Classe IIa B, lezione di figura disegnata con il professor Piruca.
Osservo la matita spostarsi agile sul foglio. Non pare un attrezzo per disegnare, piuttosto il sesto dito della mano destra del professore, un? appendice cibernetica collegata al suo sistema nervoso. Si muove agile, verso l? alto, curva, traversa, scende, inaspettatamente si ferma, si solleva e si sposta, poi riprende a camminare con ritmo e sicurezza, quindi diventa più pesante e imprime un segno di grafite spesso, subito dopo si alleggerisce fino a quasi non lasciare traccia.
All? inizio la matita pareva viaggiare sul foglio a caso, adesso i vuoti hanno preso forma e i pieni consistenza ed già si individua il dentro ed il fuori, sta nascendo un disegno. Come di incanto si riconosce la curva morbida dell? anca della modella, la piega del ventre, la gamba muscolosa e un po tozza.
Allo stesso modo degli oggetti che scompaiono per magia dalle mani del prestigiatore, la matita tra le dita del professore magicamente ricrea l? immagine della modella che posa nuda nel mezzo della nostra classe. Il disegno che si sta formando sul cartoncino è la sua rappresentazione, passata attraverso gli occhi del professore, filtrata dalla sua rete neuronale, trasformata in elettricità e discesa lungo le fibre nervose fino alla mano, che mobile ed elegante ha trasmesso alla matita il movimento perfetto, quasi infallibile. Un miracolo tutto umano, si chiama arte.

