un'altra bella stangata...

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Messaggioda il.bruno » sab lug 28, 2012 22:53 pm

Kinobi ha scritto:
il.bruno ha scritto:in germania gli stipendi sono più alti non solo per gli operai, ma per quasi tutti i settori produttivi...


Non proprio.
Anzi proprio NO.
Le persone tedesche con cui lavoro io, 27 per l'esattezza, hanno uno stipendio più elevato di un equivalente in iTaglia. Ma i COSTO per la ditta è inferiore.
Il che significa he ti pagano di più e la ditta spende di meno.
La differenza con noi è abissale.
Ciao,
E

è uno dei principali motivi per cui l'operaio VW prende il doppio dell'operaio FIAT, ma poi la VW è nelle condizioni di far dire a Marchionne che la politica dei prezzi di VW sta dissanguando la concorrenza.
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Messaggioda AlbertAgort » dom lug 29, 2012 13:30 pm

quando penso che qui non ti danno nemmeno il buono pasto ...(per mangiare magari nella mensa di proprietà dello stesso datore di lavoro..)
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Messaggioda MarcoS » lun lug 30, 2012 11:39 am

Se sei mona e credi in Dio, crederai nel Dio dei mona
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Messaggioda El Rojo » lun lug 30, 2012 13:45 pm

[youtube]http://www.youtube.com/v/URorNoEWsWs[/youtube]
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Messaggioda MarcoS » mar lug 31, 2012 11:09 am

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Messaggioda gug » mar lug 31, 2012 13:04 pm

il.bruno ha scritto:marco, io non mi sento pregiudizialmente umanamente lontano da nessuno, o quanto meno cerco di non esserlo.

sbob, comunque la germania 10/15 anni fa ha fatto una seria politica di aumento della produttività nel lavoro, e ora ne traggono i frutti.
da noi i tanto vituperati accordi di pomigliano contrastati dalla fiom consistevano in qualche decina di minuti in più di lavoro, a spese di qualche pausa, per arrivare a un assetto che è quello degli orari di lavoro degli stabilimenti esteri. minuti in più peraltro giustamente retribuiti.
se non si inizia a mettersi in testa che bisogna aumentare la produttività, non potrà che succedere che intanto che qualcuno strilla reclamando i diritti, non c'è più il lavoro perchè non ci sono più le industrie.


In ogni caso, e ringrazio ancora MarcoS, la lettura del blog e degli articoli di Bagnai mi ha finalmente fatto capire le tante incongruenze e i tanti fatti mal spiegati su cui mi interrogavo in questi mesi.
Un aspetto assolutamente scandaloso, e su cui non ho mai trovato commenti su nessun giornale, è quello che all'interno dell'Unione Europea alcuni paesi, e prima fra tutte la Germania, sfruttino l'euro per mettere in atto politiche molto dolorose e volte ad assicurarsi un vantaggio competitivo nei confronti degli altri paesi. Questo prima di tutto è sleale, perchè è possibile solo perchè c'è la moneta unica che ci è stato detto che sarebbe servita per altri scopi, e in più è assolutamente contrario allo scopo dell'Unione Europea, che dovrebbe unire e non consentire che i più forti diano randellate ai più deboli addirittura legando le mani a questi ultimi.
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Messaggioda PIEDENERO » mar lug 31, 2012 14:52 pm

El Rojo ha scritto:[youtube]http://www.youtube.com/v/URorNoEWsWs[/youtube]

:smt082
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Messaggioda El Rojo » mar lug 31, 2012 17:41 pm

A proposito dell'articolo 18..

Per quanto riguarda la ?rigidità? (regolativa: le rigidità possibili sono molte e diverse, però nel dibattito italiano l?intera questione sembra essersi risolta in un dogmatico Articolo 18 sì/no), in Tabella 1 sono riportati i valori dell?indice EPL (Employment Protection Legislation) dell?OECD per il 2008, per i 40 paesi monitorati dall?OCSE, nel suo valore Overall e disaggregato per le tre diverse componenti (oridinati secondo l?indicatore Overall, dal paese più rigido al meno). Si nota come per l?indicatore ?Overall employment protection? l?Italia si collochi nella parte alta della classifica della rigidità, pur non comparendo tra i primi posti. Si nota inoltre come la protezione dell?impiego ?regolare? (full-time e a tempo indeterminato, dove di norma si applicherebbe l'articolo18 ) sia in realtà una delle più basse della classifica: l?Italia risulta 31esima su 40 paesi (classificati dal più rigido al meno), con un punteggio del tutto analogo a Irlanda, Nuova Zelanda e Danimarca. Dove l?Italia risulta avere una protezione più elevata della media sono le componenti Temporary employment (13esima su 40) e Collective dismissals (dove risulta addirittura prima per rigidità su tutti e 40 i paesi).

Tabella 1 ? Dati OECD

Immagine




L?indice EPL ovviamente è un indicatore sintetico che necessariamente sacrifica precisione a comparabilità. Posta la medio-bassa rigidità delle protezioni fornite dall?Articolo 18 secondo la classifica OECD è interessante chiedersi se vi possano essere altre caratteristiche del sistema istituzionale italiano che potrebbero aumentare i costi per le imprese provocati dalle regole sul licenziamento. Un candidato ovvio è il funzionamento della giustizia civile: pur in assenza di rigidità eccessive ?in sè?, è più che probabile un aumento esponenziale delle rigidità, diciamo, ?per sè?, una volta che l?Articolo 18 entri in interazione coi tempi infiniti della giustizia italiana. I dati di un recente paper della Banca d?Italia (Tav. 1, p. 13) suggeriscono come l?EPL potrebbe non tenere adeguatamente conto delle rigidità che vengono a crearsi nel momento in cui la legislazione a protezione dell?impiego venga a scontrarsi col processo di lavoro. In Tabella 2 sono riportate le durate medie per un processo civile di primo grado in quattro paesi europei. L?italia fa molto peggio delle altre tre anche nella sua ripartizione geografica più efficiente (non stupisce, pertanto, e pur trattandosi di casi limite, sentire con una certa regolarità storie come questa).
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Messaggioda El Rojo » mar lug 31, 2012 18:45 pm

Confermato: le banche e l?élite mondiale hanno 32 trilioni di dollari depositati su conti offshore

Viene adesso confermato che le Maggiori Banche e l?elite finanziaria globale, detengono più di 32.000 miliardi di dollari in asset, nascosti dentro conti off-shore che sono soggette a poca o addirittura nessuna tassazione. Ne risulta, una perdita stimata intorno ai $ 280 miliardi in entrate fiscali. In altre parole, le banche multi-trilionarie e le famiglie delle élite stanno evitando qualsiasi imposizione fiscale, mentre costringono i cittadini degli Stati Uniti a pagare il conto. I 32.000 miliardi di dollari messi da parte, rappresentano incredibilmente il PIL complessivo degli Stati Uniti e del Giappone messi insieme.
A tale cifra monetaria, che molti sostengono sia abbastanza conservatrice, giunge l'economista Henry James il quale è stato commissionato dal Tax Justice Network - un gruppo che cerca di portare alla luce l'evasione fiscale. Anche il Tax Justice Network è rimasto piuttosto scioccato dal risultato, con il suo portavoce John Christensen che alla fine dichiarava come fosse sorpreso dalla ?estensione? di tali numeri. Tuttavia ciò che più attiene a tali numeri, sono le entità che vi si nascondono dietro. Il rapporto ha rivelato che le Mega-Banche come Bank of America e Citigroup, appartengono proprio alle tante corporations e organizzazioni bancarie che nascondono i loro asset in paradisi fiscali off-shore.
Bank of America, HSBC, Global Elite Families, sono nella lista
In un'intervista alla testata giornalistica Al Jazeera, Christensen spiega quanto sia grave il report e prosegue:
?Stiamo parlando di molti colossi, brand ben noti - HSBC, Citigroup, Bank of America, UBS, Credit Suisse - vi sono coinvolte alcune delle più grandi banche del mondo... e lo fanno ben sapendo che i loro clienti, il più delle volte non evadono ed non eludono le tasse?.
Per trovare le informazioni incriminanti, Henry (l'economista che ha lavorato per Christensen e per il Tax Justice Network) ha effettivamente utilizzato dei dati riservati del Fondo monetario internazionale (FMI), della Banca Mondiale, delle Nazioni Unite, e delle banche centrali, per raggiungere la cifra finale. In quello che potrebbe essere potenzialmente la breaking story più grande e più pubblicizzata sul tema della grande evasione fiscale da parte della élite ricca, vi è integrato anche ciò che Henry ha ulteriormente scoperto, e cioè che i paradisi fiscali off-shore sono in realtà molto attraenti per intere nazioni in via di sviluppo - non solo quindi per le Mega banche e le famiglie ultra di ricche.
Esercitati tramite ?élite di privati? per nascondere la ricchezza delle nazioni in via di sviluppo, Henry ha trovato agli atti i bilanci di 139 Stati in via di sviluppo. Dal 1970, egli stima il reale valore patrimoniale tra le più ricche di queste nazioni, che attualmente viene dissimulato, e queste avrebbero accumulato dai 7300 ai 9300 miliardi di dollari circa. Cifre che sono completamente sconosciute al resto del mondo a causa del fatto che è ricchezza offshore ?non registrata?.

Queste scoperte continuano a guadagnare l'attenzione dei media mainstream, e ad evidenziare fino a che punto le grandi banche e le Mega Corporations si garantiranno di non pagare neanche un centesimo di tasse, mentre allo stesso tempo, chiedono massicci aumenti fiscali per il cittadino medio. Inoltre, mostra il danno finanziario dell?élite finanziaria, che deposita trilioni su trilioni di dollari in conti off-shore con un valore sconosciuto.


http://www.infowars.com/banks-global-el ... -accounts/
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Messaggioda il.bruno » mar lug 31, 2012 21:47 pm

gug ha scritto:
il.bruno ha scritto:marco, io non mi sento pregiudizialmente umanamente lontano da nessuno, o quanto meno cerco di non esserlo.

sbob, comunque la germania 10/15 anni fa ha fatto una seria politica di aumento della produttività nel lavoro, e ora ne traggono i frutti.
da noi i tanto vituperati accordi di pomigliano contrastati dalla fiom consistevano in qualche decina di minuti in più di lavoro, a spese di qualche pausa, per arrivare a un assetto che è quello degli orari di lavoro degli stabilimenti esteri. minuti in più peraltro giustamente retribuiti.
se non si inizia a mettersi in testa che bisogna aumentare la produttività, non potrà che succedere che intanto che qualcuno strilla reclamando i diritti, non c'è più il lavoro perchè non ci sono più le industrie.


In ogni caso, e ringrazio ancora MarcoS, la lettura del blog e degli articoli di Bagnai mi ha finalmente fatto capire le tante incongruenze e i tanti fatti mal spiegati su cui mi interrogavo in questi mesi.
Un aspetto assolutamente scandaloso, e su cui non ho mai trovato commenti su nessun giornale, è quello che all'interno dell'Unione Europea alcuni paesi, e prima fra tutte la Germania, sfruttino l'euro per mettere in atto politiche molto dolorose e volte ad assicurarsi un vantaggio competitivo nei confronti degli altri paesi. Questo prima di tutto è sleale, perchè è possibile solo perchè c'è la moneta unica che ci è stato detto che sarebbe servita per altri scopi, e in più è assolutamente contrario allo scopo dell'Unione Europea, che dovrebbe unire e non consentire che i più forti diano randellate ai più deboli addirittura legando le mani a questi ultimi.

sì ma gug, non ci sono i forti cattivi e i deboli buoni.
ci sono i forti che sono tali perchè non scialacquano le risorse dello stato, e i deboli che sono tali perchè spendono male soldi che non hanno e poi invece di rimettere a posto i conti e ridurre deficit e debito, vanno a chiedere ai tedeschi di metterci loro la differenza!
se c'è qualcuno di "cattivo", che non fa il suo dovere, sono quelli che sono deboli!
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Messaggioda gug » mer ago 01, 2012 8:31 am

il.bruno ha scritto:
gug ha scritto:
il.bruno ha scritto:marco, io non mi sento pregiudizialmente umanamente lontano da nessuno, o quanto meno cerco di non esserlo.

sbob, comunque la germania 10/15 anni fa ha fatto una seria politica di aumento della produttività nel lavoro, e ora ne traggono i frutti.
da noi i tanto vituperati accordi di pomigliano contrastati dalla fiom consistevano in qualche decina di minuti in più di lavoro, a spese di qualche pausa, per arrivare a un assetto che è quello degli orari di lavoro degli stabilimenti esteri. minuti in più peraltro giustamente retribuiti.
se non si inizia a mettersi in testa che bisogna aumentare la produttività, non potrà che succedere che intanto che qualcuno strilla reclamando i diritti, non c'è più il lavoro perchè non ci sono più le industrie.


In ogni caso, e ringrazio ancora MarcoS, la lettura del blog e degli articoli di Bagnai mi ha finalmente fatto capire le tante incongruenze e i tanti fatti mal spiegati su cui mi interrogavo in questi mesi.
Un aspetto assolutamente scandaloso, e su cui non ho mai trovato commenti su nessun giornale, è quello che all'interno dell'Unione Europea alcuni paesi, e prima fra tutte la Germania, sfruttino l'euro per mettere in atto politiche molto dolorose e volte ad assicurarsi un vantaggio competitivo nei confronti degli altri paesi. Questo prima di tutto è sleale, perchè è possibile solo perchè c'è la moneta unica che ci è stato detto che sarebbe servita per altri scopi, e in più è assolutamente contrario allo scopo dell'Unione Europea, che dovrebbe unire e non consentire che i più forti diano randellate ai più deboli addirittura legando le mani a questi ultimi.

sì ma gug, non ci sono i forti cattivi e i deboli buoni.
ci sono i forti che sono tali perchè non scialacquano le risorse dello stato, e i deboli che sono tali perchè spendono male soldi che non hanno e poi invece di rimettere a posto i conti e ridurre deficit e debito, vanno a chiedere ai tedeschi di metterci loro la differenza!
se c'è qualcuno di "cattivo", che non fa il suo dovere, sono quelli che sono deboli!


E invece è proprio questo che ho capito che non è vero e che invece nei media vogliono far passare: leggendo Bagnai tutto diventa chiaro, perchè lui lo spiega benissimo, ma anche perchè porta dati e un filo logico che nei media non c'è (e infatti non si capisce nulla).

I paesi PIGS non avevano un alto debito pubblico e addirittura lo stavano diminuendo (al contrario della Germania che lo sta aumentando), però essendo in un'unione monetaria con i paesi del Nord Europa, ma avendo inflazioni diverse e più alte, ciò si traduce piano piano in una perdita di competitività, su cui la Germania soprattutto sta speculando, e così importano sempre più proprio dai paesi del Nord Europa.
Se avessero una propria valuta, ciò farebbe anche svalutare la moneta nazionale e dopo un pò le cose si riequilibrerebbero, mentre con l'euro ciò non avviene.

La moneta unica può funzionare, come è avvenuto in Italia, quando se ciò avviene (ed è avvenuto fra le regioni del Sud e quelle del Nord per 150 anni esiste uno stato nazionale che può spostare le risorse (avviene anche negli USA verso ad esempio il Massachussets): in Europa ciò non avviene e così alcuni paesi si impoveriscono sempre più, lo stato deve intervenire con salvataggi e altre azioni che fanno aumentare il debito.
L'aumento del debito pubblico però è l'effetto finale del problema non la causa.

Un'altra cosa che potrebbe far funzionare il sistema è un'autoregolamentazione in cui tutti i paesi dell'UE decidano di non sfruttare questi vantaggi per squilibrare le esportazioni all'interno dei paesi dell'Unione e ciò vorrebbe dire prima di tutto allineare le inflazioni: la Germania però al contrario ha una politica che ha lo scopo di tenerla bassa proprio con questo scopo (tra l'altro contravvenenendo le regole dell'Unione) e così ha una bilancia delle esportazioni verso i paesi UE in largo attivo, ma così facendo danneggia gli altri. Per questo dico che farsi la guerra commerciale non deve essere lo scopo di un'unione.

Tutto questo lo trovi spiegato, supportato da dati, da studi e da fonti sui post di Bagnai.
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Messaggioda El Rojo » mer ago 01, 2012 10:07 am

Meglio che niente...(JpMorgan, Deutsche Bank, Ubs e Depfa Bank)

http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2 ... isca.shtml
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Messaggioda il.bruno » mer ago 01, 2012 11:22 am

peccato che una svalutazione della moneta significhi l'impoverimento del paese, quindi è un rimedio che sul momento fa sembrare di ripianare le difficoltà, ma nel medio si ripropongono tali e quali senza aver nel frattempo risolto niente.
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Messaggioda gug » mer ago 01, 2012 12:13 pm

il.bruno ha scritto:peccato che una svalutazione della moneta significhi l'impoverimento del paese, quindi è un rimedio che sul momento fa sembrare di ripianare le difficoltà, ma nel medio si ripropongono tali e quali senza aver nel frattempo risolto niente.


Questo è proprio uno di quei luoghi comuni che da sempre leggo sui giornali e che viene presentato come un dogma senza alcuna spiegazione.
Leggendo il Prof. Bagnai si capisce come ciò non sia vero in assoluto e comunque non è vero quando la svalutazione è causata da squilibri di inflazione e in tal caso serve proprio come riequilibrio.

Tutto questo, come dicevo, è spiegato e argomentato con grafici e dati nei post di Bagnai, ma tra l'altro è in linea con quanto mi ricordo che accedde nel 1992.
Allora c'era una situazione analoga con l'Italia nel sistema a cambi fissi dello SME in cui per l'Italia era difficile rimanere per motivi analoghi a quelli di oggi e l'alternativa era proprio accettare la svalutazione (non difendere il cambio con acquisto di valuta). Sui giornali si leggevano proprio le argomentazioni che tu citi, ma alla fine la svalutazione fu inevitabile (non fu una scelta, ma alla fine non fu più possibile combatterla) e mi ricordo che sui giornali lessi un articolo da titolo catastrofico: "E' caduto Fort Alamo".
Mi ricordo anche che c'era un senso di ansia generalizzata per quello che sarebbe accaduto con l'Italia fuori dallo SME e ai margini dell'Europa con una moneta svalutata.
In realtà quello che mi ricordo che accadde è che nei due anni successivi ci fu un boom economico quasi senza precedenti: le aziende italiane con un cambio riallineato esportavano moltissimo e addirittura mi ricordo che le prime aziende in cui avevo cominciato a lavorare non riuscivano a evadere gli ordini. I prodotti erano già competitivi, ma con un cambio corretto (e non "imposto") potevano essere vendute a un prezzo competitivo.
Quindi in quel caso e per anni dopo (io cominciai a lavorare nel 1994/95) la svalutazione non impoverì il paese, ma addirittura lo arricchì.
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Messaggioda il.bruno » mer ago 01, 2012 12:38 pm

appunto, serve come riequilibrio, a ulteriore diminuzione del valore reale di quello che guadagni tu e aumento del valore reale di quello che guadagna un tedesco.

comunque nel 1994-1995 nella situazione italiana mi ricordo tutto salvo una espansione economica.
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Messaggioda Kinobi » mer ago 01, 2012 15:35 pm

@Gug e il.bruno.

L'iTalia è un paese di merda governato di far suo: sappiamo da chi è composto (con l'eccezzioni che confermano la regola).

Detto ciò, io non sono un matematico, ma se l'iTaglia ha la bilancia commerciale negativa (compri di più di quel che vendi), ogni svalutazione ti fa spendere di più per comprare lo stesso. Perciò compri meno (a menoche non fai ulteriori debiti), nella speranza di vendere di più di quello che fai te (che però è trasformazione overo fatto con prodotti che importi)...
Ce lo dice l'amata CIA
https://www.cia.gov/library/publication ... 7rank.html

Si può anche cliccare su quant oimportiamo di materie prime...o di manufatti...

Comunque vada, non è un problema di Marchionne o di altri. In iTaglia la situazione è seria e difficilmente rimediabile STRUTTURALMENTE. Forse esportanto mignotte e ricchioni (è un lavoro anche quello) magari ce la caviamo
Ciao,
E :D :D :D :D :D :D :D :D :D
Ho messo le faccine per buttarla in ridere... E la cosa positiva è che la Francia è presa come noi...
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer ago 01, 2012 18:01 pm

il.bruno ha scritto:
non ci sono i forti cattivi e i deboli buoni.
ci sono i forti che sono tali perchè non scialacquano le risorse dello stato, e i deboli che sono tali perchè spendono male soldi che non hanno e poi invece di rimettere a posto i conti e ridurre deficit e debito, vanno a chiedere ai tedeschi di metterci loro la differenza!
se c'è qualcuno di "cattivo", che non fa il suo dovere, sono quelli che sono deboli!


questo è il punto di vista dei tedeschi.
che però, a quel che leggo, non tiene conto che i tedeschi stessi stanno godendo di grossi vantaggi, dato che essendo lo spread quello che è le loro industrie possono finanziarsi a costo enormemente più basso di quelle italiane o spagnole. peraltro la confindustria (non il manifesto) dice che la differenza nello spread "giustificata" da aspetti economici "reali" sarebbe di 200 punti circa, il resto è speculazione.
alla fine questo si traduce (sempre a quanto leggo, non sono un esperto di economia) in un trasferimento netto di ricchezza dai paesi "deboli" a quelli "forti".
che noi abbiamo la mafia, la corruzione ecc. e i greci non abbiano pagato le tasse quando era ora è indubitabile, ma anche quest'idea dei nostri vicini nordici che noi "viviamo alle loro spalle" mi pare tutta da verificare.

io personalmente non credo di lavorare molto meno di un mio omologo collega tedesco, e sono abbastanza certo di avere uno stipendio molto più basso. che forse anche i nordeuropei abbiano imparato la mediterranea arte del "chiagni e fotti"?

sudeuropei saluti
TSdG

ps poi mi risulta che le banche tedesche non siano tirate particolarmente indietro quando c'era di finanziare, speculandoci sopra, il debito greco...e non mi dicano che non gli era venuto il dubbio che i conti pubblici fossero truccati. tutto questo "rigore" calvinista...però quando fa comodo si chiude anche un occhio (o magari tutti e due).

ri-saluti
T.
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Messaggioda Sbob » mer ago 01, 2012 18:15 pm

Concordo col Tacchino. Oggi la Germania si finanzia a tassi ridicoli (a volte addirittura negativo) e presta quei soldi agli altri stati europei a tassi da usuraio.
Non e' un caso che continui a giocare al tira e molla per tenere lo spread alto: da questa situazione stanno guadagnando cifre enormi.
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Messaggioda El Rojo » mer ago 01, 2012 18:21 pm

OCSE: ore lavorate per addetto in un anno, anno 2010

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Messaggioda El Rojo » mer ago 01, 2012 23:54 pm

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