Gli italiani? Sono fascisti dentro

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Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda PIEDENERO » lun nov 23, 2015 15:27 pm

è dura da ammettere:


Si dice che un bambino nasca con la camicia, quando viene alla luce avvolto nel sacco amniotico. Quel sacco sembra un abito, cucito addosso durante i nove mesi dentro il ventre di mamma. E noi di chi siamo figli? L’Italia in cui viviamo, l’Italia del nostro Ventennio, quello che chiamiamo l’epoca di Berlusconi e Renzi, è nata con la camicia?

Proviamo ad azzardare un’ipotesi: l’Italia è nata con la camicia nera. Proprio così, fasciata nel sacco amniotico del fascismo, da cui cerca a fatica di liberarsi da settant’anni, senza riuscirci davvero. Nel dopoguerra la retorica antifascista può avere dato l’impressione di un taglio netto con i vent’anni precedenti, ma come il “politicamente corretto” non cancella il razzismo, non ridà la vista a un cieco chiamandolo non vedente, l’affermazione di essere antifascista, per quanto eticamente giustificabile, non basta a cancellare ciò che del fascismo è dentro di noi. Dentro di noi perché italiano come noi, forse più di noi.


In tutto il corso della sua storia, il fascismo fu senza dubbio un fenomeno rivoluzionario, giovanile, si direbbe oggi “rottamatore”. Mussolini contribuì a ringiovanire l’Italia, a partire dalla sua classe politica, così come consentì per la prima volta nella storia del nostro Paese ai ceti medi di entrare nelle stanze del potere. Questo significa che ebbe un legame con il Paese molto più radicato, profondo, osmotico di quanto si pensi. Un legame possibile solo quando c’è un collante. E questo collante viene proprio dall’essenza dell’italiano, dalle radici del nostro modo di essere, dal nostro rapporto con il potere, da ciò che non muta sulla nostra penisola al di là del regime o del governo, più o meno democratico, che ci capita di eleggere o di contestare.

Impegnati come siamo a ripeterci che il fascismo è finito, oppure che si manifesta solo nei simboli esplicitamente esibiti del regime, dentro i partiti dell’ultradestra xenofoba, che alzano le croci celtiche nelle manifestazioni, non ci rendiamo conto di una cosa: quei militanti postfascisti sono riconoscibili prima ancora che espongano il proprio pensiero, mentre il fascismo del Ventennio fu un grande movimento di massa. Se ci ostiniamo a cercare il fascismo lì dove è fin troppo facile trovarlo, non facciamo altro che insistere nel non vedere. E perché lo facciamo? Perché abbiamo paura di ritrovarlo dove non ce lo aspettiamo più, nel nostro modo di essere quotidiano, nei nostri difetti di Paese, nel nostro sistema politico e sociale. Annidato là dove sempre è stato, nell’angolo buio della Repubblica che preferisce puntare i fari altrove, dove sa che fascismo non se ne vedrà.

Riflettiamo su un fenomeno mediatico di questi ultimi settant’anni. Ancora oggi se accendiamo il televisore e ci sintonizziamo su un dibattito politico, sentiamo spesso ripetere come un ritornello: «Siete fascisti!». Si ascolta così tante volte, da essere assaliti dalla curiosità di capire perché. Un giorno il fascista in questione è Matteo Renzi, tacciato di metodi spicci da destra e da sinistra, addirittura da una parte del suo stesso partito, il Partito Democratico; il giorno appresso, invece, ci si riferisce a Silvio Berlusconi, accusato di avere addormentato il Paese come un nuovo Duce, di averlo assopito in una sorta di Ventennio che potremmo definire, piuttosto che regime dal volto umano, regime dal mezzobusto umano, trattandosi di un’anestesia televisiva pressoché totale.

Questa anestesia, però, ha generato la propaganda di governo, come tutti i regimi democratici e non, ma ha generato anche i suoi anticorpi: l’antiberlusconismo militante. Un terzo giorno l’epiteto di fascista è attribuito alle epurazioni del Movimento 5 Stelle e a Beppe Grillo, accusato di essere l’uomo solo che decide per tutti, quando il tal deputato è espulso dal gruppo parlamentare perché “ribelle” alla linea ufficiale. Fino a Matteo Salvini, il leader leghista dell’era post-bossiana, il quale, abbandonato il divino Po e la sacra ampolla, si fa crescere la barba e si reinventa una specie di marcia su Roma per allargare il consenso, ormai troppo stringato, del suo Nord.

La morale è che, almeno a parole, qui siamo tutti fascisti, destra e sinistra, alti e bassi, belli e brutti.
Saremo anche il Paese delle generalizzazioni, ma c’è davvero da chiedersi cosa stia capitando a noi italiani. Perché, all’improvviso, ci accusiamo l’un l’altro di fascismo? Perché dopo la fine del regime, dopo l’epopea della Resistenza, dopo sette decenni di democrazia quella parola torna sulle labbra di tutti noi, usata con sufficienza, con disinvoltura? Forse perché il 1945, la data che mette fine ai regimi fascista e nazista in Europa, non è una data che l’Italia abbia davvero digerito. Certo sul piano ufficiale, nei proclami, nelle affermazioni di principio, così come nella retorica di Stato, il fascismo è morto e sepolto, giace sotto strati e strati di antidoto costituzionale, democratico, parlamentare.

Eppure, nella vita di tutti i giorni, nel profondo degli italiani, la censura del modus vivendi mussoliniano non corrisponde affatto a una cesura, perché molti atteggiamenti del regime - che già provenivano dal passato - si sono conservati, pur con i naturali ammodernamenti, nel futuro: pensiamo ad esempio all’Italia bigotta e bacchettona che fa e non dice, al maschilismo diffuso in tutte le fasce sociali. Pensiamo alla distanza fra regole scritte e regole davvero applicate. Pensiamo all’usanza politica del dossier, all’insabbiamento dei misteri di Stato, alla corruzione come sistema di governo, all’utilizzo dell’informazione come macchina per controllare l’opinione pubblica prima ancora che per informarla, alle regole non scritte delle gerarchie comuniste del dopoguerra, dove il valore della “fedeltà coniugale” garantiva la scalata ai vertici del Pci (Partito Comunista Italiano) proprio come del Pnf (Partito Nazionale Fascista). Per arrivare, infine, all’uomo forte, al leaderismo craxiano, berlusconiano, renziano, incarnazioni del bisogno primario di un capo.

Sono solo coincidenze? No, siamo nati davvero con la camicia nera. C’è un filo conduttore che unisce il fascismo “a noi”, proprio come era il saluto ai tempi del Duce. A noi del fascismo è giunto più di quello che vogliamo ammettere. Un’eredità che arriva dritta nell’epoca di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Un’eredità che non si manifesta nell’esibizione di simboli e bandiere, ma nei piccoli gesti, nei modi di pensare, nelle abitudini malate del nostro Paese che non mutano con i governi. Abitudini che ritroviamo nel fascismo di Benito Mussolini, nei risvolti del regime e del carattere del Duce che facevano del fascismo e del suo capo, prima ancora che una dittatura e un dittatore, un modello d’Italia e di italiano, simili nei difetti al popolo. Difetti che non sono scomparsi, sono solo mutati di sembianza. E che ritroviamo ancora oggi. Se sappiamo dove andare a cercarli


http://espresso.repubblica.it/visioni/2 ... ref=HRBZ-1
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda coniglio » lun nov 23, 2015 17:40 pm

no. solo i grillini sono i fascisti :mrgreen:
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda Sbob » lun nov 23, 2015 17:52 pm

Non solo loro, sono in tanti a volere il capo indiscusso e ad attaccare personalmente chiunque dica qualcosa di diverso.
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda coniglio » lun nov 23, 2015 17:56 pm

Sbob ha scritto:Non solo loro, sono in tanti a volere il capo indiscusso e ad attaccare personalmente chiunque dica qualcosa di diverso.


hanno detto no alla proposta di Bersani
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda coniglio » lun nov 23, 2015 18:03 pm

La verità, Piedone, è una sola:
"siamo un popolo storicamente incapace di dissentire" (PPP).
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda rf » lun nov 23, 2015 19:10 pm

2 cents
Siamo un popolo di diretti discendenti dell'Azzeccagarbugli. Un popolo incapace di far di conto e bravissimo a trovare scuse e argomentare. Un popolo di allenatori, avvocati, esperti di tutto, tranne che del fare e men che meno del contare. Perché speriamo che nel marasma ne venga fuori qualcosa anche per noi, fosse solo anche un falso colpo di frusta...
Negli andamenti sinusoidali della storia, siamo secondo me in un momento di possibile picco del "quaquaraqquaismo", in cui è impossibile avere dei valori assoluti, ragionare sulle cose in quanto tali, ma si può solo quaqquaraqquare in maniera esponenziale per perdere di vista l'argomento della discussione.
V. approfondimento sull'isis di questi giorni! Guai a provare a capire le cose el loro insieme, ma via a spiegare la psicologia e le turbe psicologiche del kamikaze islamico, scavando nei meandri più torbidi della vita del singolo. Per dire cosa? Niente, solo per riempire minutaggio televisivo, spazio web, eventualmente righe dei giornali.

Comunque: per andare incontro all'azzeccagarbugli, abbiamo messo commissioni di azzeccagarbugli a creare sovrastrutture burocratiche contorte e farraginose che di fatto rendono impossibile qualunque azione decisa. Nel bene e nel male! Ovvero, se vuoi fare un'operazione "seria", un po' drastica non ci riesci. È impossibile! (neanche quel pirla di Monti, che comunque ci ha provato, ci è riuscito!). Perché, essendo disonesti di fondo, partiamo dal presupposto (fondato) che chi ci governa possa fotterci! Quindi imbrigliamo tutto, così non succede niente. E si gratta quotidianamente mandando a capinere (cit.) il Belpaese.

E, in reazione, si comincia ad apprezzare chi dice e poi fa. Putin per esempio sta godendo di un successo populista, anche in Italia, mica da ridere!
Dice (poco) e fa. Sfancula senza problemi, reagisce con pochi orpelli dialettici. Vuole una cosa? Se la prende!
E, se "filtrato" così, sembrerebbe il prototipo del leader che manca!
Solo che non siamo abbasanza lucidi da vedere il b-side delle cose.
Per cui da buoni quaqquaraqquà professionisti dell'azzeccagarbuglio, tireremo la corda fino a quando, totalmente impaludati nella nostra stessa melma, al limite dell'asfissia, arriva un "uomo forte" che calpesta la costituzione, imbonisce le folle di beoti che siamo e fa il suo regime. Prima fa delle cose magari anche utili, poi parte il delirio, i vecchi politici si riciclano per fottere col nuovo sistema e via coi casini. Poi si reagisce, si fa una resistenza, si rifanno le regole. Si spera meglio.

Come piccolo effetto collaterale ci sarà qualche lieve ingiustizia e qualche perdita strutturale... ma la storia non la leggiamo mica, la sfogliamo spiegandocela come più ci fa comodo all'occorrenza...

Qui mi fermo perché il mio eterno dubbio viene dal fatto che, alla luce dei fatti reputo che siamo immaturi per la democrazia, e la già formulata teoria del "dittatore buono" (toquelville, popper et altri) temo che sia quantomai utopistica! Non ho la soluzione, se non quella di diventare dittatore!
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda Sbob » lun nov 23, 2015 19:55 pm

Apri Facebook. Prendi una qualunque pagina con contenuti politici. Guarda le risposte a chi dissente...
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda espo » lun nov 23, 2015 21:39 pm

coniglio ha scritto:La verità, Piedone, è una sola:
"siamo un popolo storicamente incapace di dissentire" (PPP).


non siamo un popolo. al massimo un insieme di popoli in lotta tra loro
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda brando » mar nov 24, 2015 0:53 am

detto da un triestino che sconfina in friuli... :mrgreen:
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda al » mar nov 24, 2015 12:29 pm

Ormai ridotti ad epiteti offensivi, fascista e comunista, segnano il banale della riduzione dell'altro "politico" a "non degno di considerazione".

Purtroppo la retorica antifascista - mai accompagnata da una equivalente retorica anticomunista [ma solo perchè mai - per fortuna - fummo governtati da comunisti] - ha avuto buona fortuna nella storia.

Così, pseudemocratici stizzosi, borghesi bigotti, continuano nei loro insulsi riti a etichettare di fascismo tutti, ma proprio tutti, coloro che cercano di governare questo paese: anche il caro Craxi veniva disegnato in orbace.

Il fatto è che ormai qualsiasi imbecille si sente culturalemnte superiore quando, di fronte ad una minima contrapposizione ad ogni suo uzzolo rivendicativo, grida FASCISTI.

Ma non è colpa sua, è che lo hanno educato così.
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda coniglio » mar nov 24, 2015 13:47 pm

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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda grip » mar nov 24, 2015 19:09 pm

brando ha scritto:detto da un triestino che sconfina in friuli... :mrgreen:



brutta razza pure in regione autonoma....succhiasangue!!! :mrgreen:
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda espo » mar nov 24, 2015 19:45 pm

brando ha scritto:detto da un triestino che sconfina in friuli... :mrgreen:



se ci dessero un euro per ogni furlan che unge il ns calcare saremo ricchi sfondati tutti
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda scairanner » mer nov 25, 2015 1:41 am

aperta parentesi
espo ha scritto:
brando ha scritto:detto da un triestino che sconfina in friuli... :mrgreen:



se ci dessero un calcio per ogni furlan che unge il ns calcare saremo sfondati tutti
:mrgreen: :mrgreen:


se a noi dessero un centesimo per ogni triestino che calpesta l'asfalto di sella nevea faremmo il bagno nel'oro :mrgreen: (l'hai chiamata, eh :D )

scusate questi sfoghi provincialotti d'altri tempi :mrgreen:
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-Arrampicherò di certo. Spero di non scalare peggio di quanto non faccia ora...


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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda brando » mer nov 25, 2015 9:53 am

:lol: :lol: :lol:
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda flicker » gio nov 26, 2015 23:36 pm

fascisti? noooo.... troppo impegnativo.

solo qualunquisti, e papisti.

:mrgreen:
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda ThePuchu! » ven nov 27, 2015 11:11 am

A mio parere..
Il popolo italico è un popolo composto da persone troppo pigre e soddisfatte della loro vita per 11 mesi l'anno, ragion per cui non le vedremo mai indignarsi ed insorgere come avrebbero potuto fare in passato.

La ricetta per soddisfare l'italiano medio è facile gente. Più di quanto pensiate
Basta comporla così:

38 settimane di Serie A
3-4 Settimane di Calcio Mercato (fondamentali per decidere cosa fare nella prossima stagione di fantacalcio)
2 Settimane di Feste Natalizie
2 Settimane di Vacanze estive passate per il 20% in coda sulla A1
Altre 1- 2 Settimane unendo tutte le altre feste, festicciole, Pasqua etc..

Per un totale di 47-48 settimane all'anno dove il nostro caro italiano è così preso da questo intreccio di avvenimenti così coinvolgenti da dimenticarsi di tutti i problemi che lo circondano e da togliere dalla sua testa qualsiasi intenzione di protestare/manifestare/fare qualcosa per cambiare questo paese.
Qualcuno ora vorrà farmi notare che l'anno è composto da 53 settimane e che quindi ci sarebbero ben 5-6 settimane per agire.
In effetti sembrerebbe così ma la realtà è che anche la pietanza più gustosa se presa troppo alla fine stanca. Si deve digiunare un po' da questo mix di piaceri per poterlo apprezzare ancora meglio e nuovamente una volta finito il digiuno.
Digiuno che comunque verrà addolcito dalla presenza di altri mini-svaghi satellite come la Formula 1 o la Moto GP.

I problemi a lungo termine? Non esistono. Esiste solo il prossimo week-end.

Saluti dal vostro Puchu!!

#Daicheoggièvenerdì
Ultima modifica di ThePuchu! il ven nov 27, 2015 11:15 am, modificato 1 volta in totale.
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Re: Gli italiani? Sono fascisti dentro

Messaggioda ThePuchu! » ven nov 27, 2015 11:14 am

Ops.. :oops:
Forse sono andato un po' off- topic..
Domando scusa :mrgreen:
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