Una frase famosa: " Dobbiamo servire Dio trino, non Dio Quattrino "

Penserete che mi sono rincoglionito, e invece non è vero: il Vaticano infatti in questo film non ci fa una grande figura....

Ho cercato la recensione:
http://www.db.avvenire.it/avvenire/ediz ... 86582.html
Ieri al termine dell?udienza generale del mercoledì l?incontro con Papa Ratzinger Andrich: «La sua capacità di comunicare era figlia della sua straordinaria ricchezza interiore»
Luciani, quel tesoro oltre il suo sorriso
Di Francesco Dal Mas
«Ebbe la grazia di essere un comunicatore esemplare per donarci, in semplicità e letizia, il vero, il bello e il buono». Così viene ricordato papa Luciani a 28 anni dalla morte nella preghiera che il vescovo di Belluno-Feltre, Giuseppe Andrich, reciterà oggi per la prima volta, nella basilica di San Pietro. Una preghiera composta per la solenne conclusione del processo diocesano di beatificazione, il prossimo 11 novembre, e che sarà diffusa con l'immagine sorridente di Giovanni Paolo I.
Accompagnato dai pellegrini bellunesi, numerosi del paese natale di Albino Luciani, Canale d'Agordo, monsignor Andrich ha partecipato ieri all'udienza di Benedetto XVI.
Al termine, rendendogli omaggio, ha fatto memoria del «Papa del sorriso», cui è particolarmente legato anche Joseph Ratzinger, come lui stesso ebbe modo di testimoniare nell'ottobre di due anni fa, soffermandosi al Centro papa Luciani di Santa Giustina Bellunese e in cattedrale a Belluno.
Eletto al soglio pontificio il 26 agosto 1978, Giovanni Paolo I morì improvvisamente 33 giorni dopo, il 28 settembre. «Breve il tempo del suo servizio, come immediata la sua elezione dopo sole 24 ore di Conclave - sottolinea monsignor Andrich con i pellegrini bellunesi -.
E immediata anche la simpatia con la quale fu accolto in tutto il mondo: tutti lo sentivano vicino». «Era esemplare la sua capacità di comunicare - ricorda ancora Andrich -. Veniva soprattutto dalla sua straordinaria statura spirituale.
Il suo sorriso, di umiltà e di semplicità, non poteva far intuire la sua straordinaria ricchezza interiore e la forza indomita di volontà». «Sforzati di fare la volontà degli altri, piuttosto che la tua - gli aveva detto Giovanni XXIII, che nel 1958 l'aveva voluto vescovo di Vittorio Veneto (poco più di dieci anni dopo Luciani sarebbe diventato patriarca di Venezia) -. Scegli sempre di avere meno anziché più. Cerca sempre l'ultimo posto e di star sottomesso a tutti. Desidera e prega sempre che in te si adempia perfettamente la volon tà di Dio». Questa mattina, in San Pietro, all'altare di san Giuseppe, la concelebrazione eucaristica presieduta da monsignor Andrich e alla quale prenderà parte, fra gli altri, don Enrico Dal Covolo, postulatore della causa di beatificazione. Nel pomeriggio, alle 18, la Messa anche nell'arcipretale di Canale d'Agordo, con monsignor Sirio Da Corte e l'accompagnamento del coro di Pieve di Livinallongo.
Fra i presenti anche il fratello di Luciani, Edoardo, e altri familiari. La chiesa di Canale è meta, quotidianamente, di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, che lasciano la loro testimonianza sulle pagine dei volumi davanti alla statua di Giovanni Paolo I, all'ingresso della Chiesa. In un anno sono stati riempiti di preghiere, ricordi, soprattutto di riconoscenza per il bene ricevuto, ben sei libri particolarmente voluminosi. Dopo averli attentamente letti, il vescovo Andrich ne ricava delle indicazioni precise per i suoi fedeli. Che rilancia da Roma. «La prima lezione di Luciani è la grande disciplina - spiega - che ci porta all'essenziale e a una continuità tenace e forte per servire le nostre comunità, temperando con la quiete le molteplici attività per dedicarci a una servizio umile, in vera e grande semplicità, verso i più poveri. La seconda è l'evangelizzazione come primo impegno, sempre pronti a domandarci se il primo annuncio del Vangelo è a fondamento della nostra mentalità, delle scelte e delle nostre aspirazioni».