Europa: fuori o dentro? parliamone

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Messaggioda rf » mer mar 19, 2014 23:37 pm

Stef ha scritto:
rf ha scritto:Per la cronaca, siccome sono iscritto all'albo da quasi 20'anni, con partita iva
[...]


ecco perchè a te non risulta. ma voi non avete obbligo di partita IVA, e senza p.IVA si gode dell'abbattimento forfettario di imponibile di cui sopra.

25%.

cambia commercialista!!! :D


voi... visto che se non hai santi in paradiso nessuno ti assume: hai 2 possibilità: aprire p.iva o "fare nero" per tutta la vita...
Se sei assunto, hai un imponibile regimentato come tutti i lavori dipendenti.
Un assunto non può scaricare se non interessi su mutuo, spese mediche e poche altre sciocchezze.
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Messaggioda giudirel » gio mar 20, 2014 6:32 am

rf ha scritto:(ma 'sta europa come la vedi?)


Condizionata pesantemente da molte cose, sia da rapporti di forza economici che retaggi culturali. E' indubbio che la Germania è condizionata dal ricordo di Weimar e approfitta della sua posizione.
Molto probabilmente sbaglia ma credo che la Merkel faccia più o meno quello che, in modo miope, le chiedono i suoi elettori.
Non è che gli elettori là sono più furbi di quelli italici. L'interesse particolare ed a breve termine ha dappertutto molto successo.

Per il resto credo che l'Europa sia sostanzialmente inevitabile e che nonostante la strada sia parecchio in salita si finirà per percorrerla.
Però sarei a favore delle secessioni regionali. Giusto come esperimento. Giusto per capire se sarebbero maggioritarie (cioè se verrebbero votate da una maggioranza) e per vedere se prospererebbero un Veneto o una Catalunya autonome. In qualche modo forse aiuterebbero il dissolvimento degli attuali stati nazionali. Attualmente la politica locale si è sovrapposta a quella nazionale, e di autonomie si è visto ben poco per non dire nulla. Soldi però se ne spendono un sacco.
Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono e per questo si chiama presente.
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Messaggioda Sbob » gio mar 20, 2014 7:00 am

rf ha scritto:moneta unica (e ok, c'è!)
sistema fiscale unico (e direi che non c'è)
sistema legale unico (e direi che siamo lontanissimi!)
Lingua unica

Guardando agli USA, hanno moneta e lingua unica, ma NON hanno sistema fiscale e legale unici.
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Messaggioda PIEDENERO » gio mar 20, 2014 8:43 am

Fiscal compact :lol: :lol:

In comune a tutti gli stati ( tranne due)

Dove lo mettiamo? Fra 9 mesi é in vigore :P


Eh si.
I sacrifici vanno fatti.
58 milllliardi di euro ce li mettete voi?
Visto che i vostri cari rappresentanti l'hanno sottoscritto

Mettendo da parte gli 80 euro che ci saranno in busta paga..... forse ce la si fa :lol:
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Messaggioda PIEDENERO » ven mar 21, 2014 20:44 pm

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Messaggioda VYGER » ven mar 21, 2014 21:08 pm

PIEDENERO ha scritto:http://www.ilsussidiario.net/mobile/Economia-e-Finanza/2014/3/21/VINCOLI-UE-Bagnai-Renzi-sa-che-la-Germania-ne-sfora-quattro-/483805/


Eh...
La Germania...
L'? a questi livelli [o a livelli appena più bassi] consente ai teutoni di vendere con profitto i propri prodotti di medio-alta qualità facendo fuori i concorrenti del sud Europa che hanno un costo del lavoro più elevato [e quindi prezzi di vendita più alti].
Lascia fare a loro, tu...

Certo, c'è il problema che, se andassimo con ?/$ a 1,22 [come andrebbe bene per l'Italia], gli USA si inqazzerebbero non poco [i consumatori di là si metterebbero a comprare a manetta prodotti europei, inchiodando l'economia interna USA].

Bel casino...
Non cesseremo di esplorare - E alla fine dell'esplorazione - Saremo al punto di partenza - Sapremo il luogo per la prima volta. T.S. Eliot
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » sab mar 22, 2014 0:10 am

PIEDENERO ha scritto:Fiscal compact :lol: :lol:

In comune a tutti gli stati ( tranne due)

Dove lo mettiamo? Fra 9 mesi é in vigore :P


Eh si.
I sacrifici vanno fatti.
58 milllliardi di euro ce li mettete voi?
Visto che i vostri cari rappresentanti l'hanno sottoscritto

Mettendo da parte gli 80 euro che ci saranno in busta paga..... forse ce la si fa :lol:


«Non si può rispettare il fiscal compact». Giorgio Gattei, economista e storico del pensiero economico dell?Università di Bologna, sembra quasi voler tranquillizzare Matteo Renzi, che a giorni alterni dice di «non voler sforare i vincoli» (come ha detto a Angela Merkel) e che questi sono «anacronistici» (come aveva dichiarato durante le primarie, e come ha ripetuto mercoledì alla Camera preparando il vertice europeo). «Il vincolo del 3 per cento è già superato» dice infatti Gattei, quindi è inutile preoccuparsi di quello. Il problema è che «l?Italia non potrà rispettare gli obiettivi del fiscal compact e del pareggio di bilancio in Costituzione». Perché se oggi la preoccupazione è restare sotto il 3 per cento di deficit, secondo il piano europeo l?Italia dovrebbe arrivare a produrre «un avanzo primario troppo alto». «Troppi miliardi» che dovrebbero andare ad abbattere il rapporto deficit/pil, per portarci dal 135 per cento previsto per il 2014 al 60 per cento nel 2035. «Anche volendo escludere la possibilità di nuove crisi», dice Gattei numeri alla mano, «pur basandosi su stime ottimistiche di crescita del Pil», l?obiettivo è troppo costoso: «un massacro sociale».

Professore lei pensa che Renzi riuscirà, mantenendo le sue promesse, a stare sotto il 3 per cento di deficit?
«Mi scusi ma temo che il punto non sia questo, la preoccupazione è sbagliata. Perché Renzi sa bene - spero - che dal primo gennaio 2015 il deficit dovrà arrivare allo 0,5 perché così è stato inserito in Costituzione, nell?aprile 2012, da un parlamento inconsapevole».

L?obbligo costituzionale del pareggio di bilancio.
«Esattamente. Si dice che al massimo si potrà sforare di mezzo punto. E quello che possiamo immaginare, non credendo che Renzi ignori questo fatto, è che quando il presidente del consiglio dice che starà sotto il 3 per cento di deficit stia comunicando all?Europa, in realtà, che non rispetterà questo vincolo successivo ma imminente».

In qualche modo dunque ha ragione Renzi, quando dice che il 3 per cento è un «vincolo anacronistico»...
«Quando dice che bisogna riformare quel vincolo deve sapere che quel vincolo è stato già riformato, aggravandolo. E poi che oltre al pareggio di bilancio, il parlamento inconsapevole ha recepito il fiscal compact in cui viene richiesto di cominciare, sempre dal 2015, a ridurre il debito fino a portarlo al 60 per cento del Pil».

Ed è impossibile?
«Assolutamente impossibile. Quella è la vera tegola che ci cadrà in testa. Dovremo restituire mille miliardi di euro di debito - assumendo che non se ne faccia altro - in venti anni».

I famosi 50 miliardi di euro l?anno.
«Che non saranno 50, però. Perché quando io restituisco un mutuo pago sì l?ammortamento del prestito ma ci sono poi gli interessi che sono una cosa enorme, impraticabile».

Dice che non riusciremo a produrre abbastanza avanzo primario per abbattere il rapporto deficit/pil fino al 60 per cento?
«No, non possiamo farcela, se non con danni sociali incalcolabili, con meno servizi e più tasse. A queste condizioni non ha senso stupirsi dell?ondata di euroscetticismo, perché potrebbe andarci molto peggio. Fu il malessere provocato sull?economia tedesca, quando venne imposto alla Germania dal 1920 di rimborsare i costi della guerra, una delle leve di un signore, Hitler, che ha vinto le elezioni chiedendo anche di stracciare quelle restituzioni».

Voi avete fatto una proiezione. Quanto dovremmo restituire?
«Con Antonio Iero, un consulente finanziario, abbiamo fatto un modellino per simulare il nostro percorso di restituzione del debito. Lo abbiamo impostato su numeri più che ottimistici, e senza considerare eventuali crisi, con una crescita costante del Pil dell?1,6, l?inflazione all?1,5 e i tassi d?interesse al 4 per cento, quindi più bassi di oggi, attendendo un?ulteriore flessione dello spread. Bene: lo stato italiano, dal 2015 in poi, solo per pagare la rata del mutuo più gli interessi, nei primi tre anni, dovrebbe avere un avanzo di 37, 48 e poi 58 miliardi di euro. Solo nel 2021, con un avanzo primario di 81 miliardi, il debito potrebbe smettere di crescere. Nel 2035, alla fine, dovremmo arrivare a 134 miliardi di euro. Non si può pensare di riuscirci».

Dunque Renzi farebbe bene a ignorarli, perché i vincoli europei sono impossibili da rispettare e troppo costosi?
«Ignorarli non può. Ma dovrebbe battersi per modificarli, e non solo per ottenere la possibilità di strappare un po? sul deficit. Potrebbe ad esempio chiedere di farci pagare solo gli interessi sul debito, una cosa simile a quanto già successo in Italia nel 1926, trasformando il debito redimibile in debito irredimibile, oppure al contrario di rientrare del solo capitale: sarebbe già qualcosa».

Difficile.
«Difficile perché la Merkel sa bene che il nostro debito è prevalentemente estero, e quindi che questo nostro sforzo di restituzione gioverebbe direttamente ad altri, Germania compresa. Questo è il motivo per cui il nostro debito risulta intollerabile, ed è oggetto di speculazioni che lo aggravano, mentre quello del Giappone, ad esempio, che è al quasi esclusivamente debito interno, no, nonostante sia al 200 per cento».

Se non possiamo rispettarlo, si può pensare che il fiscal compact sia lì, come monito, ma che in realtà nessuno abbia intenzione di attivarlo completamente?
«Non lo so. Quello che è però probabile, e che forse dovremmo augurarci, è che i parlamentari italiani, approvandolo, abbiano pensato che così sarebbe stato».


Salud
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Messaggioda Nevottoromano » sab mar 22, 2014 18:19 pm

MarcoS ha scritto:Per svariati motivi, di cui si può trovare abbondante documentazione in rete, temo ormai sia tardi.
Penso che sarebbe stato - pur con notevoli sacrifici - forse ancora possibile (e auspicabile) fino al 2011 e con una classe dirigente diversa dall'attuale (e da quella del 2011, ovviamente).
Il che sta a dire che non abbiamo mai avuto scampo.


a malincuore ma devo quotarti,, anche io penso sia ormai troppo tardi, la frittatona è servita...
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Messaggioda Stef » sab mar 22, 2014 18:49 pm

ma non capisco cosa potrebbe succedere.

ho dei capitali, li investo in un titolo, il titolo va male, ho perso i soldi.

non dico che questo aumenterà la (a volte poca) simpatia che suscitiamo nel mondo...

secondo me semplicemente non pagheremo il debito. siamo un paese prima di tutto importatore, il mercato ha bisogno di noi.
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Messaggioda VECCHIO » dom mar 23, 2014 9:48 am

dentro, dentro, altrimenti i nostri politici mafiosetti intrallazzoni papponi che non si assumono mai nessuna responsabilità e vivono di vanità ci spolpano. E poi così i giovani possono lavorare....... all'estero, qui da noi non si riesce...... perchè loro, il politicum-sindacal-intrallazzamento che non hanno mai lavorato sanno come si fa a crear lavoro ????!?!?!

e per finire un esempio: come i capi del cai che parlano di alpinismo !!! :D :D :D
....ALPINISTA......NO GUIDA....... questa mi scombussola
Scalare con gli esperti del cai... son sempre dei grossi guai...... questa mi piace
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Messaggioda Sbob » dom mar 23, 2014 16:54 pm

Stef ha scritto:ma non capisco cosa potrebbe succedere.

ho dei capitali, li investo in un titolo, il titolo va male, ho perso i soldi.

In caso di fallimento a dire il vero i debitori si prendono tutto quello che ha l'azienda, non si limitano a dire "peccato, hai deciso di non restituirmi i soldi".

non dico che questo aumenterà la (a volte poca) simpatia che suscitiamo nel mondo...

secondo me semplicemente non pagheremo il debito. siamo un paese prima di tutto importatore, il mercato ha bisogno di noi.

Anche noi abbiamo bisogno degli investitori, e se dichiariamo fallimento non ne troveremo molti a fare la fila per dare ancora i loro soldi all'Italia e alle sue aziende.


Senza aggiungere che questi discorsi mi fanno molto pensare sull'etica italiana. Per decenni abbiamo votato politici che per accontentare il popolo ci hanno riempito di debiti, ora ce la prendiamo con chi vuole restituire i soldi invece che con chi ci ha indebitati.
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Messaggioda giudirel » dom mar 23, 2014 17:23 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Questo è il motivo per cui il nostro debito risulta intollerabile, ed è oggetto di speculazioni che lo aggravano


In questo momento non mi pare che il nostro debito pubblico sia particolarmente sotto pressione da parte dei mercati. Lo collochiamo ad interessi minori che nel 2008. Vuol dire che gli investitori non lo considerano un investimento rischioso.
In dieci anni abbiamo pagato più di 3000 miliardi di euro di interessi. Quindi avere un debito pubblico "affidabile" e pagarlo di meno vale quanto una grossa manovra finanziaria.
Quindi ciarlare di non restituzione può essere costoso.

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:perché la Merkel sa bene che il nostro debito è prevalentemente estero


Strano che la Merkel sappia questa cosa visto che non è manco vera. Il 56% del debito pubblico italiano è in mano a soggetti privati o a banche o fondi di investimento italiani.

Quindi un eventuale default avrebbe conseguenze devastanti sui medesimi e per esprimere la cosa in soldoni la casa comprata con un mutuo di una di queste banche la porterebbero via a voi e non a Fritz, Ingemar o Charles.

E' difficile fare discorsi sensati partendo da dati presi da Topolino... :-(
E con questo non voglio dire che la politica economica della UE sia condivisibile ed il Fiscal Compact uno zuccherino.
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Messaggioda PIEDENERO » mer mar 26, 2014 11:48 am

Romano Prodi a Uno Mattina: "Patto di stabilità è stupido, io lo dicevo" Romano Prodi lo aveva detto 10 anni fa: "Il Patto di stabilità è stupido", ma nessuno lo aveva ascoltato. "Mi davano tutti torto, solo adesso mi dicono 'avevi ragione'". Così l'ex presidente della Commissione europea ed ex premier italiano si è sfogato a Uno Mattina il 25 marzo. -


http://www.rainews.it/dl/rainews/media/ ... 3bRgc.dpuf

Ma so anche che quando si arriva vicini al burrone, c?è una saggezza dei popoli che fa tornare indietro. Arrivati al punto sì o no, tutti sanno che il nostro futuro senza l?Europa non esiste?.

Un misto, il suo, di realismo e ottimismo, a cui l?ex presidente del Consiglio (nonché ex presidente della Commisione europea), prova a dare una spiegazione: ?Quando io dicevo che il Patto di stabilità era stupido, allora mi davano tutti torto. Adesso dopo dieci anni tutti mi dicono ?avevi ragione?. La politica vuol dire tener conto della realtà delle cose. Si è voluto costruire invece un?Europa formale?.

Prodi, ricordiamolo, è uno degli artefici dell?Euro. Eppure oggi sembra dire: io ve l?avevo detto che sarebbe andata a finire così. Ma lui dov?era quando governava in Italia e, in seguito, a Bruxelles? ?Il problema dell?Europa ? insiste ? non è una Unione europea spendacciona. Il bilancio dell?Ue è meno dell?1% del pil europeo. Il problema è che non c?è solidarietà europea. Il difetto non è delle istituzioni europee, ma è dei singoli Stati, che adottano una politica nazionale e non una politica di interesse comune?.



http://bastacasta.altervista.org/p11870 ... ign=p11870
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Messaggioda PIEDENERO » mer mar 26, 2014 13:40 pm

Bisogna aggiornare i dizionari.

Ultimamente populista=chi non è d'accordo con lo status quo.
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Messaggioda Stef » mer mar 26, 2014 13:56 pm

probabilmente molti di voi l'avranno già visto...

http://www.serviziopubblico.it/2014/03/se-potessi-avere-1000-euro-allanno/
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Messaggioda CAVA » mer mar 26, 2014 14:10 pm

mi intrometto nella discussione...

e sottolineo che, in mancanza dei cavalli trottano gli asini, ovvero quando non si hanno più argomenti (validi) si attacca su ogni minimo fronte.

non è un caso che la lega, nata in un bar e con argomenti da bar, adesso sia la paladina dei 'poveri' e giusti contro l'euro. evidentemente si vuole recuperare la base visto che il cerchio magico di euro se ne è fumati un pò...

idem per grillo, ma vista la pochezza del personaggio (diverso invece l'intento del M5S) non commento.


Salut,
Paolo
Dal profondo della notte che mi avvolge,
buia come il pozzo che va da un polo all'altro,
ringrazio tutti gli dei per la mia anima
indomabile.
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Messaggioda rf » mer mar 26, 2014 21:01 pm

dimenticavo un punto fondamentale per avere un'europa: una difesa comune! Sti eserciti farlocchi e inutili come quello italiano dovrebbero essere ridimensionati, chi è bravo va a fare il militare, dopo una certa età (tipo 35 anni, quando magari per la guerra non sei più al 100%) finisci la carriera nella protezione civile e in servizi di pubblica utilità.
Gli altri a lavurà. Anche solo a fare i vigili o cose del genere, tipo andare a fare giri nei quartieri di merda (il mio) nelle stazioni, nei posti brutti e, se ne avanza, a integrare i rom ;-)

Me lo dico da solo: seeee, fantasilandia!
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Messaggioda tacchinosfavillantdgloria » mer mar 26, 2014 21:19 pm

Il buco nero del Fiscal compact
? Guido Viale, 21.3.2014

Alcuni anni fa ? era­vamo già in piena crisi ? dopo una tra­smis­sione in cui un noto eco­no­mi­sta di sini­stra, non­ché colum­nist di un impor­tante quo­ti­diano, si era a lungo dif­fuso sulla neces­sità rimet­tere in moto la cre­scita, gli avevo chie­sto: ma dav­vero pensi che l?economia ita­liana possa tor­nare a cre­scere a breve? Mi aveva rispo­sto in modo peren­to­rio: in Ita­lia non ci sarà più cre­scita per almeno dieci anni. Da allora quell?economista?colum­nist ha pub­bli­cato arti­coli su arti­coli su come il paese può ripren­dere a cre­scere; ora, subito, ovvia­mente; non fra dieci anni.

A un altro eco­no­mi­sta?colum­nist che aveva pub­bli­cato, insieme a un terzo col­lega ? suc­ces­si­va­mente risuc­chiato nel buco nero della lista ?Fer­miamo il declino? di Oscar Gian­nino ? un arti­colo molto citato dove soste­neva che per fer­mare lo spread biso­gnava ven­dere subito tutte le imprese di Stato, avevo chie­sto, qual­che mese dopo, se non avesse cam­biato idea. Per­ché quello che si può rica­vare da una ven­dita simile è irri­so­rio rispetto alla mon­ta­gna del debito pub­blico ita­liano. Mi aveva rispo­sto di sì; con­si­de­rava quell?articolo un errore. Da allora ha con­ti­nuato a scri­vere arti­coli su arti­coli per pro­pu­gnare la ven­dita di tutti gli asset di Stato. E per occu­parsi meglio della cosa è diven­tato anche un con­si­gliere di Renzi.

Que­sti epi­sodi, insieme ad altre rifles­sioni, mi hanno con­vinto che gli eco­no­mi­sti main­stream, o la grande mag­gio­ranza, non cre­dono asso­lu­ta­mente in quello che scri­vono. Sanno benis­simo, o sospet­tano for­te­mente, che con le loro ricette, o soprat­tutto a causa di esse, le cose non pos­sono che andare sem­pre peg­gio. Ma allora, per­ché lo fanno? Per­ché non rac­con­tano quello che vera­mente pen­sano? Il fatto è che non rie­scono a uscire dalla gab­bia con­cet­tuale in cui li impri­giona la loro disci­plina, ormai assurta al rango di pen­siero unico, senza più distin­zioni tra destra e sinistra.

Non sanno ragio­nare senza il pun­tello di cate­go­rie che riman­dano a un mondo che non esi­ste e non è mai esi­stito, dove tutto ruota intorno a un mer­cato imma­gi­na­rio, eretto a supremo rego­la­tore del creato, e a cui isti­tu­zioni, poli­tica, cul­tura, ambiente, e la vita stessa di miliardi di esseri umani, non pos­sono fare altro che adat­tarsi (o cer­care di farlo) adot­tando come unica regola di con­dotta una lotta di tutti con­tro tutti. Che loro chia­mano con­cor­renza o com­pe­ti­ti­vità. Però, al ter­mine mer­cato (al sin­go­lare) con il quale desi­gnano per lo più un mec­ca­ni­smo ano­nimo, imper­so­nale, tra­spa­rente, agìto in modo pre­te­rin­ten­zio­nale da milioni o miliardi di indi­vi­dui, hanno da tempo sosti­tuito il ter­mine ?mer­cati? (al plu­rale), che allude invece a un potere opaco ? ano­nimo solo per­ché i suoi deten­tori agi­scono nell?ombra ? con­cen­trato in mano a pochis­sime entità che domi­nano il mondo con la finanza. Ecco spie­gata in modo sem­plice la loro afa­sia su ciò che sta suc­ce­dendo: una gigan­te­sca espro­pria­zione di miliardi di esseri umani per con­cen­trare la ric­chezza in un pugno sem­pre più ristretto di pri­vi­le­giati. Molti di loro, in realtà, lo sanno benis­simo e die­tro a tanta teo­ria non c?è che la difesa dell?ordine esi­stente, per quante cri­ti­che, peral­tro asso­lu­ta­mente mar­gi­nali, gli rivolgano.

Ci sono molti pre­ce­denti sto­rici di un approc­cio con­cet­tuale del genere, che Marx chia­mava ideo­lo­gia; ma uno è più chiaro di tutti. E? il con­flitto che aveva spinto la Chiesa cat­to­lica e l?inquisizione a man­dare al rogo Gior­dano Bruno e a imporre una ritrat­ta­zione a Gali­leo Gali­lei per difen­dere una con­ce­zione dell?universo con­so­li­data in una dot­trina da cui discen­deva l?immutabilità dell?ordine gerar­chico della società del tempo. Anche allora gli inqui­si­tori di Gali­leo non cre­de­vano a quello che soste­ne­vano: per que­sto si rifiu­ta­vano di guar­dare nel tele­sco­pio che mostrava due satel­liti di Giove che ?buca­vano? la sfera cele­ste, met­tendo in forse la sua per­fe­zione cri­stal­lina e, con essa, quella dell?ordine sociale.

Ma oggi a bucare i cieli del pen­siero unico non ci sono solo due pic­coli satel­liti, ma diversi gigan­te­schi buchi neri. Per restare in Europa, il primo è la Gre­cia, il paese-cavia degli espe­ri­menti cor­ret­tivi della Troika, che anche il nostro attuale mini­stro dell?economia, solo tre anni fa, spac­ciava come un?amara medi­cina che avrebbe risa­nato il paese. Il paese non è stato affatto risa­nato; anzi, è stato con­dan­nato al rogo come Gior­dano Bruno. E il suo popolo è ancora in vita solo per­ché sta lot­tando con tutte le pro­prie forze con­tro quei fami­ge­rati memo­ran­dum; cioè con­tro le con­se­guenze di poli­ti­che che, come ci ricor­dava Luciano Gal­lino (la Repub­blica, 15 marzo), vanno con­si­de­rate un vero e pro­prio «cri­mine con­tro l?umanità». Eppure quella medi­cina i soste­ni­tori del pen­siero unico insi­stono a pro­pi­narla; la loro scienza non può sba­gliare; d?altronde a morine è solo il paziente. Ma in quel can­noc­chiale pun­tato sulla Gre­cia, qual­cuno dei nostri eco­no­mi­sti?colum­nist ha pro­vato a guardare?

Un secondo buco nero, che non richiede nem­meno un bino­colo per essere visto, è una meteo­rite che sta per pre­ci­pi­tare sul nostro già deva­stato paese, e su molti altri, per ridurli in poco tempo in cenere come la Gre­cia. Si chiama fiscal com­pact e pre­vede per le finanze dell?Italia, a par­tire dall?anno pros­simo, l?esborso di circa 50 miliardi all?anno, per venti anni di seguito, per resti­tuire una parte cospi­cua del debito pub­blico del nostro paese. Cin­quanta miliardi che si andranno ad aggiun­gere ai quasi 100 che già sbor­siamo ogni anno, sotto forma di inte­ressi, ai cre­di­tori (pri­vati) dello Stato ita­liano; soprat­tutto da quando è stato rea­liz­zato il fami­ge­rato divor­zio tra Governo e Banca d?Italia; la quale, da allora non ha più potuto finan­ziare il defi­cit della spesa pub­blica. Cumu­lando gli inte­ressi che lo Stato ita­liano ha pagato da allora, infatti, e per nes­sun altro motivo, si è andato costi­tuendo quel mostruoso debito pub­blico che oggi viene invece impu­tato a una popo­la­zione sac­cheg­giata e impo­ve­rita, che secondo gli eco­no­mi­sti main­stream sarebbe vis­suta per anni al di sopra delle sue pos­si­bi­lità. Quel divor­zio, peral­tro, ha poi for­nito alla Bce il modello dello sta­tuto che la esclude dal ruolo di pre­sta­tore di ultima istanza; e che è all?origine della mag­gior parte dei colpi inferti alla soli­da­rietà e alla soli­dità dell?Unione europea.

Per que­sto, sia detto di sfug­gita, uscire dall?euro, posto che sia fat­ti­bile, non ci resti­tui­rebbe certo un pre­sta­tore di ultima istanza: un?istituzione che può invece venir rein­tro­dotta solo con una lotta con­dotta a livello euro­peo. Bene, in quel bino­colo nes­sun eco­no­mi­sta?colum­nist sem­bra dispo­sto a guar­dare: cioè a spie­gare da dove lo Stato ita­liano potrà mai tirar fuori tutto quel denaro; ovvero quale tasso di cre­scita sarebbe neces­sa­rio rag­giun­gere ? e subito! ? per far fronte a un impe­gno simile. Pre­fe­ri­scono discet­tare, incen­sando il nuovo pre­mier come ave­vano fatto con tutti quelli venuti prima di lui, sui due o quat­tro deci­mali di punto per­cen­tuale su cui potrebbe gio­care Renzi per far qua­drare i conti senza far arrab­biare troppo la Com­mis­sione euro­pea. Ma può quel che resta del tes­suto pro­dut­tivo ita­liano, non dico cre­scere, ma reg­gere ancora a lungo, se lo Stato destina ogni anno alla ren­dita un decimo del Pil? Nes­suna rispo­sta in pro­po­sito sem­bra venire dai poli­tici e dagli eco­no­mi­sti che stanno man­dando anche noi al rogo.

Il fatto è che per scru­tare sia le viscere di quei poteri dove si accen­tra ormai quasi metà della ric­chezza della Terra, sia l?universo di una popo­la­zione mon­diale ? e nel suo pic­colo, ita­liana ? pro­le­ta­riz­zata, impo­ve­rita, sfrut­tata, inde­bi­tata e sospinta ai mar­gini di una vita decente, ci vogliono ben altre disci­pline che non l?economia main­stream, di destra o di sini­stra. Ci vuole una scienza nuova che can­celli dalla fac­cia della terra tutti i quei pre­giu­dizi; una scienza come quella con cui Gali­leo aveva fatto piazza pulita dell?universo tole­maico. O, forse, non una scienza vera e pro­pria, con tutti i palu­da­menti che accom­pa­gnano que­sto ter­mine, ma un insieme di saperi costruiti guar­dando in fac­cia il mondo com?è. Dei saperi costruiti sulle evi­denze della vita quo­ti­diana di milioni di uomini, di donne, di vec­chi e di bam­bini; sui loro biso­gni; sui loro desi­deri; e soprat­tutto sui loro mille talenti. Le forze che si stanno rac­co­gliendo in Europa intorno alla can­di­da­tura di Ale­xis Tsi­pras alla Pre­si­denza della Com­mis­sione euro­pea ? e che riven­di­cano una revi­sione radi­cale dei trat­tati che rego­lano l?Unione, la remis­sione di una parte sostan­ziale dei debiti e un grande piano di lavori pub­blici per ricon­durre il paese alla soste­ni­bi­lità ambien­tale ? pos­sono essere un punto di rife­ri­mento per pre­sen­tare oggi, e far valere sem­pre più domani, una visione del mondo alter­na­tiva e una pro­spet­tiva radi­cal­mente diversa da quella con­ce­zione tole­maica del mer­cato come ?riso­lu­tore di ultima istanza? dei nostri pro­blemi che ci sta con­dan­nando tutti al rogo.

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tacchinosfavillantdgloria
 
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Messaggioda rf » mer mar 26, 2014 21:33 pm

tacchinosfavillantdgloria ha scritto:Il buco nero del Fiscal compact
? Guido Viale, 21.3.2014
...
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l'eiger con lo zaino da 30 kg è più facile!

ti consiglio l'acquisto dell'opzione "sintesi".

Giuro che se la prossima supera le 10 righe, non la leggo! (e secondo me già questa non l'ha letta nessuno!)

Comunque, con questa prolissa citazione, cosa stai cercando di dire?
rf
 
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