesticidi (subordinandovi la vendita di sementi)
QUesto articolo è molto interessante:
Coca Cola e Pepsi Cola costano come il vino.
Con la differenza che Coca e Pepsi si producono senza bisogno di piantare viti, di cogliere l?uva, di spremerla, di farla fermentare trasformandola in vino. Eppure i vignaioli guadagnano cifre cospicue.
Possiamo immaginare cosa guadagnino allora Coca e Pepsi imbottigliando acqua del rubinetto colorata con le misteriose polverine color cacca e dentro le quali potrebbe esserci di tutto, visto che sia Coca che Pepsi si rifiutano di rivelare le rispettive formule persino alle autorità sanitarie.
E adesso immaginate cosa guadagnano le filiali indiane della Coca e della Pepsi, che al posto dell?acqua del rubinetto, che qualche centesimo al metrocubo deve pur costare, utilizzano acqua di dubbia origine, visto che contiene pesticidi.
La settimana scorsa il Centro per le Scienze e l?ambiente di Delhi, capitale dell?India, ha trovato in bottigliette e lattine di Coca Cola e Pepsi Cola una quantità di pesticidi superiore di 24 volte il limite massimo fissato dal governo indiano.
Si sospetta che le fabbriche che imbottigliano le bevande suggano l?acqua direttamente dal sottosuolo, senza preoccuparsi di filtrarla a dovere.
E siccome il sottosuolo è alimentato dalle piogge che lavano i campi coltivati, dove le multinazionali americane impongono i pesticidi (subordinandovi la vendita di sementi), ecco spiegato il meccanismo di avvelenamento. Un meccanismo noto da svariati decenni a tutti, dunque anche a Coca Cola e Pepsi Cola.
Che hanno ammesso la presenza di pesticidi nei loro prodotti. «Ma in quantità limitata», hanno precisato, come se dare ai bambini Coca e Pepsi con un po' di pesticidi fosse lecito.
Comunque - giova ribadirlo - il veleno superava di 24 volte il minimo consentito.
Nei giorni scorsi alcuni Stati dell?India, come il Karnataka, avevano vietato la vendita di Coca Cola e Pepsi Cola nelle scuole, nei collegi e negli ospedali. Oggi lo Stato del Kerala ha imposto ad entrambe le aziende di sospendere la produzione. ©
http://www.ilcronista.org/coca090806.html