ieri non ho scalato

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Messaggioda ceccobeppe » lun ott 16, 2006 20:31 pm

cozza ha scritto:
ceccobeppe ha scritto:
cozza ha scritto:
ceccobeppe ha scritto:
cozza ha scritto:ieri ho scalato
tempo bello e niente pecore

nemmeno pecoroni, ahimé :lol:


montoni??? 8O

cuccia tu
:evil:
:( :( :( :(



quieto o scateniamo il cobra

così impari la prossima volta a ballare nudo sul tavolo
:lol: :lol: :lol:


NON ERO NUDO NUDO!!!! :?

avevo ancora i calzini... :lol: :wink:
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Re: ieri non ho scalato

Messaggioda crimp » lun ott 16, 2006 22:04 pm

quchibu ha scritto:Ieri in valle dell'orco non ho scalato.
Era tutto bagnato, anche l'aria era bagnata. E le nuvole basse nascondevano la roccia.
Abbiamo aspettato un pò, nel bar, se improvvisamente si fosse aperto e si fosse visto un pò di azzurro.
E dall'azzuro il sole ad asciugare le pareti. E le pareti a far venire voglia di scalare.

Ma non era il giorno giusto. E quando il bar è stato troppo pieno di gente e di parole.
Come se aleggiassero i fantasmi di quelle nuvole di fumo denso che fino a qualche anno fa lo riempivano, in giornate come queste. Nebbia dentro come quella fuori.
Quando non si respirava più, ce ne siamo andati.
Senza rimpianto. E senza fretta.

E lungo la strada un gregge di pecore, verso valle, a sfuggire il freddo e l'umido. E noi dietro, al loro passo.
I cani.
I cani corrono gioiosi e feroci attorno alle pecore. Le mordono con malizia, sulle coscie, quasi casualmente, quelle che trasbordano dalla massa.
Si dividono i compiti: uno attento alla sinistra, l'altro spazza la coda muovendosi come un metronomo, trasversale alla strada, inesorabile con le ritardatarie.
Quello davanti si congiunge per un attimo a quello dietro, sembra che comunichino e torna avanti. A guidare il gregge.

Mi affascina guardare il loro andirivieni. La loro attenzione ai padroni, che li lasciano fare. La loro frenesia, comunicata al gregge, che si muove sotto la spinta di un'urgenza, contrapposta alla calma dei pastori.
Io conosco i cani. So quando ridono, quando sono felici, quando sono orgogliosi di quello che fanno.

Non conosco le pecore. A guardarle sembra che il loro unico scopo sia quello di strappare un boccone di verde ove possibile, nella fretta del trasferimento, senza curarsi d'altro che di questo. Mangiare.
O forse anch'io, come i cani, le guardo come massa. E per una che fa una cosa qualsiasi generalizzo e prendo la parte per il tutto.
E se una di quelle pecore fosse dottore in filosofia, chi se ne accorgerebbe?
Troverebbe modo, con i suoi occhi da pecora, di comunicarmi le sue riflessioni?
La vedrei sempre come gregge, macchia informe di giallino in una massa brulicante, su una strada bagnata, fra la gente che ha fretta.

Ieri non ho scalato, ma non importa in fondo.
Ho visto le pecore e i cani. Dopo mille volte che li avevo visti. E per la prima volta li ho guardati sul serio.

Ma anche le pozze d'acqua scura, di quel colore che mi ricorda il kerosene, quel blu odoroso della mia infanzia di stufe e di taniche, e i colori dell'autunno.

Ieri non ho scalato. Ma non importa.


Che bel post.

Ieri invece ho scalato.
Ero pronto alle 5, aspettando un amico che mi venisse a prendere davanti casa, la mia macchina e' rotta. Da un insieme metallico e veloce si e' trasformata in una massa di tubi morti e di bulloni pesanti che non fanno altro che disintegrare le mie ore di lavoro trasformandole in ore di lavoro del meccanico.
Aspettavo mentre tutti dormivano, mi fumo una sigaretta dopo il caffe' il cielo e' ancora buio, lo zaino per terra, le case intorno contenitori di gente che dorme, che si rivolta nelle lenzuola calde, mentre io ripeto nellla testa i movimenti della via che voglio liberare oggi .
DUe fari svoltano l'angolo, Chris arriva, la macchina e' calda, butto lo zaino vicino al suo e partiamo.
Passiamo a prendere Hussein, che parla Italiano, cambiamo macchina, passiamo l'Altamont pass dove la centrale eolica taglia l'aria con centinaia di mulini a vento. L'autostrada vuota, si fila attenti alle pattuglie della stradale.
SI chiacchera di vie e di chi ha aperto cosa e dove, passiamo per Oakdale, cittadina rurale, poi per la 108 tra le campagne, la stessa strada ti porta a Yosemite se continui.
Il sentiero e' fresco e umido.
La roccia aguzza rivela le prese mentre ti muovi, una via conosciuta per riscaldamento, vado io per primo.
FInalmente sul mio progetto, inizia con un diedro da salire delicati, poi la roccia si rompe in blocchi e arrivno i passaggi duri. Continuo a salire replicando movimenti che conosco, cercando di essere efficente e deciso, risparmiando energia per il passaggio che continua a respingermi.
Ci arrivo, moschettono, riscendo un movimento per riposare, per rimandare la prova che mi aspetta. Respiro.
i piedi, il sinistro li' il destro di esterno molto alto. La tacca, piccola morde i polpastrellli. La tensione, respira con il diaframma, chiudi sulla la tacca, lancia in alto, ce n''e un altra nascosta.
La manco.
Il corpo si rilassa mentre volo, solo le gambe si preparano all'impatto.
respiro. il sinistro completamente acciaiato. ero ancora freddo...pare funzionare come scusa, almeno per me.
Mi ritrovo ancora una volta a studiare il pezzo di roccia davanti a me.
il pezzo di roccia che mi ha ossessionato per tutta la settimana, per il quale mi sono alzato presto...per avere le condizioni migliori, aderenza, fresco...qyuasi un po' umido stamattina.
Il pezzo di roccia che ha valore solo per me e per che decide che si sentira' meglio solo quando avra' concatenato le tre tacche e i ballletti di piedi del passaggio chiave.

Un falco volteggia in alto, nel lago qualcuno prende velocita' con un motoscafo.
Altri arivano per arrampicare.
guardo il mio mignolo la pelle della parte di sotto si e' avvolta in un ricciolo calloso che si e' strappato quando ho mancato la tacca finale.
Il sangue brilla al sole.
Lo succhio via e riprovo il passaggio che dopo un breve riposo sembra facile.
COntinuo a scalare il resto della via, buchi, mani, piedi tacca svaso..mi muovo senza pensare
Hussein mi guarda da sotto...dopo tocca a lui.
Chris non si azzitta mai sul'altra via.
FInisco, ma so che non ho finito. riposero'
tra mezzora e rifaro' tutto il balletto di nuovo, per arrivare a quella tacca piccola chiudere deciso e lanciare all'altra che non si vede. Bisogna essere precisi...se pensi di sbagliare cadi, se pensi di cadere non cominci neanche.
bisogna essere veloci..lasciare le paure fantasma dietro, quelle voci che ti fanno dubitare della tenuta del piede mentre tiri su la corda per moschettonare.
Mordo via il pezzo di pelle e lo lascio in un buco della roccia.
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Re: ieri non ho scalato

Messaggioda roby4061 » lun ott 16, 2006 22:29 pm

Ansia Kammerlander ha scritto:
mamo ha scritto:
Di poeti scalatori ne sono mai esistiti ... ???
:?: :roll: :roll:



Sono i poeti scialpinisti che non esistono in natura, mamo. :?


come sarebbe a dire che non esistono???!?!!??! :twisted:
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Re: ieri non ho scalato

Messaggioda quchibu » lun ott 16, 2006 22:33 pm

crimp ha scritto:
Che bel post.

Ieri invece ho scalato.
..........
Mordo via il pezzo di pelle e lo lascio in un buco della roccia.


bello
e quello che ho scritto io, quello che hai scritto tu...

fa tutto parte dello stesso gioco

e poi non capiscono.
Perchè non possiamo farne a meno.
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Re: ieri non ho scalato

Messaggioda davi » lun ott 16, 2006 22:43 pm

quchibu ha scritto:Ieri in valle dell'orco non ho scalato.
Era tutto bagnato, anche l'aria era bagnata. E le nuvole basse nascondevano la roccia.
Abbiamo aspettato un pò, nel bar, se improvvisamente si fosse aperto e si fosse visto un pò di azzurro.
E dall'azzuro il sole ad asciugare le pareti. E le pareti a far venire voglia di scalare.

Ma non era il giorno giusto. E quando il bar è stato troppo pieno di gente e di parole.
Come se aleggiassero i fantasmi di quelle nuvole di fumo denso che fino a qualche anno fa lo riempivano, in giornate come queste. Nebbia dentro come quella fuori.
Quando non si respirava più, ce ne siamo andati.
Senza rimpianto. E senza fretta.

E lungo la strada un gregge di pecore, verso valle, a sfuggire il freddo e l'umido. E noi dietro, al loro passo.
I cani.
I cani corrono gioiosi e feroci attorno alle pecore. Le mordono con malizia, sulle coscie, quasi casualmente, quelle che trasbordano dalla massa.
Si dividono i compiti: uno attento alla sinistra, l'altro spazza la coda muovendosi come un metronomo, trasversale alla strada, inesorabile con le ritardatarie.
Quello davanti si congiunge per un attimo a quello dietro, sembra che comunichino e torna avanti. A guidare il gregge.

Mi affascina guardare il loro andirivieni. La loro attenzione ai padroni, che li lasciano fare. La loro frenesia, comunicata al gregge, che si muove sotto la spinta di un'urgenza, contrapposta alla calma dei pastori.
Io conosco i cani. So quando ridono, quando sono felici, quando sono orgogliosi di quello che fanno.

Non conosco le pecore. A guardarle sembra che il loro unico scopo sia quello di strappare un boccone di verde ove possibile, nella fretta del trasferimento, senza curarsi d'altro che di questo. Mangiare.
O forse anch'io, come i cani, le guardo come massa. E per una che fa una cosa qualsiasi generalizzo e prendo la parte per il tutto.
E se una di quelle pecore fosse dottore in filosofia, chi se ne accorgerebbe?
Troverebbe modo, con i suoi occhi da pecora, di comunicarmi le sue riflessioni?
La vedrei sempre come gregge, macchia informe di giallino in una massa brulicante, su una strada bagnata, fra la gente che ha fretta.

Ieri non ho scalato, ma non importa in fondo.
Ho visto le pecore e i cani. Dopo mille volte che li avevo visti. E per la prima volta li ho guardati sul serio.

Ma anche le pozze d'acqua scura, di quel colore che mi ricorda il kerosene, quel blu odoroso della mia infanzia di stufe e di taniche, e i colori dell'autunno.

Ieri non ho scalato. Ma non importa.



MMMmmmSI.... Discreta imitazione dello stile di Erri De Luca.

Mi hai fatto venire in mente questo:

immagina di essere un pastore con il suo gregge

la tua mente è come un gregge

va condotta per mano

verso l'alto

verso pascoli

sempre più alti

il gregge si fida di te

sai dove portarlo

dove la montagna si apre

dove i pascoli sono sempre più verdi

sei tu la sua guida

sei tu il pastore

fidati di te

un pastore

è un uomo saggio

che esperienza

che sa proteggere

che conosce i boschi

i dirupi

le asperità

Il cane da pastore raccoglie le pecore

impedisce loro di perdersi

le tiene unite

come i tuoi pensieri

Quando un tuo pensiero si allontana

quando diventa negativo

come una pecora nera

che si avvicina ad un crepaccio

vallo a riprendere

riportalo con te sulla giusta strada

il gregge ha bisogno di te

della tua sicurezza

conosci le piante

conosci i fiori

conosci ogni dirupo

ogni sentiero

ogni angolo

e soprattutto.....

conosci il tuo gregge

sei arrivato

ci sei

il pascolo è ampio

l'erba alta e nutriente

nutri la tua mente

così di cose buone

come fa ogni pastore

la vita

è tua

dalle da bere

e ti seguirà ovunque
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Messaggioda davi » lun ott 16, 2006 22:46 pm

il forum è il gregge, tu la nostra guida
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Re: ieri non ho scalato

Messaggioda davi » lun ott 16, 2006 23:01 pm

crimp ha scritto:guardo il mio mignolo la pelle della parte di sotto si e' avvolta in un ricciolo calloso che si e' strappato quando ho mancato la tacca finale.
Mordo via il pezzo di pelle e lo lascio in un buco della roccia.


mazza che schifo... potevi anche riportartelo a valle :twisted:
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Messaggioda davi » lun ott 16, 2006 23:12 pm

... terra bruciata anche qua? :)
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Re: ieri non ho scalato

Messaggioda crimp » lun ott 16, 2006 23:52 pm

davi ha scritto:
crimp ha scritto:guardo il mio mignolo la pelle della parte di sotto si e' avvolta in un ricciolo calloso che si e' strappato quando ho mancato la tacca finale.
Mordo via il pezzo di pelle e lo lascio in un buco della roccia.


mazza che schifo... potevi anche riportartelo a valle :twisted:


E ma scusa
Ma allora mi neghi tutto il sillogismo tra il sangue la pelle le tacche e la roccia
e che cazz
il sacrificio sanguinolento al dio della roccia, che nutro con le mie ossessioni, che altrimenti sarebbe solo un pezzo di roccia, ma che e' invece elevato a parte di me con tanto di sangue (anima) e pelle (corpo) ad unirci.
ma insommaaaaa
E poi scusa, i formiconi li vorrai pure nutrire no? E un minimo di generosita' via! :wink: :lol:
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Re: ieri non ho scalato

Messaggioda nove inseguito » lun ott 16, 2006 23:58 pm

crimp ha scritto:
davi ha scritto:
crimp ha scritto:guardo il mio mignolo la pelle della parte di sotto si e' avvolta in un ricciolo calloso che si e' strappato quando ho mancato la tacca finale.
Mordo via il pezzo di pelle e lo lascio in un buco della roccia.


mazza che schifo... potevi anche riportartelo a valle :twisted:


E ma scusa
Ma allora mi neghi tutto il sillogismo tra il sangue la pelle le tacche e la roccia
e che cazz
il sacrificio sanguinolento al dio della roccia, che nutro con le mie ossessioni, che altrimenti sarebbe solo un pezzo di roccia, ma che e' invece elevato a parte di me con tanto di sangue (anima) e pelle (corpo) ad unirci.
ma insommaaaaa
E poi scusa, i formiconi li vorrai pure nutrire no? E un minimo di generosita' via! :wink: :lol:
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sono indignata.
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Messaggioda Zio Vare » lun ott 16, 2006 23:58 pm

bellissimo post buzz, e anche quello di crimp!
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Messaggioda davi » mar ott 17, 2006 0:04 am

A me ha colpito soprattutto la profondità di questa frase:

E se una di quelle pecore fosse dottore in filosofia, chi se ne accorgerebbe?
Troverebbe modo, con i suoi occhi da pecora, di comunicarmi le sue riflessioni?


Mi è venuta in mente una famosa poesia di Umberto Saba


La Capra

Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d? erba, bagnata
dalla pioggia, belava.
Quell?uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.

In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.


e anche mi ha fatto venire in mente il poeta Elio Pecora

http://www.italian-poetry.org/pecora.htm
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Messaggioda Roberto » mar ott 17, 2006 0:36 am

Direi che ti ha detto di lusso, se scalavi ravanavi come al solito ed invece, oltre a non ravanare, ci è scappato anche un bel pezzo scritto.
Avere il cognome che inizia con Buz e finisce con zati, avrà anche un significato :wink:
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Messaggioda Pantuflo » mar ott 17, 2006 0:45 am

bravi tutti e due!


sapessi arrampicare la meta' di come sapete scrivere voi mi andrebbe di lusso :roll:
:cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry: :cry:
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Messaggioda crimp » mar ott 17, 2006 3:13 am

Due rette parallele non si incontrano
e se si incontrano
non si salutano.
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Re: ieri non ho scalato

Messaggioda crimp » mar ott 17, 2006 3:19 am

quchibu ha scritto:
crimp ha scritto:
Che bel post.

Ieri invece ho scalato.
..........
Mordo via il pezzo di pelle e lo lascio in un buco della roccia.


bello
e quello che ho scritto io, quello che hai scritto tu...

fa tutto parte dello stesso gioco

e poi non capiscono.
Perchè non possiamo farne a meno.


SI.
bella sta cosa che ora lo puoi raccontare a milioni.
Prima era relegato al massimo ad un tavolo dopo due birre..se non eri timido.
Sistema nervoso centrale virtuale.
Internet dico.
Che casino sara' l'inconscio collettivo della prossima generazione?
No lo voglio sape' :)
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Messaggioda giudirel » mar ott 17, 2006 9:31 am

Neanch'io ho scalato.
Lavoravo.
In Slovenia... a Bled che è bellissimo e sei miei occhi non mi ingannano ci deve essere da consumare cento paia di scarpette e cento copertoni di mtb...
Che nostalgia della California mi hai fatto venire... ormai a Toulomne farà freschetto ma la valle sarà bellissima!
Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente.
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Re: ieri non ho scalato

Messaggioda smilzo » mer ott 18, 2006 13:30 pm

crimp ha scritto:Ieri invece ho scalato.
Ero pronto alle 5, aspettando un amico che mi venisse a prendere...


Bella Paole'!

E bravo Buzz, che però non è una sorpresa...



P.S.
A Paolo, la prox volta fai meno il poetico e cerca di azzeccare quel lancio!
E se non ci riesci, allènete!
:twisted:
Chi troppo bara nulla stringe.
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Re: ieri non ho scalato

Messaggioda zeo saverio » mer ott 18, 2006 19:39 pm

Ansia Kammerlander ha scritto:
Sono i poeti scialpinisti che non esistono in natura, mamo. :?

con modestia :http://takaju.leonardo.it/blog

la neve è una poesia
Una poesia che cade dalle nuvole in fiocchi bianchi e leggeri
Questa poesia arriva dalle labbra del cielo, dalla mano di Dio.
Ha un nome. un nome di candore smagliante
Neve
"WHAT WE GOT TO SAY
POWDER TO THE PEOPLE NO DELAY !!!
FIND THE POWDER !!!! "
(remixed lyirycs from public enemy - fight the power '89 )
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Messaggioda smilzo » mer ott 18, 2006 19:44 pm

crimp ha scritto:Due rette parallele non si incontrano
e se si incontrano
non si salutano.


Due rette parallele s'incontrano
all'infinito
quando ormai non gliene frega più un ca@@o!
Chi troppo bara nulla stringe.
(F.A.)
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