Il verbale di interrogatorio di Stefano Alessandri, un signore romano di 55 anni, reso alla Guardia di finanza e approdato ieri sulle pagine del Fatto Quotidiano - organo di stampa non sospettabile di indulgenza verso le disinvolture della casta - lascia pochi dubbi. Di prestanome che cercano di salvare il proprio politico di riferimento sono piene le cronache. Ma in questo caso si può escludere che si tratti di un alibi graziosamente offerto a Riccardo Bossi per salvare il salvabile. Alessandri ha fornito alle «fiamme gialle» dati incontrovertibili per dimostrare che lo «Stella» è suo. Il fatto che sia stato comprato qualche anno prima che Alessandri e Bossi facessero la loro conoscenza, per esempio. Ma anche - secondo quanto si dice - un dato ancora più solido, perché proviene da quella fucina di rivelazioni che sono spesso i dissidi coniugali: quando il matrimonio di Alessandri è andato in crisi, tra i beni che la sua signora ha preteso di condividere nella separazione dei beni c'era anche il barcone. Il figlio di Bossi non c'entra niente.
tanto per cambiare, ridolini travaglio ha scambiato la merda con la cioccolata anche stavolta....


tra il resto, conte dovrebbe consigliargli il suo fornitore di parrucchini, come all'altro peloja cacciaballe di saviano
