Baranci

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Baranci

Messaggioda Falco5x » lun nov 01, 2010 16:40 pm

Baranci, li chiamavano così i pini mughi da quelle parti, Luca li conosceva solo con quel nome: conifere basse, tenaci e storte che ombreggiavano di scuro smeraldino il verde chiaro dei prati alti, sotto le crode. Ne avrebbe incontrati quel giorno? non se lo chiese mentre aggirava la costa salendo lungo la tenue traccia. Ecco il paese giù in basso, il campanile altrimenti svettante schiacciato dalla prospettiva. Pensava alla prima volta che ci era salito per quel sentiero, l?anno prima, fino al Rifugio, quando il fiato non gli bastava a tener dietro agli amici paesani; lui esile tredicenne e ?villeggiante?, come si diceva allora in quei rustici anni ?60, non poteva certo tenergli testa a quei ragazzacci ossuti, duri d?esuberante superiorità sui ripidi prati.

Ma lui stavolta era solo, ed era la sua prima volta. Raggiunse presto il punto. Incuneata nel verde la Grava era lì ad attendere, sospesa, silente, infida. ?In quel punto non si parla? lo avevano avvertito i ragazzi, e che fosse altrimenti pericoloso loro ci credevano davvero perché gliel?aveva detto il padre, uno ruvido di scarne parole che non scherzava mai, che per richiamarli a casa soleva lanciare un lungo fischio al limite del bosco senza neanche farsi vedere, e loro già sapevano di dover correre.

E Luca si fidava nel credere che la Grava sospesa obbedisse davvero a un così raro equilibrio, e ne temeva il passaggio perché anche allungando il collo a guardare giù in basso non vedeva dove andasse a finire, e là sotto immaginava l?abisso. Ci passò dunque attraverso leggero, attento a non muovere il minimo sasso, rammaricandosi persino del martellare sordo del proprio cuore che non sapeva fermare. Intanto laggiù al campanile battevano le dieci. Se mamma avesse saputo ? ma lui le aveva parlato solo vagamente del Rifugio, che ci andava a tornava, e lei non era tipo da entrar nei dettagli; le mamme a quel tempo non erano ansiose più del dovuto, non la sua almeno, forse perché di incombenze ne aveva sempre troppe per occuparsi anche di chi al momento non le dava da fare. Gli aveva solo commissionato di passare al ritorno per la ?casa del latte? a riempire la bottiglia che gli aveva infilato in zaino. Era quello un latte denso che sapeva di stalla e a dire il vero stomacava un po?, e a farlo bollire, piano piano perché non tracimasse, ci andavano venti minuti buoni se non si voleva che il giorno dopo si trovasse condensato in bianca poltiglia galleggiante su un fondo di siero verdastro.

Al Rifugio ci passò solo di striscio, non voleva domande riguardo ai suoi progetti per paura di venirne dissuaso. Proseguì dunque a lungo per il sentiero sino a valicare la costiera assolata delle Crode e ad affacciarsi sulla ?sua? valle che vide così per la prima volta. Fino ad allora l?aveva solo immaginata, sognata, pregustata, studiata nel dettaglio sulla tavoletta IGM che papà gli aveva portato in una delle sue venute settimanali, desiderata nelle lunghe notti di macerazione del suo progetto segreto. Eccola dunque finalmente laggiù la bella valle assolata, una spianata tutta verde col fondo piatto come in montagna non aveva mai visto prima. Ed ecco sul fondo, proprio nel mezzo e piccolo piccolo, il Casone; una traccia che spartiva la radura lo raggiungeva diritta e diradata come una scriminatura tra i capelli dell?erba.


(Continua)
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Messaggioda adrianovskj » lun nov 01, 2010 17:43 pm

bello
aspetto
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Messaggioda n!z4th » mar nov 02, 2010 15:25 pm

bolle in pentola?

spero in una lenta ed accurata cottura per avere, magari tra un po', un piatto bello importante :D
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Messaggioda Falco5x » mar nov 02, 2010 17:12 pm

n!z4th ha scritto:bolle in pentola?

spero in una lenta ed accurata cottura per avere, magari tra un po', un piatto bello importante :D

No no, questo è un raccontino fatto solo per PM
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Messaggioda kala » mar nov 02, 2010 19:53 pm

cosa aspetti?
:D

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Messaggioda n!z4th » mar nov 02, 2010 20:43 pm

Falco5x ha scritto:
n!z4th ha scritto:bolle in pentola?

spero in una lenta ed accurata cottura per avere, magari tra un po', un piatto bello importante :D

No no, questo è un raccontino fatto solo per PM


sbagli :(
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Messaggioda Falco5x » mer nov 03, 2010 10:56 am

SECONDA PUNTATA

Consultò la IGM cercando di riscontrare sul terreno i simboli in essa tracciati. I segnavia erano pochi e assai stinti, ma parevano condurre dalla parte giusta, per cui Luca s?incamminò per quella che gli parve una traccia utile a compiere la parte finale e più emozionante del suo progetto. Fu a quel punto che entrò tra i baranci, scoprendoli inaspettatamente alti e fitti, cosicché perse subito la cognizione d?insieme del luogo. Riscontrò alcune diramazioni misteriose e varianti di percorso non segnate sulla carta che lo costrinsero a scelte impreviste, fatto sta che dopo alcune deviazioni la traccia divenne più esile mentre i baranci gli si stringevano dattorno. Poi dopo lungo scegliere e camminare gli si aprì improvvisa una radura, come un?isola in quell?oceano silenzioso, vasto e cupo. Da qui ebbe dunque una vista nuova della sua condizione, e si accorse di aver aggirato troppo la testa di valle fino a portarsi dall?altra parte, sotto crode rotte e turpi nella loro pietrificata inquietudine. E di aver perso troppo tempo. Era ormai passato da un pezzo il mezzogiorno sull?orologio placcato oro della cresima (dono del ricco padrino; una sottomarca, come aveva commentato la mamma con acida sottovoce), e Luca per la prima volta percepì qualcosa di insolito, un brivido inatteso che lo turbò: era solo. A perdita d?occhio, nell?orizzonte e nell?anima, solo, completamente e definitivamente. Si rese così conto che la solitudine non è semplicemente l?immagine interiore di uno stato esteriore di assenza, ma è invece una condizione densa di temute presenze oscene e ostili, di fruscii sospetti, di sentori inconsueti, di timori devastanti. Rabbrividì un poco pensando che potevano forse esserci delle vipere nascoste nel caldo afoso tra quei baranci, avrebbe dunque dovuto ben guardare dove poggiava piedi e mani, e poi aveva anche sentito dire che c?erano quelle che si calavano sul collo ignaro dei passanti dai rami bassi degli alberi, o che ipnotizzavano piccoli animali con lo sguardo freddo. E lui non aveva nemmeno un bastone per scandagliare il terreno né tantomeno il siero con sé, se l?avessero punto non sarebbe potuto arrivare lontano.

Le nuvole altissime sopra i chiari pilastri di roccia e sopra le creste estreme dell?Antelao, grigie e minacciose al centro e coi bordi sbiancati dal sole, quasi pennacchio al lapideo fumaiolo di una smisurata mole navigante, veleggiavano piano contro un cielo meridiano troppo abbacinante per poterlo fissare. Ma quel lento veleggiare appariva ingannevole, perché a ben considerarle queste nuvole occupavano sempre lo stesso posto, come se a quell?altezza inconcepibile dove esse si trovavano lo scandire del tempo fosse solo un?illusione e rappresentasse invece l?eterno e apparente divenire di una solitudine senza tempo in rinnovamento continuo affinché nulla cambiasse. E l?Antelao era lì freddo e indifferente, montagna potente e cattiva, friabile e gelata, Moloch crudele e insensibile verso le giovani vite richieste in sacrificio, come solo pochi anni prima aveva reclamato.

Ma ciò che sopra ogni altra cosa lo turbò fu quel silenzioso assedio del quale si sentì preda: il popolo muto dei baranci lo circondava, lo tratteneva, lo inglobava. Vi si era scioccamente inoltrato con le sue stesse gambe e adesso voltandosi indietro faticava a individuare la traccia che lo aveva condotto fin là. Erano una distesa smisurata, non si era reso conto di essersene invischiato tanto a fondo. Visti dall?osservatorio di quella piccola radura, isoletta spersa tra verdi giganteschi flutti, apparivano come l?inquieta superficie di un mare vibrante e obliquo, trattenuto a quell?innaturale equilibrio dalla gravità distorta di un pianeta alieno.

Luca valutò che era ormai troppo tardi per tentare una qualsiasi altra meta che non fosse lo scendere fino al Casone per poi incamminarsi sulla via del ritorno, ma stretto come si trovava tra quei verdi intrichi fitti e tenaci, cominciò a temere che anche questo ripiegamento potesse rivelarsi denso di insidie e di incognite. Si sentì sconfortato, e questo sentire lo portò a esaurire le sue poche forze contro quell?oceano aberrante e storto, e cominciò a farsi strada con ansiosa veemenza verso il basso rinunciando a ogni speranza di traccia. I baranci si rivelarono forti e flessibili oltre ogni previsione e pur offrendo sostegno alla sua discesa non gli risparmiarono graffi e schiaffi. Ma lui non sentiva il dolore, era in preda a una smania mai provata che gli aumentava l?urgenza di uscire da quel tenace groviglio. Ogni tanto un passaggio pareva comparire improvviso aprendogli una tenue speranza, confortata anche da qualche reperto di civiltà, una scatoletta arrugginita sull?erba, una striscia di vecchia tela attorta a un ramo, ma l?illusione presto finiva infrangendosi contro un muro verde e compatto. Gli venne in mente quando da piccolo si era perso nel labirinto di Villa Pisani tra quella alte siepi di bosso piantate con geometrica malignità, tra le quali dovette intervenire il guardiano per liberarlo. Ma non c?erano guardiani stavolta in quella valle riconsegnata dagli uomini a un abbandono ancestrale, e solo le sue poche forze avrebbero potuto aiutarlo.


(Continua)
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Messaggioda Dolmen » mer nov 03, 2010 11:44 am

non li ho mai visti di buon occhio i mughi! Caldo afoso, non gira aria, fai presto a disorientarti, graffiano....mai sopportati tanto! Ma son buone le pigne per la grappa!
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Messaggioda Falco5x » mer nov 03, 2010 11:51 am

Dolmen ha scritto:non li ho mai visti di buon occhio i mughi! Caldo afoso, non gira aria, fai presto a disorientarti, graffiano....mai sopportati tanto! Ma son buone le pigne per la grappa!

Sei un plasticaro crapulone, la peggior specie :D
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Messaggioda Dolmen » mer nov 03, 2010 12:32 pm

Falco5x ha scritto:
Dolmen ha scritto:non li ho mai visti di buon occhio i mughi! Caldo afoso, non gira aria, fai presto a disorientarti, graffiano....mai sopportati tanto! Ma son buone le pigne per la grappa!

Sei un plasticaro crapulone, la peggior specie :D


Ho paura a chiederlo ma... crapulone??? cosa vorrebbe dire? :oops:
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Messaggioda Falco5x » gio nov 04, 2010 18:31 pm

TERZA (e ultima) PUNTATA

Quando a un tratto gli parve di essere finalmente uscito un po? fuori da quel verde intrico si accorse invece che stava affacciandosi su dirupi impensati e questa constatazione gli strinse lo stomaco. Di lato notò però che la copertura di baranci finiva con una specie di scalino spiovente sopra uno scolo d?acqua liscio che confluendo con altri scoli convergeva al fondo della valle. Sarebbe stata una scorciatoia ottimale se fosse stata praticabile, e a questo punto Luca era davvero tentato di lasciarsi andare lungo quella via perché, pensava, magari scendendo a salti forse le sue pedule avrebbero fatto presa. Era sul punto dunque di mollare, di buttarsi giù alla cieca succedesse ciò che doveva succedere pur di uscire da quella critica posizione, stava sperimentando l?abbandono della rinuncia e l?attrazione dell?abisso. Non sapeva però decidersi perché un barlume di razionalità gli urlava nella testa opponendogli che saltando giù dall?iniziale gradino alto forse tre metri l?operazione sarebbe stata senza ritorno e assolutamente incerta quanto all?esito. A dire il vero la pendenza di questi scivoli non sembrava poi così estrema, però considerò che la dimensione verticale poteva apparire più compressa di quanto non fosse nella realtà a causa della distorsione prospettica, e se una volta toccato lo scivolo, che appariva assai duro e levigato, lui non fosse riuscito a rimanere in piedi, sarebbe ruzzolato giù scorticandosi gravemente. Staccò allora un rametto e lo buttò giù, notando così come questo rotolasse sempre più velocemente senza fermarsi per alcune centinaia di metri, come attratto da una calamita maligna. Insomma il suo sospetto era giusto e quindi dovette abbandonare l?idea.

Fu preso da ulteriore sconforto. Pensò che probabilmente a quell?ora gli amici villeggianti stavano già a infilare cento lire per tre canzoni nel juke-box del solito bar, domandandosi dove mai lui fosse finito. Quanto avrebbe pagato per essere tra loro! Quella vita vacanziera insulsa che era solito condurre quando non aveva di meglio da fare appariva adesso ai suoi occhi come la cosa più desiderabile del mondo. E chissà se il suo inconfessato amore, la ragazzetta che ritrovava lì ogni anno cui mai avrebbe avuto il fegato di dichiararsi, soffriva un po? la sua assenza. O magari i ragazzi paesani si erano già divisi in due squadre contrapposte (facendo a meno di lui che troppo spesso relegavano in porta, tanto era una schiappa) per la consueta partita sul solito prato sbilenco, dove l?iniziale squilibrio generato per sorteggio alla definizione del lato di gioco veniva puntualmente compensato dal cambio di campo del secondo tempo. E chi calciava lungo correva a rotta di collo cinquanta metri giù in fondo fino al torrente a recuperare palla.

Superando infine l?apatia indotta dallo scoramento provato, non rimase a Luca altra scelta che risalire con sforzi indicibili il muro di baranci già disceso per tentare altre vie di fuga. Fu solo a tardo pomeriggio che, sfinito e tremante, raggiunse il Casone scoprendolo inaspettatamente deserto e spettrale. Disusato forse da vent?anni, esponeva il grigio delle sue vecchie tavole alle intemperie di quel luogo già ombroso e avviato alla sera, le imposte alle finestre cigolanti e sbrecciate, la porta malamente sbarrata, l?interno polveroso e devastato. Un luogo da cui fuggire al più presto insomma, così come fece Luca che riuscì alla fine a raggiungere casa sua quando le ombre della sera erano già fitte. E quando mamma lo vide arrivare rigato di sangue secco nelle gambe, nelle braccia e sul viso, per prima cosa gli chiese conto del latte, e Luca dovette allora esibire una misera scusa elaborata in fretta che non gli attenuò però affatto la punizione attesa.

Ma grazie al racconto di quella sua avventura (minimizzandone però lo spavento ricavato) nei giorni successivi poté risalire qualche gradino nella considerazione degli amici paesani, in gran segreto però, che i genitori non ne venissero a sapere. E riguardo ai baranci da quel giorno in avanti nutrì per essi in cuor suo il massimo timore e rispetto.

FINE
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Messaggioda giorgiolx » gio nov 04, 2010 18:44 pm

Dolmen ha scritto:Ho paura a chiederlo ma... crapulone??? cosa vorrebbe dire? :oops:



duro di comprendonio...praticamente mona :smt003 :smt003 :smt003
vado a uccidere il frigorifero che mi sta fissando

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Messaggioda adrianovskj » gio nov 04, 2010 20:59 pm

Bello.
A tratti mi sono sentito riflesso nel racconto.
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Messaggioda kala » gio nov 04, 2010 21:04 pm

Bello Falco :D

A parer mio togli assolutamente i riferimenti all'IGM. :?
Anche la delocalizzazione dei primi periodi era preferibile, ma quella è questione di gusti forse.

A quando la prima avventura del giovane Luca sulla neve?

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

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Messaggioda Falco5x » gio nov 04, 2010 21:59 pm

kala ha scritto:Bello Falco :D

A parer mio togli assolutamente i riferimenti all'IGM. :?
Anche la delocalizzazione dei primi periodi era preferibile, ma quella è questione di gusti forse.

A quando la prima avventura del giovane Luca sulla neve?

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Delocalizzare... vabbé, è vero che finora ho sempre preferibilmente delocalizzato, ma in questo caso ho messo qualche preciso riferimento perché questo racconto è costruito con frammenti di verità, e ho voluto lasciarceli.
In fondo riporto quadretti di una adolescenza anni '60 che io ho vissuto davvero.

(perché ce l'hai con l'IGM? a quei tempi le tavolette IGM erano l'unico riferimento serio, le Tabacco invece facevano cagare)
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Messaggioda kala » ven nov 05, 2010 0:36 am

Falco5x ha scritto:
kala ha scritto:Bello Falco :D

A parer mio togli assolutamente i riferimenti all'IGM. :?
Anche la delocalizzazione dei primi periodi era preferibile, ma quella è questione di gusti forse.

A quando la prima avventura del giovane Luca sulla neve?

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Delocalizzare... vabbé, è vero che finora ho sempre preferibilmente delocalizzato, ma in questo caso ho messo qualche preciso riferimento perché questo racconto è costruito con frammenti di verità, e ho voluto lasciarceli.
In fondo riporto quadretti di una adolescenza anni '60 che io ho vissuto davvero.

(perché ce l'hai con l'IGM? a quei tempi le tavolette IGM erano l'unico riferimento serio, le Tabacco invece facevano cagare)


A parte che le Tabacco fanno cagare tanto quanto le IGM sulle quali sono basate, e che io a casa consulto amabilmente Tabacco e IGM (vecchie anche di 40 anni e più), intendevo dire che un riferimento così preciso e circostanziato per me era da evitare: se avessi parlato generalmente di mappa o cartina ci stava benissimo. All'inizio del racconto mi ero immerso in un mondo che poteva essere qui o altrove nello spazio e nel tempo, di colpo con tre lettere m'hai riportato bruscamente a terra.

notte :D

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Messaggioda Falco5x » ven nov 05, 2010 8:38 am

kala ha scritto:
Falco5x ha scritto:
kala ha scritto:Bello Falco :D

A parer mio togli assolutamente i riferimenti all'IGM. :?
Anche la delocalizzazione dei primi periodi era preferibile, ma quella è questione di gusti forse.

A quando la prima avventura del giovane Luca sulla neve?

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Delocalizzare... vabbé, è vero che finora ho sempre preferibilmente delocalizzato, ma in questo caso ho messo qualche preciso riferimento perché questo racconto è costruito con frammenti di verità, e ho voluto lasciarceli.
In fondo riporto quadretti di una adolescenza anni '60 che io ho vissuto davvero.

(perché ce l'hai con l'IGM? a quei tempi le tavolette IGM erano l'unico riferimento serio, le Tabacco invece facevano cagare)


A parte che le Tabacco fanno cagare tanto quanto le IGM sulle quali sono basate, e che io a casa consulto amabilmente Tabacco e IGM (vecchie anche di 40 anni e più), intendevo dire che un riferimento così preciso e circostanziato per me era da evitare: se avessi parlato generalmente di mappa o cartina ci stava benissimo. All'inizio del racconto mi ero immerso in un mondo che poteva essere qui o altrove nello spazio e nel tempo, di colpo con tre lettere m'hai riportato bruscamente a terra.

notte :D

Capisco, però siccome di racconti fuori dello spazio e del tempo ne ho una certa pratica, come ben sai, stavolta ho voluto agganciarmi a una realtà che c'è stata davvero (o quasi). In passato ho avuto un rapporto affettivo particolare con le cartine IGM, e devo loro un tributo.
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Messaggioda Dolmen » ven nov 05, 2010 9:37 am

Carino! ma la ragazzina tanto ammirata durante le vacanze estive che fine a fatto?
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Messaggioda Falco5x » ven nov 05, 2010 9:45 am

Dolmen ha scritto:Carino! ma la ragazzina tanto ammirata durante le vacanze estive che fine a fatto?

E' single (almeno credo).
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Messaggioda gug » ven nov 05, 2010 11:02 am

Bravo falco!
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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