Lo chiamavano Crisantemo

[onoff]

Lo chiamavano crisantemo, chissà perché si chiedeva lui. Non che fosse triste, bè certo non era gioviale.
Ma di tutto vedeva il lato angoscioso, della nord in condizioni perfette ne vedeva solo gli ultimi venti metri di ghiaccio verde vivo, della tranquilla discesa l?unico passo delicato e forse vetrato.
Per le previsioni meteo poi aveva una particolare idiosincrasia a quelle che davan bel tempo, si si dicono bello diceva, però e giù a raccontare di certe bufere improvvise, di tempeste scaturite dal nulla.
I soci sapevano, viene Crisantemo si dicevano, portando un po? gli occhi al cielo, e mettevano il goretex nello zaino ad agosto, aggiungevano due chiodi al mazzo, abbondavano con i friend, qualche fettuccia da lascio in più. Non che pensassero chiamasse la sfiga, ma si sa, a volte la prudenza non è mai troppa.
E partivano. Tutte le albe son fredde e ventose, e mai tanto vento sibilava al parcheggio come con lui, che socchiudendo gli occhi, annusava il vento, è tempesta in quota diceva, chissà se conviene salire e se ci bagna le rocce in discesa?
Poi borbottando si ingarruppava nella mentellina triplo strato, con capello nord-ovest calato sugli occhi e cominciava a sudare, ma pian piano saliva, un po? mogio, quasi sentisse un affronto il mancato approssimarsi della tempesta, dei turbini da lui annunciati come certi.
E finalmente ecco il pendio, l?ultimo tratto incantato dal sole nascente che rosseggiava sulle cime, è tardi diceva, ora comincia a venir giù di tutto, l?avevo detto che si era lenti, ho sentito già un rombo? udite anche voi?
Ma tutto era silenzio e quiete, anche il vento taceva. Solo il rumore ritmico di piccozza e ramponi, piccozza e ramponi su verso l?alto canalone.
Intanto Crisantemo spiava le fredde pareti, scrutava le creste, indagava sulle pietruzze del canale, si aggiustava il casco e camminava rasente alla roccia.
Quando si raggiungeva la vetta, ormai un cielo tersissimo salutava il nuovo giorno, ed ecco laggiù la pianura, altre vette remote.
Ecco si scende, adagio e senza fretta, ma Crisantemo incita, vede laggiù, all?orizzonte forse dei lampi? E quelle macchie in fondo, che sono, nembi? Meglio mettere i ramponi, che lì c?è vetrato lo sento, sembra neve ma sotto!
Bruciati dal sole si arrivava al Rifugio, e frotte di turisti pisolavano sui prati intorno al laghetto, Crisantemo non comprendeva, come potessero salire senza zaino fin lì, e poi guarda quello persin senza scarponi, e la picca nessuna l?ha portata.
Beveva la sua birra sospirando, anche oggi la pellaccia torna a casa si diceva, sempre che si arrivi all?auto, aggiungeva un po? fosco.
E così lungo il viaggio di ritorno, alcuni cantavano, lui taciturno pensava allo zero termico che però era alto, altri programmavano felici nuove salite e lui si rammaricava, si sentiva il cuore ancora lassù, sul canalone che poteva esser vetrato, sulla probabile infida discesa e forse era felice così.