Ancora musulmani, scusate la ripetizione

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Messaggioda gug » mer dic 14, 2005 12:56 pm

il.bruno ha scritto:
gug ha scritto:
Fokozzone ha scritto:
Secondo me tocchi un punto molto delicato e sostanzialmente giusto.
Si sa che molti si sposano in chiesa non perché abbiano fede nel sacramento, ma per vanità di organizzare una cerimonia solenne.


Questo modo di giudicare è abbastanza diffuso, ma vorrei chiedervi di considerare la cosa da un altro punto di vista.
In tutte le culture esistono riti per sottolineare dei passaggi importanti nella vita delle persone o delle comunità, quindi anche per il matrimonio, naturalmente. Ora nella cultura europea, tali riti, da quasi duemila anni, sono diventati riti religiosi cristiani, perchè il cristianesimo ha talmente permeato al cultura europea da essere presente in ogni aspetto rituale (per questo ho sempre sostenuto che esso è forse la radice più importante dell'Europa).
Ora, vista questa situazione, mi sembra abbastanza naturale che per chi si sposa, a meno di forti motivi contrari, si voglia sposare in chiesa. Volere sancire con un rito questo passaggio è connaturato alla natura umana e l'unico rito in Europa per questo momento è quello religioso.
Dopo duemila anni che la Chiesa si è sforzata di entrare nella cultura e nelle usanze, mi sembra quantomeno strano non comprendere questa situazione e bollare di ipocrisia un tale atteggiamento, che mi sembra solamente naturale.

Capisco, però il matrimonio religioso non è solo un rito formale, un modo di "vestire" un passaggio importante della vita al quale si tiene, ma ha anche un contenuto (è un sacramento, cioè un gesto che veicola Dio), la lontana memoria del quale è forse in parte il motivo (anche inconsapevole) del fatto che chi a quel contenuto nemmeno ci pensa tuttavia vuol fare un matrimonio religioso ugualmente.
Se si sceglie di sposarsi in chiesa, mi pare doveroso che la Chiesa chieda di fare i conti con questo contenuto. Altrimenti se uno lo vuol negare, da tempo esistono i matrimoni in comune.
E poi, come scriveva sopra Fokozzone, la Chiesa non ha bollato di ipocrisia quell'atteggiamento, ma è sempre stata molto flessibile.


D'accordo, probabilmente è vero questo che dici, ma spesso mi sembra che tutti caschino dalle nuvole e risolvano la cosa con la vanità della ricerca della "bella cerimonia", senza fare uno sforzo minimo di comprendere la psicologia umana che sta dietro a questo stato di cose.
Il matrimonio in Comune, non è, nella maggior parte dei casi, un rito analogo e non proviene dalle nostre tradizioni: per questo la gente si sposa in Chiesa fino a che non ci sono motivi o convincimenti molto forti che lo impediscono.
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda Fokozzone » mer dic 21, 2005 9:44 am

tclimb_2 ha scritto:
il.bruno ha scritto:No, ognuno faccia quello che gli pare, ma non pretenda che gli altri (ad esempio i vescovi) siano per forza d'accordo, ed in caso contrario accusarli di straparlare o negargli il diritto di esprimersi.


non e' proprio quello che dichiarano i vescovi. possono sicuramente mettere bocca su tutto, ma il destinatario del loro messaggio non e' mai troppo chiaro (o forse lo e' fin troppo).
se i vescovi dicessero chiaramente : "per la chiesa e' un buon cattolico chi si comporta come diciamo noi" potrei starmene anche zitto.
ma siccome il loro messaggio e' urbi et orbi, e va spesso ad impattare con le leggi di uno stato laico che al suo interno ha per fortuna una miriade di entita' diverse, trovo giusto che qualcuno si risenta e gli risponda. soprattutto quando certe affermazioni vengono fatte in prossimita' di una campagna elettorale.
quello che succede in italia non succede per esempio in francia, germania, inghilterra, stati uniti.
i rappresentanti religiosi parlano solo per i loro religiosi, guai ad interferire con lo stato. in inghilterra dove la regina e' anche Capo supremo della Chiesa e del clero, non si azzarderebbe mai a mettere bocca su quello che decidono le camere e che potrebbe andare contro a qualche dogma di qualche confessione.
basta pensare all'ora di religione nelle scuole statali con gli insegnanti pagati dalle pubbliche amministrazioni ma nominati dalle varie curie e dove l'ora alternativa non e' spesso nemmeno contemplata. ma guai a sollevare il problema.

Questo è quello che credi TU
Adesso leggi un po' cosa pensa la MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI

Domenica in prima pagina Repubblica titolava: «Fiducia nella
Chiesa, ma niente ingerenza».
E poi: «Quattro italiani su dieci: il Vaticano non faccia
politica. Scegliamo da soli».
Rimane una curiosità: gli altri sei che dicono?
Andiamo quindi a spulciare i risultati e abbiamo subito una
sorpresa.



In Italia esiste una "questione cattolica"?
La Chiesa di Benedetto XVI invade il terreno dello Stato?
C'è il pericolo che il Vaticano allunghi le mani
sull'Italia?
Si stanno riaprendo antiche ferite e vecchie tensioni?
A Repubblica non hanno dubbi.
È proprio così.
Da mesi infatti leggiamo che l'intervento dei cardinali
nella politica è intollerabile e ha superato la soglia
d'allarme.

E la gente cosa ne pensa?
È preoccupata, molto preoccupata.
Lo dice il quotidiano di Ezio Mauro, forte di un sondaggio
Demos/La Polis
pubblicato domenica in prima pagina.
Il titolo è chiaro: «Fiducia nella Chiesa, ma niente
ingerenza».
All'interno, due pagine dedicate alla «Questione cattolica».
Il catenaccio fornisce un dato: «Quattro italiani su dieci:
il Vaticano non faccia politica. Scegliamo da soli».

Fiducia sì, ma niente ingerenza?
Quattro italiani su dieci?
Interessante.
Rimane una curiosità: gli altri sei che dicono?

Andiamo quindi a spulciare i risultati.
E abbiamo subito una sorpresa. Questa è la domanda più
importante: «Secondo lei è giusto che la Chiesa esprima il
suo punto di vista sul dibattito politico e la formazione
delle leggi in Italia?».
In effetti, il 41,5% del campione risponde che la Chiesa non
deve cercare di influenzare la politica.
Secondo il 23,4% è invece giusto che la Chiesa affermi
sempre la propria posizione.
Il 32,4% degli intervistati pensa che i cardinali debbano
esprimersi solo su questioni che riguardano da vicino la
religione.
Il 2,7% non ha un'opinione precisa.
Chi scrive non è esperto di sondaggi ed è anche debole in
matematica.
Tuttavia, facendo i conti, risulta che il 55,8% degli
italiani sia molto interessato al punto di vista della
Chiesa.
La distinzione tra problemi che riguardano o meno il
Vaticano rischia di essere un po' debole.
La famiglia riguarda la Chiesa. L'etica, anche. La scuola,
pure.
E allora di cosa non dovrebbero parlare Ruini & C, a parte
le rapine a mano armata e poco altro?
Insomma, quattro persone su dieci non vogliono che la Chiesa
si occupi di politica, come titola il quotidiano.
Ma più di cinque su dieci pendono dalle labbra di Ratzinger.
Può non piacere ma è così, almeno secondo il sondaggio
lanciato da Repubblica stessa.
I cittadini non sembrano terrorizzati dall'idea che la
laicità dello Stato sia in discussione.

Andiamo avanti.
Alla domanda su religione ed etica, il 55% risponde che
l'insegnamento del Vaticano è utile; il 22% che è molto
importante.
Totale: 77%.

In quella sull'atteggiamento personale verso la Chiesa,
sommando le voci «Molto positivo» (33,4%) e «Abbastanza
positivo» (50,5%) si ottiene un plebiscito a favore di San
Pietro: 83,9%.

E la trita e ritrita questione del crocifisso nelle aule?
Favorevole l'88,1% degli intervistati.

L'ora di religione nelle scuole pubbliche?
Record: la vuole il 90,3% degli interpellati.


Cosa resta, di fronte a questi dati, delle «tentazioni
teocratiche» più volte denunciate da Repubblica?
Cosa resta dell'indignazione per le parole del cardinale
Ruini sui temi caldi dell'etica?
Poco e niente, verrebbe da dire.
È costretto ad ammetterlo con una punta di rammarico anche
Ilvo Diamanti proprio su Repubblica, nell'articolo di
commento al sondaggio: l'indagine «fa dubitare che le
tensioni fra il sistema politico e la Chiesa di Benedetto
XVI abbiano investito e scosso la società».
Anzi, la quota di chi considera in modo positivo il Vaticano
mostra una «tendenza alla crescita, rispetto agli anni
scorsi».
Strano, le due pagine dedicate al rapporto lasciano capire
esattamente il contrario.
Comunque, pare che la Chiesa faccia paura soltanto agli
editorialisti dei giornali progressisti.


La "questione cattolica", per gli italiani, non è all'ordine
del giorno.
Non interessa molto.
Forse perché esiste solo nella fantasia di qualche penna
nostalgica del Risorgimento.

Alessandro Gnocchi
Libero 20 dicembre 05
Fokozzone
 
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