L' acqua privata

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L' acqua privata

Messaggioda Roberto » lun mar 09, 2009 14:02 pm

Mi è arrivata questa mail sulla privatizzazione dell' acqua potabile. L' acqua è preziosa e metterla nelle mani di privati mi sembra una pessima iniziativa.

Parliamo di cose serie...............

Data: Lunedì 2 marzo 2009, 15:12
(La documentazione a cura di don Luigi Cons)

Mentre si parla d'altro il governo... avvia il processo di privatizzazione dell'acqua.
Mentre nel paese imperversano discussioni sull'eutanasia, grembiulino a scuola, guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica.
Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.

Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l'acqua minerale). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le
bollette del 300%. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori.

La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L'acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo. Acqua in bocca.

FATE GIRARE : METTETENE A CONOSCENZA PIU' GENTE CHE POTETE
Anche se qualcuno ha già ricevuto questa mail non importa, essere consapevole di quel che accade nel nostro paese non è mai abbastanza.

E l'opposizione dov'era?? E la stampa? E l'informazione?
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Re: L' acqua privata

Messaggioda elenapollo » lun mar 09, 2009 14:07 pm

Roberto ha scritto:Mi è arrivata questa mail sulla privatizzazione dell' acqua potabile. L' acqua è preziosa e metterla nelle mani di privati mi sembra una pessima iniziativa.

Parliamo di cose serie...............

Data: Lunedì 2 marzo 2009, 15:12
(La documentazione a cura di don Luigi Cons)

Mentre si parla d'altro il governo... avvia il processo di privatizzazione dell'acqua.
Mentre nel paese imperversano discussioni sull'eutanasia, grembiulino a scuola, guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica.
Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.

Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l'acqua minerale). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le
bollette del 300%. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori.

La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L'acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo. Acqua in bocca.

FATE GIRARE : METTETENE A CONOSCENZA PIU' GENTE CHE POTETE
Anche se qualcuno ha già ricevuto questa mail non importa, essere consapevole di quel che accade nel nostro paese non è mai abbastanza.

E l'opposizione dov'era?? E la stampa? E l'informazione?


...che tristezza viviamo veramente in un paese che sta scendendo sempre più nel bratro... :cry:
oltre a farla girare...che altro si potrebbe fare? :roll:
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Messaggioda pasasò » lun mar 09, 2009 14:34 pm

luigi dal re ha scritto:li "abbiamo"messi al posto di comando e loro comandano


io non ho messo quella gentagli al posto di comando!

però hai ragione per il 60% (ed oggi per me sono di più) degli italiani!

e ti dirò di più... ora partiranno le cementizzazioni e gli abusi edilizi selvaggi

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... iew=Libero
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Messaggioda lamontagnadiluce » lun mar 09, 2009 14:36 pm

".....l' acqua è il business del futuro. Consumi in aumento e disponibilità in calo, quindi prezzi destinati infallibilmente a salire...."



Acqua s.p.a. La rivolta dei sindaci
Repubblica ? 14 novembre 2008 pagina 49 sezione: R2

Cologno Monzese - Giù le mani dall' acqua del sindaco. Dal Piemonte alla Sicilia, nell' Italia bastonata dalla crisi è nata una nuova resistenza, contro la privatizzazione dei servizi idrici. Una resistenza che parte dal basso e contesta non solo il Governo, ma il Parlamento, che il 6 agosto, mentre il Paese era in vacanza, ha approvato una norma-bomba (unica in Europa) con il "sì" dell' opposizione. Non se n' è accorto quasi nessuno: quel pezzo di carta obbliga i Comuni a mettere le loro reti sul mercato entro il 2010, e ciò anche quando i servizi funzionano perfettamente e i conti tornano. Articolo 23 bis, legge 133, firmata Tremonti. La stessa che privatizza mezza Italia e ha provocato la rivolta della scuola. Leggere per credere. Ora i sindaci hanno letto. Quelli di destra e quelli di sinistra. E subito hanno mangiato la foglia. «Ci avete già tolto l' Ici. Se ci togliete anche questo - dicono - che ci rimane?» La partita è chiara: non è solo una guerra per l' acqua, ma per la democrazia. Col 23 bis essi perdono contemporaneamente una fonte di entrate e la sorveglianza sul territorio. Il federalismo si svuota di senso. Il rapporto con gli elettori diventa una burla. Lo scenario è inquietante: bollette fuori controllo, e i cittadini con solo un distante "call center" cui segnalare soprusi o disservizi. Insomma, l' acqua come i telefonini: quando il credito si esaurisce, il collegamento cade. La storia parte da lontano, nel 2002, con una legge che obbliga i carrozzoni delle municipalizzate a snellirsi, diventare S.p.a. e lavorare con rigore. L' Italia viene divisa in bacini idrici, i Comuni sono obbligati a consorziarsi e le bollette a includere tutti i costi, che non possono più scaricarsi sul resto delle tasse. Anche se i Comuni hanno mantenuto la maggioranza azionaria, nelle ex municipalizzate son potute entrare banche, industrie e società multinazionali. Ma quella che doveva essere una rivoluzione verso il meglio si è rivelata una delusione. Nessuno rifà gli acquedotti, le reti restano un colabrodo. Il privato funziona peggio del pubblico, parola di Mediobanca, che in un' indagine recente dimostra che le due aziende pubbliche milanesi, Cap ed Mm hanno le reti migliori d' Italia e tariffe tra le più basse d' Europa. Col voto del 6 agosto si rompe l' ultima diga. L' acqua cessa di essere diritto collettivo e diventa bisogno individuale, merce che ciascuno deve pagarsi. Questo spalanca scenari tutti italiani: per esempio i contatori regalati ai privati (banca, industria o chicchessia che incassano le bollette), e le reti idriche che restano in mano pubblica, con i costi del rifacimento a carico dei contribuenti. Insomma, la polpa ai primi e l' osso ai secondi. Il peggio del peggio. È contro questo che si stanno muovendo i sindaci d' Italia; a partire da quelli della Lombardia, che la guerra l' hanno cominciata prima degli altri. È successo che centoquarantaquattro Comuni attorno a Milano han fatto muro contro la giunta Formigoni, la quale già nel 2006 aveva anticipato il 23 bis con una legge che separava erogazione e gestione del servizio. Quasi sempre all' unanimità - destra, sinistra e Lega unite - i consigli comunali hanno chiesto un referendum per cancellare l' aberrazione; e proprio ieri, dopo una lotta infinita e incommensurabili malumori del Palazzo, davanti al muro di gomma della giunta che apponeva alla legge solo ritocchi di facciata, hanno dichiarato di non recedere in alcun modo dalla richiesta di una consultazione popolare lombarda. "Si va allo scontro, non abbiamo scelta" spiega Giovanni Cocciro, iperattivo assessore del Comuni-capofila di Cologno Monzese, e delinea il futuro della rete in mano privata. "Metti che i contatori passino a una banca, e questa stacchi l' acqua a un condominio che non paga. Il sindaco, per questioni sanitarie, deve garantire il servizio minimo ma, non potendo più ordinare la riapertura del rubinetto, può solo intervenire con autobotti, con acqua che costa tremila volte di più~ Per non parlare dei problemi di ordine pubblico che ricadono sul Comune se la gente perde la pazienza". Nei bar di Cologno, per ripicca, hanno messo l' etichetta all' acqua di rubinetto e ti dicono che le analisi l' hanno dichiarata all' altezza delle più blasonate minerali. Al banco la gente chiede "acqua del sindaco" rivendicandola come diritto, non come merce. E un po' dappertutto, attorno a Milano, crescono le "case dell' acqua", dove il bene più universale viene distribuito gratis, rinfrescato e con bollicine, in confortevoli spazi alberati dove la gente può sedersi e chiacchierare. Un "water pride" in salsa lombarda, che ora sta contagiando anche il Piemonte. Premane in Valsassina, in provincia di Lecco, è un comune di montagna a maggioranza leghista già assediato da privati in cerca di nuove centraline idroelettriche, e sul tema dell' acqua ha i nervi scoperti. "Nel servizio idrico solo la gestione pubblica può garantire equità all' utente" sottolinea con forza Pietro Caverio, che ha firmato la protesta dei 144 Comuni. Segnali di insofferenza arrivano da tutto il Paese; situazioni paradossali si moltiplicano. Sentite cos' è accaduto a Firenze. Il Comune ha accettato di fare una campagna per il risparmio idrico e un anno dopo, di fronte a una diminuzione dei consumi, ecco che la "Publiacqua" manda agli utenti una lettera dove spiega che, causa della diminuita erogazione, si vede costretta ad alzare le tariffe per far quadrare i conti. Ovvio: il privato lo premia lo spreco, non il risparmio. L' unica cosa certa sono i rincari: ad Aprilia in Lazio sono scattati aumenti del trecento per cento e un conseguente sciopero delle bollette che dura tuttora contro la società "Acqualatina". Stessa cosa a Leonforte, provincia di Enna, paese di pensionati in bolletta. A Nola e Portici, nel retroterra napoletano, la società "Gori" ha quasi azzerato la pressione in alcuni condomini insolventi, senza avvertire il sindaco; e lavoratori della ditta hanno impedito ai partigiani dell' acqua pubblica di tenere la loro assemblea. A Frosinone gli aumenti sono stati tali che il Comitato di vigilanza è dovuto intervenire e alzare la voce per ottenere la documentazione nei tempi previsti. Più o meno lo stesso a La Spezia, che ha le bollette più care d' Italia. Per non parlare di Arezzo, dove la privatizzazione si sta rivelando un fallimento. L' Acquedotto pugliese, dopo la privatizzazione, si è indebitato con banche estere finite nelle tempeste finanziarie globali. A Pescara, da quando è scattato il regime di S.p.a., s' è scoperto un grave inquinamento industriale della falda e la magistratura ha fatto chiudere l' impianto. A Ferrara il regime di privatizzazione è coinciso col trasferimento a Bologna del laboratorio di analisi, con conseguente allentamento dei controlli in una delle zone più a rischio d' Italia, causa la falda avvelenata del Po. Ma se già ora la situazione è così grave, ci si chiede, cosa accadrà col "23 bis"? Sessantaquattro ambiti idrici territoriali - sui 90 in cui è compartimentata l' Italia - tengono duro, rimangono pubblici, e organizzano laddove possibile la difesa contro i compratori dell' acqua italiana. Ma è battaglia tosta: l' acqua è il business del futuro. Consumi in aumento e disponibilità in calo, quindi prezzi destinati infallibilmente a salire. Conseguenza: nelle rimanenti 26 S.p.a. miste le pressioni sulla politica sono enormi, tanto più che nei consigli di amministrazione il pubblico è rappresentato da malleabili politici in pensione, e il privato da vecchie volpi capaci di far prevalere il profitto sulla bontà del servizio. Dai 26 ambiti che hanno accettato la privatizzazione sono cresciuti intanto quattro colossi: l' Acea di Roma che ha comprato l' acqua toscana; l' Amga di Genova che s' è alleata con la Smat di Torino e ha dato vita all' Iride; la Hera di Bologna che cresce in tutta la Padania; la A2A nata dalla fusione dell' Aem milanese e dell' Asm bresciana. In tutte, una forte presenza di multinazionali come Veolia e Suez, banche, imprenditori italiani d' assalto, e una gran voglia di crescere sul mercato. "Ormai il sistema idrico non segue più la geografia delle montagne ma quella dei pacchetti azionari" dice Emilio Molinari, leader nazionale dei comitati per il contratto mondiale per l' acqua. Il che porta sorprese a non finire. Del tipo: il Fondo pensioni delle Giubbe Rosse canadesi che entra nella Hera e quello delle vedove scozzesi che trova spazio all' interno dell' Iride. E colpi di scena politici: l' Acea guidata a suo tempo dal sindaco Veltroni mette le mani sull' acqua toscana, costruendo nel Centro Italia un potentissimo polo dell' acqua "rossa", ma poi ti arriva Alemanno a sparigliare i giochi, e l' acqua di una regione di sinistra oggi è in mano alla destra. Anni fa a Firenze sarebbe successo il putiferio. Oggi tutto tace. Motivo? Lo spiega la Commissione Antitrust, che già nel 2007 ha individuato nei quattro attori forti i pilastri di una situazione di oligopolio. C' è un cartello, che ora è pronto a comprarsi tutto il mercato proprio grazie al "23 bis". Dietro alle Quattro Sorelle esiste lo stesso intreccio finanziario e lo stesso collegamento - rigorosamente bipartisan - con i partiti. I quali, difatti, il 6 agosto hanno votato in perfetta unanimità. Per questo i sindaci si sentono truffati. "L' acqua è il nuovo luogo dell' inciucio" ti dicono al bar di Cologno Monzese. Quando i comitati per l' acqua pubblica, sparsi in tutt' Italia, hanno raccolto 400 mila firme e depositato in parlamento nel luglio 2007 una proposta di legge di iniziativa popolare, sia sotto il governo Prodi che sotto quello di Berlusconi non s' è trovato uno straccio di relatore, nemmeno d' opposizione, capace di esaminare e illustrare la volontà dei cittadini così massicciamente espressa. La melina del palazzo sul tema dell' acqua è trasparente, cristallina. Con l' acqua che diventa un pacchetto azionario, c' è anche il rischio che un bene primario della nazione passi in mani altrui, nel gioco di scatole cinesi della finanza. In Inghilterra è accaduto: le bollette si pagano a una società australiana, che ha triplicato le tariffe. Vuoi protestare per un guasto? Rivolgiti a un operatore agli antipodi. Può capitare anche qui. Ormai niente isola più l' acqua dai fiumi avvelenati delle finanze che affondano l' economia mondiale, e in molti Paesi si sta correndo ai ripari. Persino in Francia, che pure è la sede delle multinazionali Suez e Veolia che comprano l' acqua italiana. "Torniamo all' acqua pubblica", proclama il sindaco di Parigi Delanoe, che impernia su questo la campagna elettorale per la riconferma. Anche lì si rivuole l' acqua del sindaco. E che dire della Svizzera e degli Stati Uniti, i Paesi della Nestlé e della Coca-Cola che imbottigliano fonti italiane. Non sono mica scemi: l' acqua è protetta come fattore strategico e tenuta ben fuori dal mercato. Ormai si stanno muovendo tutti, anche la Chiesa. I vescovi di Brescia e Milano sono intervenuti proclamando il concetto del pubblico bene. La conferenza episcopale abruzzese ha messo per iscritto che l' accesso all' acqua "è un diritto fondamentale e inalienabile". In Campania è battaglia dura e la difesa dell' acqua si intreccia nel modo più perverso con gli interessi della camorra e l' affare della monnezza. Al Nord, in piena zona leghista, sindaci come Domenico Sella (Mezzane, nella pedemontana veronese) deliberano che l' acqua è cosa loro, ed è il perno del rapporto con i cittadini. "Se xe una perdita, la gente me ciama, e mi fasso subito riparar". Più chiaro di così. Sul territorio sinistra e destra parlano ormai la stessa lingua. Nelle Marche il presidente della provincia di Ascoli Massimo Rossi (Rifondazione) spiega che "non si può imporre la privatizzazione". E sempre ad Ascoli Paolo Nigrotti, An, presidente della società di gestione (tutta pubblica), una delle migliori del Paese, osserva che "la privatizzazione non è stata gran che in Italia" e va applicata solo là dove serve. La qualità costa, ma la può garantire anche un pubblico responsabile. Nel Friuli-Venezia Giulia, l' ex presidente della provincia di Gorizia Giorgio Brandolin - uno che ha resistito alle pressioni privatrizzatrici della Regione e ha messo insieme una S.p.a pubblica tutta goriziana che da due anni e mezzo gestisce la rete in modo impeccabile - ora si ritrova capofila dei movimenti anti "23 bis". In Puglia, 38 Comuni e due Province (Bari e Lecce) hanno formato un robusto pacchetto di mischia per la ripubblicizzazione e chiedono a Niki Vendola una legge regionale che definisca l' acqua "bene privo di rilevanza economica". Ragusa e Messina battono la stessa strada. A Parma è scesa in piazza pure la gioventù italiana della Destra di Storace. Succede che di fronte alla bolletta, la gente - toccata nel portafoglio - sta ripescando un concetto passato di moda, quello di bene comune. Nell' acqua il cattolico vede la vita e il battesimo; il nazionalista un bene non alienabile agli stranieri; il leghista l' autogoverno del territorio. Altri vi trovano il benessere, il dono ospitale, la pulizia e la sanità. "Tutti sentono l' acqua come l' ultima trincea" ammette Rosario Lembo, segretario del Contratto per l' acqua. Tutti vi scoprono un simbolo potente, e quel simbolo è capace di rompere i giochi del Palazzo con nuove alleanze. Giuseppe Altamore - autore di bei libri-inchiesta sul tema, come "Acqua S.p.a." - osserva che "il vero dramma è la mancanza di un' authority capace di affrontare l' emergenza di un Paese dove un abitante su tre non ha accesso all' acqua potabile". Quattro ministri se ne occupano, ma intanto nessuno pone rimedio a perdite spaventose e nessuno mette in sicurezza le falde avvelenate. Per esempio l' arsenico oltre il limite a Grosseto e Velletri. E poi il fluoro, i cloriti, i trialometani~ Servono formidabili investimenti, o la rete va al collasso". (1-continua) - PAOLO RUMIZ COLOGNO MONZESE
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Messaggioda Saint Bernard » lun mar 09, 2009 14:53 pm

lamontagnadiluce ha scritto:".....Succede che di fronte alla bolletta, la gente - toccata nel portafoglio - sta ripescando un concetto passato di moda, quello di bene comune.


Con amarezza (anch'io) noto che la maggior parte della gente si rende conto di che razza di bestie disumane ha messo al comando soltanto quando le viene toccato il portafoglio e il benessere personale... :twisted: che acume!
Non cedere mai, perchè potresti farlo proprio un attimo prima che capiti un miracolo!
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Messaggioda La Marmotta » lun mar 09, 2009 15:09 pm

Non è giustificabile considerare l?acqua come una fonte di profitto. In quanto è fonte di vita, l?acqua è un bene patrimoniale che appartiene agli abitanti del pianeta!!!! :evil:
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Messaggioda Liviell » lun mar 09, 2009 15:19 pm

E il bello è che siamo talmente rincoglioniti che non faremo assolutamente niente per impedire questo furto alla vita... ci limiteremo a sperare che qualcun'altro lo faccia.

Ditemi se sbaglio

ps.: ovviamente sono dell'idea che manifestare pacificamente in piazza non serve a nulla.
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Messaggioda pasasò » lun mar 09, 2009 15:45 pm

liviell sbagli perchè come dimostra la lombardia (dove la legge regionale è stata cambiata dalle pressioni popolari, non di massa ma libere ed assidue e dove la giunta regionale è stata costretta a cambiare avviso rispetto agli obblighi di separare proprietà delle reti e gestione con messa sul mercato di qieste ultime) informarsi ed informare, discuterne ed agire sortisce i suoi effetti.

cmq l'irragionevolezza della privatizzazione è evidente anche al di là di quello che scrive Marmotta e cioè delle dichiarazioni di principio sul bene acqua come risorsa necessaria alla vita, che cmq sono fondamentali.

Diciamo a tutti la vertità, storica ed abbondantemente dimostrata e dimostrabile e cioè che i privati che gestiscono l'acqua lo fanno in modo economicamente ed ecologicamente NON EFFICIENTE. Punto, basti pensare alla situazione di Latina (i laziali del forum forse lo sapranno), dell'Inghilterra o del Galles o al fatto che anche a Parigi dopo vent'anni di gestione privata in cui il privato ha fatto utili per sè ma non ha fatto investimenti sulla rete si sia deciso di tornare al pubblico.

:evil:
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Messaggioda grenoble » lun mar 09, 2009 15:47 pm

I nostri politici passano il tempo a litigare in televisione ma quando si tratta di fare del male al paese si mettono d'accordo senza dire nulla a nessuno.. :twisted:
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Messaggioda pasasò » lun mar 09, 2009 15:51 pm

grenoble ha scritto:I nostri politici passano il tempo a litigare in televisione ma quando si tratta di fare del male al paese si mettono d'accordo senza dire nulla a nessuno.. :twisted:


Grenoble, io non sono uno di centro sinistra, ma non facciamo i qualunquisti, quest'idea dell'acqua privatizzata in Italia esce dal sacco di politici di centro destra (Forza Italia e An in primis, la Lega è più defilata) che hanno nomi e cognomi.
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Messaggioda nuvolarossa » lun mar 09, 2009 16:00 pm

pasasò ha scritto:
luigi dal re ha scritto:li "abbiamo"messi al posto di comando e loro comandano


io non ho messo quella gentagli al posto di comando!

però hai ragione per il 60% (ed oggi per me sono di più) degli italiani!





lamontagnadiluce ha scritto:".....l' acqua è il business del futuro. Consumi in aumento e disponibilità in calo, quindi prezzi destinati infallibilmente a salire...."



Acqua s.p.a. La rivolta dei sindaci
Repubblica ? 14 novembre 2008 pagina 49 sezione: R2

Cologno Monzese - Giù le mani dall' acqua del sindaco. Dal Piemonte alla Sicilia, nell' Italia bastonata dalla crisi è nata una nuova resistenza, contro la privatizzazione dei servizi idrici. Una resistenza che parte dal basso e contesta non solo il Governo, ma il Parlamento, che il 6 agosto, mentre il Paese era in vacanza, ha approvato una norma-bomba (unica in Europa) con il "sì" dell' opposizione. Non se n' è accorto quasi nessuno: quel pezzo di carta obbliga i Comuni a mettere le loro reti sul mercato entro il 2010, e ciò anche quando i servizi funzionano perfettamente e i conti tornano........................
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Messaggioda grizzly » lun mar 09, 2009 16:20 pm

«La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese. Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare». (Edward Louis Bernays, "Propaganda?, 1928)
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Messaggioda pasasò » lun mar 09, 2009 16:27 pm

grizzly ha scritto:«La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese. Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare». (Edward Louis Bernays, "Propaganda?, 1928)


si vabbè, ok, anch'io conosco "l'ipotesi dell'agenda setting" e "la spirale del silenzio, per forsa ho stodiat, però mo... veniamo ad un dunque costruttivo che non puzzi di qualunquismo
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Messaggioda grizzly » lun mar 09, 2009 16:35 pm

pasasò ha scritto:
grizzly ha scritto:«La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese. Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare». (Edward Louis Bernays, "Propaganda?, 1928)


si vabbè, ok, anch'io conosco "l'ipotesi dell'agenda setting" e "la spirale del silenzio, per forsa ho stodiat, però mo... veniamo ad un dunque costruttivo che non puzzi di qualunquismo


Dico solo che, secondo me, è difficile ragionare in termini astratti, cioè astrarre, tirar fuori, dalle attuali complessive determinazioni sociali, un particolare settore, nel caso l'acqua...
Però ora non ho tempo.
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Messaggioda Liviell » lun mar 09, 2009 16:48 pm

Vorrei sbagliarmi Pasasò....e Grizzly ha fatto una citazione che purtroppo, per come la vedo io, è verissima.

Vorrei tanto sbagliarmi...
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Messaggioda pasasò » lun mar 09, 2009 16:51 pm

il testo che riporti è emblematico di ciò che porta a farsi sottrarre da sotto il naso certe risorse, e per estensione certi diritti che sembrano sedimentati e che tutti danno per scontato ma che così non è.

La mia critica però è quella di evitare di astrarsi troppo e nel caso dell'acqua un invito "a stare sul pezzo" come si suol dire, per non sfumare la questione che è netta.

E' una cosa che andando nelle piazze ed in numerosi dibattiti pubblici ho cercato di spiegare alla gente comune, quella che non astrae e che vota la banda bonnot dei ricchi anche se è povera: in questo caso da una parte ci siamo noi, i consumatori ed il nostro diritto ad avere acqua in ottima qualità ed a prezzi universalmente accessibili dall'altra ci sono loro, le multinazionali e gli interessi privati (Veolia vi dice niente?) con la collusione interessata di certi politici, il che conduce ad un servizio idrico pessimo, non accessibile (taruiffe cresciute del 300%) e non garantista della conservazione della acqua stessa (non investendo sugli acquedotti).

e la gente lo capisce che è una frode, e in taluni casi si indigna e s'impegna e a volte non getta nemmeno la spugna con gran dignità come direbbe il buon Fabrizio

400.000 firme raccolte in Italia vorranno pur dire qualcosa...
Le previsioni davano brutto tempo, ma noi siamo Guzzisti e per noi l'acqua non è un problema, purché non ci tocchi di berla...by G.C Mandello
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Messaggioda lamontagnadiluce » lun mar 09, 2009 17:31 pm

Beni liquidi

Quanta acqua occorre per produrre una lattina di Coca? La risposta è dura da mandar giù.

Il vostro frigo contiene più acqua di quanta pensereste. Per produrre una bottiglia di acqua minerale, ad esempio, si è utilizzato una quantità di acqua pari a cinque volte il volume del liquido che contiene. Quella bistecca proviene da una mucca che ha avuto bisogno di cibo e acqua per tre anni. Questa unità di misura è conosciuta come ?impronta idrica? e nelle pagine seguenti calcoliamo quale livello viene raggiunto dalle vostre razioni quotidiane?

1 lattina di coca cola
Impronta idrica: 200 litri
Benché contenga solo 0,35 litri di acqua, la vostra lattina di Coca Cola ha un?impronta idrica pari a 200 litri a causa del suo contenuto di zucchero. La canna da zucchero, essendo una coltura tropicale, richiede un?irrigazione notevole.

1 kg di carne di manzo
Impronta idrica: 15500 litri
Quasi tutta l?impronta idrica della vostra bistecca è creata dai cereali utilizzati per nutrire il bestiame.

300 g di formaggio
Impronta idrica: 1500 litri
Le impronte idriche del cibo variano a seconda dei metodi di allevamento e del clima. Il formaggio prodotto in India ha un?impronta idrica pari a 3,5 volte quella del formaggio prodotto in Irlanda, a causa delle differenze climatiche.

1 pagnotta di pane bianco
Impronta idrica: 800 litri
La produzione mondiale di grano, utilizzato per produrre la vostra pagnotta, consuma 790 miliardi di me tri cubi [d?acqua] ogni anno ? pari al 12 per cento dell?acqua globale utilizzata per l?agricoltura.

1 kg di carne di pollo
Impronta idrica: 3900 litri
Un pollo consumerà più di 3kg di cereali e necessita di 30 litri d?acqua nelle 10 settimane che precedono la sua macellazione.

Una scatola di sei uova
Impronta idrica: 1200 litri
L?impronta idrica di un uovo è dovuta in gran parte all?acqua necessaria per crescere il grano utilizzato per allevare il pollo.

1 litro di latte
Impronta idrica: 1000 litri
Il latte ha la seconda impronta idrica per grandezza nell?ambito dell?agricoltura, solo quella della carne di manzo è maggiore. Ciò è dovuto all?acqua necessaria per coltivare il cibo e per far bere gli animali.

1 arancia
Impronta idrica: 50 litri
La frutta ha un?impronta idrica elevata a causa del livello di irrigazione. Gli agrumi, in particolare, hanno un?impronta molto alta, superata solo da quella della banana e dell?uva.

1 bottiglia di vino
Impronta idrica: 720 litri
Gran parte dell?impronta idrica della vostra bottiglia di vino è dovuta all?irrigazione del vitigno.

1 kg di carne di agnello
Impronta idrica: 6100 litri
L?agnello è, tra gli animali di allevamento, quello con l?impronta idrica più piccola, nonostante siano necessari 18 mesi per allevarlo e nutrirlo. Ciò è dovuto al fatto che una quantità di cereali relativamente piccola viene utilizzata come cibo.

1 pomodoro spagnolo
Impronta idrica: 8,2 litri
I pomodori sono una coltura che richiede un?irrigazione intensiva e spesso crescono in aree dove vi è scarsita di acqua. L?industria spagnola del pomodoro, il più grande fornitore di pomodori nel Regno Unito, è responsabile dell?inquinamento di 29 milioni di metri cubi di acqua dolce all?anno.

Come posso ridurre la mia impronta idrica?

Posso vedere quanta acqua sto usando?
L?Università di Twente nei Paesi Bassi ha lanciato waterfootprint.org, un sito Internet che consente di misurare l'impronta idrica della produzione e del trasporto di cibo, vestiti, cancelleria e prodotti di elettronica. E, naturalmente, la propria impronta idrica.

Perché i beni non sono etichettati?
Le multinazionali del cibo e dell?acqua hanno iniziato a prendere seriamente in considerazione questo [problema] e il WWF ha istituito una taskforce di alto livello per studiare l?impronta idrica. Ma andando oltre nel progetto dell?etichettatura degli alimenti che raggiungerebbe milioni di consumatori, le cose si stanno rivelando più difficili, afferma Dave Tickner, capo del programma del WWF britannico per l?acqua potabile.

L?acqua è tutta uguale?
Diversamente dall?anidride carbonica, l?acqua è una tematica locale. È preferibile acquistare un chilo di cereali dal Canada, ricco di acqua, piuttosto che dall?arida Australia, anche se viene utilizzata solo la metà dell?acqua utilizzata in Australia. Similmente è di poca importanza quanta pioggia abbia bagnato le vostre foglie di tè, ma destano preoccupazione le coltivazioni di cotone per vestiti che crescono nell?Asia centrale prosciugando l?acqua dei laghi.

Queste sembrano scelte difficili
I promotori della campagna temono che giudizi troppo veloci sull?acqua ?buona? e ?cattiva? distruggeranno posti di lavoro in aree povere, e probabilmente costringeranno gli agricoltori ad intraprendere colture maggiormente dannose per l?ambiente pur di sopravvivere. Perciò, un sistema di etichettatura di tipo ?semaforico? che discrimini i vari utilizzi dell?acqua ? buoni, in via di miglioramento, cattivi ? è preferibile ad uno che indichi semplicemente la quantità di acqua utilizzata.

Nel frattempo, cosa posso fare?
Mangiare cibi locali ed evitare quelli importati e fuori stagione provenienti da zone aride. Tagliare il proprio consumo di cotone ? l?abitante medio del Regno Unito ha un?impronta idrica legata al cotone di 211 litri al giorno, come tirare lo sciacquone del wc venti volte al giorno.

Ricerche di Niki Nixon

Titolo originale: "Is water the new oil?"
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