Sbob ha scritto:Gia', hai ragione.
Pero' *stranamente* gli azionisti generalmente si occupano esclusivamente del loro interesse - non di quello dell'azienda e dei suoi lavoratori - eppure nessuno li critica per questo.
Lavoratori e proprietari hanno un interesse in comune: la salute dell'azienda. Ma ne hanno anche uno assolutamente in conflitto: la redistribuzione degli utili.
Il sindacato nel CDA o fuori dal CDA non cambia una sega - a meno che non abbia la maggioranza (ma quella si chiama cooperativa, che e' un'altra cosa)
due appunti poi devo lasciare questa discussione (me ne vado per una settimana)
i titolari dell'azienda hanno a cuore una sola cosa: il loro profitto! E ci mancherebbe! Fare azienda (parlo per conoscenza di tanti titolari di pmi) comporta il 90% delle volte l'annullamento della vita. Un titolare ogni giorno deve prendere decisioni difficili e rischiare del proprio, in maniera estrema! E di solito dorme poco e male, tormentato dai problemi. E io questa cosa la rispetto moltissimo (è la base del nostro welfare, i fin dei conti).
Ovviamente, per una dialettica servo-padrone anche il lavoratore è la base del nostro welfare! Non lo dimentico! E più guadagna, più deve prendere responsabilità e assumersele! MA questo è un'altro discorso.
L'equilibrio deve essere rispettato, ma in maniera bidirezionale! Se l'azienda va bene, il lavoratore (giustamente) vuole di più. Ma se l'azienda va male, il lavoratore non si accontenta di meno! È qui che viene fuori il gap pesante causato dai sindacati sul modello "fuori dal cda", che impongono logiche rigide verso l'alto nelle trattative e nei comportamenti.
Un sindacato che deve rispondere del proprio è flessibile in tempi di crisi, e magari salva capra e cavoli. Un sindacato che non è responsabile, tira e basta finché la corda non si rompe!
Cambia tantissimo dentro o fuori, anzi, cambia tutto. Lo stare dentro li costringe a guardare la "big picture" e prendere delle decisioni più consapevoli e soprattutto sul lungo termine, giuste.
quando dico lungo termine intendo "assunzioni a tempo indeterminato" che possano esserlo sul serio, perché se l'azienda chiude, il tempo è determinato comunque!
In ogni caso, come detto in uno dei primi post, tutti questi discorsi si basano su un concetto fondamentale: l'onestà. Sia diretta che intellettuale.
Se alla base di tutto c'è disonestà (del dipendente, del titolare, del sindacato) tutti il giochino si rompe. E infatti da noi il giochino si è rotto.
perché non c'è grande impresa? Perché nei grandi sistemi l'italiano furbettino ci sguazza. Ma poi quando tutti sono furbettini il meccanismo si rompe e la barca va a fondo. Nel mondo siamo famosi (famigerati) per questo... Meritatamente!
In Germania (ma anche in svezia o in inghilterra) le cose andrebbero bene anche col nostro modello, questo è il punto finale (drammatico) che tralasciamo sempre di dire.