Oi cari forumisti, è un po? che non scrivevo più. Son stato via per far vie abbastanza lontano e là non c?è questo micidiale aggeggio. Laggiù si vive ancora come qui anni e anni fa, e proprio ripensando a quei periodi mi è venuta in mente questa storia, che adesso vi racconto.
Era un bella mattina di inizio primavera, quando con il Toni, Kurt e Hans stavamo camminando tranquilli verso l?attacco di una via che all?improvviso arriva giù un temporale. Cosa fare? Ci siamo subito rintanati in una stalla su dei pascoli, con le bestie, ad aspettare che smettesse. Aspetta tu che aspetto io, il tempo passa e mica smette di piovere. Mica vuol piantarla lì, altroché invece se continua a venir giù, ne vengono giù torrenti, fiumi. Prima grandine anche, poi pioggia, poi di nuovo grandine.
Ve bin, ci diciamo, oggi l?è andata così, che vuoi farci, eravamo mica d?accordo con il Padreterno per far sta via, vuol dire che lui aveva progetti diversi. E infatti ne aveva di progetti. Ne aveva si, ma noi al momento ancora non lo sapevamo.
Insomma quando smette usciamo dal ricovero e si capisce subito che della via manco a parlarne, tutto bagnato, sulle cenge c?è della grandine persino un po? di neve su in alto.
Ci incamminiamo allora giù verso il paese, un po? mogi, perché si trattava di ritornare senza la via fatta, e ci toccava ritornar su da quel sentierone che ci voleva quattro ore per farlo tutto.
Quando il Toni, che ha sempre avuto l?orecchio fino, sente un voce, almeno così gli pare. E? lontana dice. Allora stiamo un momento tutti zitti e silenziosi ad aspettare sotto i pini, che ci colavano giù l?acqua in testa.
In effetti poco dopo arriva un chiamo, u-uuuu u-uuuuuu auooooo, un verso cosi, prolungato. Non si capiva bene, ma sicuramente era umano.
Si va fuori con la testa dal bosco, si guarda su dai pascoli, si alza lo sguardo sulle crode, gira di qua, gira di là, mica si capisce da dove viene. E ogni tanto si ripete u-uuuuuu u-uuuuu aoooo.
Ma la miseria ladra da dov?è che chiamano? Così cominciamo a salire di nuovo verso i pascoli alti, e si sentiva sempre a intervalli regolari. Era un richiamo tranquillo, come di qualcuno che non fosse proprio appeso all?ultimo cordino, ma che comunque chiamava soccorso.
Sali e sali che arriviamo all?attacco delle vie, tra cui la nostra, e cominciamo a capire che il richiamo arriva proprio da qualche cengia li sopra, una delle prime.
Che ci può fare se non salire su dalla via, infatti ci leghiamo e il Kurt comincia ad andar su svelto come un gatto e con il suo stile pulito e sobrio arriva alla sosta e ci urla che ormai sente lì vicino il richiamo, che ha urlato anche lui e gli pare di sentire una risposta.
Saliamo ancora un tiro e da lì si vede bene bene che sulla cengia a fianco della nostra via, quella che taglia su diretta da pratoni c?è una bimba raggomitolata contro la parete, il Toni che è un po? dei posti la riconosce subito, è la figlia di un malgaro, la sordomuta.
Era finita lì inseguendo le capre e l?aveva presa la grandinata e ormai non riusciva più a scender più da lì, poverina. Insomma l?abbiamo aiutata, quando ci ha visti si messa anche a piangere. Perché pensava di morire perchè non sapeva se il suono le usciva quando chiamava.
Ecco vedete è una storia semplice, anche banale. Però a volte ti fa pensare. Se avessimo attaccato due ore prima e la grandinata ci prendeva in cima, chi passava più da lì? E così a volte, chissà, chissà.
E queste storie mi son venute un po? in mente laggiù, dove vi dicevo all?inizio, che ci sono ancora tanti bambini che vanno in giro con le capre, e speriamo che gli vada bene sempre.