Incidente al Monviso....

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Incidente al Monviso....

Messaggioda Cich » mar mag 17, 2005 9:42 am

Cich
 
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Messaggioda BBB » mar mag 17, 2005 10:20 am

A voi che siete esperti chiedo, anche se immagino che ci siano pochi elementi per valutare e giudicare questa tragedia:

Come può succedere? E' imprudenza nel valutare le condizioni meteo e di compattezza della neve? Quindi esperienza delle vittime non idonea all'impresa?
E' possibile che sia solo sfiga? :?
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Messaggioda sideshow-nico » mar mag 17, 2005 16:24 pm

ho un'amica ke lavora all'eco di bergamo.
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Messaggioda kravun » mar mag 17, 2005 18:21 pm

Carlo78 ha scritto:A voi che siete esperti chiedo, anche se immagino che ci siano pochi elementi per valutare e giudicare questa tragedia:

Come può succedere? E' imprudenza nel valutare le condizioni meteo e di compattezza della neve? Quindi esperienza delle vittime non idonea all'impresa?
E' possibile che sia solo sfiga? :?


A fianco del Quintino Sella, (il rifugio dal quale si parte per la Normale e la Est del Viso) c'è una cappelletta...
Dentro, attaccato dappertutto, ci sono foto e scritte in memoria delle persone che hanno perso la vita sul Viso......il 95% di queste tragedie è avvenuta sulla Est.
Non conosco le condizioni in primavera, ma in estate scalare la Est, secondo me è una bella roulette russa.....
Il Viso di per se è già un bel ghiaione...se poi ci mettiamo il fatto che la Est si sviluppa all'interno di un canalone dove se qualcosa si stacca dall'alto difficilmente riesci a scansarlo......beh...secondo me vale la pena pensarci bene e magari scegliere una salita meno "nota" ma più sicura....
Io personalmente non la farei mai.
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Messaggioda Davide62 » mar mag 17, 2005 18:58 pm

Carlo78 ha scritto:A voi che siete esperti chiedo, anche se immagino che ci siano pochi elementi per valutare e giudicare questa tragedia:

Come può succedere? E' imprudenza nel valutare le condizioni meteo e di compattezza della neve? Quindi esperienza delle vittime non idonea all'impresa?
E' possibile che sia solo sfiga? :?

Come si fa a saperlo...
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Messaggioda BBB » mar mag 17, 2005 23:17 pm

Beh, chiedevo appunto a chi conosce quella parete. Kravun mi sembra abbia fatto un ragionamento da non sottovalutare.
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Messaggioda kravun » mer mag 18, 2005 7:54 am

Carlo78 ha scritto:Beh, chiedevo appunto a chi conosce quella parete. Kravun mi sembra abbia fatto un ragionamento da non sottovalutare.

Tengo a precisare che le mie considerazioni sulla Est del Viso non sono da "esperto".
Io il Viso l'ho salito (non scalato) dalla via normale.
Della Est ho solo letto delle recensioni e visto il percorso dal basso.
Personalmente non amo camminare e arrampicare dove c'è troppa gente.
Il Viso è un carnaio...
Lo scorso anno sono salito sull' Avic..eravamo io, mia moglie e la natura....tutto il resto del mondo era su montagne più "mondane".....sono stato da Dio....salire in pace senza la coda davanti e dietro e senza la paura che qualcuno maldestro mi facesse fiondare qualcosa dall'alto...
D'ora in avanti solo salite poco note.
Ciau
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Messaggioda boozyfede » mer mag 18, 2005 8:11 am

attenzione, le persone che sono morte, in particolare una, avevano MOLTA esperienza, per cui non penso abbiano sottovalutato le condizioni della salita. è una tragedia, ma non penso proprio sia imputabile a loro.
"Uscire dal letto e fare di più, allenarsi di più, diventare più forte?questo è il mio vero talento naturale, quello che vorrei dare agli altri?
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Messaggioda stefano michelazzi » mer mag 18, 2005 8:28 am

esperto, non esperto, calcolato, non calcolato...quando succede un incidente sempre le solite chiacchiere...si poteva evitare? e chi può dirlo? solo loro che erano là sapevano come sono andate le cose...noi potremo fare tutte le congetture che vogliamo ma alla fine non lo sapremo mai, capita che gente molto in gamba ci lasci le penne, pur avendo calcolato alla perfezione tutti i rischi, perchè c'è sempre l'imponderabilità del fato...quella è incalcolabile, ed è un assunzione di rischio che tutti facciamo quando scaliamo, sul facile o sul difficile poco importa...

Un saluto a quei due ragazzi.
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Messaggioda boozyfede » mer mag 18, 2005 8:38 am

completamente d'accordo, inoltre non capisco quest'accanimento della gente a trovare sempre, quando accadono cose del genere, il perchè è successo. magari mi sbaglio io, ma che ogni attività in montagna comporti dei rischi lo si sa a priori, indipendentemente dall'esperienza, dalla meteo, dalle condizioni, ecccc
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Messaggioda BBB » mer mag 18, 2005 11:34 am

boozyfede ha scritto:completamente d'accordo, inoltre non capisco quest'accanimento della gente a trovare sempre, quando accadono cose del genere, il perchè è successo. magari mi sbaglio io, ma che ogni attività in montagna comporti dei rischi lo si sa a priori, indipendentemente dall'esperienza, dalla meteo, dalle condizioni, ecccc



Io invece sono per l'indagine e il capire più che si può le cause dell'accadimento delle cose.
E' l'unico tipo di procedimento razionale che considero meritevolee.
Considero invece alquanto superficiale il fatalismo, e abbandonarsi a frasi del tipo: "si vede che doveva succedere", e simili, serve a poco.
Poi capisco, a quanto ho letto, che una cresta pendente la puoi notare un volta che ci sei sotto.
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Messaggioda stefano michelazzi » mer mag 18, 2005 14:41 pm

Carlo78 ha scritto:
boozyfede ha scritto:completamente d'accordo, inoltre non capisco quest'accanimento della gente a trovare sempre, quando accadono cose del genere, il perchè è successo. magari mi sbaglio io, ma che ogni attività in montagna comporti dei rischi lo si sa a priori, indipendentemente dall'esperienza, dalla meteo, dalle condizioni, ecccc



Io invece sono per l'indagine e il capire più che si può le cause dell'accadimento delle cose.
E' l'unico tipo di procedimento razionale che considero meritevolee.
Considero invece alquanto superficiale il fatalismo, e abbandonarsi a frasi del tipo: "si vede che doveva succedere", e simili, serve a poco.
Poi capisco, a quanto ho letto, che una cresta pendente la puoi notare un volta che ci sei sotto.



Non si tratta di fatalismo, ma di accettazione del rischio che è ben diverso.
Parlarne per capire le dinamiche può essere utile, parlarne contestando eventuali errori di chi, fatalità o errore umano l'ha già pagata cara, non credo sia utile.
Una cresta pendente aumenta certamente il fattore rischio, ma non significa a priori, che questo possa essere imminente, spesso accade di muoversi in condizionoi ambientali pericolose, le vie più famose in dolomiti ad esempio si snodano tutte o quasi su pareti marcie e infidissime, ma quanti le ripetono? File di cordate ogni anno. Allindomani che qualcuno avrà avuto un incidente, si sentiranno i buoni pensatori, gridare all'errore, dire che la parete era pericolosa, che quel sasso doveva venir giù da tempo, che erano o non erano esperti e così via...ma alla fine solo chi avrà vissuto quell'esperienza saprà dire il perchè, e cmq il rischio l'avrà accettato già quando sulla carta o sulle foto sognava quella salita...
Non è per fatalismo e sono convintissimo che l'esperienza e la prudenza portino ad una limitazione notevole del grado di rischio, ma l'alpinismo è anche sogno e si sà che quando il sogno incontra la realtà son dolori!
stefano michelazzi
 
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Messaggioda giannimiao » mer mag 18, 2005 14:52 pm

stefano michelazzi ha scritto:Non si tratta di fatalismo, ma di accettazione del rischio che è ben diverso....


Gia', sono d'accordo. La montagna e' anche questo; vecchio discorso...
e' forse utile conoscere la dinamica di incidenti, ma la morbosita' nel voler sapere (che a volte si manifesta) e' a mio avviso sintomo di insicurezza interiore e non accettazione del rischio.
(e devo dire che mi infastidisce)
mah...
Ciao!
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Messaggioda boozyfede » mer mag 18, 2005 14:54 pm

ma alla fine solo chi avrà vissuto quell'esperienza saprà dire il perchè, e cmq il rischio l'avrà accettato già quando sulla carta o sulle foto sognava quella salita...


e questo è fondamentale :!:
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Messaggioda BBB » mer mag 18, 2005 15:04 pm

stefano michelazzi ha scritto:
Carlo78 ha scritto:
boozyfede ha scritto:completamente d'accordo, inoltre non capisco quest'accanimento della gente a trovare sempre, quando accadono cose del genere, il perchè è successo. magari mi sbaglio io, ma che ogni attività in montagna comporti dei rischi lo si sa a priori, indipendentemente dall'esperienza, dalla meteo, dalle condizioni, ecccc



Io invece sono per l'indagine e il capire più che si può le cause dell'accadimento delle cose.
E' l'unico tipo di procedimento razionale che considero meritevolee.
Considero invece alquanto superficiale il fatalismo, e abbandonarsi a frasi del tipo: "si vede che doveva succedere", e simili, serve a poco.
Poi capisco, a quanto ho letto, che una cresta pendente la puoi notare un volta che ci sei sotto.



Non si tratta di fatalismo, ma di accettazione del rischio che è ben diverso.
Parlarne per capire le dinamiche può essere utile, parlarne contestando eventuali errori di chi, fatalità o errore umano l'ha già pagata cara, non credo sia utile.
Una cresta pendente aumenta certamente il fattore rischio, ma non significa a priori, che questo possa essere imminente, spesso accade di muoversi in condizionoi ambientali pericolose, le vie più famose in dolomiti ad esempio si snodano tutte o quasi su pareti marcie e infidissime, ma quanti le ripetono? File di cordate ogni anno. Allindomani che qualcuno avrà avuto un incidente, si sentiranno i buoni pensatori, gridare all'errore, dire che la parete era pericolosa, che quel sasso doveva venir giù da tempo, che erano o non erano esperti e così via...ma alla fine solo chi avrà vissuto quell'esperienza saprà dire il perchè, e cmq il rischio l'avrà accettato già quando sulla carta o sulle foto sognava quella salita...
Non è per fatalismo e sono convintissimo che l'esperienza e la prudenza portino ad una limitazione notevole del grado di rischio, ma l'alpinismo è anche sogno e si sà che quando il sogno incontra la realtà son dolori!


Ah, beh. Ok, allora è una questione a priori. Cioè, nel momento in cui parto, esperto o meno che sia, posso non tornare. E questo vale anche per il fuoripista, per il surf su bigwaves, il parapendio, insomma tutti gli sport "estremi" che sfidano la natura, nonostante le loro differenze.
Ma il mio non era un esercizio di ben-pensiero, tanto meno un giudizio insensato sull'accaduto, Stefano.
Riguardo a questo caso in particolare chiedevo proprio cosa si sapesse di più. Magari per testimonianze di altri alpinisti nella zona, sul meteo ecc. Tutto qua.
Perchè? Perchè, nonostante la percentuale di imprevedibilità degli agenti che concorrono a creare il rischio di un'attività, se però si scopre da altre testimonianze e dalla statistica e dall'esperienza, che una parete in determinate stagioni o condizioni di pressione, temperatura, ecc.,ecc.,ecc. presenta più pericoli che in altre condizioni o stagioni, allora ne conseguono importanti dati (seppur non certi) per chi volesse intraprendere la stessa impresa. A questo andava il mio interesse.
Ovvero: dal drammatico sacrificio di una o più vite umane, sono convinto che sia un dovere, soprattutto di chi fa lo stesso tipo di attività, cercare di capire cosa si potesse evitare, o se invece è accaduto il totalmente imprevedibile. Spero di essermi spiegato meglio :wink: .

Detto questo, condoglianze alle famiglie.
:(
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