Fokozzone ha scritto:Scusa stefano, il proverbio originale esprimerebbe un altro concetto: fare mestieri vili significa mestieri umili (infatti chi guadagna di più il ricercatore o l' idraulico?).
Tuttavia il tuo intervento non è fuori tema, perché letto nelle sue linee generali riporta all' eterno dilemma -economia pubblica o privata-, laddove la prima è più equa ma tende a ristagnare, la seconda è più dinamica ma tende a deviare verso l' interesse particolare.
La Cina in questo momento è un regime pubblico che garantisce un' economia sfrenatamente privata (e sregolata), insomma il peggio sotto tutti e due i punti di vista. E' un autentico killer in libertà del nostro sistema, ma che per mangiarci deve passare attraverso il nostro mercato e assumerne il virus che la ridurrà come noi.
Quanti anni durerà il processo? E quanti danni farà nel frattempo?
In attesa di rispondere a queste domande, l' unica operazione sensata sarebbe quella di mettere in discussione il nostro sistema e apportarvi qualche modifica salva-vita.
Ma l' ente che dovrebbe rispondere a queste esigenze, la CEE che fa? dorme!
Fokozzone
sul fatto che il concetto originale del proverbio volesse sottintendere la definizione che hai dato tu ci ero arrivato anch'io, e sempre valutandolo in senso storico-culturale l'ho interpretato...:
il "picciotto" altri non è che il servo del feudatario locale e il servo è per definizione stessa un lavoro umile quindi vile. Il termine si può interpretare in due modi ed in questo caso il doppio senso cade proprio a pennello, solo che non ci avevo fatto caso e quindi non l'avevo specificato.
In ogni caso come hai detto tu il discorso visto da ambo i sensi fila sulla stessa strada...
La CEE che fa?
MMMMMMMMMMHHHHHHHHHHHH..........bella domanda!!!
a mio avviso l'europa in questo momento è in una fase di stabilizzazione, con varie forze sia interne che esterne, che tendono a minarne le basi in quanto realtà moltro scomoda.
Non dimentichiamo che il primo progetto di europa unita risale al primo dopoguerra, l'esperanto come lingua è un esperimento vecchissimo (mai decollato del tutto a dire il vero) che già da solo esprime il concetto di unità europea, e ci siamo arrivati solo nel 1985 con le prime elezioni valutative...
In una fase quindi così delicata della strutturazione di questa entità così eterogenea(le differenze storico-culturali sono immense), mi sa che è ben difficile riuscire a trovare ricette risolutive ad un problema come quello dell'avanzata sregolata dei mercati orientali...
A mio avviso proprio per dare una mano all'europa(che malgrado quelli sempre pronti a denigrare, è quella che ci sta sostenendo da anni, con i propri fondi) sta nelle sovranità (pretese spesso a gran voce soprattutto in italia) dei singoli paesi trovare le soluzioni da poter poi adottare con le opportune modifiche nella stessa unione.
Ora il nostro mercato è nella merda fino al collo, e le soluzioni di crescita proposte ed addirittura testate fino a questo momento non hanno fatto che aggravare la situazione, fino a renderci a livello di "terzomondisti dell'europa", perciò o si cambia politica o siamo destinati a soccombere fino al momento in cui come dicevi tu, il gran bordello cinese ed orientale in genere non si livellerà al nostro, ma per arrivare a ciò ci vorranno almeno vent'anni...!
Io ragiono da comunista e guardo al pubblico come alla soluzione, tu ed altri potrete essere non d'accordo, ma se guardiamo la situazione italiana attuale ci accorgiamo che, come già detto, ci facciamo sostenere dall'europa che funge in questo momento da investimento pubblico, che in italia ormai è carente da anni.
Io ho sempre battuto per avere una riorganizzazione del pubblico che risponda alle esigenze attuali, più che come a cominciare dal governo di centro-sinistra per finire con il centro -destra attuale, la sua eliminazione...
Il pubblico, ricordiamolo, seppure con grande difficoltà, è cmq controllabile e gestibile, il privato no...e questo per la collettività, e fino a prova contraria uno stato è collettività, non è positivo...!
Il fatto è che in italia si è sempre guardato al pubblico come la macchinetta per ingrassare gli ammanchi dovuti alle ladrerie dei furbacchioni, e culturalmente, chi si è servito delle possibilità offerte dal servizio pubblico(poche e scombinate) visto o come sanguisuga o come buono a nulla, per non parlare dello spauracchio della povertà...,invece di comprendere che un buon servizio pubblico non fa altro che migliorare il sistema di vita del paese com'è stato dimostrato in altri paesi dell'unione europea.