un'altra bella stangata...

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Messaggioda Sbob » lun ott 22, 2012 19:01 pm

Freespirit ha scritto:il Presidente della Repubblica è eletto dal popolo? No, è eletto da quei parlamentari nominati che dici tu e che è cosi in realtà

Buona parte dei senatori a vita attuali sono stati nominati da un presidente della Repubblica votato da parlamentari eletti dal popolo.
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Messaggioda Sbob » lun ott 22, 2012 19:03 pm

Freespirit ha scritto:
Sbob ha scritto:
giorgiolx ha scritto:in america non ci sono le tasse che ci sono qui in italia.

Basta con la solita storia! L'Italia ha una tassazione non molto diversa dal resto d'Europa. Belgio e Svezia pagano più tasse di noi, eppure pagano senza fiatare. In USA le tasse sono minori, però ti devi pagare scuola e sanità di tasca tua.


non mi risulta che in altri paesi si pagano accise sulla benzina per guerre in africa, terremoti di 40 anni fa, crisi di Suez e scuse varie....

Concordo sulla motivazione scema, ma le tasse che paghiamo noi sulla benzina sono comparabili al resto d'Europa.

forse le tasse, in Europa, si pagano un pò più volentieri...ma lavorare sei mesi all'anno per il fisco e per mantenere un parlamento di corrotti tutti uguali

Forse se sono tutti corrotti e' anche grazie ad un popolo di mezzi delinquenti e qualunquisti.
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Messaggioda MarcoS » dom ott 28, 2012 19:07 pm

fortuna che ora c'è lui... 8)



http://adessomatteorenzi.it/
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Messaggioda El Rojo » lun ott 29, 2012 18:34 pm

?Rent a Rentner?, affitta un pensionato.

E' un nuovo sito tedesco dove aspiranti di 67-75 anni si propongono come lavoratori. ?Trasferire ai giovani la mia esperienza? è la motivazione più spesso dichiarata da questi cerca-lavoro coi capelli bianchi. Ma le difficoltà di farcela con la pensione ad arrivare alla fine del mese, è probabilmente la più vera. Nel 2011, la pensione media nei Laender della ex-Germania Ovest era di 1062 euro mensili, all?Est di 1047. E dal 2000, hanno perso il 17 % del potere d?acquisto ad Ovest, e il 22% all?Est. Quattro milioni di pensionati sono a rischio povertà. Di loro, circa 761 mila completano il loro assegno con un ?mini-job? da 400 euro mensili.

www.lemonde.fr/europe/article/2012/10/1 ... _3214.html



Certo, la Germania è il paese vincente dell?area euro. Ha un attivo di 100 miliardi della bilancia commerciale; è il massimo esportatore dopo la Cina. E? ?altamente competitivo? e super-produttivo, ha portato via quote di mercato all?Italia, alla Francia, per non parlare della Spagna. E? il modello che ci viene proposto: anche noi dobbiamo diventare più competitivi, aumentare la nostra produttività. Ma il travolgente successo tedesco ha un altro aspetto visto da sotto, ossia dalla popolazione meno favorita.

E? vero che le paghe della Volkwagen sono ben superiori a quelle dei nostri metalmeccanici. Ma è anche vero che 7,3 milioni di tedeschi ha quello che vien chiamato un ?mini-job?: salario, 400 euro mensili. Si tratta di un occupato su 5, e due terzi sono donne. Di questi, 3 milioni hanno preso un ?mini-job? accanto al lavoro (e salario) principale, perchè altrimenti non ce la fanno a vivere.

I mini-jobs sono la grande scoperta della riforma del lavoro varata dal cancelliere (socialista!) Schroeder: consentono insieme di mantenere basse le statistiche della disoccupazione, e di risparmiare sui sussidi di disoccupazione. Sei disoccupato, magari da lungo tempo? Accetta un mini-job da 400 euro, e il governo ti dà il sussidio meno 400 euro. Il numero dei mini-jobber è aumentato, dal 2003, di 1,6 milioni di addetti. Lavapiatti e parrucchiere, commesse d?appoggio per ore di punta, taxisti, muratori a part-time. Chi ha un mini-job non paga tasse né contributi, ma la sua paga da 400 euro nemmeno contribuisce ad aumentargli la pensione. Si ha quasi il sospetto che serva a mascherare la marginalizzazione permanente di una quota crescente di popolazione, poco istruita, poco abile e dunque inoccupabile nelle sofisticate attività post-moderne. Nonostante il successo esportatore tedesco, infatti, la disoccupazione è piuttosto alta: 7%. Figurarsi quanto salirebbe la percentuale, se si tenesse conto dei mini-jobbers che vorrebbero un lavoro vero. Per il resto:

- Il 20 per cento dei salariati guadagna meno di 10,36 euro lordi l?ora.

- Solo un giovane su 5 oggi ha conseguito un titolo di studio più alto di quello di suo padre.

- Tra il 2006 e il 2010, la proporzione dei lavoratori poveri è cresciuta di oltre il 20% nelle imprese con più di 100 occupati.

- Pare diventata pratica comune ?spezzare? una mansione regolare in più mini-job, assegnati a gente che, tutta insieme, viene pagata considerevolmente meno del salario orario standard per quella mansione, come ha rivelato un rapporto dell?Università di Duisburg-Essen

www.uni-due.de/de/presse/meldung.php?id=2020

- I salari reali sono caduti del 2,9 per cento tra il 2004 e il 2011.

- Il 10% dei cittadini possiede il 53% della ricchezza tedesca, mentre la metà dei salariati si divide l?1% della medesima ricchezza. La disparità sociale cresce in Germania più che in ogni altro paese europeo.

- Non c?è da meravigliarsi se i consumi interni tedeschi sono bassi e non crescono, elemento non secondario del ?successo esportatore germanico?: 14 milioni di lavoratori tedeschi si spartiscono l?1?% della ricchezza prodotta. Quanta frugalità.


http://www.rischiocalcolato.it/2012/10/ ... ondet.html
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Messaggioda Freespirit » lun ott 29, 2012 19:09 pm

MarcoS ha scritto:fortuna che ora c'è lui... 8)



http://adessomatteorenzi.it/


potrebbe fare bene il sosia di Mr Bean
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Messaggioda Sbob » lun ott 29, 2012 19:15 pm

Questo non mi pare un segnale cattivo:
Solo un giovane su 5 oggi ha conseguito un titolo di studio più alto di quello di suo padre.

Anzi, forse il mondo sara' migliore quando avremo meno laureati... per aumentarne il numero abbiamo svaccato tutti i livelli di istruzione, col risultato che oggi i laureati fanno i lavori che facevano un una volta i diplomati.
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Messaggioda Freespirit » lun ott 29, 2012 19:19 pm

Sbob ha scritto:Questo non mi pare un segnale cattivo:
Solo un giovane su 5 oggi ha conseguito un titolo di studio più alto di quello di suo padre.

Anzi, forse il mondo sara' migliore quando avremo meno laureati... per aumentarne il numero abbiamo svaccato tutti i livelli di istruzione, col risultato che oggi i laureati fanno i lavori che facevano un una volta i diplomati.



d'accordo al 1000 x 1000!!!
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Messaggioda El Rojo » mer ott 31, 2012 11:54 am

L?arte della guerra : L?arma del silenzio mediatico

Si dice che il silenzio è d?oro. Lo è indubbiamente, ma non solo nel senso del proverbio. È prezioso soprattuttto come strumento di manipolazione dell?opinione pubblica: se sui giornali, nei Tg e nei talk show non si parla di un atto di guerra, esso non esiste nella mente di chi è stato convinto che esista solo ciò di cui parlano i media. Ad esempio, quanti sanno che una settimana fa è stata bombardata la capitale del Sudan Khartum? L?attacco è stato effettuato da cacciabombardieri, che hanno colpito di notte una fabbrica di munizioni. Quella che, secondo Tel Aviv, rifornirebbe i palestinesi di Gaza. Solo Israele possiede nella regione aerei capaci di colpire a 1900 km di distanza, di sfuggire ai radar e provocare il blackout delle telecomunicazioni, capaci di lanciare missili e bombe a guida di precisione da decine di km dall?obiettivo. Foto satellitari mostrano, in un raggio di 700 metri dall?epicentro, sei enormi crateri aperti da potentissime testate esplosive, che hanno provocato morti e feriti. Il governo israeliano mantiene il silenzio ufficiale, limitandosi a ribadire che il Sudan è «un pericoloso stato terrorista, sostenuto dall?Iran». Parlano invece gli analisti di strategia, che danno per scontata la matrice dell?attacco, sottolineando che potrebbe essere una prova di quello agli impianti nucleari iraniani. La richiesta sudanese che l?Onu condanni l?attacco israeliano e la dichiarazione del Parlamento arabo, che accusa Israele di violazione della sovranità sudanese e del diritto internazionale, sono state ignorate dai grandi media.

Il bombardamento israeliano di Khartum è così sparito sotto la cappa del silenzio mediatico.

Come la strage di Bani Walid, la città libica attaccata dalle milizie «governative» di Misurata. Video e foto, diffusi via Internet, mostrano impressionanti immagini della strage di civili, bambini compresi. In una drammatica testimonianza video dall?ospedale di Bani Walid sotto assedio, il Dr. Meleshe Shandoly parla dei sintomi che presentano i feriti, tipici degli effetti del fosforo bianco e dei gas asfissianti. Subito dopo è giunta notizia che il medico è stato sgozzato. Vi sono però altre testimonienze, come quella dell?avvocato Afaf Yusef, che molti sono morti senza essere colpiti da proiettili o esplosioni. Corpi intatti, come mummificati, simili a quelli di Falluja, la città irachena attaccata nel 2004 dalle forze Usa con proiettili al fosforo bianco e nuove armi all?uranio. Altri testimoni riferiscono di una nave con armi e munizioni, giunta a Misurata poco prima dell?attacco a Bani Walid. Altri ancora parlano di bombardamenti aerei, di assassinii e stupri, di case demolite con i bulldozer. Ma anche le loro voci sono state soffocate sotto la cappa del silenzio mediatico. Così la notizia che gli Stati uniti, durante l?assedio a Bani Walid, hanno bloccato al Consiglio di sicurezza dell?Onu la proposta russa di risolvere il conflitto con mezzi pacifici. Notizie che non arrivano, e sempre meno arriveranno, nelle nostre case. La rete satellitare globale Intelsat, il cui quartier generale è a Washington, ha appena bloccato le tramissioni iraniane in Europa, e lo stesso ha fatto la rete satellitare europea Eutelsat. Nell?epoca dell?«informazione globale», dobbiamo ascoltare solo la Voce del Padrone. *



http://www.globalresearch.ca/larte-dell ... co/5310140
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Messaggioda MarcoS » mer ott 31, 2012 15:01 pm

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Messaggioda El Rojo » gio nov 01, 2012 11:47 am

Italia, ultimo atto.

PREMESSA:
Prendo spunto da questo articolo del Manifesto di CdC dal titolo "Chi tira la cinghia"
http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... ic&t=53405
Sarebbe opportuno che lo leggeste. Comunque in sintesi accenna alla possibile svendita, pardon vendita, a pezzi, del patrimonio pubblico, che nel caso verrebbe effettuata specialmente tramite Cassa Depositi e Prestiti (più avanti CdP). Alla fine dell'articolo il Manifesto dà una speranza al lettore dicendo che CdP potrebbe essere anche però il veicolo per rilanciare investimenti pubblici e innescare una ripresa ed evitarci così lo strangolamento Europeo. Io me lo auguro con tutto il cuore.

I FATTI:
La Cassa Depositi e Prestiti SPA la si può immaginare come la creazione di un magazzino, in cui man mano si è fatto confluire pezzi di Stato, che sarebbero stati più difficili da vendere singolarmente. Qui vedete le principali partecipazioni di CdP ma dietro alcune sigle fumose stanno beni immobilari pubblici, servizi pubblici e tante altre cose...
http://www.cassaddpp.it/chi-siamo/fatti ... zioni.html
Ora vendendo man mano le quote di questa Società si vende in pratica lo Stato, semplicemente.
Quando cioè la maggioranza, a forza di quote vendute, non ci fosse più, l'Italia allora non sarà più degli Italiani, per semplificare.
Uno degli strumenti che (a mio avviso) ci costringerà a vendere l'Italia sarà l' European Redemption Fund o ERF, che:
1) Dovrebbe far confluire i debiti pubblici degli Stati dell?Eurozona, per la parte eccedente il 60% del debito/PIL, in un apposito fondo.
2) L?ERF è garantito dagli Stati Nazionali attraverso i loro asset pubblici e in più obbligatoriamente da una percentuale del gettito fiscale cioè delle tasse.
3) L'ERF poi, dovrebbe emettere a sua volta dei bonds europei a scadenza di 20, o massimo 25 anni. Questi li prenderanno degli investitori. Quindi l'Europa, anche se un pò impropriamente, si può pensare che emette in pratica delle ABS (asset backed securities) alla fin fine.
Siccome le garanzie reali sono degli Stati forse però gli Stati potevano studiarsi qualcosa anche senza la BCE, a dire il vero (ma questa è solo una mia malignità da truce e cattivo finanziario).
4) Comunque in questo periodo di 20-25 anni tutti gli Stati aderenti hanno l?obbligo di portare il proprio rapporto debito/PIL al 60%. A questo fine, senza dilungarmi, sono state implementate man mano misure e provvedimenti che in cambio di un pò di respiro (aiuti) ai Paesi, tramite EMS e tramite il cosiddetto piano Draghi http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AbRY7SZG
di fatto li condizionano in pieno e li sottopongono al controllo di BCE e FMI sui conti e sul percorso di austerity, il quale percorso diventa di fatto con l'ERF ventennale.
Significa perdita totale della sovranità, anche fiscale. Quindi votate tranquilli a primavera, non conta.
5) L'ERF è un fondo a durata limitata, che deve essere completamente rimborsato dagli Stati membri alla fine della sua durata.
6) Calcolando che noi abbiamo circa 120% di debito/PIL e calcolando vent'anni si tratta di 3% circa all'anno da rimborsare (sui 50-60 miliardi all'anno, e considerata la dinamica, è anche ottimistico).
7) Date le ulteriori politiche di austerity che ne conseguono, dal lato aumento del PIL e quindi del gettito fiscale, non è prevedibile fare molta cassa, anzi.
8 ) Dal lato aumento tasse nemmeno, dato che sono già prossime a un limite oltre il quale l'aumento delle aliquote provocherebbe semmai una diminuzione di gettito (l'esperienza insegna che il contribuente che non ce la fa più, già che deve evadere allora lo fa per intero, non solo per la porzione di aumento). Inoltre, con un PIL in peggioramento date le politiche restrittive lo stesso gettito odierno è pure dubbio che possa essere mantenuto.
9) Resta verosimilmente quindi solo la dismissione graduale del patrimonio pubblico, a pezzi, per rimborsare l'ERF.

QUELLE CHE SEGUONO SONO SOLO MIE OPINIONI (cattive)
E' questo il completamento, cioè la seconda puntata, della distruzione programmata dell'Italia in tre mosse, la prima essendo stata quella avviata nel 1992 con la distruzione del Sistema Paese fatto a suon di svendite
chiamate "privatizzazioni e liberalizzazioni" che non hanno liberalizzato un bel niente ma hanno invece distrutto settori strategici e portanti privatizzandoli (regalandoli) ad amici e parenti e mettendoli inoltre sotto un ombrello di capitali e obiettivi diversi dall'INTERESSE NAZIONALE e perciò distruggendone anche tutte le sinergie.
Con questo sistema si distrusse chimica, farmaceutica, cantieristica, nucleare, ricerca, parte di meccanica, telecomunicazioni ecc...e questo pure alla vigilia della corsa mondiale agli investimenti in Cina. In Cina non si poteva andare con imprese sparse ma solo con un Sistema Paese. In Cina si prendeva una Regione intera alla volta, grande anche come l'Italia, e gli si doveva dare tutto, dalle auto, alle lavatrici alle strade ecc...in genere formando joint-venture.
Noi eravamo perfettamente in grado con il sistema strategico nostro cioè in sintesi ENI IRI e FIAT di fare questo.
Eravamo anzi, come prezzi, come aggressività e come capacità, i concorrenti più temibili. Smantellato il Sistema Paese noi siamo poi andati in Cina ma solo con qualche azienda singola a prenderci le briciole.
Successivamente, seconda mossa, siamo entrati (ci hanno costretto) nell'EUR che ci ha ammazzato la competitività sull'export (data dalla Lira), facendoci perdere quote di mercato progressivamente e procurandoci un deficit della bilancia commerciale di 6 o 700 miliardi, dove prima avevamo invece surplus che era una della nostre forze e inoltre minando anche le imprese locali non più difese da una valuta debole nei confronti dell'ingresso di concorrenti stranieri anche a valuta forte, come invece eravamo difesi prima dalla moneta debole. Infine come ciliegina sulla torta procurando un danno rilevante a un'altra fonte Italiana importante e cioè il turismo, sempre a causa di una valuta troppo forte, l'EUR, che ha reso meno conveniente venire in Italia a uno straniero, e inoltre ha pure reso conveniente agli Italiani andare all'estero invece che spendere qui, cosa che prima non gli conveniva con la Lira debole.

I due registi principali del 1992, il primo nell'ideare e provvedere la necessaria cornice giuridica (insieme a Guido Rossi) e cioè la creazione delle Fondazioni bancarie, la trasformazione in SPA di aziende pubbliche ecc..(anche sotto minaccia di arresto ai manager se non firmavano con la scusa, o lo scopo vero? della concomitante Tangentopoli, tra gli applausi da stadio del volgo estasiato per la "lotta" alla "cooorrrruzzzione") e il secondo in qualità di liquidatore al Tesoro e cioè per tutti gli aspetti finanziari e i rapporti con gli advisors (JPM, Goldman Sachs, Morgan Stanley, UBS ecc...) furono rispettivamente Giuliano Amato (lobby) e Mario Draghi (cripto-lobby) con l'aiuto di Carlo Azeglio Ciampi (lobby) Governatore della Banca d'Italia fino al 1993 (svalutazione e cioè ulteriore sconto per gli acquirenti esteri) poi Presidente del Consiglio per il 1993 - 94 e poi Ministro del Tesoro dal 1996 al 1999.

Padri della Patria.

Amato e Draghi sono casualmente anche i registi odierni dello schema Cassa Depositi e Prestiti e dell'European Redemption Fund.
Amato poi oggi, per sicurezza, è anche incaricato della cosiddetta "spending review"

Quindi le conclusioni o meglio le speranze del Manifesto per le quali la CdP potrebbe essere la capofila di un rilancio pubblico, io spero di tutto cuore che si avverino, ma dato quanto esposto e considerati i protagonisti, non ci scommetterei l'argenteria di casa.

P.S. Il Redemption Fund e lo schema CdP sono questioni che, come si può evincere, potrebbero in ultima analisi riguardare l'essere un domani cittadini di uno Stato o una specie di ospiti di uno Stato a proprietà straniera.
Quindi sembrerebbe che le pagine dei giornali e i titoli della TV avrebbero dovuto assegnare un grande spazio, anche perchè queste cose datano un anno almeno come progettazione e prime messe in opera ed hanno comportato una serie di leggi, regolamenti e modificazioni.
Forse è solo una mia impressione ma se dici "condannato a 4 anni Berlusconi per le carezzine sul c...lo della Rudy" che per carità è importante, lo sanno tutti, se invece dici CdP poco niente.
Se poi dici Redemption Fund zero.
Se anche spieghi un pò, ti dicono "aaah sì.....vabbè......"

Però è proprio un bel nome eh "REDEMPTION"

Tutto si può dire degli Euroburocrati, meno che gli manchi l'ironia.
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Messaggioda il.bruno » gio nov 01, 2012 12:11 pm

si può anche essere d'accordo in tutto o in parte, il problema è che con il 120% e rotti di debito/pil e i creditori che passano alla cassa, c'è poco da fare i sostenuti sulle ipotesi di vendita degli asset di proprietà statale.
nelle nostre condizioni non siamo nelle condizioni di opporci a questo, e mi chiedo se chi è della stessa parte politica del manifesto si senta in coscienza veramente indenne da responsabilità per il fatto di essere in queste condizioni.
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Messaggioda El Rojo » dom nov 04, 2012 12:05 pm

La fine di Muammar Gheddafi.

A Mosca e? stato presentato il libro ?La fine di Muammar Gheddafi. Diario libico. 2011-2012?, la prima ricerca russa a 360 gradi che stupisce con due cifre.

Primo. L?aviazione atlantica ha provocato danni sette volte maggiori rispetto alle truppe di Rommel nel 1942.
Secondo. Dalle banche internazionali sono spariti depositi libici per 150 miliardi di dollari.

E? chiaro che ogni guerra semina morte e distruzione. Ma tenendo conto che alla Nato fu rilasciato il mandato solo per la no fly zone, le conseguenze di questa guerra sembrano tremende. Potrebbero pero? essere ricompensate da quei depositi del regime, che pero? sono finiti chissa? dove.
Dice l?autore del libro Anatolij Egorin:

Quando inizio? la campagna anti-Gheddafi e divenne chiaro che la Nato non avrebbe permesso che egli rimanesse al potere, incomincio? la fuga dei capitali. Nessuno sa esattamente, dove siano finiti quei miliardi. Secondo alcune indiscrezioni, sarebbero stati riciclati dai banchieri occidentali attraverso alcune offshore.
Ora tutti cercano questi soldi, ma le probabilita? di trovarli mi sembrano vicine allo zero.
Pero? non sarebbe giusto puntare il dito soltanto contro l?Occidente, perche?, com?e? noto, i nuovi vertici libici che lottarono contro Gheddafi, inviarono all?estero, attraverso il deserto, camion carichi di dollari e di lingotti.

Aggiunge Fatima abu al-Niran, presidente della Associazione internazionale per la democrazia in Libia:

Veramente, in Libia e? stato rubato tutto quello che si poteva rubare. Cio? e? accaduto sotto gli occhi di tutta la comunita? mondiale, e nessuno disse niente.
Non sono accuse infondate. In precedenza cio e? stato confermato dall?ex capo della Banca Centrale.
Non si tratta soltanto dei 150 miliardi di dollari sui conti esteri. Il flusso del denaro che finisce all?estero continua sullo sfondo degli scontri tribali, quando le milizie locali fanno degli avversari tutto quello che vogliono. L?intervento della Nato non e? avvenuto per portare la democrazia, come dicevano allora i vertici atlantici, ma per depredare il paese, come vediamo oggi.


http://italian.ruvr.ru/2012_11_01/93174459/
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Messaggioda Sbob » dom nov 04, 2012 15:10 pm

il.bruno ha scritto:si può anche essere d'accordo in tutto o in parte, il problema è che con il 120% e rotti di debito/pil e i creditori che passano alla cassa, c'è poco da fare i sostenuti sulle ipotesi di vendita degli asset di proprietà statale.

Il rapporto debito-pil non è dei migliori, ma quello che dici è tutt'altro che scontato.
Abbiamo vissuto per 20 anni con rapporti in quest'ordine, abbiamo avuto governi di sinistra che hanno ridotto quel rapporto senza vendere niente, e ci sono paesi che convivono con un rapporto debito pil ben superiore.
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Messaggioda El Rojo » dom nov 04, 2012 15:25 pm

Il Giappone e il debito pubblico che non spaventa

Con un rapporto Debito/PIL del 229% il Giappone continua a guardare da molto lontano la crisi in Europa

Ricordate la bolla immobiliare del 2008? Mai sentito parlare di Kyle Bass? Questo signore dopo aver fondato un hedge fund, ha scommesso il tutto per tutto al ribasso contro il mercato immobiliare durante la crisi dei mutui subprime del 2008, portando a casa una bella fortuna. Da allora il suo unico obiettivo è stato cercare il ?next career trade?.

Da circa due anni ormai, il suo unico target è il Giappone, una nazione con un rapporto Debito/PIL maggiore del 200% (la Grecia a confronto sembra wonderland). L?hedge f[o]under è strenuamente convinto che sia solo una questione di tempo prima che la nazione imploda in una gigantica crisi del debito sovrano, mandando cosi alle stelle i rendimenti sui bond e precipitando lo yen.

Sostanzialmente Mr. Bass non ha torto, è solo in anticipo. Dopo tutto il Giappone ha un debito del 229% del PIL!



Anche da Harvard non la pensano come Bass

Ad aprile di quest?anno, la Harvard Business School ha pubblicato un case study sulla questione finanziaria del paese del sol levante rilevando che Il Giappone non andrà in default per il momento, ma lo farà presto.

Cosa avrà dedotto Kyle Bass da questo studio?
1) Il suo fondo potrebbe anche non sopportare tutte le perdite e gli anni accumulati in attesa del Default Giapponese.
2) L?intero studio, oltre che l?intero trade speculativo sul default giapponese, potrebbero essere completamente sbagliati.


E se fosse un errore?

Analizziamo il secondo punto.
La speranza di Bass è che la crisi Europea faccia da trampolino per una imminente crisi in Giappone. Nulla di piu sbagliato!

Tanto per cominciare, il rapporto debito/PIL è semplicemente un modo inutile per dare da mangiare ai media in giro per il mondo, e soprattutto non riporta assolutamente nulla su ?interest rate risk? e ?credit risk?, nomi che non suonano nuovi dopo il 2008.
In sostanza, cercare di ?scommettere? contro una nazione basandosi solo sul rapporto appena citato non è altro che un?idea catastrofica e autolesionista (fortuna non inclusa).

Ora, vista la totale inutilità del rapporto ?debt to GDP?, il signor Bass è convinto che, considerato l?enorme ammontare di risparmi domestici che in Giappone vengono investiti in Japanese Government Bonds, e che ora che il ?disavanzo? per il Paese sta raggiungendo livelli assurdi e i risparmi si stanno esaurendo, la nazione dovrà cercare credito dall?esterno. Questi creditori/investitori però non vorranno assolutamente prestare danaro ad un patetico tasso dello 0.83% sui bond a 10 anni, così che, non appena questi investitori/creditori/speculatori internazionali chiederanno ai mercati di far salire i tassi sui titoli Giapponesi, la crisi sarà bella che servita poiché vi sarà così tanto debito che un aumentare dei tassi manderà allo sfascio le finanze pubbliche della nazione.


Il Giappone e il debito pubblico più alto al mondo che non spaventa
Anche in questo caso c?è un errore incredibile: non c?è alcuna correlazione tra la sostenibilità dei tassi d?interesse e i prestiti esteri e domestici.
Giusto per fare un esempio, negli USA l?ammontare di debito in possesso di investitori stranieri è aumentato esponenzialmente negli ultimi dieci anni, senza però scaturire alcuna pressione al rialzo sui tassi.

Lo Yen viaggiatore

Cerchiamo di capire in che ottica vedere il rapporto prestito-tassi.
Il possesso da parte di investitori stranieri di debito pubblico, non significa che la nazione va in giro per il mondo con il cappello in mano a chiedere l?elemosina cercando investitori disposti a comprare bond. E? semplicemente una funzione commerciale.
Quando una nazione si trova in disavanzo, significa che sta spendendo per acquistare beni dal resto del mondo più di quello che il resto del mondo sta spendendo per acquistare beni da quella data nazione.

Qui giace la ragion per cui se il Giappone sta acquistando tanto dal resto del mondo, ci sarà tantissimo yen in giro per il mondo: soprattutto in posti quali Cina, Medio Oriente, Stati Uniti e Europa.

Ma che succede a questi yen viaggiatori? Alcuni vengono spesi per acquistare altri beni, ma sostanzialmente alla fine, finiscono tutti in qualche conto corrente bancario da qualche parte e in qualche modo finiranno per essere impiegati per l?acquisto di bond giapponesi in modo tale che il portatore di tale danaro ottenga dei guadagni dagli interessi.
Teoricamente se qualcuno avesse degli Yen potrebbe preferire l?acquisto di bund tedeschi o di titoli del tesoro USA, ma ci sarà sicuramente un altro soggetto che deciderà di acquistare dei JGB (Japanese Government Bonds), cosi la valuta trova la sua strada verso casa e il ciclo è completo,


Il Giappone e il debito pubblico più alto al mondo che non spaventa
Questa è l?idea chiave che sfugge al signor Bass e il motivo per cui la sua speculazione ribassista sul Giappone non pagherà. Per una nazione che prende in prestito la propria valuta, la spesa pubblica finanzia il prestito stesso!
Se il Giappone spendesse 100 miliardi di yen, quella cifra li fuori nel mondo probabilmente finirebbe in una istituzione finanziaria, dove in fine verrebbero acquistati JGB per un valore di 100 miliardi.

Facciamo un paragone con l?Europa

Il problema è che in Europa il ciclo è interrotto. Quando il governo spagnolo spende, il danaro speso non necessariamente finisce in qualche banca in cui verranno acquistati bond statali di pari valore. Al contrario, gran parte di tale cifra finisce in qualche conto corrente in Germania, dove viene utilizzata per acquistare debito tedesco. O finisce in Francia o da qualche altra parte.
Per farla breve, la spesa pubblica Spagnola non aiuta a finanziare il debito pubblicao Spagnolo.

La vera verità

Dopo avervi annoiato con una quantità industriale di robaccia finanziaria è arrivato il momento di dirvi perché scoppiano le crisi sul debito sovrano: esse non sono il risultato di qualcosa di numerico o contabile, ma bensì di qualche disfunzione socio/politica. Il Giappone ha un bassissimo tasso di disoccupazione, una economia altamente funzionante e una cultura politica encomiabile.

Pensate alla situazione politica, economica e del lavoro in Grecia. Ora il quadro è dipinto.



http://www.ninjamarketing.it/2012/09/22 ... -spaventa/
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Messaggioda il.bruno » lun nov 05, 2012 11:52 am

Sbob ha scritto:
il.bruno ha scritto:si può anche essere d'accordo in tutto o in parte, il problema è che con il 120% e rotti di debito/pil e i creditori che passano alla cassa, c'è poco da fare i sostenuti sulle ipotesi di vendita degli asset di proprietà statale.

Il rapporto debito-pil non è dei migliori, ma quello che dici è tutt'altro che scontato.
Abbiamo vissuto per 20 anni con rapporti in quest'ordine, abbiamo avuto governi di sinistra che hanno ridotto quel rapporto senza vendere niente, e ci sono paesi che convivono con un rapporto debito pil ben superiore.

per quei 20 anni i creditori non passavano alla cassa e nel caso degli altri paesi che convivono con un debito superiore (che comunque non mi pare siano così tanti, a memoria ricordo soltanto il giappone e forse il belgio, realtà questa a cui eviterei di paragonare l'italia) i creditori si fidano ancora del debitore.

poi se a te piace vivere con un debito che supera del 20% il tuo reddito annuale, mi permetto di dire che molti potrebbero preferire privarsi di parte del patrimonio per vivere senza quella spada sospesa sopra la testa.
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Messaggioda Sbob » lun nov 05, 2012 12:13 pm

il.bruno ha scritto:
Sbob ha scritto:
il.bruno ha scritto:si può anche essere d'accordo in tutto o in parte, il problema è che con il 120% e rotti di debito/pil e i creditori che passano alla cassa, c'è poco da fare i sostenuti sulle ipotesi di vendita degli asset di proprietà statale.

Il rapporto debito-pil non è dei migliori, ma quello che dici è tutt'altro che scontato.
Abbiamo vissuto per 20 anni con rapporti in quest'ordine, abbiamo avuto governi di sinistra che hanno ridotto quel rapporto senza vendere niente, e ci sono paesi che convivono con un rapporto debito pil ben superiore.

per quei 20 anni i creditori non passavano alla cassa e nel caso degli altri paesi che convivono con un debito superiore (che comunque non mi pare siano così tanti, a memoria ricordo soltanto il giappone e forse il belgio, realtà questa a cui eviterei di paragonare l'italia) i creditori si fidano ancora del debitore.

poi se a te piace vivere con un debito che supera del 20% il tuo reddito annuale, mi permetto di dire che molti potrebbero preferire privarsi di parte del patrimonio per vivere senza quella spada sospesa sopra la testa.

Ovvero venderesti la casa per ripagare il mutuo?

Vendere i propri asset non fa *veramente* calare il debito: se prima hai un debito grosso con grosse garanzie, dopo hai un debito minore con meno garanzie, alla fine dei conti non c'e' molta differenza in quanto a solvibilita'.

Il Belgio invece e' riuscito a ridurre il debito di 40 punti in 14 anni senza tagliare il welfare, e anche l'Italia durante i governi Dini e Prodi I si e' ridotto di 12 punti in soli 4 anni.

Diffida da chi propone ricette uniche e senza soluzioni, di solito vuole incularti.
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Messaggioda il.bruno » lun nov 05, 2012 12:19 pm

la casa di residenza no, un box che affitto sottocosto, se non riesco a pagarmi il mutuo della prima casa, invece sì.

il debito sotto prodi e dini non si è ridotto, ma è aumentato come sempre.
la differenza è che in quegli anni è aumentato di più il pil, quello che è calato è il rapporto.
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Messaggioda Sbob » lun nov 05, 2012 12:48 pm

il.bruno ha scritto:la casa di residenza no, un box che affitto sottocosto, se non riesco a pagarmi il mutuo della prima casa, invece sì.

il debito sotto prodi e dini non si è ridotto, ma è aumentato come sempre.
la differenza è che in quegli anni è aumentato di più il pil, quello che è calato è il rapporto.

E' il rapporto che conta, oggi come allora. Uno dei modi per ridurre il debito e' appunto rilanciare il PIL.
In particolare, il debito in assoluto e' si' aumentato, ma in precedenza cresceva con ritmi da paura, mentre con quei governi e' stato praticamente arrestato.
Ultima modifica di Sbob il lun nov 05, 2012 12:53 pm, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda il.bruno » lun nov 05, 2012 12:53 pm

in realtà è una cosa abbastanza consolidata che il fatto di misurare il debito sul pil abbia un significato relativo, visto che sono due grandezze abbastanza indipendenti e diverse: una è un valore consolidato negli anni, l'altro è un valore annuale.
comunque conta di più il valore assoluto, visto che gli interessi sul debito li paghi su quello, non sul rapporto con il pil...
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Messaggioda Sbob » lun nov 05, 2012 12:57 pm

No, le tasse le prendi sul PIL, quindi la solvibilita' e' data dal rapporto (se hai 100 euro di debito e sei disoccupato sei nella merda, se Marchionne ha un debito da 100.000 euro ci ride su). Oltretutto il valore assoluto non ha alcun senso se almeno non lo attualizzi considerando l'inflazione.
Se guardi i dati assoluti l'Italia e' uscita dalle due guerre mondiali con un debito bassissimo!
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