Le due Italie

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Messaggioda Fokozzone » mar apr 11, 2006 18:28 pm

Questa è storia.

a poco a poco tutti i pezzi del grande e prezioso mosaico facente capo al Banco Ambrosiano erano stati smantellati e ridistribuiti. Si trattava di autentici gioielli, né pochi né di scarso valore. Per esempio, la Toro Assicurazioni, quarta società nel settore; il Credito Varesino; la Banca Cattolica del Veneto; il Gruppo Rizzoli-Corriere della Sera; quel pozzo editoriale di quattrini rappresentato dalla casa editrice di TV Sorrisi & Canzoni; la Ultrafin di Zurigo; una quota del 33 per cento della Interbanca di Milano; il quotidiano di Venezia Il Gazzettino; rilevanti pacchetti azionari detenuti dalla Centrale Finanziaria, insieme a molte altre attività.

Sotto l'attenta e meticolosa regia di Mediobanca e del suo "nume" storico, Enrico Cuccia, tutti questi pezzi pregiati messi insieme da Roberto Calvi erano stati fatti confluire nel Gruppo Agnelli. A prezzi stracciati. La Toro Assicurazioni fu acquisita al costo di una frazione del valore delle sole proprietà immobiliari.

Un patrimonio immenso che comprende, tanto per fare un esempio, gran parte degli edifici che circondano la centralissima piazza San Babila a Milano. A conferma dei giganteschi affari determinati da questa scomposizione, basti pensare che pochi anni dopo l'acquisizione della Toro, il Gruppo Agnelli è riuscito a recuperare quasi il 60 per cento del risibile investimento grazie alla vendita di una sola società assicurativa filiale della Toro Assicurazioni. E siccome piove sempre sul bagnato, come si suol dire, quello era esattamente il momento in cui il gruppo di Torino aveva bisogno di trovare sulla piazza una consistente compagnia assicurativa da incorporare. Infatti, a causa della forte crisi della metà degli anni '70, superata grazie ai miliardi del colonnello Gheddafi, la FIAT aveva dovuto alienare il gruppo assicurativo SAI, finito nelle mani di Salvatore Ligresti. Ovviamente, come sempre, sotto la regia di Mediobanca e di Enrico Cuccia. Ora, per il Gruppo Agnelli, era venuto il momento di tornare al business delle assicurazioni: quale occasione poteva essere più ghiotta di quella che consentiva di mettere le mani sulla Toro Assicurazioni pagando quel gioiello al costo di uno scampolo di tessuto?

Un altro affare colossale è quello rappresentato dal Gruppo Rizzoli-Corriere della Sera: venne liquidato per poche decine di miliardi. L'esborso del Gruppo Agnelli non copriva neppure il valore degli immobili in cui si trovavano redazioni, uffici e rotative.

Un piccolo problema era sorto a causa di TV Sorrisi & Canzoni, il settimanale più diffirso in Italia, che era controllato separatamente dalla Rizzoli e dal Banco Ambrosiano. Si voleva incorporare quella gallina dalle uova d'oro completamente nella Rizzoli, per farla arrivare senza problemi nelle fauci del gruppo di corso Marconi a Torino. Il fatto è che quella rivista faceva gola anche a Silvio Berlusconi per ragioni di sinergia col suo impero televisivo e, in quei tempi, anche cinematografico. Tutto si risolse a favore del cavaliere di Arcore grazie a un deciso intervento di Bettino Craxi. L'avvocato Agnelli capì che il troppo stroppia. Si accontentò, si fa per dire, e lasciò perdere. Berlusconi venne accontentato dal presidente del Consiglio e concluse l'affare, pagando però la rivista a un prezzo quasi di mercato, senza sconti né agevolazioni.

Insomma, tutto ciò che nel patrimonio del vecchio Banco aveva un grande valore aveva preso la strada di Torino. Per una singolare, fortuita e del tutto casuale circostanza, l'Avvocato aveva messo le mani sui pezzi più pregiati a prezzi irrisori.
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Messaggioda Buzz » mar apr 11, 2006 18:36 pm

hai ragione!

quel leninista di Cuccia, insieme a quel maoista di Agnelli, d'accordo ovviamente con i sindacati e il PCI!

anche la DC era una loro emanazione
per governare senza farlo sapere!


MA SEI PIRLA O OGNI TANTO HAI DEI VUOTI DI TESTA?


:D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D :D


CHE c***o C'ENTRANO LE MALEFATTE DEI PESCECANI DEL CAPITALISMO ITALIANO CON LA CONCENTRAZIONE DI POTERE NELLA MANI DI BERLUSCONI???
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Messaggioda Silvio » mar apr 11, 2006 18:42 pm

Buzz, te lo ricordi questo ???


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:D :D :D :D :D

:D :D :D :D :D

:D :D :D :D :D
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Messaggioda M@zzo » mar apr 11, 2006 18:54 pm

Buzz ha scritto:
Fokozzone ha scritto:
Gianbo ha scritto:
dags1972 ha scritto:quindi frequenze comprate dagli stranieri....ma quando mai....svendita a basso costo agli amici di confindustria


aho', ma sei di coccio?
ah no, scusa avete perso le elezioni, capisco che tu sia un po' incazzato... 8)

No no, Prodi ci ha già provato, nel recente passato, (col suo amico de benedetti) ma in un passato più lontano in italia c' è tutta una tradizione di far fallire qualcuno, per espropriarlo e regalarne le pregiate proprietà agli amichetti della trilaterale.

FKZ


ma finiscila di dire ste cazzate :D :D :D :D :D


perchè cazzate?
vogliamo parlare di una certa capitalia e di un certo geronzi e della bipop, sotto il nume tutelare di baffino d'alema allora ancora in combutta con san Fazio, in quanto acerrimo nemico di Tremonti?

o vogliamo parlare del dopo "mani pulite" e della fine che han fatto tante piccole società bloccate per "accertamenti giudiziari"...

perchè cazzate :?:
:roll:
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Messaggioda Buzz » mar apr 11, 2006 19:01 pm

perchè si era partite dal discorso sul conflitto d'interessi

perchè era stata opposta la questione repubblica corsera

perchè gli è stato chiesto che cosa c'entrasse

perchè ha risposto come hai letto e, dopo, con quella pippa scritta in verde.

::::

nessuno discute che a sinistra si tenti di gestire il potere economico nella stessa maniera schifosa che dall'altra parte

con la differenza che quelli sono maestri indiscussi e con secolare esperienza
e questi sono dei parvenu che cercano d'imparare e di ritagliarsi i loro spazi di sopravvivenza.

non che questo li giustifichi
niente affatto, per carità

ma far passare per cose di sinistra le storie tipo quella del banco ambrosiano ... fa capitombolare pure calvi nella tomba
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Messaggioda M@zzo » mar apr 11, 2006 19:04 pm

Buzz ha scritto:perchè si era partite dal discorso sul conflitto d'interessi

perchè era stata opposta la questione repubblica corsera

perchè gli è stato chiesto che cosa c'entrasse

perchè ha risposto come hai letto e, dopo, con quella pippa scritta in verde.

::::

nessuno discute che a sinistra si tenti di gestire il potere economico nella stessa maniera schifosa che dall'altra parte

con la differenza che quelli sono maestri indiscussi e con secolare esperienza
e questi sono dei parvenu che cercano d'imparare e di ritagliarsi i loro spazi di sopravvivenza.

non che questo li giustifichi
niente affatto, per carità

ma far passare per cose di sinistra le storie tipo quella del banco ambrosiano ... fa capitombolare pure calvi nella tomba


8O

ok
ritiro la domanda

buenas tarde
M@zzo
 
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Re: Le due Italie

Messaggioda gug » mar apr 11, 2006 19:41 pm

dags1972 ha scritto:Le due italie divise e nemiche
di Paolo Franchi

Lo ricorderemo a lungo, questo 10 di aprile del 2006 che ha rovesciato tutte le previsioni, nonostante la vittoria di un soffio dell'Unione alla Camera, contestata dal Polo, e il risultato del Senato che in realtà resta in bilico, affidato al voto degli italiani all'estero. Silvio Berlusconi ha quasi portato a compimento la più incredibile delle rimonte, e senza cannibalizzare gli alleati. L'Unione si è quasi vista svanire tra le mani un successo che considerava scontato: stamane il risveglio sarà amaro, nonostante lo scampato pericolo, in primo luogo per Romano Prodi e per i leader riformisti del centrosinistra. Tutto questo è chiarissimo già ora. Quale governo avrà il Paese, invece, è difficile dire. L'Italia è un Paese dove si va al governo o all'opposizione per un pugno di voti, e grazie a una curiosissima legge elettorale si rischiano persino due maggioranze diverse alla Camera e al Senato. Niente di strano, niente di male: così funzionano (legge elettorale a parte, naturalmente) tutte le democrazie dell'alternanza. Che in caso di sostanziale pareggio dispongono pure (valga per tutti l'esempio tedesco) di un'importante soluzione di riserva, utile a superare le fasi di maggiore incertezza, la Grande Coalizione. Il guaio è che l'Italia del 10 di aprile non è soltanto un Paese in cui centrodestra e centrosinistra dispongono sostanzialmente degli stessi consensi, e chi vince vince per una spanna. Il guaio è che dal 1994, quando per la prima volta, caduta la Prima Repubblica, fu chiesto agli elettori di decidere quale, tra le opposte coalizioni, dovesse governare, l'Italia non si è avvicinata di un millimetro alla precondizione di un bipolarismo moderno e civilizzato, che consiste in un minimo di legittimazione reciproca tra le forze in lotta. Sono 12 anni e passa, da quando, come dice lui, scese in campo, che la sinistra, e non solo per il conflitto di interessi, considera in cuor suo Silvio Berlusconi un usurpatore, e quella metà degli italiani che lo votano, nel migliore dei casi, degli sprovveduti. Sono 12 anni e passa che Berlusconi e i suoi elettori considerano il campo avverso, l'altra metà degli italiani, un orrendo conglomerato di post, vetero e neo comunisti, di poteri forti e di utili idioti. Questa campagna elettorale ha, se possibile, peggiorato le cose. Sempre meno proposte, programmi, idee per un Paese che declina davvero. Centrodestra e centrosinistra, il primo cercando con tutti i mezzi di rovesciare i pronostici, il secondo immaginando di avere già la Liberazione in pugno, con il passare dei giorni sempre più si sono dati per obiettivo primario quello di mobilitare i rispettivi elettorati profondi: come se il voto popolare fosse un moderno giudizio di Dio. Un successo comune, a voler essere ottimisti a dispetto della realtà, lo hanno ottenuto. Rovesciando una tendenza consolidata, gli elettori sono tornati a votare in massa. Per via delle tasse? Certo. Ma soprattutto per rinnovare un'inimicizia antica. Chi vuole entusiasmarsene, si accomodi pure. Chi cerca, nonostante tutto, di ragionare, sa che ora è molto più arduo fare un governo che governi, ma prima di tutto tenere insieme l'Italia. Anzi, le due Italie.


Questo articolo lo condivido pienamente.
Lo sostenevo pochi giorni fa in un altro topic (ora mi devo leggere tutto questo).
"montagne che varcai, dopo varcate, sì grande spazio d'in su voi non pare"

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Messaggioda il.bruno » mer apr 12, 2006 10:35 am

Altro articolo interessante, di altro tenore

Da Tempi di questa settimana:

di Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà


Scrivo queste note lunedì mattina prima di sapere il risultato elettorale. Sicuramente quanto scrivo sarà sommerso dalle urla che commenteranno i risultati. Eppure vi sono cose, apparentemente meno significative che, sono convinto, determinano di più una nazione nel lungo periodo.
Nella giornata di domenica, a campagna elettorale finita, si è saputo che il Governatore della Banca d’Italia ha annunciato l’inizio di una ripresa economica. Non c’è che da rallegrarsene, avendo a cuore il benessere della nazione e di ognuno. Suona solo strano e beffardo che, con un tempismo perfetto, la notizia venga diffusa alla fine della campagna elettorale.
Il nuovo governo, soprattutto se sarà un governo diverso da quello appena concluso, si approprierà dei meriti della ripresa (se confermata) e dirà che è la lungimiranza della politica ad aver permesso un’inversione di tendenza.
L’opposizione protesterà e si comincerà la solita ridda politica sui meriti di qualcosa che, se confermata, probabilmente ha come prima causa l’intraprendenza di tanti piccoli e medi imprenditori che lottano da tanti anni con conti in rosso, favori bancari, casse integrazioni e sussidi di stato.
Sono i protagonisti della nostra società e della nostra economia, sacrificati a destra dal consociativismo che ha impedito di portare a termine le riforme e, a sinistra, da chi li considera nemici e cerca l’accordo tra grande capitale ed ex masse operaie orchestrate dal grand comis dello Stato.
In una politica che dimentica, se non ignora e combatte, la sussidiarietà, questo popolo è ancora in cerca di piccoli capitani coraggiosi e di una rappresentanza che non ha.
Non c’è traccia di sussidiarietà, non solo nel welfare, ma anche nell’economia, come valorizzazione di chi costruisce, come detassazione di chi merita, come incentivo a chi già esporta, occupa, investe.
E’ di grande interesse, a questo proposito, l’articolo di Piero Ostellino apparso sul Corriere di sabato scorso che, prendendo spunto dal brano dell’Enciclica Deus caritas est che parla di sussidiarietà, afferma che la prospettiva di svolta per il nostro Paese consiste nel superamento di liberismo, statalismo e dirigismo politico, perché società ed economia possano crescere in modo libero.
Quando la politica si attribuisce meriti che non ha, fa venire in mente l’episodio di Tre uomini in barca dove alcuni pescatori, di fronte ad una trota appesa ad un muro, si attribuivano il merito di averla pescata. All’improvviso la trota cade e si rompe: era di gesso.
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Messaggioda MarcoS » mer apr 12, 2006 10:48 am

il.bruno ha scritto:Altro articolo interessante, di altro tenore

Da Tempi di questa settimana:

di Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà


Scrivo queste note lunedì mattina prima di sapere il risultato elettorale. Sicuramente quanto scrivo sarà sommerso dalle urla che commenteranno........eccetera eccetera


heh! dice anche il vero...se solo questo non fosse il paese dei "furbi" ...
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Messaggioda aculnaig » mer apr 12, 2006 11:48 am

il.bruno ha scritto:Altro articolo interessante, di altro tenore

Da Tempi di questa settimana:

di Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà


Scrivo queste note lunedì mattina prima di sapere il risultato elettorale. Sicuramente quanto scrivo sarà sommerso dalle urla che commenteranno i risultati. Eppure vi sono cose, apparentemente meno significative che, sono convinto, determinano di più una nazione nel lungo periodo.
Nella giornata di domenica, a campagna elettorale finita, si è saputo che il Governatore della Banca d?Italia ha annunciato l?inizio di una ripresa economica. Non c?è che da rallegrarsene, avendo a cuore il benessere della nazione e di ognuno. Suona solo strano e beffardo che, con un tempismo perfetto, la notizia venga diffusa alla fine della campagna elettorale.
Il nuovo governo, soprattutto se sarà un governo diverso da quello appena concluso, si approprierà dei meriti della ripresa (se confermata) e dirà che è la lungimiranza della politica ad aver permesso un?inversione di tendenza.
L?opposizione protesterà e si comincerà la solita ridda politica sui meriti di qualcosa che, se confermata, probabilmente ha come prima causa l?intraprendenza di tanti piccoli e medi imprenditori che lottano da tanti anni con conti in rosso, favori bancari, casse integrazioni e sussidi di stato.
Sono i protagonisti della nostra società e della nostra economia, sacrificati a destra dal consociativismo che ha impedito di portare a termine le riforme e, a sinistra, da chi li considera nemici e cerca l?accordo tra grande capitale ed ex masse operaie orchestrate dal grand comis dello Stato.
In una politica che dimentica, se non ignora e combatte, la sussidiarietà, questo popolo è ancora in cerca di piccoli capitani coraggiosi e di una rappresentanza che non ha.
Non c?è traccia di sussidiarietà, non solo nel welfare, ma anche nell?economia, come valorizzazione di chi costruisce, come detassazione di chi merita, come incentivo a chi già esporta, occupa, investe.
E? di grande interesse, a questo proposito, l?articolo di Piero Ostellino apparso sul Corriere di sabato scorso che, prendendo spunto dal brano dell?Enciclica Deus caritas est che parla di sussidiarietà, afferma che la prospettiva di svolta per il nostro Paese consiste nel superamento di liberismo, statalismo e dirigismo politico, perché società ed economia possano crescere in modo libero.
Quando la politica si attribuisce meriti che non ha, fa venire in mente l?episodio di Tre uomini in barca dove alcuni pescatori, di fronte ad una trota appesa ad un muro, si attribuivano il merito di averla pescata. All?improvviso la trota cade e si rompe: era di gesso.


Eddai un po' di buonsenso!!
Se tu avessi speso un po di tempo per leggere le dichiarazioni di Draghi (non un'intervista completa) ti saresti accorto che la prima parte di questo articolo è faziosa e stupida.
Draghi ha detto che la nostra economia accenna ad una ripresa, principalmente perchè legata a quella di eurolandia e in particolar modo alla Germania che ha investito in Italia.
Aggiunge poi che il prossimo governo (non dice se di destra o sinistra) avrà la responsabilità di non perdere il treno.
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Messaggioda dags1972 » mer apr 12, 2006 11:55 am

aculnaig ha scritto:
il.bruno ha scritto:Altro articolo interessante, di altro tenore

Da Tempi di questa settimana:

di Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà


Scrivo queste note lunedì mattina prima di sapere il risultato elettorale. Sicuramente quanto scrivo sarà sommerso dalle urla che commenteranno i risultati. Eppure vi sono cose, apparentemente meno significative che, sono convinto, determinano di più una nazione nel lungo periodo.
Nella giornata di domenica, a campagna elettorale finita, si è saputo che il Governatore della Banca d’Italia ha annunciato l’inizio di una ripresa economica. Non c’è che da rallegrarsene, avendo a cuore il benessere della nazione e di ognuno. Suona solo strano e beffardo che, con un tempismo perfetto, la notizia venga diffusa alla fine della campagna elettorale.
Il nuovo governo, soprattutto se sarà un governo diverso da quello appena concluso, si approprierà dei meriti della ripresa (se confermata) e dirà che è la lungimiranza della politica ad aver permesso un’inversione di tendenza.
L’opposizione protesterà e si comincerà la solita ridda politica sui meriti di qualcosa che, se confermata, probabilmente ha come prima causa l’intraprendenza di tanti piccoli e medi imprenditori che lottano da tanti anni con conti in rosso, favori bancari, casse integrazioni e sussidi di stato.
Sono i protagonisti della nostra società e della nostra economia, sacrificati a destra dal consociativismo che ha impedito di portare a termine le riforme e, a sinistra, da chi li considera nemici e cerca l’accordo tra grande capitale ed ex masse operaie orchestrate dal grand comis dello Stato.
In una politica che dimentica, se non ignora e combatte, la sussidiarietà, questo popolo è ancora in cerca di piccoli capitani coraggiosi e di una rappresentanza che non ha.
Non c’è traccia di sussidiarietà, non solo nel welfare, ma anche nell’economia, come valorizzazione di chi costruisce, come detassazione di chi merita, come incentivo a chi già esporta, occupa, investe.
E’ di grande interesse, a questo proposito, l’articolo di Piero Ostellino apparso sul Corriere di sabato scorso che, prendendo spunto dal brano dell’Enciclica Deus caritas est che parla di sussidiarietà, afferma che la prospettiva di svolta per il nostro Paese consiste nel superamento di liberismo, statalismo e dirigismo politico, perché società ed economia possano crescere in modo libero.
Quando la politica si attribuisce meriti che non ha, fa venire in mente l’episodio di Tre uomini in barca dove alcuni pescatori, di fronte ad una trota appesa ad un muro, si attribuivano il merito di averla pescata. All’improvviso la trota cade e si rompe: era di gesso.


Eddai un po' di buonsenso!!
Se tu avessi speso un po di tempo per leggere le dichiarazioni di Draghi (non un'intervista completa) ti saresti accorto che la prima parte di questo articolo è faziosa e stupida.
Draghi ha detto che la nostra economia accenna ad una ripresa, principalmente perchè legata a quella di eurolandia e in particolar modo alla Germania che ha investito in Italia.
Aggiunge poi che il prossimo governo (non dice se di destra o sinistra) avrà la responsabilità di non perdere il treno.


quoto... ora sta a prendere il treno giusto e non andare a prendere una locomotiva che ci porta ad una stazione fantasma....
tanti saluti e buone salite a tutti
Alberto Giacomo Letizia Elena e Daniele
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Messaggioda aculnaig » mer apr 12, 2006 15:45 pm

dags1972 ha scritto:
aculnaig ha scritto:
il.bruno ha scritto:Altro articolo interessante, di altro tenore

Da Tempi di questa settimana:

di Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà


Scrivo queste note lunedì mattina prima di sapere il risultato elettorale. Sicuramente quanto scrivo sarà sommerso dalle urla che commenteranno i risultati. Eppure vi sono cose, apparentemente meno significative che, sono convinto, determinano di più una nazione nel lungo periodo.
Nella giornata di domenica, a campagna elettorale finita, si è saputo che il Governatore della Banca d?Italia ha annunciato l?inizio di una ripresa economica. Non c?è che da rallegrarsene, avendo a cuore il benessere della nazione e di ognuno. Suona solo strano e beffardo che, con un tempismo perfetto, la notizia venga diffusa alla fine della campagna elettorale.
Il nuovo governo, soprattutto se sarà un governo diverso da quello appena concluso, si approprierà dei meriti della ripresa (se confermata) e dirà che è la lungimiranza della politica ad aver permesso un?inversione di tendenza.
L?opposizione protesterà e si comincerà la solita ridda politica sui meriti di qualcosa che, se confermata, probabilmente ha come prima causa l?intraprendenza di tanti piccoli e medi imprenditori che lottano da tanti anni con conti in rosso, favori bancari, casse integrazioni e sussidi di stato.
Sono i protagonisti della nostra società e della nostra economia, sacrificati a destra dal consociativismo che ha impedito di portare a termine le riforme e, a sinistra, da chi li considera nemici e cerca l?accordo tra grande capitale ed ex masse operaie orchestrate dal grand comis dello Stato.
In una politica che dimentica, se non ignora e combatte, la sussidiarietà, questo popolo è ancora in cerca di piccoli capitani coraggiosi e di una rappresentanza che non ha.
Non c?è traccia di sussidiarietà, non solo nel welfare, ma anche nell?economia, come valorizzazione di chi costruisce, come detassazione di chi merita, come incentivo a chi già esporta, occupa, investe.
E? di grande interesse, a questo proposito, l?articolo di Piero Ostellino apparso sul Corriere di sabato scorso che, prendendo spunto dal brano dell?Enciclica Deus caritas est che parla di sussidiarietà, afferma che la prospettiva di svolta per il nostro Paese consiste nel superamento di liberismo, statalismo e dirigismo politico, perché società ed economia possano crescere in modo libero.
Quando la politica si attribuisce meriti che non ha, fa venire in mente l?episodio di Tre uomini in barca dove alcuni pescatori, di fronte ad una trota appesa ad un muro, si attribuivano il merito di averla pescata. All?improvviso la trota cade e si rompe: era di gesso.


Eddai un po' di buonsenso!!
Se tu avessi speso un po di tempo per leggere le dichiarazioni di Draghi (non un'intervista completa) ti saresti accorto che la prima parte di questo articolo è faziosa e stupida.
Draghi ha detto che la nostra economia accenna ad una ripresa, principalmente perchè legata a quella di eurolandia e in particolar modo alla Germania che ha investito in Italia.
Aggiunge poi che il prossimo governo (non dice se di destra o sinistra) avrà la responsabilità di non perdere il treno.


quoto... ora sta a prendere il treno giusto e non andare a prendere una locomotiva che ci porta ad una stazione fantasma....


Speriamo che su quel treno salgano TUTTI i parlamentari di sn. :?
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Messaggioda Herman » mer apr 12, 2006 22:58 pm

dags1972 ha scritto:ora sta a prendere il treno giusto


Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva

e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva

e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria:

"Fratello, non temere, che corro al mio dovere!

Trionfi la giustizia proletaria!
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Messaggioda trivi » gio apr 13, 2006 0:28 am

Herman ha scritto:
dags1972 ha scritto:ora sta a prendere il treno giusto


Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva

e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva

e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria:

"Fratello, non temere, che corro al mio dovere!

Trionfi la giustizia proletaria!


mi mettono una tristezza questi versi... :(
...E riempire la vita di vita, e non di attesa. (Buzz)

Ho qualcosa da dire, ma non so bene cosa
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Messaggioda Herman » gio apr 13, 2006 0:34 am

trivi ha scritto:
Herman ha scritto:
dags1972 ha scritto:ora sta a prendere il treno giusto


Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva

e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva

e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria:

"Fratello, non temere, che corro al mio dovere!

Trionfi la giustizia proletaria!


mi mettono una tristezza questi versi... :(


già, fondamentalmente una canzona triste...
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Messaggioda Fokozzone » gio apr 13, 2006 11:51 am

Buzz ha scritto:hai ragione!

quel leninista di Cuccia, insieme a quel maoista di Agnelli, d'accordo ovviamente con i sindacati e il PCI!

anche la DC era una loro emanazione
per governare senza farlo sapere!


MA SEI PIRLA O OGNI TANTO HAI DEI VUOTI DI TESTA?


: :D


CHE c***o C'ENTRANO LE MALEFATTE DEI PESCECANI DEL CAPITALISMO ITALIANO CON LA CONCENTRAZIONE DI POTERE NELLA MANI DI BERLUSCONI???

Non centra, dico che prodi è l' espressione di un' altra concentrazione di potere che vuole far favori ai suoi amici. E quando era all' iri ci ha provato.
Quanto al banco ambrosiano, il partito che finanziava di più era quello comunista.
In effetti non vorrai pensare che a livello di concentrazione di potere si sia combattuta una battaglia tra berlusconi e i cittadini comuni??? Non dir cazzate e non farmi ridere tu, si è combattuta una battaglia fra berlusconi, col suo potere palese e personale e altri poteri, meno palesi, che fanno a capo a persone meno in vista, ma non per questo meno forti.
Esempio:
citazione ha scritto: Molti giornali hanno riportato anche i nomi graditi a Ciampi che potrebbero sostituire Fazio: Schioppa, Draghi, Monti e Siniscalco stesso. Tutte queste persone, accomunate dall?essere ammesse al "Bilderberg group", circolo ristrettissimo che decide delle sorti del mondo,


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Messaggioda Buzz » gio apr 13, 2006 12:02 pm

Fokozzone ha scritto:
Buzz ha scritto:hai ragione!

quel leninista di Cuccia, insieme a quel maoista di Agnelli, d'accordo ovviamente con i sindacati e il PCI!

anche la DC era una loro emanazione
per governare senza farlo sapere!


MA SEI PIRLA O OGNI TANTO HAI DEI VUOTI DI TESTA?


: :D


CHE c***o C'ENTRANO LE MALEFATTE DEI PESCECANI DEL CAPITALISMO ITALIANO CON LA CONCENTRAZIONE DI POTERE NELLA MANI DI BERLUSCONI???

Non centra, dico che prodi è l' espressione di un' altra concentrazione di potere che vuole far favori ai suoi amici. E quando era all' iri ci ha provato.
Quanto al banco ambrosiano, il partito che finanziava di più era quello comunista.
In effetti non vorrai pensare che a livello di concentrazione di potere si sia combattuta una battaglia tra berlusconi e i cittadini comuni??? Non dir cazzate e non farmi ridere tu, si è combattuta una battaglia fra berlusconi, col suo potere palese e personale e altri poteri, meno palesi, che fanno a capo a persone meno in vista, ma non per questo meno forti.
Esempio:
citazione ha scritto: Molti giornali hanno riportato anche i nomi graditi a Ciampi che potrebbero sostituire Fazio: Schioppa, Draghi, Monti e Siniscalco stesso. Tutte queste persone, accomunate dall?essere ammesse al "Bilderberg group", circolo ristrettissimo che decide delle sorti del mondo,


FKZ


e allora?

ammetto senza difficoltà che il mondo sia governato da pochi e che quei pochi non sono solo quelli che si vedono sulle copertine dei giornali

e allora?

dove vuoi arrivare?
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Messaggioda aculnaig » gio apr 13, 2006 12:03 pm

Fokozzone ha scritto:
Buzz ha scritto:hai ragione!

quel leninista di Cuccia, insieme a quel maoista di Agnelli, d'accordo ovviamente con i sindacati e il PCI!

anche la DC era una loro emanazione
per governare senza farlo sapere!


MA SEI PIRLA O OGNI TANTO HAI DEI VUOTI DI TESTA?


: :D


CHE c***o C'ENTRANO LE MALEFATTE DEI PESCECANI DEL CAPITALISMO ITALIANO CON LA CONCENTRAZIONE DI POTERE NELLA MANI DI BERLUSCONI???

Non centra, dico che prodi è l' espressione di un' altra concentrazione di potere che vuole far favori ai suoi amici. E quando era all' iri ci ha provato.
Quanto al banco ambrosiano, il partito che finanziava di più era quello comunista.
In effetti non vorrai pensare che a livello di concentrazione di potere si sia combattuta una battaglia tra berlusconi e i cittadini comuni??? Non dir cazzate e non farmi ridere tu, si è combattuta una battaglia fra berlusconi, col suo potere palese e personale e altri poteri, meno palesi, che fanno a capo a persone meno in vista, ma non per questo meno forti.Esempio:
citazione ha scritto: Molti giornali hanno riportato anche i nomi graditi a Ciampi che potrebbero sostituire Fazio: Schioppa, Draghi, Monti e Siniscalco stesso. Tutte queste persone, accomunate dall?essere ammesse al "Bilderberg group", circolo ristrettissimo che decide delle sorti del mondo,


FKZ


Hai sicuramente ragione Fok, ma era anche una nostra battaglia perchè gli effetti del potere di Berluscni ricadono anche su di noi.
E' un dato di fatto che Berlusconi abbia guidato una legislatura che ha fatto i suoi interessi e quelli dei suoi amici.
La nostra stampa (repub, corriere, sole 24 etc), tanto criticata perchè disfattista, è stata morbidissima in confronto a quella estera.
Giornali come il new york times, economist e altri lo descrivevano come presidente che si arricchiva mentre la nazione andava a rotoli.
Ed entrambi i giornali appartengono a un paese che appoggiava quello di berlusconi.

C'è da dire che nessuno dei due ha mai dato molta fiducia neanche a Mortadella.

Speriamo bene
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Messaggioda BBB » gio apr 13, 2006 12:11 pm

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