Fiat, Cina e nuovi slogan per il Paese

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Messaggioda Fokozzone » mar giu 21, 2005 13:37 pm

Scusa stefano, il proverbio originale esprimerebbe un altro concetto: fare mestieri vili significa mestieri umili (infatti chi guadagna di più il ricercatore o l' idraulico?).
Tuttavia il tuo intervento non è fuori tema, perché letto nelle sue linee generali riporta all' eterno dilemma -economia pubblica o privata-, laddove la prima è più equa ma tende a ristagnare, la seconda è più dinamica ma tende a deviare verso l' interesse particolare.
La Cina in questo momento è un regime pubblico che garantisce un' economia sfrenatamente privata (e sregolata), insomma il peggio sotto tutti e due i punti di vista. E' un autentico killer in libertà del nostro sistema, ma che per mangiarci deve passare attraverso il nostro mercato e assumerne il virus che la ridurrà come noi.
Quanti anni durerà il processo? E quanti danni farà nel frattempo?
In attesa di rispondere a queste domande, l' unica operazione sensata sarebbe quella di mettere in discussione il nostro sistema e apportarvi qualche modifica salva-vita.
Ma l' ente che dovrebbe rispondere a queste esigenze, la CEE che fa? dorme!

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Messaggioda stefano michelazzi » mar giu 21, 2005 15:08 pm

Fokozzone ha scritto:Scusa stefano, il proverbio originale esprimerebbe un altro concetto: fare mestieri vili significa mestieri umili (infatti chi guadagna di più il ricercatore o l' idraulico?).
Tuttavia il tuo intervento non è fuori tema, perché letto nelle sue linee generali riporta all' eterno dilemma -economia pubblica o privata-, laddove la prima è più equa ma tende a ristagnare, la seconda è più dinamica ma tende a deviare verso l' interesse particolare.
La Cina in questo momento è un regime pubblico che garantisce un' economia sfrenatamente privata (e sregolata), insomma il peggio sotto tutti e due i punti di vista. E' un autentico killer in libertà del nostro sistema, ma che per mangiarci deve passare attraverso il nostro mercato e assumerne il virus che la ridurrà come noi.
Quanti anni durerà il processo? E quanti danni farà nel frattempo?
In attesa di rispondere a queste domande, l' unica operazione sensata sarebbe quella di mettere in discussione il nostro sistema e apportarvi qualche modifica salva-vita.
Ma l' ente che dovrebbe rispondere a queste esigenze, la CEE che fa? dorme!

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sul fatto che il concetto originale del proverbio volesse sottintendere la definizione che hai dato tu ci ero arrivato anch'io, e sempre valutandolo in senso storico-culturale l'ho interpretato...:
il "picciotto" altri non è che il servo del feudatario locale e il servo è per definizione stessa un lavoro umile quindi vile. Il termine si può interpretare in due modi ed in questo caso il doppio senso cade proprio a pennello, solo che non ci avevo fatto caso e quindi non l'avevo specificato.
In ogni caso come hai detto tu il discorso visto da ambo i sensi fila sulla stessa strada...

La CEE che fa?
MMMMMMMMMMHHHHHHHHHHHH..........bella domanda!!!
a mio avviso l'europa in questo momento è in una fase di stabilizzazione, con varie forze sia interne che esterne, che tendono a minarne le basi in quanto realtà moltro scomoda.
Non dimentichiamo che il primo progetto di europa unita risale al primo dopoguerra, l'esperanto come lingua è un esperimento vecchissimo (mai decollato del tutto a dire il vero) che già da solo esprime il concetto di unità europea, e ci siamo arrivati solo nel 1985 con le prime elezioni valutative...
In una fase quindi così delicata della strutturazione di questa entità così eterogenea(le differenze storico-culturali sono immense), mi sa che è ben difficile riuscire a trovare ricette risolutive ad un problema come quello dell'avanzata sregolata dei mercati orientali...
A mio avviso proprio per dare una mano all'europa(che malgrado quelli sempre pronti a denigrare, è quella che ci sta sostenendo da anni, con i propri fondi) sta nelle sovranità (pretese spesso a gran voce soprattutto in italia) dei singoli paesi trovare le soluzioni da poter poi adottare con le opportune modifiche nella stessa unione.
Ora il nostro mercato è nella merda fino al collo, e le soluzioni di crescita proposte ed addirittura testate fino a questo momento non hanno fatto che aggravare la situazione, fino a renderci a livello di "terzomondisti dell'europa", perciò o si cambia politica o siamo destinati a soccombere fino al momento in cui come dicevi tu, il gran bordello cinese ed orientale in genere non si livellerà al nostro, ma per arrivare a ciò ci vorranno almeno vent'anni...!
Io ragiono da comunista e guardo al pubblico come alla soluzione, tu ed altri potrete essere non d'accordo, ma se guardiamo la situazione italiana attuale ci accorgiamo che, come già detto, ci facciamo sostenere dall'europa che funge in questo momento da investimento pubblico, che in italia ormai è carente da anni.
Io ho sempre battuto per avere una riorganizzazione del pubblico che risponda alle esigenze attuali, più che come a cominciare dal governo di centro-sinistra per finire con il centro -destra attuale, la sua eliminazione...
Il pubblico, ricordiamolo, seppure con grande difficoltà, è cmq controllabile e gestibile, il privato no...e questo per la collettività, e fino a prova contraria uno stato è collettività, non è positivo...!
Il fatto è che in italia si è sempre guardato al pubblico come la macchinetta per ingrassare gli ammanchi dovuti alle ladrerie dei furbacchioni, e culturalmente, chi si è servito delle possibilità offerte dal servizio pubblico(poche e scombinate) visto o come sanguisuga o come buono a nulla, per non parlare dello spauracchio della povertà...,invece di comprendere che un buon servizio pubblico non fa altro che migliorare il sistema di vita del paese com'è stato dimostrato in altri paesi dell'unione europea.
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Messaggioda kenzo » mar giu 21, 2005 16:54 pm

I commenti sulla Cina, autorevoli e non, che da più parti si ascoltano e si rincorrono, anche qui sul forum, appaiono affetti da quella che gli esperti chiamano la sindrome da accerchiamento.

Ciò non mi stupisce. E lo comprendo.

Immagino l'arguto agricoltore veneto che dopo aver abbandonato il grano, e poi le viti, e poi il latte, e poi..., convinto dalle laute mancie comunitarie, oggi si confronta all'ingrosso con i prodotti cinesi collocati a prezzi decine di volte inferiori ai suoi. E i contadini dello Chin-Chin potranno avere quel tubo (ops!), quello schermo LCD con tanto di parabola da sistemare nella loro umile e fetida cucina con annessi stanza da letto e pollaio.

Immagino il fino ad oggi gaudente produttore toscano di vele nautiche, bianche illibate o coloratissime, realizzate con materiali Dupont, galvanizzato dai successi della Coppa America sul mercato. Oggi quella licenza l'ha ottenuta anche Mister Mai Mao del'oscura provincia del Celhodong, ansioso di aumentare i suoi profitti per comprarsi quella rossa di Modena che piace tanto con suoi 500 cv nelle mutande.

Quale sarà la sorte di quei due microcosmi italici?

Il problema sta tutto quì. E' lo scontro tra paesi evoluti e paesi, o meglio, enormi strati di popolazioni che ambiscono uscire dalla loro miserevole condizione sociale.

E' stata la storia dei ns. nonni, dei ns padri e delle ns. madri: la promozionie economica come mezzo di elevazione sociale.

Nessuno ha il coraggio di porre la questione per quella che veramente è: siete d'accordo che 5,5mld di persone di cui (2,5 tra cina e india) escano dalla miseria? Se sì, siete disposti a rinunciare ad una fetta consistente della vs. ricchezza?

Traumatizzati dall'occasione sprecata dell'euro, + di altri noi italiani siamo arcigni davanti a questo confronto.

I politici in IT, EU e, anche in USA, sanno che l'uscita può avvenire solo attraverso assumendo decisioni di tale portata i cui effetti si vedranno fra 15-20 anni. Quindi elettoralmente non pagano
Ma il sentiero è stato tracciato con la cancellazione del debito pubblico del 3° mondo.
Non c'è via d'uscita.

La Cina con la sua crescita tiene in mano il portafoglio del debito pubblico USA, che a sua volta finanzia mezzo mondo con il boom immobiliare: x cui sappiamo oggi chi regge il gioco e preghiamo Iddio che non capiti un '29 a HongKong e la bolla speculativa immobiliare USA sboom-i poco alla volta.

Pertanto occorre trovare dei metodi di compensazione che a livello di Paese smussino il malcontento che inevitabilmente si produrrà in territori e settori.

Ma lo scenario più pericoloso che si paventa davanti a noi e che i governi europei, costretti a brandire il bastone e distribuendo le carote dei sussidi concessi da Bruxelles, trasformino l'Europa in un puzzle di aree trans-nazionali sviluppate ed altre sussidiarie al loro traino, in un panorama di impoverimento generale ma controllato, sopratutto sul piano dei consensi interni.

Fantapolitica? Intanto dietro la bocciatura del bilanco europeo si nasconde proprio questa bischerata del "è mio e me lo tengo".

Sfogati i malumori, proviamo a salire sulla nave del pensiero positivo.,

Torno a sottolineare la mia visione: occorre trovare una strategia di sistema, sapendo che i frutti li vedranno i ns. figli.

Sul piano delle cose concrete fino a quando la politica economica di ogni governo non metterà in cima alle priorità il problema energetico, la lotta all'evasione fiscale e la giustizia, ogni programma sarà solo quisquilie e pinzillacchere..

A livello locale le imprese devono razionalizzare i loro processi non produttivi, integrarsi in poli d'offerta + ampia, pensare in chiave marketing, incorporare competenze non di settore.

A livello individuale essere pronti a cambiare mestiere.
Parlami, Parlami Cuore,
tutte le cose si rinnovano
i cuori si aggiusteranno lungo la curva
e I sentieri che si incrociano
si incroceranno ancora
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Messaggioda Spider » mar giu 21, 2005 17:21 pm

Tempo fa avevo letto un interessante articolo.
Il tema di fondo era che lo scontro del nuovo millennio sarà quello tra Occidente ed Estremo Oriente, e si dava per scontato che le possibilità di "vittoria" dell'Occidente sono minime.

La chiave di volta della questione è senza dubbio (tanto per cambiare) il petrolio, che è praticamente l'unica risorsa per cui la Cina non è autosufficiente, e l'unica leva su cui può giocare l'occidente per tentare di tenerne a freno l'espansione.

Con tali premesse, due insigni economisti-sociologi (purtroppo non mi ricordo chi, sono negato coi nomi) prospettavano i due possibili scenari, ovvero che lo scontro rimanga nei termini di un "pacifico" colonialismo economico, oppure che si risolva militarmente in una Terza Guerra Mondiale.

Il "bello" è che entrambe le alternative sembravano piuttosto realistiche... ed entrambe prevedevano come campo di battaglia (in senso stretto o figurato) l'Europa, mentre USA e Cina se ne restano tranquilli nella loro invulnerabilità, anche e soprattutto geografica...

...staremo a vedere, certo che ammetto che qualche brivido mi è venuto...
Le migliori escursioni e vie alpinistiche nelle Dolomiti su www.abcdolomiti.com
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Messaggioda Jocondor » mer giu 22, 2005 14:26 pm

Mi sembra che nessuno degli interventi veda come una soluzione realistica la vittoria dei manufatti italiani ed europei in questa competizione.

Personalmente credo che la Cina, sviluppandosi velocemente, arriverà in 6-7 anni, forse meno, a dover aumentare le tutele sociali e perderà quindi parte della sua spinta; ma dopo verrà l'India e poi il Bangladesh, e poi l'Iran, e poi magari l'Africa......

In certi settori questa maturazione sta già accadendo: in Cina ci sono nuove leggi a tutela dei minatori (che ultimamente morivano come le mosche), limiti al peso da caricare sugli autocarri, eccetera.

Ma il fatto è che sui manufatti poveri siamo destinati a perdere (noi italiani); ed i manufatti ricchi li vendono, più di noi, gli altri paesi industrializzati dell' ex-G7.

Se è vero, come è vero, che guadagna di più l'idraulico od il carrozziere, (ed infatti sono tutti italiani bianchi...), allora chi è disposto ad investir/si nella ricerca, magari per dieci anni infruttuosa?
Chi è disposto ad operare per invertire questa realtà?
Chi è capace di far pagare le tasse ai carrozzieri per finanziare le università?
Berlusconi? Prodi? ma per piacere!

Ma vogliamo renderci conto che di questo passo ci troveremo ad importare tutte le tecnologie dall'estero e che i nostri figli saranno tutti emigranti? (magari in Cina?)

Ed allora dobbiamo ingegnarci a vendere ciò che abbiamo in esclusiva, ciò che millenni di storia e cultura umana ci hanno donato: sarà banale, ma è la consapevolezza di molti miei interlocutori nel settore manifatturiero (non si parla d'altro, ormai!).
Onestamente, non vedo altra possibilità....
...devi imparare a leggere, oppure il tuo cervello è bruciato......
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Messaggioda Baldazzar » mer giu 22, 2005 18:08 pm

... che l'Italia possa sviluppare un serio discorso turistico è palese... peccato avere una burocrazia così martellante.

Tornando alle aziende, mi sembra non si siano citati 2 grossi problemi, 1 il costo della materia prima sempre più alto che va ad incidere il costo del prodotto, magari non sempre in maniera esponenziale, ma tantissimi stanno soffrendo per la continua erosione dell'utile (mettiamoci poi che soprattutto in Italia nessuno vuole più fare magazzino e nessuno vuole pagare a meno di 90 gg, quando va bene...e l'utile è bello che mangiato), 2 i rivenditori, non tutti certamente, ma ce ne sono parecchi decisamente "furbi", vendono a prezzo europeo prodotti pagati a prezzo cinese... se poi è pure un bel clone del prodotto super certificato meglio ancora!
Io non voglio impedire l'entrata in gioco delle aziende del terzo mondo (ma noi Italia non eravamo la cina d'europa?? :roll: ), che comunque stanno facendo piazza pulita della parte bassa del mercato, ma vorrei "giocare" più o meno ad armi pari... non sono solo le aziende che devono cambiare mentalità ma, ancor prima, sono i nostri rappresentanti che devono "svegliarsi"... fra un pò, e non è tanto in là il pò, l'italiano medio sarà colpito alla pancia e non gli basterà più la partita tutte le sere.... anche perchè gli avranno confiscato il televisore al plasma preso a 3000 rate....
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