Quì in particolare si parla di case e della maniera in cui dovrebbero essere costruite per minimizzare gli impatti ecologici e i consumi. Vi invito anche a visitare il sito dell'associazione, www.aspoitalia.net, ricco di documentazione interessante su crisi petrolifera e energie rinnovabili.
Saluti a tutti.
Ugo Bardi ha scritto:
LE MACCHINE PER ABITARE AL TEMPO DELLA CRISI DEL PETROLIO
di Ugo Bardi - 10 Febbraio 2006
www.aspoitalia.net
Le Corbousier definiva le case come delle "macchine per abitare". Al
giorno d'oggi, sembra che questa visione funzionale delle abitazioni sia
stata un po' oscurata da una che le vede piuttosto come delle cassaforti
per i nostri risparmi, dei grandi salvadanai di cemento. E' il concetto
della casa come "bene rifugio", oggetto di desiderio più per il suo
valore di investimento finanziario che come un luogo dove abitare. Una
conseguenza di questo atteggiamento è che il valore della casa non è
strettamente legato al costo effettivo di costruzione. In altre parole,
la qualità dell'architettura dell'edificio spesso passa in secondo piano
rispetto a fattori quali la zona in cui si trova, i quali ne determinano
principalmente il valore immobiliare. L'efficienza energetica
dell'edificio è parte di questa qualità dell'architettura, cosa che
viene molto spesso trascurata in Italia come vediamo dalla scarsa
popolarità che da noi hanno le certificazioni energetiche che in altri
paesi sono un elemento fondamentale nel determinarne il valore.
Ma, una casa non è solo un salvadanaio con delle finestre e il fatto che
sia anche una macchina per abitare non si può ignorare. Non lo si può
ignorare soprattutto in tempi di alti prezzi del petrolio e dei
combustibili in generale.Chi ha fatto la fesseria, qualche anno fa, di
comprarsi un bel macchinone di grossa cilindrata non può ignorare che il
valore dell'oggetto ha fortemente risentito dall'aumento dei costi dei
carburanti. Allo stesso modo, non è possibile che l'aumento dei prezzi
del petrolio non abbia effetto sul valore degli immobili. E se qualcuno
aveva sperato che gli aumenti fossero stati una fiammata temporanea, il
fatto che i prezzi stiano continuando ad aumentare ormai da svariati
anni indica che siamo di fronte a un fenomeno strutturale che non è
destinato a finire presto. In effetti, gli studi dell'associazione per
lo studio del picco del petrolio (ASPO; www.aspoitalia.net) indicano
chiaramente che i tempi del petrolio a buon mercato non ritorneranno
più, se non come qualche possibile temporanea illusione.
Che effetti, dunque, avrà l'aumento dei prezzi dei combustibili sugli
immobili? Un primo effetto è ovvio: aumentare i costi del riscaldamento.
Nella situazione attuale, scaldare a una temperatura standard una casa
isolata priva di adeguato isolamento termico sta diventando rapidamente
qualcosa al di la delle possibilità finanziarie di chi vive con uno
stipendio medio. Se qualche palliativo si può ottenere con strati di
sughero e doppi vetri, non si può nemmeno trascurare che certi edifici
sono stati mal progettati come orientazione, struttura e posizione e che
soltanto edifici nuovi di zecca possono diventare quelle "case passive"
che in altri paesi più lungimiranti del nostro sono in grado di
proteggere gli abitanti dal freddo invernale senza bisogno di
riscaldamento. Lo stesso ragionamento vale per il condizionamento estivo
che, per certi edifici mal progettati, per esempio con grandi vetrature
esposte a sud, diventa un'impresa al di la del finanziariamente
possibile, perlomeno nel nostro clima.
Ma quello del riscaldamento non è il solo problema correlato alla crisi
dei combustibili. Se la casa è una macchina per abitare che sta
diventando sempre più costosa, lo stesso vale per l'automobile, macchina
per spostarsi i cui costi si stanno facendo insostenibili. E per molti
edifici costruiti negli ultimi decenni, la simbiosi con il veicolo
privato è un fattore cruciale. Molte case di abitazione si trovano in
aree poco popolate che non sono raggiunte da mezzi pubblici e che
difficilmente lo saranno mai. Gli abitanti di queste case si trovano
legati mani e piedi alle loro automobili per raggiungere il luogo di
lavoro e financo per fare la spesa. Per il momento, questi costi sono
ancora sostenibili, ma un ulteriore aumento dei prezzi del petrolio
potrebbe mettere in seria difficoltà chi ha fatto la scelta di andare ad
abitare fuori città. Questo non può non riflettersi sul valore di questi
immobili.
Infine, c'è proprio il concetto di fondo di "casa-salvadanaio" che
rischia di soffrire per via della crisi del petrolio. In effetti, si
parla molto della "bolla immobiliare" che dovrebbe prima o poi scoppiare
facendo crollare i prezzi degli immobili. Non sembra, tuttavia, che
nessuno venga colto da timor panico al pensiero. Spesso si sente dire
che, si, ci sono stati dei periodi di crollo dei prezzi degli immobili,
ma, si dice, è anche vero che il mercato si è sempre ripreso e ha
ricominciato la sua corsa verso l'alto. Vero, ma è quel "sempre" che
preoccupa un po'. Nella fattispecie, "sempre" vuol dire "negli ultimi 50
anni" il che non è esattamente un tempo infinito. E, negli ultimi 50
anni abbiamo visto "sempre" il consumo di petrolio aumentare, salvo un
breve periodo di crisi negli anni '70, dal quale il mercato si è poi
ripreso. Ma il petrolio non è infinito e non potremo continuare per
sempre ad aumentare i consumi. Anzi, siamo in questi anni di fronte a
quel "picco del petrolio" che segna un'inversione di tendenza
irreversibile. Allora, possiamo aspettarci che i prezzi delle case
continuino ad aumentare per sempre?
Senza combustibili, la maggior parte delle nostre case sarebbero caverne
buie e fredde, non molto più accoglienti di quelle dove si rifugiavano i
nostri antenati cacciatori di mammuth. Se siamo di fronte a una seria
crisi del petrolio, non possiamo aspettarci che i nostri salvadanai di
cemento ci tirino fuori di impiccio. In effetti, la base della nostra
prosperità è il petrolio e i combustibili fossili, non le case.
Perlomeno non le case mal progettate, mal costruite, peggio localizzate
di oggi. Eppure, sono queste le case che si stanno costruendo in
maggioranza adesso,con l'idea che l'efficienza energetica sia un lusso
del quale possiamo fare a meno e che il trasporto verso i servizi e i
luoghi di lavoro, anche a grande distanza, non sia e non sarà mai un
problema. Sembra proprio che questo sia il pensiero prevalente oggi.
Si tratta di vedere come la penseremo fra qualche anno.