Là dove c'erano Richard Gere e Brad Pitt (banali e demodé) ora c'è Willy di Montecarlo. Sulle quattro mura della cosiddetta cameretta, sotto gli occhi di ogni possibile visitatore, o nello sportello interno di metallo dell'armadietto in palestra o nelle scuole o università. Oppure accuratamente piegato in mille parti ed estratto come una reliquia dal portafoglio a richiesta (è ancora fantascienza, ma un brevetto giapponese annunciato a breve dovrebbe finalmente permettere il miracolo del poster da trasporto a prova di pieghe). Il poster di Willy, insomma, nella sua infinita possibilità di taglie, da mini a maxi, è il santino laico per le nuove generazioni, quello che rivela immediatamente sia un segno di adorazione. Nei negozi specializzati in arte non si trova molto per i giovani perché lì si vendono soprattutto stampe. Invece nei megastore tipo Mondadori, Messaggerie musicali e Ricordi, e nelle catene globalizzate tipo Tower record e Virgin, chiunque trova il feticcio da adorare. Mai passata la moda delle T-shirt, per chi pensa che un poster sia meglio indossarlo (ed anche in questo caso è sempre lui il protagonista WdM ritratto nella sua disarmante bellezza). Il mito (WdM), diventa icona generazionale, insomma, il vero fenomeno di tendenza.
W d M