CHIUDIAMO LE NOSTRE FRONTIERE?

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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » gio mag 14, 2009 17:02 pm

c'è un fondo interessante sul manifesto di oggi, a firma danilo zolo, critico verso quella che definisce "la retorica dell'asilo politico". ne riporto alcuni stralci:

"ci sono aree del pianeta da dove centinaia di migliaia di persone partono abbandonando le loro famiglie, i loro affetti, le loro tradizioni (...) non lo fanno, salvo rare eccezioni, perché sono alla ricerca delle 'libertà democratiche' garantite dall'asilo politico dei paesi occidentali. lo fanno perché muoiono di fame (...)

sono ormai quasi due milioni i migranit che attraversano i deserti africani, entrano in libia (...) verso le coste del mediterraneo. i deserti africani, inclusi quelli libici, sono orami cosparsi di cadaveri, come lo è il fondo del mediterraneo (...)

l'ampiezza del fenomeno migratorio non è semplicemente la conseguenza del regime dispotico di molti regimi politici non occidentali, di sanguinose guerre civili o di condizioni generali di arretratezza civile (...) le migrazioni sono strettamente legate alla crescente discriminazione "globale" fra i paesi ricchi e potenti, da una parte, e i paesi deboli e poverissimi dall'altra".

poi l'articolo andrebbe letto tutto, ma spero di aver reso l'idea della tesi di fondo

saluti
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Messaggioda M@zzo » gio mag 14, 2009 17:49 pm

pasasò ha scritto:grazie della segnalazione.

però...

Poi ripeto che il problema è ... quella passiva (cioè fondamentalmente chi è costretto a lavorare in nero). Ma hai presente le dimensioni e le conseguenze del lavoro nero proprio nelle nostre zone? Ho appena letto un libro inchiesta di un ns concittadino che si intitola 'Morte a tre euro'. Se lo trovi dacci un'occhiata.


mi fa pensare che la legge Bossi Fini acuisca ulteriormente il problema della "delinquenza passiva" e che in questo momento si stia colpendo "al contrario" cioè chi è nell'irregolarità obbligata e molto probabilmente vorrebbe uscire da tale condizione e non chi regolare (e magari italiano) trae giovamento economico da tale irregolarità.

Ho travisato?


No. Non hai travisato. Maggiori le barriere all'entrata e maggiori gli afflussi irregolari. Visto che l'Italia è una specie zattera di salvataggio gettata tra 2 mondi totalmente diversi (europa e africa).

Bisognerebbe poi capire se i numeri con la Bossi-Fini sono andati avanti o indietro. Perchè è stata sbandierata come una normativa restrittiva, ma i numeri dicono che si è trattato soltanto di una normativa più burocratizzata.

Tsdg, chiara la tesi di fondo. Ora però mi chiedo.
Che il tenore di vita degli italiani si stia abbassando lo vediamo tutti. Le fabbriche chiudono e vanno dove la gente ha fame (così pagano meno, e così intercettano nuovi mercati). La gente resta senza lavoro, ha meno soldi e il tenore di vita si abbassa.
Si può dire che è colpa degli industriali sfruttatori che per arricchirsi di più vanno a sfruttare la fame altrui. Ma la verità è che la macroeconomia degli industriali sfruttatori se ne frega tanto. Le fabbriche vanno dove possono essere più efficienti. E in questo modo di riequilibra la situazione economica generale. I processi economici non sono 'delicati'. Si muovono per scossoni e controscossoni e a livello micro sono spesso drammatici. Applicatri ai singoli possono essere devastanti.
Ciò non toglie che non ci si può lamentare se siam tutti più poveri e non accorgersi che questo è la conseguenza di un processo di riallocazione delle risorse che fondamentalmente rende il mondo più giusto.
La discriminazione globale crescente proprio non la vedo.
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Messaggioda pasasò » ven mag 15, 2009 8:52 am

Le fabbriche vanno dove possono essere più efficienti. E in questo modo di riequilibra la situazione economica generale


non è una questione di efficienza (il tessuto produttivo tedesco p.es. è più efficiente di quello vietnamita) ma di costi di produzione e dumping (differenza al ribasso di standqard) sociali ed ambientali.
Il riequilibrio in tal senso spessp è una guerra tra lavoratori.


Ciò non toglie che non ci si può lamentare se siam tutti più poveri e non accorgersi che questo è la conseguenza di un processo di riallocazione delle risorse che fondamentalmente rende il mondo più giusto.


stai sostenendo che a seguito di una supposta efficienza economica che condividi le risorse si allocano nel modo corretto (presumo perchè non c'è l'azione di un regista esterno interessato al di fuori dei processi di mercato) però l'esito finale è che siamo tutti più poveri però va bene così difronte al dio mercato?

A me sembra che la tua visione si basi su assunti ideologici basati vagamente sulla teoria del vantaggio comparato (io produco pere perchè in Italia è facile farlo, la Francia produce vino perchè il terreno è di un certo tipo e in modo efficiente e vantaggioso per entrambi ci scambiamo i prodotti) prescindendo oltre che da un secondo e mezzo di storia imperiale anche da una minima analisi della geopolitica del potere globale.
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Messaggioda M@zzo » ven mag 15, 2009 15:44 pm

pasasò ha scritto:
Le fabbriche vanno dove possono essere più efficienti. E in questo modo di riequilibra la situazione economica generale


non è una questione di efficienza (il tessuto produttivo tedesco p.es. è più efficiente di quello vietnamita) ma di costi di produzione e dumping (differenza al ribasso di standqard) sociali ed ambientali.
Il riequilibrio in tal senso spessp è una guerra tra lavoratori.


Ciò non toglie che non ci si può lamentare se siam tutti più poveri e non accorgersi che questo è la conseguenza di un processo di riallocazione delle risorse che fondamentalmente rende il mondo più giusto.


stai sostenendo che a seguito di una supposta efficienza economica che condividi le risorse si allocano nel modo corretto (presumo perchè non c'è l'azione di un regista esterno interessato al di fuori dei processi di mercato) però l'esito finale è che siamo tutti più poveri però va bene così difronte al dio mercato?

A me sembra che la tua visione si basi su assunti ideologici basati vagamente sulla teoria del vantaggio comparato (io produco pere perchè in Italia è facile farlo, la Francia produce vino perchè il terreno è di un certo tipo e in modo efficiente e vantaggioso per entrambi ci scambiamo i prodotti) prescindendo oltre che da un secondo e mezzo di storia imperiale anche da una minima analisi della geopolitica del potere globale.


In primis sto cercando di ricordare il titolo del post :lol:
In secundis sostengo (e mi baso sul fatto) che, anche tenuto fatto di tutte le inefficienze allocative dei meccanismi di mercato, una volta rimossi i vincoli alla libera circolazione delle merci e dei capitali, la tendenza è quella della redistribuzione delle risorse verso un punto di equilibrio. Per i paesi poveri quel punto di equilibrio è migliorativo rispetto al punto di partenza. Per i paesi ricchi, tra cui noi, è peggiorativo, anche tenendo conto degli effetti positivi determinati dalla crescita del commercio mondiale (tra parentesi non sono affatto convinto di questi effetti positivi, perchè essi si misurano soltanto su un piano economico, se invece si tenesse conto delle ricadute ambientali, ecc., ecc. penso sarebbe una somma zero).
Ma delle due l'una: o questa cosa non la si accetta e si mettono in atto meccanismi per contrastarla e chissenefrega del terzo mondo (quello che ti chiami imperialismo e potere globale) o lo si accetta in nome di un bene superiore, si va verso una gestione più efficiente di risorse più limitate.

La soluzione 1 è quella che peraltro produce i grandi fenomeni migratori, a lungo andare.
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Messaggioda pasasò » ven mag 15, 2009 16:05 pm

M@zzo, anche a costo di annoiare la platea però constato che il discorso è un po' scivolato su sottili meccanismi economici.

una volta rimossi i vincoli alla libera circolazione delle merci e dei capitali, la tendenza è quella della redistribuzione delle risorse verso un punto di equilibrio. Per i paesi poveri quel punto di equilibrio è migliorativo rispetto al punto di partenza


Dici del vero ma anche del falso:

1) il punto di equilibrio da manuale di macroeconomia è piuttosto un punto più o meno stazionario stazionario temporalmente anche molto disequilibrato (dal punto di vista distributivo)

2) per i paesi poveri può essere migliorativo da un punto di vista di PIL globale del paese (cioè di quello che produttori locali e stranieri creano entro i confini del paese) ma peggiorativo per quanto concerne il tenore di vita dei ceti più deboli rispetto alla situazione precedente.

E questo è appunto accaduto nel momento in cui molti paesi aprendo le frontiere alla libera circolazione di capitale hanno sottomesso varie attività di produzione locale al ricatto di poteri più forti (multinazionali) per cui la produzione in termini quantitativi è aumentata ma le ricadute sul tenore di vita di moklte persone sono state disastrose. Alludo al comparto agricolo di vari paesi africani ed alla trasformazione di dignitosi ceti contadini in regime di sussistenza in miseri braccianti pagati a giornata in piantagioni intensive di proprietà straniera.

Meccanismo non sottile questo che è alla base di vari flussi migratori, giusto per tornare IT (in topic) e collegare il modello globale studiato a Washington (o meglio, Chicago) alle ricadute specifiche sulle nostre coste.
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Messaggioda M@zzo » ven mag 15, 2009 16:20 pm

pasasò ha scritto:M@zzo, anche a costo di annoiare la platea però constato che il discorso è un po' scivolato su sottili meccanismi economici.

una volta rimossi i vincoli alla libera circolazione delle merci e dei capitali, la tendenza è quella della redistribuzione delle risorse verso un punto di equilibrio. Per i paesi poveri quel punto di equilibrio è migliorativo rispetto al punto di partenza


Dici del vero ma anche del falso:

1) il punto di equilibrio da manuale di macroeconomia è piuttosto un punto più o meno stazionario stazionario temporalmente anche molto disequilibrato (dal punto di vista distributivo)

2) per i paesi poveri può essere migliorativo da un punto di vista di PIL globale del paese (cioè di quello che produttori locali e stranieri creano entro i confini del paese) ma peggiorativo per quanto concerne il tenore di vita dei ceti più deboli rispetto alla situazione precedente.

E questo è appunto accaduto nel momento in cui molti paesi aprendo le frontiere alla libera circolazione di capitale hanno sottomesso varie attività di produzione locale al ricatto di poteri più forti (multinazionali) per cui la produzione in termini quantitativi è aumentata ma le ricadute sul tenore di vita di moklte persone sono state disastrose. Alludo al comparto agricolo di vari paesi africani ed alla trasformazione di dignitosi ceti contadini in regime di sussistenza in miseri braccianti pagati a giornata in piantagioni intensive di proprietà straniera.

Meccanismo non sottile questo che è alla base di vari flussi migratori, giusto per tornare IT (in topic) e collegare il modello globale studiato a Washington (o meglio, Chicago) alle ricadute specifiche sulle nostre coste.


Infatti
I processi economici non sono 'delicati'. Si muovono per scossoni e controscossoni e a livello micro sono spesso drammatici. Applicati ai singoli possono essere devastanti
.
Hai ragione e ciò nonostante nel lungo periodo il processo funziona lo stesso. Perchè il ricco sfondato avrà bisogno di fornitori, che lentamente emergeranno dalla povertà, e a loro volta avran bisogno di fornitori.
Il mercato, se libero, può essere ingiusto se osservato in un singolo punto, ma è giusto se osservato da sufficientemente lontano.
Nello spazio o nel tempo.
Comunque io non ho detto che sono felice di un'economia globalizzata e libera.
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Messaggioda pasasò » ven mag 15, 2009 16:38 pm

Comunque io non ho detto che sono felice di un'economia globalizzata e libera.


L'avevo capito.

Però, compagno :lol: , permettimi una battuta, da vicino o da lontano chi l'ha mai visto il libero mercato?
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Messaggioda M@zzo » ven mag 15, 2009 18:06 pm

pasasò ha scritto:
Comunque io non ho detto che sono felice di un'economia globalizzata e libera.


L'avevo capito.

Però, compagno :lol: , permettimi una battuta, da vicino o da lontano chi l'ha mai visto il libero mercato?


La perfezione non è di questo mondo...



...basta vedere la maledetta meteo.
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