cosa mi manca della casa dei miei genitori?
il canto di quel merlo la sera.
sdraiato, sul letto. Ascoltavo
i diversi canti degli uccelli risuonavano in lontananza. il canto si spandeva.
poi arrivava maggio.
con le lucciole, i primi tepori estivi, il rosario.
andavo in bicicletta al rosario. suonavo l'ave maria con il flauto.
e ricordo quella specie di microfono improvvisato.
stavamo sotto al torrione dell'acquedotto.
io correvo. non volevo mancare ad una sola sera.
e leggevo. e facevo le riflessioni.
si stupivano e mi facevano i complimenti.
così piccolo, sa leggere così bene e fa riflessioni così belle.
poi cadevo sempre con la bicicletta.
mi sbucciavo le ginocchie.
era mercurocromo sulle ferite.
a scuola leggevo Cipì di Mario Lodi.
e quando, sul far della sera, ascoltavo sul letto il canto degli uccelli, mi veniva in mente Cipì.
forse l'attitudine riflessiva e meditabonda mi deriva da quelle ore di paradiso passate sul letto ad ascoltare il canto degli uccelli.
o dalla musica classica. Fino a quindici anni solo De André, Guccini e musica classica.
Poi sono cominciati i primi turbamenti sessuali.
Poi ho preso la mia prima sbronza di Vodka alla pesca.
E il paradiso è andato irrimediabilmente perduto in mille frantumi.