da giudirel » mer mar 26, 2014 14:48 pm
Allora visto che Paganini non ripete NR affermava che:
Io il metodo scientifico lo capisco, lo accetto e ne benedico i risultati.
E fin qui... siamo d'accordo in molti.
Ma resta uno dei punti di vista con cui guardare il mondo, il quale per altro è andato avanti per decine di migliaia di anni senza quel punto di vista
E fin qui. Molte cose possono andare avanti (suppongo inteso nell'accezione di esistere) anche senza essere osservate scientificamente (che poi mi pareva più che altro nell'accezione secondo la logica del metodo sperimentale).
Ma quello che non mi convince e che non condivido è il fatto che la realtà fisica possa essere indagata e conosciuta con metodi diversi da quello scientifico e sperimentale. Non sono affatto d'accordo. Fino a quando questo metodo ed il suo presupposto di falsicabilità non sono stati stabiliti siamo rimasti nel campo della pre-scienza. In pratica si credeva al flogisto e al sangue di caprone che scioglie i diamanti. E se le lune di Giove osservabili e con moti prevedibili contraddicevano le sfere erano sbagliate le lune di Giove e non le sfere. Ma da allora l'esplorazione del mondo fisico è stata appannaggio esclusivo della scienza e del suo metodo sperimentale. Anche se l'universo confuso delle pseudoscienze e dei fattoidi affascina ancora molti.
E mi sembra abbia prodotto tutto quello di cui sei imbevuto pure tu
Ancora una volta sembri riferirti al retaggio culturale di ciascuno di noi. Ma quello attiene alla nostra percezione e non alla realtà fisica. che sono cose diverse. Tanto è vero che non solo i nostri sensi ma anche il nostro cervello non sono strutturati per percepire e comprendere alcune realtà fisiche (per esempio quelle molto grandi e quelle molto piccole) che siamo quasi solo in grado di percepire attraverso algoritmi matematici che ne descrivano il comportamento. Non ha molto senso chiedersi come è fatto un elettrone per farne un disegnino visto che i nostri occhi non possono vederlo e non possiamo "illuminarlo" in modo che sia visibile. E non ha molto senso neanche distinguerlo da un altro elettrone che sta all'estremità opposta dell'universo se ho ben capito... almeno in un certo senso. Ma qui siamo alla pippa... alle cose che non so se non per aver letto senza capirci un acca Hawking.
Quindi ce ne passa dalla realtà alla percezione anche se sono molti i casi in cui su di noi impatta molto di più la seconda. Una montagna, una scultura, un quadro, ci appaiono belli in quanto si conformano, magari aggiungendo una loro originalità, a nostri archetipi, ad esperienze magari seppellite nella nostra memoria, forse addirittura ereditate.
La nostra esperienza in quanto interazione tra di noi e la realtà fisica trascende da essa ma la realtà fisica resta tale, descrivibile e prevedibile (o quantisticamente imprevedibile magari) e soprattutto condivisibile. La nostra esperienza un po' meno. E' personale, irripetibile e soggettiva. Le rose del mondo. Ma il pane resta la realtà fisica.
O no?
Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente.