Jocondor ha scritto:
Se una religione si sente insultata da una vignetta, il suo ministro o chi per lui hanno la possibilità di citare il giornale per diffamazione a mezzo stampa o per insulti.
Se una religione si sente offesa.
Se una religione viene ridicolizzata perchè è ridicola, perchè sostiene delle cose inverosimili ai più (e qui lascio spazio all'immaginazione di ciscuno...), è un problema suo: si aggiorni.
Non mi pare che ci sia niente da inventare.
Il confine tra l'insulto e la libera espressione di un parere è sottile, ma è tracciato dalla legge.
E' noto che negli USA si può bruciare la bandiera a stelle e strisce, no?
In Italia invece è un reato.
Sulle leggi possiamo discutere, laicamente e con buon senso: sulla libertà di espressione per chiunque (anche per Di Canio) non accetto di discutere.
Mi trovo spesso in sintonia con quanto scrivi, ma decisamente non in questo caso?
che poi mi senta costretto ad accettare una libertà di espressione assoluta è solo perché non sono in grado di fidarmi di chi dovrebbe controllare né di dire chi dovrebbe farlo.
Non capisco nemmeno perchè alla satira tutto debba essere concesso...dipende chi la fa e dove è finalizzata.
Nel secolo scorso giravano spassose vignette in cui simpatici balilla prendevano a calci nel sedere ridicoli negretti?visto che erano ridicoli, siamo andati a casa loro a sperimentare il napalm.
Nel secolo scorso facevano girare spassose vignette con cui ci si prendevano gioco di una religione ridicola?visto che erano ridicoli, hanno messo a rosolare in forno gli adepti di quella religione.
E poi chi decide cosa è ridicolo e cosa no? Ovviamente noi occidentali...Gonfiati da 30/40 anni di benessere effimero, ormai in fase calante, ci crediamo esseri perfetti, in grado di poter giudicare tutto, ci arroghiamo il diritto imporre le nostre abitudini?siamo anche disposti al dialogo, ovvero siamo tolleranti (tolleranza nel senso di forzata sopportazione)?di rispetto reciproco nemmeno parlarne, o gli altri si adeguano a noi, o li costringiamo a farlo. Sull?islam in particolare, abbiamo anche deciso che ci sono mussulmani buoni ed altri cattivi, quelli buoni vivono in Boszia Erzegovina e in Kossovo, quelli cattivi altrove.
Abbiamo innestato la retromarcia, abbiamo paura degli altri e il terrore di essere forzosamente circoncisi non ci permette di vedere da quale direzione vengono i pericoli reali che minacciano quelle poche conquiste che abbiamo ottenuto negli ultimi decenni del secolo scorso.