priabonese ha scritto:Finchè sono sparate a salve, non fanno nemmeno il solletico le tue
Parto da lontano (puoi anche omettere questa parte). Da una parte vedo molta supponenza nelle tue parole, come ti hanno fatto notare anche in questo topic. In mille messaggi letti tra qui (e ci aggiungo FV) penso di non aver mail letto un'ammissione, anche lieve, di errore. Il tuo è sempre il verbo, che si parli di kN, montagna, fighe, sanità, scuola, diopatriafamiglia. Di fronte a testimonianze di chi nel mondo della scuola ci vive e lavora (penso al messaggio di steazzali, a quello della moglie - se ho inteso giusto- dell'utente tacchino... io non mi ci metto, sono un modesto) non hai battuto un ciglio. L'esperienza tua, che tra l'altro non ho nemmeno contestato nella sostanza circoscritta al tuo specifico caso familiare, è rappresentativa di tutto il mondo scolastico. Dall'altro il solito livore, come se a lavorare e a fare sacrifici ci fossi solo tu, da buon veneto che versa 3000 euro a cranio allo stato centrale (ma gliene avanzano comunque 1000, neonati compresi, all'anno da investire alle slot machine ...
http://www.veneziatoday.it/attualita/ve ... nette.html ... ci finanziavamo un altro Mose, senza mettere al gabbio Galan

). Con i soliti neanche tanto velati riferimenti sprezzanti ai meridionali e, nell'ultimo tuo sottolineato,
anche alle donne: ho inteso male?
Non ti conosco di persona, quindi valuto solamente delle parole scritte su di uno schermo, e quindi, sinceramente ti chiedo scusa nel caso avessi frainteso.
Venendo alla sostanza,
-Prof vecchi
- Prof che lavorano meno dei colleghi europei più pagati (e te credo, lavorano di più).
- università (Prof?) che non formano docenti secondo le richeiste del mercato del lavoro.
non ci vedi in questo che hai riportato, la mancanza di investimenti che le statistiche riportano. Quello 0.7% in meno del PIL, tradotto in schei, sono un paio di decine di miliardi di euro (l'anno) che lo stato ha omesso di investire nel corso degli anni. Sai quanti giovani professori da inserire e formare, per un fisiologico turnover, si potrebbero assumere con una parte di quelle cifre. E fare aggiornamento e formazione a quelli di ruolo. Comprare attrezzature per laboratori e attività extrascolastiche, LIM nelle classi (avercene alle medie inferiori...) e via discorrendo.
Il dato delle ore lavorate è, poi, il solito dato fuorviante (come quando si dice che lavoriamo meno dei tedeschi... eh come no!): se la scuola, che come cita il rapporto che tu hai letto bene, è male organizzata, questo comporta che a parità di ore lavorate il servizio offerto è meno efficiente, ma per renderlo adeguato, come fa la quasi totalità dei colleghi con cui ho lavorato in questi anni (evidentemente non nelle scuole dei tuoi figli, ad occhio sto un paio di province più a west) si smazza -lavorativamente parlando- extraorario.
L'ultimo punto -università (Prof?) che non formano
docenti secondo le richeiste del mercato del lavoro- intendevi dire laureati o docenti? Attualmente, se intendevi il reclutamento degli insegnati- secondo quanto stabilito dalla Buona Scuola (governo Renzi) a fine percorso universitario (che sia filologia antica o fisica quantistica), prolunghi gli studi di 6/12 mesi per acquisire dei crediti psico-antro-pedagogici e poi ti fai 3 anni (di cui uno a 400 euro al mese...) di formazione e inserimento graduale nel mondo della scuola (il cosiddetto FIT). Ma il nuovo ministro ha fatto capire (non emanando ancora nulla) che il FIT cambierà modalità di organizzazione, ma è un gran dire tutto e il contrario di tutto al momento, nonostante le promesse elettorali dei gialloverdi (e dei due concorsi previsti nel 2018, decretati dalla -nientepopodimeno- ministra Fedeli, nel 2018, ... nemmeno l'ombranè quest'anno nè probabilmente il prossimo: a voglia svecchiare!) E sai perchè? Perchè costano! Meglio andare avanti con i precari, con contratti di 9 mesi, assunti e licenziati, senza possibilità di continuità didattica, ogni anno. E parliamo di oltre un quarto del totale del corpo docenti alle medie inferiori, e superiori, tra cui il 90% su sostegno e alte percentuali (30/40%) nelle materie scientifiche.
Per concludere ci metto del mio partendo da una considerazione (che condivido) dell'utente tacchino, quando ha scritto che alla scuola ormai, di fronte ad una evidente crisi della famiglia e della comunità (vi ricordare il campetto sotto casa e l'oratorio... io ci crebbi) è demandato tutto un insieme di responsabilità (educazione all'affettività, sessuale, civica... del livello di pressione degli pneumatici e delle condizioni psicofisiche dell'autista del pulmino, e non è uno scherzo) che finiscono con il depauperare l'attività curricolare. Senza contare tutto il sostegno che diamo alle famiglie in difficoltà, sotto il profilo educativo, psicologico (anche economico alle volte). Un anno ho avuto in prima superiore un ragazzino affetto da sindrome di Asperger senza sostegno per un anno intero, perchè la famiglia non si era premunita di farlo visitare e quindi senza certificazione non c'è assegnazione da parte del Provveditorato. Non so se sapete di cosa si tratta, all'epoca anch'io non ne sapevo nulla, quanto pensate che sia riuscito ad essere efficace quell'anno nel mio insegnamento?
Ultima cosa detta dall'utente pesa sulla preparazione pedagogica dell'insegnante. E' evidente che non siamo preparati, siamo tutti laureati nella nostra materia, ma l'esperienza ce la siamo fatta, nel bene e nel male, senza una preparazione specifica sulla pedagogia e sulla metodologia didattica. Ma da monte (presidi, coordinamento dei presidi, ambiti territoriali, provveditori... MIUR no, quello è un posto che non penso nemmeno esista sulla faccia della terra) non arriva quasi nulla, molti corsi ce li autofinanziamo di tasca nostra (ma sono comunque insufficienti) o frequentiamo -volontariamente- corsi certificati on-line, con tutti i limiti della cosa. I presidi poi sono tutti reggenti (in Veneto media di due scuole, magari a 50 km di distanza, per Dirigente); di fatto figure evanescenti, che non puoi nemmeno più minacciare lo studente di mandarlo in ufficio dal Preside perchè tanto sanno meglio di te i giorni in cui è presente o meno
I programmi vetusti e questi sì, slegati dalle necessità dell'attuale mondo del lavoro. Ci sono testi di Algebra, per studenti del bienno all'Itis per fare un esempio (anche di case editrici famose), dove faccio fatica io a capire cosa c'è scritto, e magari in classe hai un terzo di ragazzi con genitori stranieri, e un paio di dislessici e discalculici... Quest'anno per nostra iniziativa del dipartimento di matematica, stiamo provando a sperimentare l'insegnamento della materia seguendo le direttive pedagogiche che utilizzano da anni nel sistema finlandese (affine ai quesiti richieste nelle tecniche del problem solving e nei cosiddetti problemi di realtà, che poi sono le competenze che ci penalizzano molto nei famigerati test Invalsi o PISA), ma è una cosa partita da noi, ristretta ad un indirizzo solo nella scuola, che ci ha visto trovarci da fine agosto spontaneamente per molti giorni nello scrivere gli obiettivi formativi. E non abbiamo avuto spinte nè incentivi da parte di nessuno...
Ho scritto troppo, e già me ne pento. Spero kinobi tu abbia intravisto il senso di queste mie parole e la luna che ci sta dietro il tuo dito puntato contro. Te lo dico in sincerità e amicizia (virtuale, per quello che può valere). Ciao.