Fokozzone by night....

Spazio per messaggi e discussioni a tema libero.

Messaggioda quilodicoequilonego » ven dic 02, 2005 9:00 am

dogon ha scritto:
cialtrone ha scritto:
Paolo75 ha scritto::?: Cosa intendi dire?
Banalmente, ma ci sono sicuramente fini economisti in suddetto foro che possono dire di più o smentire, che gli USA hanno un debito COLOSSALE nei confronti della Cina. E che prima o poi lo zio Sam questa cosa qui dovrà affrontarla precisa.

Vedi tu.

...già!
Forse i primi a pagare il dazio saranno i taiwanesi (protetti dello zio)... non tarderanno molti anni che la Cina si sentirà costretta a chiudere questa penosa situazione, e lo farà con tranquillità.



...non è che poi gli U.S.A. girano alla Cina un po' di crediti che hanno con qualcuno :?:

(qualcuno a caso si intende :? )
enzo
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In arrampicata, cosa c'è di più artificiale del trapano ?
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Messaggioda Buzz » ven dic 02, 2005 9:07 am

quilodicoequilonego ha scritto:
...non è che poi gli U.S.A. girano alla Cina un po' di crediti che hanno con qualcuno :?:

(qualcuno a caso si intende :? )


si certo
gli dicono i soldi fateveli dare dagli italiani che ce li devono dare a noi...

mi sembra giusto


io propongo di pagare con il culo di chi fa queste domande
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Messaggioda quilodicoequilonego » ven dic 02, 2005 9:13 am

Buzz ha scritto:
quilodicoequilonego ha scritto:
...non è che poi gli U.S.A. girano alla Cina un po' di crediti che hanno con qualcuno :?:

(qualcuno a caso si intende :? )


si certo
gli dicono i soldi fateveli dare dagli italiani che ce li devono dare a noi...

mi sembra giusto


io propongo di pagare con il culo di chi fa queste domande


...nono, calma, col culo (abituato e non vergine come il mio) di chi fa' queste proposte :mrgreen:

(però devo ammettere che faccio stronzi molto più grossi del tuo...)
enzo
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Messaggioda Fokozzone » ven dic 02, 2005 14:06 pm

cialtrone ha scritto: .......................................Eniuei, io, di padroni, di qualsiasi grandezza e fattezza, ma con questa qualifica, padroni, e falliti, sul lastrico a chiedere elemosina, non ne ho mai visto uno. Mai.

Invece di operai disperati attaccati alla canna del gas, molti, ma molti. Sarà forse perchè il tuo lavoretto dalle 8 alle 22 ti rende benino, ma talmente benino che magari poi anche se stai malino, le mutande di cachemere non te le fai mancare?

Questo è veramente un discorso cialtronesco, basato sull' assolutizzazione del luogo comune.
Intanto chevvoldì "padrone"? Tu hai un' auto? Sei padrone dell' auto. Tutti siamo padroni di qualcosa. Io dirigo un' aziendina, che ha fondato mia madre. Mia madre che si è messa a lavorare per necessità, per pagare i debiti del fallimento del nonno. Avrebbe potuto fare la cameriera in un fast food, avrebbe potuto fare la rappresentante di farmaci. Invece ha avuto la lungimiranza, il coraggio e la fortuna (perché ci vuole anche quella) di creare un' azienda. Facendo ricorso a finanziamenti bancari etc etc.
Il tuo discorso, tuttavia, ha un fondo di verità: perché un imprenditore generalmente è una persona che ha più spirito di iniziativa di un dipendente ed è una persona che non si spaventa dei rischi -e degli impegni. Forse è proprio per queste qualità personali che riesce a cavarsela meglio nelle circostanze avverse. Invece il dipendente di solito sceglie la tranquillità a favore del rischio e la regolamentazione dell' impegno, rispetto a modularlo in base alle necessità. E' chiaro che di fronte agli imprevisti sia meno preparato a reagire.

Esempio nella mia ditta: ho un magazziniere con difficoltà economiche. Si è bruciato le ferie, ha distrutto la macchina in un incidente e se n' è comprata subito un' altra mentre sta ancora pagando le rate della prima. Morale non ci sta dentro, però è costante nel chiedermi l' aumento di stipendio, ma di fronte alla possibilità di fare straordinari storce il naso (addirittura mi mette in difficoltà, perché avrei bisogno di lui).Diciamo che è alla canna del gas, ma anche perché lo vuole lui.
Invece io, pur essendo ben conscio che la mia ditta non ha basi particolarmente solide e potrebbe chiudere rapidamente, a fronte di qualche contrazione del mercato, non ho assolutamente paura di rimanere disoccupato, perché ho visto talmente tanta gente che lavora col culo, che so che basta avere un po' di testa e di buona volontà che un posto (qualunque sia) lo trovo per forza, perché c' è bisogno come il pane di gente che lavori bene.

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Messaggioda Herman » ven dic 02, 2005 14:21 pm

Fokozzone ha scritto:perché ho visto talmente tanta gente che lavora col culo [...] che un posto (qualunque sia) lo trovo per forza, perché c' è bisogno come il pane di gente che lavori bene.


Lo diceva anche patrizia...
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Messaggioda s » ven dic 02, 2005 14:27 pm

Fokozzone ha scritto: perché un imprenditore generalmente è una persona che ha più spirito di iniziativa di un dipendente ed è una persona che non si spaventa dei rischi -e degli impegni. Forse è proprio per queste qualità personali che riesce a cavarsela meglio nelle circostanze avverse. Invece il dipendente di solito sceglie la tranquillità a favore del rischio e la regolamentazione dell' impegno, rispetto a modularlo in base alle necessità. E' chiaro che di fronte agli imprevisti sia meno preparato a reagire.


non entro nel merito tuo personale, ma vedi di aprire un po' gli occhi anche fuori della tua azienda. A 'sta favola dell'imprenditore virtuoso che coraggiosamente affronta il mare mosso del mercato mentre il dipendente se ne rimane tranquillo a remare in coperta non ci credono neanche più i bambini.
quello che -con pieno successo degli "imprenditori"- succede è che sempre più facilmente l'"imprenditore" scarica sul lavoratore l'incertezza e le circostanze avverse. Nella migliore delle ipotesi è la famosa "flessibilità". Le peggiori te le lascio immaginare.
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Messaggioda paolo75 » ven dic 02, 2005 14:42 pm

s ha scritto:
Fokozzone ha scritto: perché un imprenditore generalmente è una persona che ha più spirito di iniziativa di un dipendente ed è una persona che non si spaventa dei rischi -e degli impegni. Forse è proprio per queste qualità personali che riesce a cavarsela meglio nelle circostanze avverse. Invece il dipendente di solito sceglie la tranquillità a favore del rischio e la regolamentazione dell' impegno, rispetto a modularlo in base alle necessità. E' chiaro che di fronte agli imprevisti sia meno preparato a reagire.


non entro nel merito tuo personale, ma vedi di aprire un po' gli occhi anche fuori della tua azienda. A 'sta favola dell'imprenditore virtuoso che coraggiosamente affronta il mare mosso del mercato mentre il dipendente se ne rimane tranquillo a remare in coperta non ci credono neanche più i bambini.
quello che -con pieno successo degli "imprenditori"- succede è che sempre più facilmente l'"imprenditore" scarica sul lavoratore l'incertezza e le circostanze avverse. Nella migliore delle ipotesi è la famosa "flessibilità". Le peggiori te le lascio immaginare.



Credo che si debba fare una distinzione tra aziende e società grandi e piccole, e tra i diversi tipi di lavoro.
Nelle realtà piccole, soprattutto, la flessibilità non sempre è un bene, perchè si ricerca piuttosto la formazione, l'esperienza, la capacità, cose che non si possono avere cambianto continuamente personale, nè sottopagando le persone e non riconoscendo loro il merito del lavoro che svolgono.

Di contro, vedo la mia fidanzata, neolaureata, che si dibatte alla ricerca di un lavoro in ambito di regia/produzione televisiva (ma gli esempi credo potrebbero essere moltissimi) e si vede offrire solo stage (=lavori e non ti pago) o al massimo contratti a progetto (=lavori 10 ore ma ti pago come se ne lavorassi 6).

In Brianza per fortuna il problema della disoccupazione non esiste (o quasi), e questo fa sì che i lavoratori dipendenti difficilmente hanno preoccupazioni legate a questo problema.
Di contro, le piccole aziende stanno attraversando un periodo difficile, perchè il mondo sta cambiando molto in fretta, e non sempre è facile adeguarsi.
Ma direi che attribuire a queste realtà la visione del padrone che si arricchisce e che se le cose vanno male comunque se ne sta tranquillo nella sua villa, mentre gli operai affogano, direi che è un po' riduttivo.
Ripeto, dipende dalle situazioni e dalle realtà, ma il discorso di Fok non mi sembra così scabroso.
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Messaggioda HappyFra » ven dic 02, 2005 23:36 pm

cialtrone ha scritto:
paolo75 ha scritto:
cialtrone ha scritto:
Anche perchè, non so se sai, ma ne sono certo, economicamente parlando, e parlando pure dei massimi sistemi, gli USA sono della Cina, ormai da mò.



:?: Cosa intendi dire?
Banalmente, ma ci sono sicuramente fini economisti in suddetto foro che possono dire di più o smentire, che gli USA hanno un debito COLOSSALE nei confronti della Cina. E che prima o poi lo zio Sam questa cosa qui dovrà affrontarla precisa.

Vedi tu.


Chiamato in causa, non posso esimermi. :D
Cialtrone in un certo senso ha fatto un punto interessante, anche se l'affermazione di per sé è ovviamente ultraesaregata. E' vero purtroppo che la dissennata politica economica dell'attuale amministrazione americana ha scavato e sta scavando un debito di dimensioni mostruose, ampiamente coperto anche da acquisti di dollari da parte dei cinesi, ma questa è solo una parte della storia. Anche negli anni '80 si diceva che il Giappone ormai era proprietario degli USA, e poi abbiamo visto come è andata a finire. Nel bene e nel male il modello economico e sociale americano ha dimostrato fino ad oggi di essere quello strutturalmente più solido, dinamico e vitale, capace di risorgere sempre dalle proprie ceneri più forte di prima.
Al contrario, a mio modo di vedere il modello sociale cinese ha tare di base tali da non poter durare: per quanto fino ad oggi la dittatura del partito unico si stia conciliando con una certa apertura economica che sta favorendo la crescita, quando si passerà oltre la soglia di povertà drammatica nella quale ancora vive la maggior parte dei cinesi credo che sarà fisiologico che si dovrà arrivare ad una creazione di un qualche tipo di classe media che inizierà a reclamare, con molta voce in capitolo, certe libertà politiche e anche benessere. E lì, se la risposta sarà di chiusura, si tornerà alla dittatura senza crescita, e altrimenti la crescita, come è capitato per il Giappone, rallenterà moltissimo. Personalmente credo che nel momento che il fortissimo autoritarismo e centralismo cinese dovesse allentarsi la società esploderà e probabilmente ci saranno anche delle spinte secessioniste incontenibili.
Se devo vedere un modello socio-economico asiatico vincente a medio lungo termine, io voto India (la più grande democrazia del mondo!)
Ogni problema complesso ammette almeno una soluzione semplice. Sbagliata.


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Messaggioda paolo75 » ven dic 02, 2005 23:51 pm

Secondo te in che tempi si potrebbe realizzare quanto hai ipotizzato? è possibile fare una previsione?
Credi, per esempio, nell'importanza delle olimpiadi del 2008, nel dare alla Cina una spinta verso l'"apertura", secondo quanto ho sentito dire da qualcuno, o sono solo cazzate?
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Messaggioda cialtrone » sab dic 03, 2005 0:24 am

HappyFra ha scritto:l'affermazione di per sé è ovviamente ultraesaregata.
Ciao Herr Happi. Ultraesagerata no (vabbè che sono un pippaiolo non cresciuto, ma non è necessario bastonare sempre come un kapò :mrgreen:). Leggermente esagerata sì. I numeri li saprai meglio di me, ma se vuoi, tiro fuori...
Ma quello che seriamente preoccupa a me, vedo lascia più ottimista te, ovvero la tipologia di società e struttura politico-economica cinese.
Io non sono affatto convinto che è di tipologia debole, anzi. Nè sono convinto del parallelo che fai con il Giap: l'economia del mondo è leggermente cambiata e differente, rispetto a quel tempo.

Sono in un numero che si fa fatica a mettere in relazione biunivoca con l'insieme dei reali, e su questo non bisogna essere dei genii per capirne la portata. In più la loro cultura sociale e struttura politica è molto ma molto più solida di quanto non si possa immaginare. Un sostantivo sopra tutti: compattezza. La storia mostra.

Negli anni ottanta stava appena iniziando il processo di estroflessione della produzione di beni materiali da parte USA. Ora che è ad ottimo punto, le carte in tavola converrai che sono ampiamente differenti da illo tempore. I cinesi hanno i dollari amerikani. I cinesi hanno la mano d'opera e producono tutto, e ci hanno comprato tecnologia per farlo. Noi gli vendiamo la peggiore, loro producono 10 volte tanto. I cinesi, e non è opinione solamente mia, se decidono di scureggiare più forte, spazzano via quello che vogliono, zio Sam compreso. In tutti i campi di loro gradimento. Tutti.
Le fabbriche della Cina fanno impressione. Il cinese è impressionante, dal punto di vista antropologico. Il cinese è così da millenni. E non vive in condizione di povertà come dici tu. Quella è una condizione tipicamente occidentale. Il cinese non conosce povertà, almeno non la stragrande maggioranza dei cinesi. Il cinese è così da sempre.

La Cina non ha contratto grossi prestiti, in questo ventennio, ed i pochi che ha contratto sono a scadenza breve, molto breve, al contrario degli altri colossi economici. La politica economica cinese inoltre è fortemente centralizzata e politicizzata, a senso unico, ed in questi casi è un enorme vantaggio. Credo tu convenga.
Vero anche che l'enorme espansione che ha avuto nel quinquennio ultimo mostra già segni di rallentamento (settori consumer, auto, etc, etc ), ma, ad esempio, non avendo nessun problema di carattere ambientale (leggi "fanno quel c***o che vogliono), hanno ampi margini ancora di ulteriore espansione.

So che potrebbero sembrare i soliti discorsoni del bar sport, e sono certo in una tua ennesima replica-filippica, ma temo che in questo caso solo il numero degli abitanti della Cina faccia impressione.

L'unica possibilità per lo zio Sam, ampiamente in atto, è tentare di portare la pace anche in Cina, la stessa dell'Iraq, tanto per intenderci, in maniera un poco più subdola e gentile. Dovessi dirla come Silvio, ti direi che stanno tentanto di infrocire un poco i cinesi che contano. Questa è l'unica scians.

Ma nel piccolo, ti chiedo, nel piccolo, Herr Happi: mi spieghi come funzionano in Lombardia, a Milano, i ristoranti cinesi, ed, in genere, la microeconomia dei loro negozi?

Copriti la pancina, neh, che stasera viene freddo...vuria mai ti pigliasse lo squaraus...:mrgreen:
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Messaggioda Davide62 » sab dic 03, 2005 12:13 pm

cialtrone ha scritto:
Fokozzone ha scritto:Ma quando ci sono perdite?FKZ
Amico del sole. Se vuoi i soldi sempre, a palate, dillo, no? Ti pigli 20 negri, li incateni, gli dai una tazza d'acqua calda e un panino al giorno, e vai alla grande. Dovresti averlo capito che nel capitalismo il guadagno severo, si fa sulla pelle altrui, mica sulle minchiate che fanno credere, tecnologia, investimenti progettuali, ricerca. Nono, manodopera a nastro. E meno paghi, meglio è.

Se invece ti interessa la questione perdite seriamente, allora confessati, ma da uno bravo. Magari ti dice come stanno le cose e ti spiega qualche cosuccia sul tuo amico GesuCristo.

Eniuei, io, di padroni, di qualsiasi grandezza e fattezza, ma con questa qualifica, padroni, e falliti, sul lastrico a chiedere elemosina, non ne ho mai visto uno. Mai.
Invece di operai disperati attaccati alla canna del gas, molti, ma molti. Sarà forse perchè il tuo lavoretto dalle 8 alle 22 ti rende benino, ma talmente benino che magari poi anche se stai malino, le mutande di cachemere non te le fai mancare?

Se invece parlavi di perdite anali, lì posso consigliarti un buon andrologo, nulla di più... senza ricevuta, la visita, ovviamente: sconto 20%, tanto le tasse le pagano gli operai, all'origine :mrgreen:


Come faccio a non quotarti in toto?? :roll: 8)
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Messaggioda HappyFra » sab dic 03, 2005 15:50 pm

cialtrone ha scritto:
HappyFra ha scritto:l'affermazione di per sé è ovviamente ultraesaregata.
Ciao Herr Happi. Ultraesagerata no (vabbè che sono un pippaiolo non cresciuto, ma non è necessario bastonare sempre come un kapò :mrgreen:). Leggermente esagerata sì. I numeri li saprai meglio di me, ma se vuoi, tiro fuori...
Ma quello che seriamente preoccupa a me, vedo lascia più ottimista te, ovvero la tipologia di società e struttura politico-economica cinese.
Io non sono affatto convinto che è di tipologia debole, anzi. Nè sono convinto del parallelo che fai con il Giap: l'economia del mondo è leggermente cambiata e differente, rispetto a quel tempo.

Sono in un numero che si fa fatica a mettere in relazione biunivoca con l'insieme dei reali, e su questo non bisogna essere dei genii per capirne la portata. In più la loro cultura sociale e struttura politica è molto ma molto più solida di quanto non si possa immaginare. Un sostantivo sopra tutti: compattezza. La storia mostra.

Negli anni ottanta stava appena iniziando il processo di estroflessione della produzione di beni materiali da parte USA. Ora che è ad ottimo punto, le carte in tavola converrai che sono ampiamente differenti da illo tempore. I cinesi hanno i dollari amerikani. I cinesi hanno la mano d'opera e producono tutto, e ci hanno comprato tecnologia per farlo. Noi gli vendiamo la peggiore, loro producono 10 volte tanto. I cinesi, e non è opinione solamente mia, se decidono di scureggiare più forte, spazzano via quello che vogliono, zio Sam compreso. In tutti i campi di loro gradimento. Tutti.
Le fabbriche della Cina fanno impressione. Il cinese è impressionante, dal punto di vista antropologico. Il cinese è così da millenni. E non vive in condizione di povertà come dici tu. Quella è una condizione tipicamente occidentale. Il cinese non conosce povertà, almeno non la stragrande maggioranza dei cinesi. Il cinese è così da sempre.

La Cina non ha contratto grossi prestiti, in questo ventennio, ed i pochi che ha contratto sono a scadenza breve, molto breve, al contrario degli altri colossi economici. La politica economica cinese inoltre è fortemente centralizzata e politicizzata, a senso unico, ed in questi casi è un enorme vantaggio. Credo tu convenga.
Vero anche che l'enorme espansione che ha avuto nel quinquennio ultimo mostra già segni di rallentamento (settori consumer, auto, etc, etc ), ma, ad esempio, non avendo nessun problema di carattere ambientale (leggi "fanno quel c***o che vogliono), hanno ampi margini ancora di ulteriore espansione.

So che potrebbero sembrare i soliti discorsoni del bar sport, e sono certo in una tua ennesima replica-filippica, ma temo che in questo caso solo il numero degli abitanti della Cina faccia impressione.

L'unica possibilità per lo zio Sam, ampiamente in atto, è tentare di portare la pace anche in Cina, la stessa dell'Iraq, tanto per intenderci, in maniera un poco più subdola e gentile. Dovessi dirla come Silvio, ti direi che stanno tentanto di infrocire un poco i cinesi che contano. Questa è l'unica scians.

Ma nel piccolo, ti chiedo, nel piccolo, Herr Happi: mi spieghi come funzionano in Lombardia, a Milano, i ristoranti cinesi, ed, in genere, la microeconomia dei loro negozi?

Copriti la pancina, neh, che stasera viene freddo...vuria mai ti pigliasse lo squaraus...:mrgreen:
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Sul primo punto, non conosco i numeri, ma sono pronto ad una scommessa: se calcoliamo il valore degli USA secondo uno dei metodi comunemente accettati, sia come valore netto degli asset sia come Valore Attuale Netto della ricchezza prodotta, la quota in mani cinesi è inferiore all'1%. Scommettiamo? Attento a non confondere il debito pubblico con il valore totale del paese.
Per quanto riguarda il resto del discorso, il tuo punto di vista è sensato e rispettabile, in un certo senso più probabile del mio perché si colloca in una visione che proietta il futuro come simile all'evoluzione del presente.
Sono stato in Cina una sola volta (nemmeno davvero in Cina, ma in Tibet), ma ho avuto diversi rapporti di lavoro con società e banche cinesi e ho avuto modo di sviluppare un minimo di feeling personale, coerente con l'idea che proponevo nel mio post precedente.
Non vi è nulla di dimostrabile a priori, ma per quel poco che conosco e capisco la società cinese non riesco ad essere d'accordo con i tuoi punti di cui sopra. La grande scommessa che il partito comunista laggiù sta giocando è se sia possibile riprodurre il modello Singapore (ricchezza e sviluppo economici, rigidissimo controllo politico e sociale) sulla scala immensa di un paese con 1.2 miliardi di abitanti, etnie e religioni molto differenziate... A mio parere la risposta è no, ovvero che il modello tenderà inevitabilmente a collassare, producendo spinte che porteranno o ad un ritorno del controllo centrale sull'economia che ammazzerà la crescita con contraccolpi sociali enormi e probabilmente incontrollabili, oppure ad un progressivo allentamento del controllo politico che produrrà a medio termine una richiesta per maggiore libertà e benessere che a sua volta rallenterà la crescita. A mio modo di vedere è molto più probabile il primo scenario del secondo (che è quello che è successo in Giappone).
Per la cronaca il GDP della Cina nel 2004 è ancora più o meno la metà di quello USA, il debito pubblico cinese è pari al 31% del GDP, mentre quello USA al 65% (e quello italiano al 105%)
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Messaggioda Jocondor » sab dic 03, 2005 18:08 pm

HappyFra ha scritto:
cialtrone ha scritto:
HappyFra ha scritto:l'affermazione di per sé è ovviamente ultraesaregata.
Ciao Herr Happi. Ultraesagerata no (vabbè che sono un pippaiolo non cresciuto, ma non è necessario bastonare sempre come un kapò :mrgreen:). Leggermente esagerata sì. I numeri li saprai meglio di me, ma se vuoi, tiro fuori...
Ma quello che seriamente preoccupa a me, vedo lascia più ottimista te, ovvero la tipologia di società e struttura politico-economica cinese.
Io non sono affatto convinto che è di tipologia debole, anzi. Nè sono convinto del parallelo che fai con il Giap: l'economia del mondo è leggermente cambiata e differente, rispetto a quel tempo.

Sono in un numero che si fa fatica a mettere in relazione biunivoca con l'insieme dei reali, e su questo non bisogna essere dei genii per capirne la portata. In più la loro cultura sociale e struttura politica è molto ma molto più solida di quanto non si possa immaginare. Un sostantivo sopra tutti: compattezza. La storia mostra.

Negli anni ottanta stava appena iniziando il processo di estroflessione della produzione di beni materiali da parte USA. Ora che è ad ottimo punto, le carte in tavola converrai che sono ampiamente differenti da illo tempore. I cinesi hanno i dollari amerikani. I cinesi hanno la mano d'opera e producono tutto, e ci hanno comprato tecnologia per farlo. Noi gli vendiamo la peggiore, loro producono 10 volte tanto. I cinesi, e non è opinione solamente mia, se decidono di scureggiare più forte, spazzano via quello che vogliono, zio Sam compreso. In tutti i campi di loro gradimento. Tutti.
Le fabbriche della Cina fanno impressione. Il cinese è impressionante, dal punto di vista antropologico. Il cinese è così da millenni. E non vive in condizione di povertà come dici tu. Quella è una condizione tipicamente occidentale. Il cinese non conosce povertà, almeno non la stragrande maggioranza dei cinesi. Il cinese è così da sempre.

La Cina non ha contratto grossi prestiti, in questo ventennio, ed i pochi che ha contratto sono a scadenza breve, molto breve, al contrario degli altri colossi economici. La politica economica cinese inoltre è fortemente centralizzata e politicizzata, a senso unico, ed in questi casi è un enorme vantaggio. Credo tu convenga.
Vero anche che l'enorme espansione che ha avuto nel quinquennio ultimo mostra già segni di rallentamento (settori consumer, auto, etc, etc ), ma, ad esempio, non avendo nessun problema di carattere ambientale (leggi "fanno quel c***o che vogliono), hanno ampi margini ancora di ulteriore espansione.

So che potrebbero sembrare i soliti discorsoni del bar sport, e sono certo in una tua ennesima replica-filippica, ma temo che in questo caso solo il numero degli abitanti della Cina faccia impressione.

L'unica possibilità per lo zio Sam, ampiamente in atto, è tentare di portare la pace anche in Cina, la stessa dell'Iraq, tanto per intenderci, in maniera un poco più subdola e gentile. Dovessi dirla come Silvio, ti direi che stanno tentanto di infrocire un poco i cinesi che contano. Questa è l'unica scians.

Ma nel piccolo, ti chiedo, nel piccolo, Herr Happi: mi spieghi come funzionano in Lombardia, a Milano, i ristoranti cinesi, ed, in genere, la microeconomia dei loro negozi?

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Sul primo punto, non conosco i numeri, ma sono pronto ad una scommessa: se calcoliamo il valore degli USA secondo uno dei metodi comunemente accettati, sia come valore netto degli asset sia come Valore Attuale Netto della ricchezza prodotta, la quota in mani cinesi è inferiore all'1%. Scommettiamo? Attento a non confondere il debito pubblico con il valore totale del paese.
Per quanto riguarda il resto del discorso, il tuo punto di vista è sensato e rispettabile, in un certo senso più probabile del mio perché si colloca in una visione che proietta il futuro come simile all'evoluzione del presente.
Sono stato in Cina una sola volta (nemmeno davvero in Cina, ma in Tibet), ma ho avuto diversi rapporti di lavoro con società e banche cinesi e ho avuto modo di sviluppare un minimo di feeling personale, coerente con l'idea che proponevo nel mio post precedente.
Non vi è nulla di dimostrabile a priori, ma per quel poco che conosco e capisco la società cinese non riesco ad essere d'accordo con i tuoi punti di cui sopra. La grande scommessa che il partito comunista laggiù sta giocando è se sia possibile riprodurre il modello Singapore (ricchezza e sviluppo economici, rigidissimo controllo politico e sociale) sulla scala immensa di un paese con 1.2 miliardi di abitanti, etnie e religioni molto differenziate... A mio parere la risposta è no, ovvero che il modello tenderà inevitabilmente a collassare, producendo spinte che porteranno o ad un ritorno del controllo centrale sull'economia che ammazzerà la crescita con contraccolpi sociali enormi e probabilmente incontrollabili, oppure ad un progressivo allentamento del controllo politico che produrrà a medio termine una richiesta per maggiore libertà e benessere che a sua volta rallenterà la crescita. A mio modo di vedere è molto più probabile il primo scenario del secondo (che è quello che è successo in Giappone).
Per la cronaca il GDP della Cina nel 2004 è ancora più o meno la metà di quello USA, il debito pubblico cinese è pari al 31% del GDP, mentre quello USA al 65% (e quello italiano al 105%)



Concordo in linea di massima con HappyFra.

Chi si ricorda ancora lo spauracchio delle "tigri asiatiche" di qualche anno fa?( Indonesia, Thailandia, Corea eccetera?)
Hanno sbattuto contro le loro stesse contraddizioni, come già prima il Giappone (anche lui spauracchio dei costruttori di auto negli anni '80), ed adesso, pur continuando a crescere, non fanno più paura a nessuno.

Io credo però che il modello economico americano si regga sostanzialmente sulle armi e su poco altro; laddove armi vuol dire non solo dominio militare sul mondo, ma anche tecnologia raffinata e costosa, che possono vendere a tutti, comunque tenendosi quella più avanzata per sè.

Quanto alla Cina il suo punto debole è che non ha energia (petrolio), e che riassume entro i propri confini anche minoranze etnico-linguistiche (Turkestan cinese) oppure religiose (gli shaolin, i cattolici), che ne scalfiscono la monoliticità.
A leggere i nuovi scrittori cinesi, poi, l'oppressione ideologica si rivela per quello che è, e finchè i cinesi saranno mitigati e distratti dalla crescita economica veloce, le cose reggono, ma al primo rallentamento si potrebbe anche verificare qualcosa di grosso.

Pe lo meno io tutto ciò me lo auguro: l'idea di vedere un mondo in cui si affermi il modello cinese, fatto di dittaura politica, inquinamento industriale, negazione dei diritti sindacali ed umani, arretratezza contadina e tecnologia metropolitana, mi fa paura ed orrore.....
...devi imparare a leggere, oppure il tuo cervello è bruciato......
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