il.bruno ha scritto:pasasò ha scritto:C'è un bel libro "Padre padrone" esemplicativo su
se piace a te l'avrà scritto Stalin
scusate ma è un atto dovuto, e già che ci sono lo consiglio a tutti, anche se in vari punti è abbastanza "forte"
Pubblicato da Feltrinelli nell'aprile 1975, il testo, autobiografico, racconta diciotto anni di storia di un ragazzo sardo, Gavino, costretto a lasciare la scuola del suo paese, Siligo, in provincia di Sassari, a soli 6 anni, e dopo appena due mesi di frequenza, per il volere del padre, che lo porta a governare il gregge a Baddhevrùstana. Da allora, il giovane Gavino cresce in un mondo tutto particolare, che ha come contorno la compagnia di pochi personaggi, tutti pastori, dall'amico Nicolau a thiu Pulinari, a Gobbe, a thiu Ziromine, a thiu Costantinu. Ci sono poi altre figure che ruotano attorno all'infanzia e adolescenza del protagonista, a cominciare dal fedele cane Rusigabedra, a thiu Juanne, che assurge al ruolo quasi magico di "cantastorie" degli antenati di famiglia, da thiu Giommaria Ledda, a thiu Jombattista, a Don Peppe. E c'è la famiglia di Gavino, nelle persone della madre e dei suoi due fratelli, Filippo e Vittoria (chiamata la maestra, poiché è l'unica a possedere un'istruzione), che a partire dal 1949 gli fanno compagnia all'ovile. E c'è soprattutto il padre, una figura imponente, per tradizione e carattere insieme, sempre pronto a mettere in luce tutta la sua esperienza, che si impone sui componenti della sua famiglia e soprattutto sul figlio per esercitare la propria autorità e non il proprio affetto, e lo fa quasi giustificandosi, rivendicando il diritto di comportarsi in quel modo per ottemperare ai propri doveri di genitore. E qui avviene lo scontro, perché Gavino, dopo la remissione dell'infanzia, sviluppa nell'adolescenza una ribellione segnata dalla propria volontà di ferro nel coltivare e far emergere una passione di studio che il padre non riuscirà mai a soffocare, e che porterà il protagonista alla decisione di entrare nell'esercito per il conseguimento di un titolo di studio, e poi alla piena consapevolezza della propria maturità. E alla fine, divenuto docente universitario, avrà vinto la sua battaglia, in nome di nuovi valori che si chiamano libertà, consapevolezza, dignità umana, e sono raccolti in un'identità che lo aiuterà a liberarsi dall'oppressione paterna senza però mai rinnegare il ruolo del genitore. Lo stesso protagonista, in un'intervista rilasciata anni dopo la pubblicazione del libro, tenderà a precisare che se nella vita non fosse riuscito a perdonare il padre, non sarebbe stato capace di compiere il percorso di crescita culturale che lo ha portato a diventare glottologo e scrittore.
"Padre padrone", che all'epoca della sua pubblicazione riscosse tanto successo da suscitare dibattiti aspri e accesi, conquistò il premio Viareggio, e successivamente, nel 1977, venne adattato per il cinema: il film, diretto dai fratelli Taviani ed interpretato da Saverio Marconi, Omero Antonutti e un ancora sconosciuto Nanni Moretti, conquistò la Palma d'Oro al Festival di Cannes. Negli anni il libro è divenuto un classico della letteratura italiana, ed è stato tradotto in ben 40 lingue.
"Padre padrone" si segnala come un libro dal linguaggio semplice e comune, e ha il pregio di riportare alla luce il dialetto sardo, altrove relegato troppo frettolosamente a sottoruoli comprimari, ma che qui viaggia in perfetta complementarietà rispetto all'italiano, prevalendo anzi su questo per il costante utilizzo che ne fanno i personaggi del romanzo. La storia, oltre ad evidenziare in modo netto e marcato la durezza dei rapporti tra padre e figlio, fa luce su un ambiente arcaico e nettamente patriarcale, che sembrava legato ad un passato plurisecolare, ma che in realtà era solo specchio di un presente appena dietro l'angolo. Un ambiente in cui il vivere è strettamente legato al lavorare, e il lavorare richiama lo sforzo fisico impiegato nelle faccende agricole, che investe tutti i componenti del nucleo familiare per tutto l'arco della loro "durabilità", ovvero dalla primissima infanzia fino alla morte. I rapporti all'interno della famiglia sono contrassegnati da una logica che vige da secoli, in base alla quale l'uomo comanda sulla donna, il padre sui figli, e gli anziani rivestono un ruolo quasi mistico, come se fossero i sacerdoti deputati a preservare la tradizione da improbabili attacchi esterni di modernità e sovversione
Le previsioni davano brutto tempo, ma noi siamo Guzzisti e per noi l'acqua non è un problema, purché non ci tocchi di berla...by G.C Mandello