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Messaggioda simo il 4 CG » mer gen 10, 2007 14:44 pm

Chiudere Guantánamo, ora!
USA: il caso di Fawzi al-Odah

Data di pubblicazione dell'appello: 11.01.2007
Status dell'appello: attivo

?Un?infermiera mi ha ficcato un tubo nel naso così velocemente che ho iniziato a soffocare, a perdere sangue dal naso e a sputarlo. Non hanno utilizzato alcun anestetico.?
Fawzi al-Odah, 10 ottobre 2005

Fawzi al-Odah è detenuto a Guantánamo Bay da maggio 2002. Ha lavorato in Afghanistan fino all?invasione del paese da parte degli Stati Uniti. Per sfuggire al bombardamento, nel gennaio 2002, lui e altri quattro kuwaitiani sono fuggiti in Pakistan. Qui i cinque uomini si sono rifugiati presso un leader locale che li ha venduti alle autorità pakistane. In seguito sono stati trasferiti sotto la custodia delle forze statunitensi e portati a Kandahar, in Afghanistan dove Fawzi al-Odah ha dichiarato di aver subito torture. Nel maggio 2002 è stato trasferito a Guantánamo.

L?8 agosto 2005 ha partecipato insieme con altri detenuti a uno sciopero della fame. Fawzi ha dichiarato che nelle prime due settimane di sciopero non ha ricevuto cure mediche e nessuno gli ha chiesto quali fossero le ragioni della protesta. Il suo sciopero è terminato l?11 gennaio 2006, quando è stato costretto a nutrirsi attraverso un tubo nasale che gli ha causato ferite e un abbondante sanguinamento. Fawzi ha raccontato al suo avvocato che alcuni dei detenuti che stavano scioperando sono stati obbligati a urinare e a defecare su loro stessi perché legati a delle sedie per lunghi periodi. Altri ancora hanno raccontato di aver vomitato sangue.

Nel marzo 2006, la BBC (The British Broadcasting Corporation) ha diffuso un?intervista a Fawzi al-Odah organizzata dal suo avvocato. Ad una domanda sulla sua detenzione, egli ha risposto: ?Il vero problema è trovarsi qui senza motivo, senza speranze, senza qualcuno che ti ascolti?Sono loro che decidono. Abbiamo bisogno di essere rilasciati o di avere almeno l?opportunità di dimostrare la nostra innocenza??.

I circa 430 detenuti che si trovano a Guantánamo Bay sono persone definite dal governo degli Stati Uniti ?combattenti nemici? e, per questo, privati di molti diritti legali garantiti dalle Convenzioni di Ginevra, dalle leggi internazionali e anche dalla Costituzione statunitense. Molti sono stati catturati in Afghanistan, nel corso delle operazioni militari iniziate in quel paese nel 2001, altri sono stati arrestati lontano dai campi di battaglia asiatici, ad esempio in Bosnia e in Gambia. La maggior parte dei detenuti è stata catturata e consegnata alle forze statunitensi dalle autorità di altre nazioni o è stata venduta loro da signori della guerra afgani. Nessun prigioniero di Guantánamo Bay è mai comparso di fronte a un tribunale ordinario e solo 10 di essi sono stati formalmente incriminati allo scopo di comparire di fronte alle commissioni militari istituite dal governo, in seguito giudicate illegali dalla Corte Suprema degli Stati Uniti.

Amnesty International chiede alle autorità statunitensi di rilasciare Fawzi al-Odah o di sottoporlo ad un processo equo in linea con gli standard internazionali. Chiede inoltre con urgenza la chiusura del centro di detenzione di Guantánamo Bay, divenuto ormai un simbolo mondiale di ingiustizia e violazione dei diritti umani.



Partecipa alla nostra azione, scegliendo una di queste possibilità:

- Firma on line questo appello

- Stampa e spedisci l?appello qui sotto all'indirizzo:
Major General Glenn F. Spears
Deputy Commander United States Southern Command
3511 NW 91st Ave., Miami, FL, 33172-1217
USA
Fax: +1 305 437 1077

Testo dell?appello

Dear Major General,

I call for Fawzi al-Odah to be released from Guantánamo unless charged and tried in accordance with international standards of fairness in a court that will not impose the death penalty.

I urge you to immediately investigate all allegations that Fawzi al-Odah has been tortured or ill-treated in US custody in Afghanistan and Guantánamo Bay, and to ensure that all those found responsible are punished.

I ask you to keep Fawzi al-Odah?s family fully informed of his status, health and well-being, and to ensure that he has adequate communication with his family.

I call for the closure of the detention facility at Guantánamo Bay and I urge you to release the detainees held there or charge and try them in accordance with international standards in a court that may not impose the death penalty.

I also urge you to establish an independent and impartial commission of inquiry into all aspects of the US? "war on terror" detention policies and practices.

Thank you for your attention.

Yours sincerely,

www.amnesty.it/appelli
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Messaggioda simo il 4 CG » mer gen 10, 2007 14:46 pm

Chiudere Guantánamo, ora!
USA: il caso di Sami al Hajj

Data di pubblicazione dell'appello: 11.01.2007
Status dell'appello: attivo

?Perché mi puniscono? Come possono giustificare quello che mi stanno facendo da una settimana, togliendomi tutte le mie cose, privandomi del materasso e delle lenzuola e costringendomi a dormire sul pavimento?? Sami al Hajj

Sami al Hajj è un giornalista della televisione al Jazeera detenuto nella base militare di Guantánamo dal 2002.

Nel dicembre 2002, l?emittente al Jazeera incaricò Sami al Hajj di seguire l?insediamento del nuovo governo afgano istituito dopo la caduta del regime dei Taliban. Sami al Hajj era già stato nel paese e decise di entrarvi provenendo dal Pakistan. Il 15 dicembre 2001, la troupe di cui faceva parte venne fermata prima che potesse raggiungere il confine e Sami al Hajj venne arrestato dalla polizia pakistana, unico tra i componenti del gruppo di giornalisti.

Sami al Hajj rimase nelle mani delle autorità pakistane per alcune settimane. I documenti, il passaporto, il visto e la tessera di giornalista gli vennero ritirati e non gli venne mai notificato il motivo dell?arresto. Il 7 gennaio 2002 fu preso in custodia dalle forze statunitensi e deportato presso la base aerea di Bagram, in Afghanistan. Qui trascorse, secondo le sue stesse parole ?i peggiori giorni della sua vita?: per 16 giorni fu tenuto in una gabbia in un hangar, esposto al freddo e nutrito con cibo scarso. Venne picchiato e torturato e minacciato con i cani. In seguito le autorità statunitensi trasferirono Sami al Hajj in un?altra struttura a Kandahar, dove le condizioni di detenzione non migliorarono. Qui Sami venne costretto a rimanere per molte ore in posizioni scomode o dolorose, venne molestato sessualmente e minacciato di stupro, picchiato regolarmente, gli vennero strappati i peli della barba e i capelli, non gli fu permesso di lavarsi per oltre 100 giorni nonostante fosse ricoperto di pidocchi.

Il 13 giugno 2002 Sami al Hajj venne trasferito a Guantánamo Bay. Qui venne sottoposto a pressanti interrogatori riguardanti presunti legami tra al Jazeera e al Qa?ida. Da allora Sami ha sofferto la privazione del sonno, maltrattamenti, percosse sulle piante dei piedi, la frattura di un ginocchio e fu testimone di atti di esecrazione del Corano. Quando in seguito iniziò uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni di detenzione, i militari lo avrebbero picchiato con violenza procurandogli tra le altre una profonda ferita al volto che sarebbe stata suturata senza anestesia. Attualmente Sami al Hajj sarebbe detenuto nel Camp 5, una delle strutture detentive di massima sicurezza nella base dove i reclusi vivono in condizioni eccezionalmente severe. Durante la prigionia, Sami al Hajj soffre di diversi problemi di salute (ha i legamenti del ginocchio lesionati e fatica a camminare, i postumi dei feroci pestaggi subiti) che non sarebbero stati adeguatamente curati dalle autorità statunitensi. Sami al Hajj non è mai stato formalmente accusato di alcun reato.

Amnesty International chiede alle autorità statunitensi di rilasciare Sami al Hajj o di sottoporlo ad un processo equo in linea con gli standard internazionali. Chiede inoltre con urgenza la chiusura del centro di detenzione di Guantánamo Bay, divenuto ormai un simbolo mondiale di ingiustizia e violazione dei diritti umani.



Partecipa alla nostra azione, scegliendo una di queste possibilità:

- Firma on line questo appello

- Stampa e spedisci l?appello qui sotto all'indirizzo:
Alberto Gonzales
Attorney General
US Department of Justice
950 Pennsylvania Avenue, NW
Washington, DC 20530-0001
USA

Testo dell?appello

Dear Attorney General,

I am writing on behalf of Sami al Hajj, a Sudanese journalist currently detained in Guantánamo Bay without charge or trial.

According to my information, Sami al Hajj was arrested in Pakistan on 15 December 2001. In January 2002, he was transferred to US authorities and taken to US military structures in Afghanistan, and afterwards to Guantanamo Bay naval base. During his detention, he suffered severe abuses and ill-treatment by guards. In particular there are allegations that he was badly wounded and he alleged that he did not receive adequate medical care.

I believe that the conditions of detention in Guantánamo Bay should fully comply with international standards and that all the prisoners in US custody should be charged with a recognizable criminal offence, and brought to trial within a reasonable time and without recourse to the death penalty, or released without delay.

I therefore call on US authorities:
- to give Sami al Hajj a fair trial or release him;
- to keep Sami al Hajj?s family fully informed of his legal status and health;
- to open an impartial investigation into the allegations that Sami al Hajj was tortured in US custody in Afghanistan and Guantánamo Bay;
- to provide him appropriate medical care.

Finally, I ask the definitive closure of the detention facility at Guantánamo Bay and the opening up to external scrutiny of all other ?war on terror? detention facilities.

Thank you for your attention

Yours sincerely,
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Messaggioda simo il 4 CG » mer gen 10, 2007 14:51 pm

Chiudere Guantánamo, ora!
Appello all'Ambasciata USA in Italia

Data di pubblicazione dell'appello: 11.01.2007
Status dell'appello: attivo

?Il mio paese mi ha consegnato agli Stati Uniti, prendendo una scorciatoia rispetto a quella che dovrebbe essere la giusta procedura legale, come una barretta di cioccolato. Mi hanno spedito in Giordania per essere torturato e in seguito a Bagram e infine in questo posto? Sono stato tenuto fuori del mondo per oltre quattro anni e davvero non so più cosa succede là fuori.?.
Testimonianza di Mohamed Ould Slahi, detenuto a Guantánamo.

Dal 1898 Guantánamo Bay è sede di una base navale statunitense. Dal 2001, le autorità militari hanno iniziato a costruire all?interno del perimetro della base una struttura detentiva dove, nel gennaio 2002 vennero ospitati i primi prigionieri della ?guerra al terrore?. Si stima che dall?11 gennaio 2002 circa 775 persone, di oltre 35 nazionalità diverse, sono state detenute nel carcere di Guantánamo, a Cuba.

Le condizioni di detenzione a Guantánamo sono molto dure. I detenuti hanno poche possibilità di interagire con altri prigionieri e di fare esercizio fuori della cella, spesso molto piccola. Gli interrogatori sono accompagnati da tecniche di pressione fisica e psicologica che in molti casi hanno largamente superato il limite della tortura e dei maltrattamenti: le persone vittime di tali metodi hanno denunciato pestaggi, violenze, umiliazioni, condizioni di stress emotivo, esposizione a temperature estreme o a suoni ad alto volume. Alcuni detenuti sarebbero sottoposti al regime delle carceri di ?supermassima sicurezza?, costretti a vivere in isolamento in celle di cemento armato per 24 ore al giorno con le luci accese. Si sono registrati diversi tentativi di suicidio, di cui tre portati a compimento nel giugno 2006.

Emerge con sempre maggiore evidenza il fatto che gli abusi perpetrati all?interno del carcere di Guantánamo sono assai diffusi e sono ormai motivo di condanna sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo. Amnesty International è stata una tra le prime voci a chiedere con forza che il campo di detenzione venisse chiuso al più presto; molti altri, istituzioni, opinione pubblica e organizzazioni internazionali hanno espresso sin dalla sua apertura il loro sdegno e la loro preoccupazione per le numerose violazioni inflitte ai detenuti.

Il 29 giugno 2006, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che le commissioni militari istituite dal Presidente Bush per processare i detenuti della cosiddetta ?guerra al terrore? sono illegali. Tuttavia, anziché utilizzare la decisione della Corte come punto di partenza per un cambiamento, il governo statunitense ha risposto con una nuova legge ? il Military Commissions Act 2004 ? approvata dal Congresso alla fine di settembre 2006. Tale legge restringe ulteriormente il controllo giurisdizionale delle detenzioni da parte della Corte Suprema e prevede che sia la commissione militare statunitense a processare, ovunque nel mondo, i cittadini stranieri considerati ?combattenti nemici?. Questo atto mina i principi di base della giustizia e apre le porte all?impunità e a ulteriori violazioni dei diritti umani nel nome dell?antiterrorismo.

In occasione del 5° anniversario dall?apertura di Guantánamo, Amnesty International chiede che questo carcere, divenuto ormai un simbolo d?ingiustizia, sia chiuso al più presto.

Firma l?appello on-line, oppure stampalo e invialo via fax, all?Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Ronald P. Spogli e chiedi la chiusura di Guantánamo.

Per approfondimenti leggi l?estratto in inglese del rapporto di Amnesty: ?USA: Memorandum to the US Government on the report of the UN Committee against Torture and the question of closing Guantánamo? (AI Index: AMR 51/093/2006 - giugno 2006):
http://web.amnesty.org/library/index/engamr510972006

Per ulteriori informazioni sulla campagna Più diritti più sicurezza in Italia:
http://www.amnesty.it/campagne/piu_diri ... index.html

Partecipa alla nostra azione, scegliendo una di queste possibilità:

- Firma on line questo appello

- Stampa e spedisci l?appello qui sotto all'indirizzo:
Ambasciata degli Stati Uniti
Fax (+39) 06.46742356

Testo dell?appello

Egregio Ambasciator Spogli,

sono un cittadino italiano e sono molto preoccupato per le politiche di detenzione e le pratiche adottate dagli Stati Uniti nel contesto della ?guerra al terrore?.

Le scrivo perché oggi è il 5° anniversario dal primo trasferimento di detenuti al centro di detenzione di Guantánamo Bay, a Cuba.

Sono fortemente preoccupato per le molteplici notizie di tortura e maltrattamenti che provengono non solo dal campo, ma anche da indagini ufficiali, diversi documenti, detenuti rilasciati e da organizzazioni per i diritti umani indipendenti come Amnesty International.

Sono inoltre preoccupato per il fatto che a centinaia di detenuti che si trovano ancora nel carcere è negato l?accesso alla giustizia e che il Military Commissions Act 2006 priva i detenuti di Guantánamo del diritto di habeas corpus (ad esempio il diritto di contestare la legalità della detenzione).

Mi preoccupa la proposta di far processare i detenuti di Guantánamo da Commissioni Militari. Sono al corrente che solo alcuni dei detenuti di Guantánamo saranno processati da queste commissioni tuttavia sono preoccupato che queste non siano conformi agli standard internazionali sui processi equi.

Chiedo la chiusura della struttura di detenzione di Guantánamo Bay. Chiedo con urgenza che tutti i detenuti siano accusati e processati da corti regolari o, diversamente da ciò, che siano rilasciati.

La chiusura di Guantánamo non deve portare ad un trasferimento delle violazioni dei diritti umani in altri paesi (ad esempio i detenuti trasferiti da Guantánamo in altri paesi non devono essere sottoposti a detenzione indeterminata, processi iniqui, torture o altri maltrattamenti).

La esorto a riportare le mie preoccupazioni al Segretario di Stato Condoleezza Rice e a fare tutto ciò che è nelle Sue possibilità affinché il rispetto dei diritti umani e la preminenza del diritto diventino una realtà per tutte le persone in custodia statunitense e per le loro famiglie.

La ringrazio per l?attenzione.

Distinti saluti,


W LA LIBERTA A STELLE E STRISCIE
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Messaggioda Roberto » mer gen 10, 2007 15:26 pm

Io ho firmato, fatelo,anche voi, non è questione di essere antiusa, è questione di giustizia.
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Messaggioda stefano91 » mer gen 10, 2007 15:44 pm

Roberto ha scritto:Io ho firmato, fatelo,anche voi, non è questione di essere antiusa, è questione di giustizia.


comncordo...firmo subito
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Messaggioda davi » gio gen 11, 2007 23:02 pm

io non ho firmato perche gli Stati Uniti sono la luce della civilta. La lotta del Bene contro il Male necessita di vittime.
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Messaggioda Roberto » gio gen 11, 2007 23:10 pm

davi ha scritto:io non ho firmato perche gli Stati Uniti sono la luce della civilta. La lotta del Bene contro il Male necessita di vittime.
Ora che mi fai riflettere devo darti ragione, sono i più grandi esportatori di democrazia, dove vanno loro fiorisce la libertà, la civiltà, il benessere e .... la pace :roll:
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