Niente di nuovo sotto il sole ...

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Niente di nuovo sotto il sole ...

Messaggioda Enzolino » mer set 07, 2005 15:28 pm

http://www.kataweb.it/news/index.jsp?s= ... id=1093940
UNIVERSITA': GLI STUDENTI,PIU' CHE LAUREA SERVE 'SPINTA'

Altro che meritocrazia, tra gli universitari italiani continua a imperare la cultura della spintarella. Per fare strada, in media sette matricole su dieci pensano che la raccomandazione e le conoscenze giuste valgano molto di piu' di una laurea da 110 e lode. Soprattutto al sud, dove per la scalata al successo si confida sempre e solo in un "aiutino" o nel papa' professionista. La percentuale in questo caso e' di 9 studenti su 10. Insomma, non c'e' riforma che tenga: negli atenei italici il motto rimane "sempre meglio che lavorare", tanto che appena un iscritto su tre pensa di trovarsi un impiego per mantenersi gli studi. E in ogni caso, mai prima dei 30 anni. E' quanto risulta da una ricerca realizzata da Campus, il mensile degli studenti (in edicola in questi giorni), che ha intervistato oltre 1000 ragazzi e ragazze ai nastri di partenza della carriera universitaria, per indagare aspirazioni e motivazioni. Il primo dato che emerge e' proprio la scarsa considerazione rispetto all'utilita' della laurea per trovare il posto di lavoro dei sogni. Tanto che i criteri di scelta dell'universita' poco hanno a che fare con le aspettative professionali: il 27% delle matricole ha scelto il suo ateneo in relazione alla vicinanza a casa, al costo dell'iscrizione (22%) o alle pressioni dei genitori (17%). La scelta stessa della facolta' e' influenzata in almeno un caso su tre (32%) soprattutto dalla facilita', oppure dalla tradizione di famiglia (23%), o al massimo dall'originalita' del corso "trendy" e di moda (18%). In pratica, sempre meglio che lavorare. E infatti meno di uno studente su dieci (8%) pensa di rimboccarsi le maniche per mantenersi durante gli studi, mente il 64% non ne vuole proprio sapere. Per il lavoro c'e' tempo. Quando? L'eta' giusta sembra essere 30, come conferma il 39% delle matricole, o al massimo verso i 28 anni. (AGI)

Aggiungo ...
La cosa assurda e' che in UK, ad esempio, ci si laurea intorno ai 22 anni e la maggior parte iniziano subito a lavorare ... il sistema universitario italiano e la cultura italiana e' tale per cui si rimane eterni figli!

Ciao :wink:

Lorenzo
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Messaggioda Spider » mer set 07, 2005 15:47 pm

purtroppo, sempre la solita storia...

E' vero che la "laurea" anglosassone dura solo 3 anni, un po' come la laurea "mignon" del nuovo ordinamento, e che la nostra vecchia laurea di 5 anni corrispondeva a una laurea+master anglosassone...

...però è comunque vero che in UK si finisce il master a 24 anni... non a 27-28, che è l'età media di laurea in Italia!

E col nuovo ordinamento mi pare non sia cambiato pressochè nulla... anzi, l'università è diventata molto più facile (programmi d'esame ridotti all'osso, corsi con numero di ore ridicolo, possibilita di raffazzonare a piacere il piano di studi), ma da quel che vedo questo ha spinto ancor più gli studenti al fancazzismo.

Ovvero: dato che è facile e posso laurearmi quando voglio, me la prendo comoda, mi sbatto il meno possibile e me la godo cercando di farla durare il più possibile.

Tipico ragionamento all'italiana, evviva evviva.
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Messaggioda fab » mer set 07, 2005 15:51 pm

Niente di nuovo sotto al sole! :roll:
Sotto l'8c so tutti sentieri...

...sob...!
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Messaggioda Roberto » mer set 07, 2005 16:18 pm

L'università è diventata troppo facile.... pure Fab si sta laureando 8) :roll:
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Messaggioda cuorpiccino » mer set 07, 2005 16:21 pm

Che intendete per "anglosassone"?
Non so in Inghilterra, ma in USA l'università costicchia un po' più che in Italia. E' un'altra bella differenza. Sarebbe bello prendere il meglio delle due.
Il più grande alpinista è quello che si diverte di più
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Messaggioda Enzolino » mer set 07, 2005 16:38 pm

cuorpiccino ha scritto:Che intendete per "anglosassone"?
Non so in Inghilterra, ma in USA l'università costicchia un po' più che in Italia. E' un'altra bella differenza. Sarebbe bello prendere il meglio delle due.
Io intendo UK. Comunque laurearsi in UK e' abbastanza facile per cui se in facolta' come in ingegneria in Italia 5 anni fa si laureavano il 20% rispetto agli iscritti del primo anno, in UK erano l'85%. Insomma, le percentuali erano invertite. Laurearsi piu' facilmente permette maggiore flessibilita' nel cambiare il proprio percorso lavorativo, invece di promuovere la fossilizzazione in un settore come spesso accade in Italia. Se poi gli italiani sono pigri ... beh ... allora peggio per noi! :D
C'e' da dire che da noi le universita' scientifiche sono molto piu' accademiche e costruiscono un background massiccio, ma talvolta inadeguato rispetto al mondo del lavoro.
Riporto un aneddoto significativo.
Un mio amico, diplomato con 45/60 si iscrive a ingegneria al politecnico di Torino. Dopo un'anno riesce a dare un solo esame. Invece di rinunciare il padre lo convince ad andare in UK. Si laurea dopo 3 anni ed inizia il dottorato. Bene. Ha finito il dottorato prima dei suoi compagni di classe maturati con 60/60 ed iscritti con lui in Ingegneria dei materiali.
Morale: i laureati italiani, pur avendo un forte background, in termini di titoli non sono affatto competitivi con altri stati europei.
Se poi consideriamo la ricerca la situazione e' ancora piu' drammatica ...

Ciao :wink:

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Messaggioda pietrodp » mer set 07, 2005 17:28 pm

Enzolino ha scritto:....
Riporto un aneddoto significativo.
Un mio amico, diplomato con 45/60 si iscrive a ingegneria al politecnico di Torino. Dopo un'anno riesce a dare un solo esame. Invece di rinunciare il padre lo convince ad andare in UK. Si laurea dopo 3 anni ed inizia il dottorato. Bene. Ha finito il dottorato prima dei suoi compagni di classe maturati con 60/60 ed iscritti con lui in Ingegneria dei materiali.
Morale: i laureati italiani, pur avendo un forte background, in termini di titoli non sono affatto competitivi con altri stati europei.
Se poi consideriamo la ricerca la situazione e' ancora piu' drammatica ...

Ciao :wink:

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Da ingegnere dei materiali confermo quanto scritto da Lorenzo e aggiungo che quando arrivavano in erasmus nel nostro dipartimento studenti stranieri (io ricordo una francese, un tedesco, un greco), per usare un termine caro all'arrampicata "trovavano lungo" in praticamente tutti gli esami e invariabilmente tornavano a casa o con le pive nel sacco o con una serie di ventelli di incoraggiamento (proprio perche', in quanto stranieri, li si aiutava..).
Solo che tutti loro hanno iniziato a lavorare 3 o 4 anni prima di noi.
mandi
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Messaggioda BBB » mer set 07, 2005 17:48 pm

E siccome il succo di un 3d precedente è che dal lavoro impari molto di
più.........che senso ha l'università così lunga e difficile?

:lol:
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Messaggioda Enzolino » gio set 08, 2005 7:51 am

Carlo78 ha scritto:E siccome il succo di un 3d precedente è che dal lavoro impari molto di
più.........che senso ha l'università così lunga e difficile?

:lol:
E' una lunga storia probabilmente legata anche alla tradizione ... l'universita' italiana alla fine ti da un background cosi' vasto e profondo (forse anche troppo, almeno in alcune discipline) che ti permette di spaziare sia nella pratica ma soprattutto nella teoria con maggiore liberta' e flessibilita' mentale rispetto alla media delle universita' non italiane. Imparare ad usare una macchina o delle regolette ci vuole poco, ma costruire una "forma mentis" e capire i pilastri teorici su cui si basano certi principi ci vuole molto di piu'.
Purtroppo quello che dice pietrodp "ci fa onore", ma alla fine lo possiamo sapere solo noi italiani e mi chiedo quanto competitivi possiamo essere nel mercato del lavoro. Mah ...

Ciao :wink:

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