Io me ne sono stato a casa, ma la mia domenica non è stata alpinisticamente inutile come si potrebbe pensare.
In realtà, facevo funzione di campo base per due prodi alpinisti che, con sprezzo del pericolo e ardimentoso coraggio, si sono senza indugi lanciati nella dura lotta con l'alpe, per niente scoraggiati, ma anzi galvanizzati dalle condizioni avverse del tempo.
I due prodi, di cui ho l'onore di poter fare i nomi, Asterisco e Mocio, si sono gettati alla conquista del parcheggio estivo della val Bondasca che, per chi la conosce, costituisce salita di grande impegno, e fisico e psicologico; invano le forze della natura hanno tentato di respingerli, con protervia e ostinazione i due hanno raggiunto l'obbiettivo, potendo per fortuna seguire le tracce lasciate dai pochi fuoristrada che, prima di loro, avevano avuto il coraggio di salire la via.
Non paghi di questo, però, hanno deciso di protrarre oltre le fatiche della domenica eroica, individuando in un crotto a mezza via l'obbiettivo su cui sfogare il residuo spirito guerriero che li animava: e qui hanno certamente dato il meglio di sè, nella dura lotta con le costine, nell'assalto alla polenta, nel confronto col vino. Non c'ero, eppure posso vedere l'orgoglio e la soddisfazione, sul volto dell' *, il bicchiere ormai vuoto, la desolazione della tavola spoglia davanti a sè, l'espressione sconsolata dell'oste, a cui i prodi hanno svuotato la dispensa e prosciugato la cantina.
Usciti ancora una volta vincitori, pieni d'orgoglio sono finalmente tornati, sani e salvi, alle loro case, per la gioia e la tranquillità dei familiari, e anche la mia, che ho seguito con trepidazione le eroiche gesta.
