Anni fa (un bel po') io e un mio amico non vedente decidiamo di andare al campeggio in toscana su un vecchio catorcio acquistato per la modica cifra di 150.000 lire. Caricata la macchina con canotto, remi, pinne, ochette e varie delizie acquatiche, partiamo felici verso la vacanza.
Dopo 5 o 6 chilometri

il nostro potente mezzo fa kaputt, proprio nel bel mezzo di un viadotto dell'autostrada. Fermi sulla minuscola corsia d'emergenza, attendiamo fiduciosi l'arrivo dei soccorsi.
Passa circa un quarto d'ora e sopraggiunge una macchina della polizia con su un solo agente. Il mio amico, che non porta gli occhiali scuri, scende dalla macchina e rimane in piedi appoggiato al guard rail mentre l'agente fa le domande di rito (tipo, dopo aver guardato dentro il guazzabuglio dei nostri bagagli "dove state andando?"

).
Il primo problema si presenta al momento della richiesta del libretto. La macchina, appena comprata, è intestata al mio amico, che chiameremo
Mario Rossi, ma non siamo ancora in possesso del libretto, bensì di un umile e spiegazzato foglio di via. L'agente guarda il foglio. Guarda me. Mi domanda: "A chi è intestata la vettura?" E io: "A questo mio amico, il signor Mario Rossi". "Ma non c'è scritto..." fa il polizioide insospettito. Io, perplessa, mi avvicino e guardo il foglio, sul quale, in effetti, c'è scritto
ROSSI MARIO...
Non soddisfatto della piega che stanno prendendo le sue indagini, l'agente, sempre più insospettito, guarda attentamente il mio amico, che continua a stare in piedi fuori dalla macchina con quello sguardo perso tipico dei ciechi. "Cos'ha il suo amico? si sente male?" mi chiede. E io: "No, è non vedente." Quello resta un attimo con la coda a punto interrogativo e poi:
"Ma come fa a guidare?"

Oggi la vita è bella. Oggi mi sono alzata di buon umore. Oggi è un buon giorno.
Domani ci penserò.