Via Gramsci e la sua battaglia
Gennaio 1974
Sono in ritardo e un po di corsa salgo i gradini che dalla metropolitana portano a Piazzale Flaminio. Passo dal rombo del treno che scompare nel tunnel al frastuono delle auto che intasano la piazza. La traverso senza aspettare il verde e vado verso i propilei neoclassici che fanno da ingresso monumentale a Villa Borghese. Lo varco. Lascio alle spalle il chiasso del traffico congestionato di Roma e mi avvio lungo i viali alberati, tra prati e siepi. Percorro i giardini all? italiana un tempo perfettamente tagliati e sagomati ed ora dimenticati e spelacchiati, e con dieci minuti di marcia veloce arrivo dall? altro lato della villa. Mi affaccio sulla scalinata che scende verso viale delle Belle Arti. Davanti ho le colonne ed i capitelli della tutt? altro che moderna Galleria Nazionale di Arte Moderna, un luogo familiare, tante volte visitato da studente del liceo artistico. Subito adiacente, sulla sinistra c? è via Gramsci, che sale girando tornanti verso la facoltà di architettura. Scendo la scalinata, traverso il viale e inizio a percorrere la via.
E? asfaltata, solo ai lati si scorgono due file superstiti dei sampietrini di un tempo. In seguito agli scontri del sessantotto, dopo la sassaiola contro la polizia sono stati coperti dal manto stradale. Cammino e non posso fare a meno di figurarmi le mischie del marzo di quell? anno, tra gli studenti che cercavano di riconquistare la facoltà per rioccuparla e la celere, che difendeva la posizione dopo averla sgomberata. I lacrimogeni, le cariche della polizia a cavallo, i terribili manganelli tonfa e i sampietrini disselciati dalla strada e lanciati contro i cellerini. L? hanno chiamata la battaglia di Valle Giulia ed è famosa non solo perché i manifestanti riuscirono a resistere alla polizia, ma ancora di più per la poesia di Pier Paolo Pasolini, che prese senza mezze misure le parti dei poliziotti.
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Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte coi poliziotti
io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri.
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E più avanti conclude:
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A Valle Giulia, ieri si è così avuto un frammento di lotta di classe:
e voi amici (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi.
Mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri.
Bella vittoria, dunque, la vostra!
In questi casi ai poliziotti si danno i fiori, amici.?
Pier Paolo era un compagno, ma anche un artista e come molti artisti amava provocare, distaccarsi dal senso comune, ma in battaglia ci sono due fronti e nessuno è buono o cattivo, c? è chi obbedisce e chi sceglie la lotta per un ideale, è questa la differenza.
Giro l? ultima curva di via Gramsci ed ecco la facoltà. Una palazzina degli anni trenta, di genere razionalista e di color marroncino, piena di grandi murales inneggiati alla lotta di classe e all? università libera e autogestita. Spicca la grande scritta El pueblo unido jamás será vencido, con accanto un pugno chiuso dipinto con i colori della bandiera cilena. E? recente il golpe fasciata e in facoltà c? è molta condivisione con la lotta dei compagni cileni.
Entro nell? atrio e, come sempre, mi sento un poco fuori luogo. Nonostante non sia più il ragazzino del primo liceo sono ancora il solito imbranato e faccio fatica ad inserirmi in un ambiente così diverso dalla mia vecchia scuola. Troppe cose da scegliere, corsi, gruppi di studio da formare, assistenti da contattare, dispense da rimediare ?. Sono confuso.