La valle dell'orco

[tacchinosfavillantdgloria]

No, non c'entra un tubazzo con il granito del caporal

È un libro di Umberto Matino che sto finendo di leggere: un gialletto, ma interessante per le molte notizie sulla storia delle prealpi vicentine e le tradizioni del popolo cimbro (argomento che mi ha sempre interessato, da quando ho iniziato le mie scorribande fondistiche sull'altipiano dei sette comuni e sul Cansiglio).

Bar-segan sich
TSdG

[PIEDENERO]

No, non c'entra un tubazzo con il granito del caporal

È un libro di Umberto Matino che sto finendo di leggere: un gialletto, ma interessante per le molte notizie sulla storia delle prealpi vicentine e le tradizioni del popolo cimbro (argomento che mi ha sempre interessato, da quando ho iniziato le mie scorribande fondistiche sull'altipiano dei sette comuni e sul Cansiglio).

Bar-segan sich
TSdG

tacchino, non nominare il nome dell'orco invano.

[giorgiolx]

orcozzzzio....come direbbe il trap

[arteriolupin]

Negli anni '90 ho avuto la fortuna di incontrare il maestro "Learar" Fabris, a Giazza/Ljetzan.
Curiosamente, pur avendo il Cansiglio molto più vicino (sono nativo di Jesolo), ho iniiato ad interessarmi di Cimbri e minoranze germanofone in Italia a partire da Giazza...
Ricordo ancora un paio di ragazzini che tra loro parlavano in Tzimbar e poi in dialetto "veronese" con i foresti... E che a scuola imparavano ad esprimersi anche in italiota ed in crucco.

La bellezza della compresenza di culture, con fenomeni di diglossia e di plurilinguismo "naturali" e non forzosi.

Una situazione simile l'ho vista appena fuori Tarvisio, dove una vecchietta novantenne all'epoca (fine anni '80) era in grado di capire e parlare friulano, italiano, tedesco, dialetto carinziano, sloveno perché "ti abitui ad aver a che fare con tutti...". Piccolo particolare: la signora era praticamente analfabeta, faceva fatica a scrivere il proprio nome... Eppure aveva più cultura di tutti noi...

Oppure, ancora, in un paesino piccolissimo vicino a Uzhorod, in Transcarpazia (o Subcarpazia, dipende come vogliamo vederla) ucraina... Dove un simpatico vecchiotto sopravvissuto al regime staliniano che aveva 95 anni nel 93 mi ha candidamente ammesso di parlare carpa-rusyno in casa, salvo poi essere in grado di "esprimersi" con tutti i suoi vicini e le varie autorità... Quindi in ungherese, in romeno, russo, tedesco, ucraino, slovacco, polacco, più lo yiddish...

Fu allora che decisi di studiare le lingue minoritarie delle valli carpatiche, che prevedono la conoscenza di tutte le lingue sopra citate, della loto dialettografia e di altre ancora, assieme alle loro culture... Una problematica così simile a quella dei Ladins Dolomitans e per altri aspetti a quella dei Cimbri di casa nostra...

Grazie Tacchino, mi hai fatto tornare indietro col tempo e tornare a ricordi piacevolissimi! Hai la prerogativa di istigare all'out of topic in maniera favolosa!

[tacchinosfavillantdgloria]

Io ho trascorso diverse vacanze invernali all'albergo "Amicizia" di Roana, dove ho avuto il piacere di conoscere il maestro Rebeschini "Fikinnar", ben noto cultore della lingua e delle tradizioni cimbre: la frazione di Mezzaselva di Roana sembra essere una delle ultime località dove sono sopravvissuti dei "native speaker" di lingua cimbra.

Visto che sono famoso per gli off topic , ne approfitto per citare un aneddoto: ho avuto occasione di parlare con uno dei migranti, altresì detti "richiedenti asilo", che approdano ogni giorno nel nostro paese. Questo giovane sa esprimersi in: inglese, francese, italiano, arabo, nonché diverse lingue (o dialetti) africani. Magari non parla tutti questi idiomi in modo grammaticalmente impeccabile, ma sa farsi capire egregiamente.

Anche questa, dal mio punto di vista, è una ricchezza. Che purtroppo, come in molte altre occasioni, non sappiamo apprezzare e valorizzare. Ma sarebbe un discorso lungo.

Poliglotti (magari!) saluti
TSdG

[arteriolupin]

Le lingue sono mezzi per consentire l'intercomprensione e per esprimere la "cultura" (intesa in senso ampio) di un consesso umano.
So di essere di parte a dir ciò, ma riuscire a parlare con gli altri, discutere, conoscersi e saper favorire la conoscenza reciproca è una ricchezza incommensurabile.
Parecchi di quei ragazzi di cui parli hanno questa ricchezza semplicemente come "necessità" di vita, per poter convivere.

Gli off topic mi piacciono eccome, è il sale della vita...

Sai, sono veneto del Basos Piave, è un po' come all'osteria, quando fai il primo giro parti parlando della nazionale di calcio e dove si va a finire con gli ultimi giri lo sa solo Iddio...

Vuoi chiamarlo off-topic o ciacole da giro di ombre, sempre bello resta!