da al » mer mar 02, 2011 21:22 pm
Walker è entrato non solo a gamba tesa, ma pure con i ramponi, su un tema che su questo forum aveva già destato l'attenzione degli amministratori.
Diciamo che nella sostanza io sono d'accordo con lui.
Come padre ritengo che i bambini debbano crescere in un contesto, e non dico "famiglia", in cui l'alterità sia una cosa evidente. In un contesto, e non dico "famiglia", anche se per me la famgilia è un valore fondamentale, in cui la complessità del mondo si manifesti nella complessità di esseri differenti, non solo in quanto individui, ma soprattutto in quanto esseri differenti: maschi e femmine.
Non nego che le coppie omosessuali possano amare di un amore puro, assoluto, incommensurabile un bambino; di un amore che un adulto può dare ad un infante di cui si sente non solo materialmente, ma anche moralmente responsabile.
Non penso che una coppia omosessuale, di maschi soprattutto, adotti un bambino perchè desideri un'esperienza sentimentale più profonda di quella che si può avere prendendo un cane.
Penso che nel desiderio di avere un figlio ci sia qualcosa di profondo dell'essere umano, profondità che non può essere sondata da una legge o da un pregiudizio.
Così come penso che nel non desiderio di avere un figlio ci sia la stessa verità e lo stesso sereno e pacifico giudizio.
Il senso comune e l'esperienza ordinaria ci portano a pensare che la normalità sia quella rappresentata dalla famiglia tradizionale: padre madre figli.
Ognuno di noi, credo, è cresciuto in questo quadro.
In questo quadro ha imparato modelli relazionali e li ha vissuti secondo la sua sensibilità. Ognuno di noi è quello che è: eterosessuale, omosessuale, bisessuale. Non sempre sono scelte: alcune volte è la natura, cioè quello che uno è e di cui non ha ne colpa e neppure merito.
Ci si potrebbe chiedere: come mai chi nasce in una "famiglia" diventa omosessuale? eppure ha "visto" che gli uomini stanno con le donne.
Questo basterebbe a confutare l'idea che i "figli" di omosessuali saranno per forza omosessuali.
Però non è così semplice.
Il mondo è pieno di quelle che un tempo si chiamavano "ragazze madri". Donne sole con un figlio. Queste "sventurate", un tempo additate al publico ludibrio, potevano dire ai figli: tuo padre era un figlio di p*****a, un bastardo che non si è assunto le sue responsabilità, uno che mi ha illusa. Ma la Nannini, cosa dirà alla figlia?
Certo, sono fatti suoi, ma secondo me pure della figlia.
Più "strano" il caso di Elton Jon e il suo compagno. I fatti sono cronaca.
Una casa dorata per un bambino curato da altri/altre.
Secondo me il problema non è solo la "libertà", fatto culturale nell'occidente, degli individui di fare tutto ciò che è possibile, ma soprattutto quell'elemento "naturale", assecondando il quale un essere si interroga sulla sua provenienza: chi è colei o colui che mi ha generato?
Se una persona adulta e libera può scegliere per se le cose più "razionali", più conformi alla sua idea di realtà possibile o immaginabile, una persona che affronta il mondo ha bisogno di certezze elementari.
Madre e Padre, anche nelle loro incarnazioni peggiori sono fondamenti di come si vuole o non si vuole essere, perchè sono le manifestazioni fondamentali dell'essere che ci ha fatti essere.